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Autore: _xonedssmile_    15/09/2013    5 recensioni
C'era una volta... e sempre ci sarà.
Una Cenerentola moderna, alle prese una una scoperta a dir poco 'scioccante'.
E sei voi foste nella sua situazione, cosa fareste?
[...]
Le favole non riguardano solo castelli e principesse: rappresentano tutti i desideri che vuoi appagare e il coraggio di lottare per le cose in cui credi.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 6.



Mi alzai dal letto, sistemando la gonna a fiori sotto gli occhi della Regina e di Harry.
‘Se volete scusarmi, vado a fare alcuni giri, tanto tua nonna ha ancora molto da mostrarti.’  Il moro mi fece l’occhiolino, per poi scomparire dalla scena.
‘Ehm, allora sua Altezza Reale, cioè nonna...’  Dissi mordendomi il labbro. Non la conoscevo neanche da un’ora e già stavo facendo delle figure allucinanti.
‘Puoi chiamarmi Ginevra se ancora non ti senti pronta di definirmi come una tua parente.’  Rispose con aria amorevole, alzandosi anche lei dal letto.
‘Se vuoi, adesso possiamo fare il giro del castello, immagino che tua sia molto curiosa dato la tua espressione stupita, prima, mentre ti stavo osservando guardare l’androne.’  Si fermò all’uscio della porta, per poi girarsi nella mia direzione, sfoderando un altro dei suoi sorrisi.
La seguii, non proferendo parola per tutto il tragitto. I nostri passi non si sentivano sulla moquette, sparsa un po’ per tutto il pavimento del castello.
Mi guardavo intorno, rimanendo estasiata ogni passo che facevo in quella ‘visita’.
‘Questo è il giardino.’  Disse non appena arrivammo fuori. La luce del sole, che si trovava al suo picco nel corso dell’intera giornata, ci investì.
Non sapevo se definire quello che mi si presentava davanti come un semplice giardino oppure un’oasi: c’erano fiori sparsi ovunque, di varie tipologie e colori che emanavano profumi davvero buoni.
Potevo perfino udire gli uccellini cinguettare. Non mancavano, inoltre, le panchine, per sedersi, magari, in un afoso pomeriggio d’estate a leggere un buon libro.
Quando rinvenni dal mio stato di ecstasy, notai che Ginevra si era allontanata, comminando per un vialetto contornato da pietre.
La raggiunsi, osservando che eravamo arrivate in una stalla. Amavo i cavalli e da piccola sognavo di diventare un’amazzone. Naturalmente con la crescita avevo cambiato idea, ma come rinnegare un  sogno infantile?
Era tutto lindo e pulito, nulla era fuori posto e in cavalli erano decisamente in ottime condizioni.
‘Guarda, laggiù c’è una persona che vorrei farti conoscere.’  Aggiunse mia nonna - si, era meglio chiamarla con questo nome - indicando un ragazzo intento a seguire un allenamento di una cavallerizza.
In bocca stringeva una sigaretta che si affrettò a gettare al suolo non appena ci vide arrivare.
‘Buongiorno Zayn, come va?’  Chiese sorridendo.
‘Magnificamente, e a voi?’  Chiese per poi baciarle la mano, come un buon gentleman.
‘Posso dire che oggi è un ottimo giorno. Allie, lui è Zayn. Zayn, lei è Allie’  Ci presentò.
Sussultai appena i suoi occhi cioccolato si fissarono nei miei. Un ciuffo all’insù e una barbetta ne contornavano il viso dai lineamenti oserei definire perfetti.
Aveva alcuni anni in più di me, gliene avrei dati di sicuro diciannove.
Gli porsi la mano, sorridendo amichevolmente, mentre i miei occhi si illuminavano sotto il suo sguardo.
POV ZAYN:
Accettai il suo invito, stringendo la sua mano ma con fare delicato. Insomma, era pur sempre una ragazza.
Si, futura Regina di Doncaster.
Le sorrisi, facendo si che lei ricambiasse. Era stupenda, questo era poco ma sicuro. Avrei potuto definirla tranquillamente l’ottava meraviglia del mondo o una dea scesa in terra.
Forse stavo esagerando, ma la descrizione che Harry mi aveva fornito il girono prima riguardo le sue fattezze era fedele in ogni minimo particolare, tanto da farmi credere che quella che avrei avuto davanti fosse solo una sua immaginazione, una sua allucinazione.
Restammo così per interminabili minuti, intenti a fissare i riflessi dell’uno nelle iridi dell’altro.
Poi, improvvisamente, Allie mollò la presa, abbassando lo sguardo al suolo, verso le sue scarpe. Era diventata rossa in viso, il che le conferiva un’aria ancora più da giovane, più di quanto non fosse già.
Mi passai una mano sulla nuca e poi sul mento, ancora abbastanza incolto.
Un leggero vento di inizio Settembre scompigliò i suoi capelli, insieme a quelli di Ginevra, che, nel frattempo, si era allontanata per accomodarsi su una panca davanti al maneggio, dalla quale potevi osservare i cavalli allenarsi insieme ai fantini.
‘Ehm, allora Zayn: tu lavori qui come stalliere?’  Chiese indicando la stalla.
‘In realtà no. Mia madre è un’amica della Regina, sono venuto qui, ecco, per conoscerti.’  Questa volta fui io a diventare rosso in viso. Mi avevano raccontato della sua storia anni prima che cominciasse la ricerca per ritrovarla.
Se ne era occupato direttamente Harry, suo protettore. Avevano aspettato che compisse sedici anni esatti, così che prendesse davvero coscienza di quello che le stava capitato.
Da quello che avevo potuto notare era molto matura e stava affrontando tutto con una calma sovrannaturale, almeno credevo.
‘Davvero, non imaginavo di essere così famosa.’  Strabuzzò gli occhi all’udire le sue stesse parole. Mi trattenni dal ridere. Aveva anche un grande senso dell’umorismo.
‘Nel tempo libero, però, vengo a curare i cavalli. Amo farlo.’  Dissi per rompere il silenzio imbarazzante che si era creato fra di noi.
Sorrise nuovamente.
Il mio cuore prese a battere e avvertii la sensazione che nello stomaco ci fosse qualcosa che dovesse uscire fuori a tutti i costi, come fuochi d’artificio che, però, non stavano scoppiando in aria ma dentro di me.
Era impacciata, l’avevo visto già da prima, mentre la scrutavo osservare la scuderia e ciò che vi era all’interno.
Aveva una spontaneità naturale, non era un tutt’uno con quello che le stava attorno, no. Si distingueva, questo si notava.
La vidi allontanarsi, non appena la nonna le fece un cenno, salutandomi con la mano e dedicandomi un altro dei suoi sorrisi mozza fiato.
Rimasi lì, imbambolato senza fare nulla.
La vidi, l'amai.        
 
POV ALLIE:
La limousine si piazzò a un po’ di distanza da casa mia, giusto per non dare nell’occhio a Joanna, Kate e Katherine.
‘Grazie Harry, ma non farti più vedere.’  Mi raccomandai per poi prendere lo zaino che avevo portato con me e scappare alla velocità della luce non appena il moro mi fece cenno di andare.
Erano le cinque del pomeriggio inoltrare e, molto probabilmente, i ragazzini stavano ancora finendo i compiti, dato che per le strade non c’era traccia di vita. Di solito uscivano e chiacchieravano, cose da adolescenti.
Respirai profondamente, non appena arrivai davanti la porta di casa. Allie, preparati alla ramanzina.
Estrassi le chiavi e entrai.
‘Dove eri stata fino ad adesso?’  Come non detto.
‘Ero in giro.’  Abbassai lo sguardo, rivolgendolo al pavimento. Non volevo guardarla negli occhi e vedere tutta la rabbia che vi risiedeva dentro.
‘Ho chiamato Liam, non mi ha risposto. Eravate in combutta tutte e due contro di me?’  Gridò con ancora più disprezzo, sputando quelle parole senza una minima traccia di esitazione.
‘No, Liam non ne sa niente. Non prendertela con lui!’  Risposi, ormai a metà scale.
‘Non prenderti gioco di me, signorina. Tu non sai contro chi ti sei messa, adesso fila in camera tua, a letto senza cena.’  Mi ordinò, per poi ritornare a leggere il suo catalogo di vestiti.
Corsi, saltando alcuni gradini per velocizzarmi, ormai presa dalla disperazione.
Entrai in camera, sbattendo violentemente la porta, con tutta la forza che avevo.
Mi ero stancata di quella vita, di tutto e tutti. Odiavo con tutto il cuore le mie inquiline, quelle che non meritavano i nomi di ‘madre’ e ‘sorelle’, per niente.
Le odiavo con tutto il mio cuore. Perché proprio a me? Perché non potevo essere una ragazza normale? Perché non potevo essere come quelle adolescenti amate da tutti e con tanti amici?
Mi accasciai al suolo, lasciando che la schiena strusciasse per tutta la superficie, facendomi sentire la consistenza dura del legno.
Volevo gridare con tutta me stessa quello che avevo dentro, far sentire alla gente il dolore che provavo, quello che avevo rinchiuso nella mia anima per anni e anni.
Mi rannicchiai, poggiando il viso sulle ginocchia e iniziamo a piangere lacrime amare, lacrime di sfogo, lacrime che contenevano tutta la frustrazione che provavo.
Singhiozzai, tirando fuori tutta la tristezza che si era riposta dentro di me. Volevo scappare via, per sempre.
Perché, se stavo vivendo,una fiaba, non c’era il principe azzurro che veniva a salvarmi portandomi con se verso un mondo dove non c’è dolore, verso il ‘per sempre’?
 
Quella mattina mi svegliai molto presto, intorno alle 5:30, uscendo di casa in incognito, senza fare troppo rumore e così svegliare la matrigna e le sorellastre. Tutto ciò cominciava a sembravi surreale e assolutamente favolistico.
Che la colazione se la preparassero da sole e se dopo quello che stavo facendo volevano sbattermi fuori di casa, buon per me, me ne sarei andata con il sorriso sulle labbra.
Camminai beatamente attraverso il paesaggio mattutino, circondata dalla campagna e dalle varie piante, sulle quali ancora riposava la rugiada.
Un paio di cuffie, un Ipod e tutto il resto del mondo se ne stava in disparte. Solo io e la musica.
Quel giorno non presi l’autobus, preferendo una sana camminata all’inquinamento dell’ambiente. Respirare nuova aria non mi avrebbe fatto di certo male, anzi.
Quando arrivai la scuola non era ancora gremita di studenti ancora annebbiati dai fumi del sonno. Neanche i vari professori erano arrivati e alla fine le uniche che mi salutarono furono le due bidelle, occupate a pulire con degli stracci il pavimenti della scuola.
Mi sedetti sul muretto coperto, in alcune zone, dal muschio e osservai nuovamente il paesaggio. Agli occhi di chi mi guardava poteva sembrare estremamente noioso ma per me non lo era affatto. Osservare ogni minima sfumatura di quello che ti girava attorno era molto rilassante.
Passai così le varie ore  che mi separavano da gli inutili discorsi su come funzionava il mondo della professoressa Jones.
Che poi, quello non c’entrava minimamente con la materia che insegnava, ovvero l’aritmetica.
Intorno alle 7:40 gli studenti cominciarono ad arrivare e con loro Niall, circondato, come al solito, dal suo gruppo di ragazze, quelle con chili di trucco in faccia tra fard, ombretti, mascara, rossetti e cose varie.
Non mi degnò di uno sguardo e forse era meglio così, non avrebbe fatto una scenata delle sue.
‘Allie, ma dove sei finita ieri?’  La voce di Lauren mi risvegliò da tutti quei pensieri. Quel giorno era a dir poco trasandata, non si era curata abbastanza sia nell’abbigliamento che in viso, come faceva tutti i giorni e non sapevo capacitarmi del perché, forse anche per lei era un ‘giorno no’.
Al suo seguito c’erano Louis e un ragazzo con una spessa montatura marrone con tanto di capelli laccati. Gli abiti che indossava non erano dei migliori: o se li era rifilati da qualche anziano o aveva davvero dei cattivi gusti.
‘Ti starai chiedendo lui chi è. Si chiama Marcel e ci ha chiesto insistentemente di te.’  Il ragazzo, cioè Marcel, sorrise debolmente, facendo comparire delle fossette.
Oh no.
‘Harry, ancora tu? Ti avevo chiaramente detto di lasciarmi in pace.’  Dissi, mantenendo regolare il tono della mia voce.
‘Ti stai di sicuro sbagliando, io, come ti hanno detto i ragazzi, mi chiamo Marcel.’  Rispose posizionando alla meglio gli occhi sul naso e nascondendo uno sguardo complice nei miei confronti. Okay, quel ragazzo mi stava seriamente prendendo per i fondelli.
Mi prese per un polso, portandomi un po’ lontano da Lauren e da Louis, sotto lo sguardo confuso dei due giovani.
‘Allie, sono sotto copertura. Devo proteggerlo, capiscimi. Adesso tieni il gioco, loro non devono sapere della mia identità. Voglio farti sembrare l’adolescente più normale di questo mondo, fin quanto mi sarà possibile.’  Fissò i suoi occhi nei miei. Anche attraverso le spessi lenti potevo intravedere tutta la profondità delle sue iridi.
Mi allontanai, ritornando dagli altri due.
‘No, ti prego, lasciami stare!’  Sentimmo gridare in lontananza. Ci girammo tutti, notando un ragazzino venire deriso e strattonato da Niall, sotto gli occhi degli altri studenti, che se ne stavano immobili a guardare la scena, neanche fosse uno spettacolo.
Harry - alias Marcel - si avvicinò, scostando bruscamente Niall.
‘Ragazzi, un nuovo arrivato? Devi fare compagnia al nostro caro Louis: tutti e due dei grandi sfigati.’  Gridò, tanto da far ridere gli altri che stavano guardando.
Louis, dal canto suo, abbassò lo sguardo. Odiavo vederlo così e soprattutto odiavo il comportamento del biondo.
‘E’ facile prendersela con i più deboli, ma se domani il più debole fossi tu?’  Rispose Harry, facendo zittire di colpo tutti quanti.
Io non sarò mai debole, nerd.’  Il suo sguardo era minaccioso, mentre il sole mattutino si alzava, illuminando ciò che di li a poco sarebbe accaduto.
‘Ah, si?’  E gli diede un pugno dritto in faccia, facendolo cadere al suolo, sotto lo sguardo stupito e scioccato di tutti quanti, perfino del mio.
‘Adesso vediamo chi è il debole.’  Aggiunse allontanandosi, per ritornare da noi.
‘Me la pagherai!’  Gridò Niall, ancora al suolo. La maggior parte dei ragazzi lo stava già deridendo da qualche minuto, cosa che si meritava dopo tutto quello che aveva fatto.
Louis lo guardò con gli occhi strabuzzati. Forse da quel giorno l’avrebbero chiamato ‘paladino della giustizia’?
Quel che sapevo era che Harry mi stava diventando simpatico, fin troppo.
 
 
SPAZIO AUTRICE:
Buona Domenica a tutti ^^
Innanzi tutto mi scuso per il ritardo ma, come ben sapete, è iniziata la scuola, e di impegni ne ho, e anche troppi.
Non ho molto da dire, solo che compare Zayn, il capitolo non mi piace (ma quando mai apprezzo qualcosa che scrivo? AHAHAHAHA) e che è il capitolo più lungo che io abbia mai fatto fino ad ora, ye.
Spero lo apprezziate e, magari, vi andrebbe di lasciarmi una recensione con in vostro parere? Mi farebbe davvero piacere sapere cosa ne pensate della storia.
Beh, che ne pensate, poi, del personaggio di Zayn? Avete delle supposizioni da fare? Sembra tipo che sto fecendo ‘Quarto Grado’ AHAHAHAHHAHAHAHAHAHAHA.
Colgo l’occasione per ringraziare chi ha aggiunto la storia tra le preferite/ ricordate/ seguite, chi mi ha aggiunta tra le autrici preferite e, naturalmente, chi recensisce i capitoli, non sapete quando mi faccia piacere sapere che la storia vi piace.
Per quanto riguarda il prossimo capitolo: non so davvero quando potrò pubblicarlo, perché di impegni con la scuola, come vi dicevo sopra, ne ho tanti e non trovo mai spazio per scrivere, in più il pomeriggio sono sempre stanca e di ispirazione ne ho fin poca, quindi, mi scuso anticipatamente con tutte.
Scusatemi anche per gli errori/ orrori di grammatica e/ o ortografia, se ne trovate non esitate ad elencarli nella recensione, sarei più che felice di correggerli.
Detto questo, scappo, devo andare a finire i compiti per matematica D:
Vi lascio con tre dei nostri personaggi:
Niall


Zayn

Harry




Alla prossima bellissime<3
Baci,Ale:)
  
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