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Autore: SamWeasley    14/09/2013    1 recensioni
Cosa sarebbe successo se Fred Weasley avesse incontrato un angelo custode?
Dal secondo capitolo:
"Io... io non ci ho nemmeno pensato al rischio di morire. Ti ho visto lì e avevo paura per te..." disse lei, singhiozzando.
"Grazie" fu l'unica parola che disse il rosso, prendendo la ragazza fra le braccia.
Un consiglio: Anche se il primo capitolo non è convincentissimo, andate avanti che a mio avviso la storia migliora =)
Recensite, please =)
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Famiglia Weasley, Fred Weasley, Harry Potter, Hermione Granger
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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Di lì a pochi giorni Sam tornò a Hogwarts per dare una mano con i lavori di ristrutturazione del castello, nonostante i genitori, babbani, avessero il terrore che potesse succederle qualcosa.
“Ho combattuto una guerra, so badare a me stessa” aveva detto loro prima di materializzarsi a Hogsmeade.
Appena arrivata al castello, vide subito una massa di capelli rossi che saliva sulla strada dietro di lei.
C’erano proprio tutti: Arthur e Molly, Bill accompagnato da Fleur, Charlie, Percy, George, Fred, Ron, per mano a Hermione, e Ginny, vicino a Harry.
Si voltò di scatto per evitare lo sguardo del gemello, e aumentò la velocità del passo verso il portone spalancato.
Fu un attimo ma Fred si accorse del movimento dei suoi riccioli mori e del suo corpo perfetto che si allontanava da lui.
Ma perché si allontanava da lui? Prima gli salvava la vita e poi lo evitava e faticava a rivolgergli la parola. La mente delle ragazze, per lui, era sempre stata incomprensibile.
Mentre il ragazzo si assillava con tutti questi pensieri, Sam era entrata nel castello ed era andata dritta dalla professoressa Sprite, la direttrice della sua casa, senza voltarsi indietro.
Capì che la famiglia Weasley era entrata nella Sala Grande quando un fragoroso applauso accolse Harry che era con loro, ma si guardò bene dal girarsi. Ascoltò il discorso della professoressa McGranitt guardando fisso davanti a sé, e alzò gli occhi solo quando lei la nominò.
“A quanto mi riporta il qui presente signor Weasley dobbiamo ringraziare Samantha Fitz se questa battaglia non annovera anche lui nel conto delle vittime.”
Un applauso si levò mentre tutte le persone nella Sala Grande volgevano lo sguardo verso di lei.
Arrossì violentemente e scosse la testa quando la professoressa McGranitt la invitò a raggiungerla al banco del preside da cui stava parlando.
«Caro Fred Weasley, questa me la pagherai» pensò, poi girò i tacchi e si diresse verso l’uscita, lasciandosi alle spalle tutti quegli sguardi incuriositi.
“ Ci penso io” disse, a bassa voce, Fred alla McGranitt, poi si apprestò a seguire la ragazza.
La raggiunse sui gradini dell’entrata, dove lei si era seduta, rossa di vergogna e con gli splendidi occhi color smeraldo lucidi, come se stesse per scoppiare a piangere.
“Sam, mi dispiace, io non intendevo offenderti” cercò di scusarsi il rosso, inutilmente.
“Non fa niente. Non far finta che te ne importi qualcosa” gli sbraitò contro la ragazza, facendo per alzarsi.
“Cosa stai dicendo?” le chiese lui, fermandola “l’ho fatto solo per farti avere la gloria che meriti, devi essere ricordata come un’eroina di questa guerra, come e più di tutti gli altri. Hai rischiato di farti uccidere da un muro che stava esplodendo, pur di salvarmi la vita” si giustificò, sedendosi accanto a lei su un gradino di pietra, freddo e ancora sporco di polvere e sangue.
“Io… io non ci ho nemmeno pensato al rischio di morire. Ti ho visto lì e avevo paura per te…” disse, singhiozzando.
“Grazie” fu l’unica parola che disse il rosso, prendendo la ragazza fra le braccia.
Lei si sciolse in un pianto liberatorio, scaricando tutta la tensione accumulata negli ultimi anni. Da quando Voldemort era tornato, aveva vissuto nel terrore che il mondo cui aveva scoperto di appartenere appena sei anni prima gli fosse portato via, perché il Signore Oscuro odiava i Sanguesporco come lei. Non voleva rinunciare a Hogwarts, non voleva che le portassero via la bacchetta, se avesse perso la magia non le sarebbe rimasto più niente e, in più, avrebbe perso anche Fred.
“Scusa” disse al ragazzo, a cui aveva inzuppato la maglietta di lacrime.
“Non ti preoccupare, ne avevi bisogno” la scusò il ragazzo “ma ora sorridi, che sei più bella quando lo fai.”
Lei sorrise e arrossì di nuovo, gli occhi verdi arrossati dal pianto e le guance rigate di lacrime.
Con un bacio sulla guancia Fred si alzò e tornò dentro.
Lei si dette una sistemata e lo seguì nel castello, dove accettò gli sguardi riconoscenti e l’applauso che tutta la sala gli tributo.
I lavori continuarono per quello che avrebbe dovuto essere il resto dell’anno scolastico.
Sam e Fred si incontravano ogni giorno, ma non si rivolsero più di qualche sorriso e qualche educato saluto. Fino a quello che avrebbe dovuto essere l’ultimo giorno di lavori.
Il castello era completato e si ergeva di nuovo in tutto il suo splendore, come se il 2 maggio 1998 non ci fosse mai stato. Classi, dormitori e uffici risplendevano forse più di prima, e niente faceva trasparire che lì c’era stata una battaglia solo due mesi prima, tranne una lapide affissa all’entrata della scuola. Era stata creata in ricordo di chi quel giorno aveva perso la vita, di chi si era sacrificato per garantire al mondo una nuova ritrovata pace.
A inaugurarla fu la professoressa McGranitt, nominata nuova preside di Hogwarts.
“Vorrei che Silente fosse qui, quest’oggi, per vedere il lavoro compiuto da chi gli è stato fedele fino alla fine” iniziò, con gli occhi lucidi “ma anche perché con i discorsi era più bravo di me” aggiunse, sorridendo dietro le lacrime.
“Durante quest’anno abbiamo dovuto affrontare numerose perdite di professori, colleghi, alunni, compagni, amici, figli, genitori, fratelli. Ma abbiamo soprattutto imparato cosa significa lottare per un ideale di libertà, un sogno di pace e, soprattutto, che uniti si vince, come il professor Silente amava dire.
“ Sarebbe fiero di voi studenti che siete rimasti per lottare, per difendere la vostra scuola, Tassorosso con Corvonero, Grifondoro con Serpeverde, andando oltre le diversità.
“Sarebbe fiero di anche di chi era troppo piccolo per combattere, ma ha voluto essere eroe fino in fondo, anche perdendo la vita.
“Sarebbe fiero degli ex-studenti che sono tornati per difendere la pace del mondo magico e l’invalicabilità della scuola.
“Sarebbe fiero di chi è rimasto, ma ha deciso di cambiare schieramento.
“Sarebbe fiero anche di coloro che sono rimasti in disparte, perché hanno riconosciuto di non avere il coraggio o la possibilità di aiutare la propria gente, e hanno deciso di non metterla in pericolo.
“Sarebbe fiero di tutti voi, dal primo all’ultimo, che siete, siete stati e sarete dalla parte giusta e non da quella più facile.
“Ed io sono fiera di voi forse più di quanto lo sarebbe stato lui, perché ho visto tutti, nessuno escluso, dal primo all’ultimo, superarsi.”
Terminò il discorso mentre un applauso fragoroso riempì di nuovo quella sala, e il rumore soffocò quello di migliaia di singhiozzi e di lacrime versate, ancora una volta.
Mentre la folla si disperdeva, un solo ragazzo andava controcorrente. Era Fred Weasley che sfidava la calca per raggiungere il suo angelo custode.
La vide che, parlando con un’altra ragazza, si stava avviando verso l’uscita.
“Sam” le urlò, per fermarla.
La ragazza si girò e si bloccò in mezzo alla Sala, cercando con lo sguardo il ragazzo.
“Sam, sono qui, aspettami.”
Lei lo vide e gli andò incontro.
“Dimmi Fred” gli disse, quando lo raggiunse.
Sembrava che due mesi di sguardi rubati e sorrisi l’avessero sciolta un po’.
“Volevo chiederti se avevi impegni per stasera” le chiese, tutto d’un fiato “la mamma fa una festicciola/commemorazione alla Tana e ci ha chiesto di invitare chi volevamo.”
Lei rimase un po’ sorpresa. Perché fra tutte le ragazze presenti, stava invitando proprio lei?
«Mi vorrà ringraziare per avergli salvato la vita» pensò, tra sé.
Stava per inventarsi una scusa per non andare quando vide un’ombra di preoccupazione negli occhi di lui che le fece cambiare idea.
“Mi piacerebbe, ma non saprei come arrivarci” disse, rendendosi conto che era la verità.
“Ti vengo a prendere io! Ci troviamo a Hogsmeade e poi ci materializziamo insieme alla Tana” suggerì lui, con ritrovata fiducia.
“Certo. Per che ora?” chiese ancora lei.
“Per le sette?”
“Allora alle sette a Hogsmeade” confermò lei, finalmente sorridente.
   
 
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