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Autore: MeMedesima    14/09/2013    0 recensioni
Ovvero cosa succede quando la star di Broadway Rachel Berry e Kurt Hummel, attore squattrinato, si scambiano la casa per le vacanze di Natale.
"Allora, Rachel, abbiamo un accordo?". Spedì il messaggio, incrociando le dita.
"Prima posso farti una domanda?".
Kurt imprecò a bassa voce. "Ma certo".
"Ci sono uomini nella tua città?".
Il ragazzo rise amaramente, pensando a tutti gli appuntamenti orribili che aveva dovuto sorbirsi negli ultimi quattro anni, e al ragazzo tutt’altro che perfetto che stava frequentando ora.
"Assolutamente nessuno".
[Ispirata al film "L'amore non va in vacanza"]
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Dave Karofsky, Finn Hudson, Kurt Hummel, Rachel Berry | Coppie: Blaine/Kurt, Dave/Kurt, Finn/Rachel, Jessie/Rachel
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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1 gennaio 2018, Chelsea, New York

 

«Buon anno», mormorò Kurt contro le labbra di Blaine.

Il ragazzo sorrise. «L’inizio è decisamente  fantastico», rispose, prima di attirarlo di nuovo nel bacio che avevano interrotto. Kurt ricambiò, stringendolo più vicino a sé mentre le persone attorno a loro brindavano, festeggiavano e si scambiavano gli auguri di buon anno a pieni polmoni.

«Volete smetterla, voi due?», esclamò una voce molto vicina a loro.

Si separarono, scambiandosi uno sguardo divertito.

«Buon anno anche a te, Coop», esclamò Blaine rivolto alla schiena del fratello. «E comunque lo sai cosa dicono dei curiosi…». Kurt stava avendo seri problemi a trattenere le risate mentre ricordava la faccia che Cooper aveva fatto dopo aver aperto la porta del guardaroba.

«Io ero preoccupato che foste morti!», esclamò il ragazzo, voltandosi di scatto. «Non rispondevate al cellulare! Vi siete almeno lavati le mani dopo?». Kurt scoppiò in una risata incontrollabile. «Non c’è nulla da ridere!», si infervorò Cooper. «Vi costava così tanto aspettare fino a casa? O che io ripartissi?».

Le risate di Kurt raddoppiarono di volume, finendo per contagiare anche Blaine.

Le sue proteste furono interrotte da Mike, che barcollò verso di loro, evidentemente sulla buona strada per ubriacarsi. «Ehi bellezze, auguri!», esclamò mettendo un braccio sulle spalle di Cooper. «Ma che succede?», chiese, adocchiando i due ragazzi che si stavano appoggiando al muro per non inciampare sui loro stessi piedi dal tanto ridere. «Hanno bevuto troppo anche loro?».

Cooper sbuffò, senza riuscire ad essere veramente seccato. «No, sono solo due emeriti scemi. Forza, vai a fare gli auguri a Blaine e staccalo da Kurt, altrimenti finiranno per diventare due gemelli siamesi».

«Agli ordini!», esclamò Mike allegramente. «BLAINE!», urlò mentre si buttava a braccia aperte verso il ragazzo.

 

1 gennaio 2018, East Broadway, New York

 

Rachel si separò lentamente dalle labbra di Finn, posando i tacchi sul tappeto rosso e allontanandosi da lui. Attorno a loro New York festeggiava il nuovo anno, e i fotografi vociavano rumorosamente, ma lei non staccò gli occhi dal volto del ragazzo.

Finn prese un respiro profondo e aprì gli occhi, l’espressione sul suo volto più confusa che mai.

«… Rachel?», mormorò in tono incredulo.

«Io non mi sono mai innamorata, Finn».

L’espressione del ragazzo si fece, se possibile, ancora più confusa. «Lo so».

Rachel strinse i pugni, sforzandosi di dire ad alta voce la verità che non aveva ammesso con nessun altro se non con sé stessa.

«Mettere il mio cuore nelle mani di una persona che potrebbe spezzarlo e farmi soffrire è…», disse a mezza voce. «Prima di te non c’era stato nessuno di cui avrei potuto innamorarmi. Ma ora, con te, è tutto così naturale… e mi terrorizza», finì in un sussurro.

Finn restò in silenzio per qualche secondo, durante il quale Rachel avrebbe desiderato sprofondare nel terreno. “Lo cacci via e due minuti dopo lo baci e pretendi anche che cada ai tuoi piedi? Sei proprio una stupida Rachel, un’emerita-”.

«Rachel». La voce di Finn la distolse dai suoi pensieri. «Per favore, guardami».

Lei deglutì ed alzò gli occhi.

«Non posso dirti che non ti farò soffrire», disse Finn in tono calmo. «Non leggo nel pensiero e le persone si fraintendono continuamente. Non c’è nessuna possibilità che uno di noi non faccia del male all’altro». Fece un respiro profondo, durante il quale Rachel sentì il suo cuore spezzarsi «Ti dirò una cosa però», disse di nuovo lui. «Che, per quanto in mio potere, non ho intenzione di farlo. Non voglio che tu soffra per causa mia, Rachel, né ora né mai». La ragazza non riusciva a distogliere lo sguardo da lui. «Ma tu devi fidarti di me».

Rachel annuì, come ipnotizzata.

Il viso di Finn si illuminò, accennando un sorriso. «È un sì?».

«Non riesco ad immaginare persona migliore», disse lei, avvicinandosi a lui e posandogli una mano sulla guancia. Sentì i flash delle macchine fotografiche scatenarsi su di loro, ma si sforzò di ignorarli.

Finn mise una mano sopra la sua. «Sei sicura di voler… Qui?», chiese in tono esitante.

Rachel sorrise. «Mai stata più sicura», mormorò mentre si puntellava sulle scarpe pericolanti per baciarlo.

 

Epilogo

 

31 dicembre 2018, Prairie Oaks, Columbus, Ohio

 

«Kurt», sussurrò Cooper in tono preoccupato. «Di questo passo tuo fratello scaverà dei solchi nel parquet».

Kurt lanciò uno sguardo in cucina, dove Finn stava camminando avanti e indietro, fingendo di tirare fuori i piatti dalla lavastoviglie. Sospirò. «Lo so, ma ho già provato a fermarlo troppe volte e non ha funzionato. Lasciamolo stare».

Trascinò Cooper lontano dall’entrata e si diresse nel salotto, che al momento era decorato in occasione di Capodanno: un grande albero di Natale, pareti ricoperte di ghirlande argentate – opera di Cooper – e rami di agrifoglio sopra il caminetto acceso.

«Allora, gente», Kurt si rivolse alla piccola folla radunata nel suo salotto. Tutti si voltarono verso di lui, tranne Sam e Mercedes – stavano ballando abbracciati in un angolo della stanza e non sembravano avere la minima intenzione di staccarsi l’uno dall’altra. «Qualcuno ha notizie di Rachel?».

«L’ultimo messaggio diceva che le si stava scaricando il cellulare», disse Mike con aria preoccupata. «Ed erano le dieci… dubito che la sentiremo ancora prima che arrivi qui».

Sugar, che stava volteggiano da sola al ritmo della musica, si fermò e lanciò un’occhiata caustica al gruppo. «Ma certo che non la sentiremo più. Non ha risposto nemmeno a me, e sapete bene che a me si deve sempre rispondere», esclamò come se quello risolvesse il problema.

«Come sta Finn?», chiese Tina. Era seduta a gambe incrociate sul tappeto e teneva in grembo un grosso gatto rosso – Boq, il nuovo coinquilino di Finn da quando Kurt si era trasferito a New York.

«Non la smette di agitarsi», rispose Cooper, lasciandosi cadere accanto a lei. «Però potremmo andare di là e-».

«Cooper, lascia stare», lo interruppe Kurt. «Fidati, è meglio lasciarlo da solo e sperare che Rachel arrivi». Volse lo sguardo su tutto il gruppo. «Okay?».

Tutti annuirono, distogliendo lo sguardo dal ragazzo e tornando alle loro occupazioni.

«Ti arrabbieresti se ti dicessi che sei sexy quando fai il leader?», chiese una voce da sopra la spalla di Kurt.

Il ragazzo sbuffò mentre un paio di braccia familiari gli stringevano la vita. «Questa situazione è assurda».

Blaine annuì contro il suo collo. «Però quell’appuntamento era importante per lei».

L’altro sbuffò. «Dico solamente che quella primadonna di James Cameron poteva metterci meno di un anno a richiamarla. E di sicuro anche i suoi agenti sono in vacanza a Capodanno-».

Blaine rise. «Capito, capito, scusi capitano».

Kurt si liberò dalle sue braccia e si girò verso di lui. Sorrise quando vide la sua espressione buffa – quella che involontariamente gli spuntava sul volto quando Kurt diceva qualcosa di pungente e sarcastico che lo faceva ridere. Lo prese per mano e lo condusse verso la sua poltrona preferita sulla quale – miracolosamente – nessuno si era ancora seduto. Sprofondò nei cuscini e Blaine si accoccolò sulle sue gambe, in una posizione fin troppo familiare da quando avevano iniziato a trascorrere le serate troppo fredde nei reciproci appartamenti.

«Prima non mi riferivo solo alla faccenda di James Cameron…», disse Kurt a mezza voce mentre Blaine gli passava distrattamente una mano fra i capelli. «Avere una relazione con una persona che abita a settecento chilometri da te è assurdo».

L’altro scosse la testa. «Per te, forse. Mi pare che loro se la stiano cavando piuttosto bene, no?»

«Vero», concedette Kurt.

Si rilassò sotto il peso delle gambe di Blaine e lasciò vagare lo sguardo per la stanza. Avere i loro amici in Ohio era… strano. Gli era sembrato strano fin da ottobre, quando avevano proposto per la prima volta di prendere dei biglietti aerei scontati utilizzando la carta frequent flyer di Rachel per andare in Ohio. Tuttavia…

Sprofondò un po’ di più nei cuscini. «Mi piace quest’atmosfera», dichiarò a mezza voce.

Blaine annuì. «Io sono solo contento che non abbiano ancora attentato alla tua radio per mettere Kesha a tutto volume».

L’altro scosse la testa. «Dopo la sbronza che si è preso Mike l’anno scorso credo vogliano passare un Capodanno tranquillo prima di ripetere l’esperienza».

«Mmmh». Blaine poggiò la guancia contro la sua spalla. «Allora… buoni propositi per l’anno nuovo?».

Kurt pensò al suo appartamento a Chelsea, arredato con i mobili comprati al mercato delle pulci, ai due assoli che aveva in un rispettabile spettacolo off-Broadway, ai sabato mattina in un piccolo caffè vicino a Battery Park insieme a Blaine, alle notti insonni passate a rigirarsi fra le lenzuola…

Sorrise. «Solo che sia fantastico come questo».

Blaine sorrise di rimando e aprì la bocca per replicare, ma fu interrotto dal rumore di Finn che sbatteva la porta della cucina.

«Non arriva!­», esclamò qualche secondo dopo il ragazzo facendo capolino in salotto. Tutto il gruppo lo guardò, un misto di esasperazione e compassione sui loro volti. «Che facciamo se non arriva entro mezzanotte!».

«Finn, calmati, sono solamente le undici», provò Rory.

«Ma-», cominciò a ribattere lui.

«Il suo aereo dovrebbe essere appena atterrato», lo interruppe Mike. «Massimo mezz’ora e sarà qui, vedrai».

Proprio in quel momento si sentì bussare alla porta. Finn scattò verso l’entrata, rischiando di scivolare e spezzarsi il collo, e spalancò il portone il più velocemente possibile. Lo aprì, e dietro di esso vide la cosa migliore della sua serata.

«Buonasera Mister Hudson», disse Rachel con un sorriso a trentadue denti. «Mi perdona il ritardo?».

Gli porse un mazzo di fiori. Finn li prese in mano, e li guardò sorpreso. Erano stelle di Natale.

Si chinò su di lei per baciarla. «Sono bellissime».

Poggiò delicatamente i fiori sul tavolino dell’entrata, e non appena furono al sicuro tirò a sé la ragazza, abbracciandola con tutta la forza che aveva.

Rachel strofinò il naso contro la sua guancia e lui annusò il suo profumo. Non era quello dolce e un po’ troppo forte che metteva quando doveva uscire o incontrare la stampa, ma quello di sapone e shampoo alla cannella che gli ricordava le mattine passate a leggere sotto le lenzuola e i biscotti di Natale.

«Ehi», disse piano Rachel quando lui non diede segno di voler lasciarla andare. «Tutto okay?».

Finn prese un respiro profondo. «Certo, solo che… credevo non saresti più arrivata».

«Non sarei arrivata al rotto della cuffia anche quest’anno, tesoro», rise piano Rachel.

Finn annuì contro la sua spalla. «Mi sei mancata».

«Anche tu», disse lei prima di allontanarsi da lui. Gli accarezzò una guancia. «Un mese è troppo?».

«Un mese è troppo», la baciò di nuovo, questa volta più a lungo, prima di prenderla per mano e di condurla verso il salotto. «Forza, vieni di là, gli altri ti stanno aspettando».

Quando Rachel entrò nella stanza si alzò un coro di auguri e saluti. La ragazza sorrise.

«Devo dedurre che vi sono mancata?».

Sugar le corse incontro. «Non si ritarda a Capodanno!», la redarguì baciandola sulle guance.

Cooper si intromise, abbracciandola stretta. «Collega!».

Lei rise, dandogli qualche pacca sulle spalle. «Ti piacerebbe, Cooper».

«Spostati, scemo», disse Blaine da sopra la sua spalla, facendolo allontanare.

«Ciao Blaine», Rachel abbracciò anche lui.

Poi, per ultimo… «Kurt».

Il ragazzo sorrise. «Ben arrivata».

I due si strinsero in un abbraccio affettuoso. Blaine e Cooper si scambiarono un’occhiata e si allontanarono, lasciandoli soli per qualche minuto.

Da quando Kurt si era trasferito a New York  lui e Rachel avevano legato moltissimo, ed ora andavano regolarmente a fare colazione sbirciando le vetrine di Tiffany – una delle cose che non diventavano mai noiose, diceva lui.

«Com’è andato l’appuntamento?», chiese Kurt a mezza voce quando si furono separati.

Rachel si morse un labbro per trattenere un sorriso. «Non è ancora ufficiale», disse. «Ma pare che qualcuno sia interessato a vedermi nei panni di una certa Fanny Brice…».

Lui fece un verso sorpreso. «Un remake di Funny Girl?! Rachel, ma è stupendo!».

La ragazza rinunciò a contenere il suo entusiasmo e cominciò a saltellare su e giù. «Lo so! È il mio sogno da quando avevo cinque anni!». Kurt rise della sua espressione euforica e fece addirittura qualche saltello con lei.

«E non è tutto», continuò Rachel non appena si fu calmata. «Indovina quale uccellino mi ha detto che c’è stato un incidente con qualche scimmia volante al Gershwin?».

La bocca di Kurt si aprì in una piccola “o” incredula. «No!», esclamò, senza fiato.

Lei gli strinse le mani, sorridendo. «Jessie ha fatto il tuo nome e tesoro, ti consiglio di preparare il fazzoletto, perché puoi dire addio per sempre agli spettacoli off-Broadway».

Il ragazzo la fissò per qualche secondo prima di prendere un respiro. «È davvero possibile che questo sia vero? Da quand’è che le cose vanno così bene per noi due?».

Rachel si appoggiò al muro del salotto con espressione soddisfatta, e Kurt la imitò. Osservarono in silenzio la stanza, piena delle persone che amavano e a cui volevano bene.

«È probabile che sia solo un periodo passeggero», disse la ragazza dopo un po’. «Non può andare sempre così bene, no? Ma non ho intenzione di lamentarmi della cosa, per ora».

Kurt annuì, senza riuscire a smettere di sorridere. «Certo che no! E diciamocelo, ce lo siamo meritato».

«Io ho passato due settimane in Ohio», sbuffò Rachel. «E pensare che ero venuta qui con l’intenzione di non vedere un uomo per due settimane intere!».

Kurt rise. «Questo non fa altro che dimostrare quello che avevo sempre supposto», dichiarò Kurt, staccandosi dal muro e offrendole il braccio.

«Cioè?», chiese lei, prendendolo a braccetto.

Il ragazzo le sorrise, poi le fece l’occhiolino. «Che l’amore non si prende mai vacanze. Vieni».

Rachel si raddrizzò e i due si diressero verso i loro amici, e verso un anno che sarebbe stato ancora migliore di quello passato.

Insieme.

 

A/N:

Devo ammettere che spuntare la casellina “completo” a questa fanfiction è stato un bel regalo di compleanno per me stessa – sì, oggi compio gli anni e no, non dirò mai quanti sono perché inizio a sentirmi vecchia – e immagino che sia stato soddisfacente anche per voi leggere ka fine di questa benedetta storia.

C’è voluto molto ma alla fine eccoci qua :)

Spero con tutto il mio cuore che vi sia piaciuta! È la prima storia più lunga di tre capitoli che completo: ci ho messo sangue, e sudore, e tempo prezioso per scriverla, e condividerla con altre persone l’ha resa ancora più speciale :)

C’è da dire che questa fanfiction non sarebbe mai stata finita senza l’aiuto della fantastica yu_gin, che mi ha minaccia- emh incoraggiato a continuare a scrivere anche quando credevo che finire fosse ormai una causa persa!

A questo punto qualcuno potrebbe chiedersi se continuerò a scrivere è la risposta è: oh, yes, non ci si libera di me così facilmente!

Per quanto riguarda Glee ho in programma una fanfiction divisa in tre parti – sempre Klaine – che scriverò da sola, e – attenzione attenzione – una storia a quattro mani ad opera mia e dell’adorabile yu_gin :)

Stay tuned, prometto che non sparirò ;)

Che altro… ringrazio tutti quelli che hanno letto, commentato, inserito la storia fra i preferiti e le seguite: la mia autostima sta lievitando grazie a voi, e di questo vi sono immensamente grata!

Un grazie di cuore e un bacio, a presto,

MM

<3

  
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