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Autore: Blueraven    17/09/2013    2 recensioni
Scorpius Malfoy è un Corvonero intelligente, sarcastico, autocritico e un po' impacciato. La famiglia Weasley è la sua seconda famiglia, la Tana la sua vera casa e Albus Severus Potter, il fratello che ha scelto di avere, nonostante le sue sceneggiate da primadonna, gli abbracci spaccaossa e la sua tendenza al dramma in ogni situazione.
L'unica incognita della sua semplice vita? Rose Weasley.
Distante, misteriosa, all'apparenza fragile, la rossa è sempre rimasta ai margini della sua vita sociale, senza mai davvero entrarvi, nonostante le amicizie in comune.
Ora, però, tutto sta per cambiare.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Lily Luna Potter, Lysander Scamandro, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily Luna/Lysander, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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- Questa storia fa parte della serie 'C&P'
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Buonsalve, sono tornata!
Sarò brevissima, voglio solamente ringraziare tutti coloro che hanno letto gli scorsi capitoli, le meravigliose dodici persone che hanno aggiunto la storia fra le seguite e Lunastorta88 che ha recensito entrambi i capitoli, grazie davvero.
BUONA LETTURA (spero...)



 

Capitolo 2

 

I Disastri, Viaggiano Sempre In Coppia

Lunedì Pomeriggio


 

  • Che mangiata ragazzi! Nonna, i tuoi pranzi, non li batte nessuno, nemmeno la mamma!- dichiara Al, strofinandosi la pancia, piena dell’ottima cucina dell’anziana donna, con entrambe le mani.

Questo suo lato decisamente indecoroso, lo ha preso senza alcun dubbio dal fratello, conosciuto, oltre che per le sue grandi doti nel Quidditch, anche per la sua voracità e poca eleganza nel mangiare, di gran lunga superiori a quelle dello Zio Ron e del cugino Hugo.


 

  • Se non ti vedessi mangiare da tutta la vita, vomiterei ogni volta che ti vedo abbuffarti- commenta L, guardando il fratello con un misto di disgusto ed orgoglio.


 

  • Lascia perdere Lils, è inutile anche solo farglielo notare.- osserva Rose sconsolata per poi alzarsi e cominciare ad impilare i piatti - Piuttosto, i gemelli saranno qui fra poco, conviene che voi due cominciate a nascondere tutte le cose che non volete che rompano o usino contro di voi- ghigna serafica.


 

Neanche a dirlo, i due fratelli si precipitano in salotto, mentre io comincio a sistemare gli avanzi ed aiuto Rose a sparecchiare. Di nuovo, non posso fare a meno di lanciarle qualche occhiata di sottecchi: la situazione sta diventando ridicola. Da quando sono arrivato, e sono passate solamente poche ore, non ho fatto altro che osservarla, ogniqualvolta la sua persona attirasse un po’ più su di sé, l’attenzione dei presenti. Anche adesso, per quanto ci provi, non riesco a distogliere lo sguardo, mi sento bruciare di curiosità.


 

Noto come riesca velocemente e con gesti esperti ad impilare tutte le stoviglie e l’abilità con cui, caricandole sulle braccia, le faccia scivolare nel lavello della cucina. Noto la sua espressione, rilassata, serena, mentre compie tutti questi gesti, come se ci fosse qualcosa, in essi, che la faccia sentire a suo agio.

Noto infine il fastidio, che le si dipinge sul volto quando alcune ciocche di capelli riccissimi le ricadono sugli occhi, ostruendole la vista, e il gesto stizzito ed abituale con cui sfila dal polso destro un elastico colorato, uno dei tanti che porta, e lega rapidamente quella miriade di capelli in una crocchia disordinata.


 

Continuo ad osservarla, perso in ogni dettaglio, quando un pensiero improvviso, mi fa distogliere immediatamente lo sguardo da lei. Se Al dovesse tornare ora e mi sorprendesse a fissare sua cugina con interesse, sarebbe la mia fine.


 

Ricordo ancora oggi il giorno in cui Al si mise in testa l'idea che io e sua cugina saremmo stati perfetti l'uno per l'altra. Eravamo al terzo anno, tutti i nostri coetanei cominciavano ad avere una ragazza e quell'incosciente si mise in testa che anche io avrei dovuto averne una. Quel giorno, per caso, incontrammo sua cugina in biblioteca, immersa nella lettura di un libro dall’aria “pericolosamente letale” come lo definì Al.


 

Ovviamente, non appena l’avvistò, mi trascinò letteralmente al suo tavolo, interrompendo la sua occupazione e presentandomi, entusiasta all'idea di poter trascorrere il pomeriggio con ambedue i suoi migliori amici. Lei mi regalò un sorriso amichevole, ma spento, per poi intavolare un discorso con Al, fino a quando notai che il libro che stava leggendo, l’avevo letto anche io qualche mese prima.

Cominciammo a fare due chiacchiere, su quel libro, e su molti altri, che entrambi avevamo già letto, e durante quella conversazione, vidi i suoi occhi accendersi di una luce meravigliosa, che però si spense miseramente, quando pochi istanti più tardi la biblioteca si riempì di coppiette intente a pomiciare fra gli scaffali e di gruppi di ragazzire ridacchanti che guardavano Al con aria adorante.


 

Per tutto il resto della giornata, le poche parole che ci eravamo scambiati, continuarono a vorticarmi in testa, accompagnate dalle immagini intermittenti del suo sorriso spento. Quando arrivò l’ora della cena, la osservai mangiare e chiacchierare con le sue compagne di casa, il viso sempre spento, sebbene amichevole e cordiale.


 

Purtroppo per me, Al se ne accorse, e quando rientrammo in dormitorio, cominciò ad elencare tutte le cose che avevamo in comune, ad analizzare i nostri caratteri, e le nostre inclinazioni, e alla fine di questo lungo monologo, decise che io e lei saremmo stati perfetti insieme, e che avrebbe fatto di tutto affinchè la nostra felice unione avesse luogo.


 

Per giorni e giorni, non fece altro che assillarmi, parlandomi sempre di lei, cercando di creare occasioni per farci accorgere delle nostre similitudini, con stupide domandine e un’ironia oltremodo fastidiosa. Sopportai l’imbarazzo e il fastidio della situazione per un paio di settimane, ma infine sbottai, urlandogli contro che sua cugina non mi interessava e che le sue strambe idee non avrebbero mai avuto un lieto fine.


 

Nei due giorni seguenti, non tirò più fuori l’argomento, ma neppure ne tirò fuori altri, poichè smise di parlarmi, e cominciò ad andare in giro borbottando continuamente chissà cosa, e creando un sottofondo confuso, che mi accompagnò fino a che, stufo di fare l’offeso, non ricominciò a parlarmi.


 

Contrariamente a quanto sperato, tuttavia, non accantonò la faccenda, anzi, ogniqualvolta gli capiti di passare un po’ di tempo con sua cugina, o mi vede osservarla per qualche istante, ecco che la tiritera ricomincia.


 

  • LYSANDER SCAMANDRO, SEI MORTO!- l’urlo belluino di L, interrompe le mie elucubrazioni, riportandomi bruscamente alla realtà.


 

Sistemo la tovaglia nel suo cassetto e, seguito a ruota da Rose, mi affretto ad uscire dalla cucina. Tre cose colpiscono la mia attenzione: L è sdraiata a terra, la poltrona sulla quale probabilmente era seduta fino a pochi istanti prima è riversa accanto a lei e la sua mano sinistra è intenta a massaggiarle la schiena.


 

Accanto a lei, un ragazzo alto e dai capelli color grano, Lysander Scamandro, ride di gusto, piegato in due, con le lacrime agli occhi per il sincero divertimento e una mano alzata in segno di saluto, diretto ad una Rose che lo guarda divertita, ma non senza un pizzico di rimprovero.


 

Sullo sfondo, infine, Al scruta con diffidenza e sfida un ragazzo, quasi identico al biondo che ride, che ricambia il suo sguardo, con un’espressione beffarda e di superiorità dipinta in viso. I gemelli Scamandro sono arrivati, ed io, preso com’ero dai miei pensieri, nemmeno me ne sono accorto.


 

  • Eddai Carota, ammettilo, è stato divertente!- riesce ad articolare a fatica Lysander fra le risate, dando ad L una poderosa pacca sulla schiena e ricevendo in cambio un’occhiata raggelante dalla rossa, ancora stesa a terra.


 

  • Ti conviene scappare, perchè se ti prendo sei finito.- L finalmente si alza, non distogliendo lo sguardo gelido da quello del ragazzo, che, avvertito il pericolo, smette di ridere. “Ora le chiede scusa in ginocchio” penso, e invece questo ragazzo mi lascia a bocca aperta.


 

Quando ad Hogwarts L si arrabbia, come ora, improvvisamente la ressa di studenti scompare, senza nemmeno aver bisogno del suono della campanella. Tutti sanno quello che lei è capace di fare ed in casi come questi, prendono la saggia decisione di tenersi bene alla larga da lei.


 

Lui, evidentemente, non deve conoscerla così bene, perchè assume una posa rilassata, continuando a fissarla con un luccichìo divertito negli occhi, le mani in tasca e un sorriso di sfida e divertimento allo stesso tempo.


 

Proprio come poche ore fa, mi ritrovo a fissare sbigottito Al, come a chiedere cosa stia succedendo, ma lui non mi nota, troppo preso a fissare la scena con una smorfia preoccupata ed esasperata a deformargli il viso. Inaspettatamente, è Rose a rispondere alla mia muta richiesta.


 

Mi si affianca, senza distogliere lo sguardo dalla cugina, che ora è pericolosamente vicina al ragazzo e lo fissa dritto negli occhi con sguardo omicida, tenendosi in equilibrio sulle punte, essendo infatti più bassa di lui di una spanna.


 

  • Mi sa che ci conviene prepararci al peggio, pare che Lils e Lys abbiano deciso di inaugurare in anticipo il Club dei Duellanti- mi sussurra all’orecchio.


 

Improvvisamente, non mi importa più di L e del biondo, o di quello che sta succedendo, perchè un delicatissimo profumo, un misto di fresco e floreale, mi riempie i polmoni e il cervello. Inspiro a fondo, cercandone la fonte, e mi do dello stupido, quando mi rendo conto che è il profumo di Rose.


 

Mentre mi imprimo a fuoco nella mente il suo profumo, di nuovo non posso fare a meno di concentrarmi su di lei. Di quel poco che conosco di lei, non una sola cosa che la riguardi rientra nei canoni della stragrande maggioranza delle ragazze di Hogwarts. Tutte piene di amici, con risate sguaiate ed onnipresenti, prese dallo shopping con le amiche durante le uscite ad Hogsmeade, e dal curare il proprio aspetto in maniera quasi maniacale.


 

Le uniche due ragazze che non possiedono neppure una di queste caratteristiche, sono le due rosse in questa stanza. L è un maschiaccio, che passa il suo tempo sul campo da Quidditch e con la sua cerchia di amici, sempre e solo maschi, non ha idea di cosa siano il trucco o lo shopping.


 

Rose invece, all’apparenza, sembra una ragazza come tante. Solo se la si osserva per due secondi di più, si nota che non è truccata, che il maglione che porta non è attillato, come quello delle altre, e che ai piedi porta scarpe babbane da ginnastica, le Converse, proprio come me, e non le ballerine, come ogni altra ragazza farebbe.


 

CRASH


 

Di nuovo vengo riportato al presente, sbalzato via dalle mie sempre più frequenti estraniazioni che riguardano Rose. L e il biondo hanno ingaggiato un duello magico, si guardano fissi negli occhi con espressione di sfida, lanciando incantesimi senza badare troppo a ciò che li circonda e facendo così esplodere diversi oggetti intorno a loro. Per un attimo, l'immagine di Al e dell'altro gemello nella stessa situazione, si sovrappone a quella che ho di fronte a me. So benissimo cosa abbia fatto Lorcan per meritarsi il disprezzo di Al, ma perchè non so nulla di Lily e dell'altro gemello? E dire che sono il suo migliore amico.


 

  • ORA BASTA! COSA PENSATE DI FARE VOI DUE, EH?- l’urlo disumano della signora Weasley, fa cessare immediatamente lo scontro. Non l’avevo mai vista così arrabbiata, per lo meno, non con i nipoti. I due, dopo qualche secondo di puro terrore, fanno per aprire bocca, ma subito lei li interrompe.


 

  • Non voglio sapere chi ha fatto cosa a chi, adesso voi riparerete al disastro che avete combinato, e svolgerete tutte le faccende di casa, senza l’aiuto della magia. Le bacchette, ora.- si avvicina a L e Lysander, con la mano tesa e loro subito consegnano le loro bacchette, con espressione mortificata e il capo chino, continuando a lanciarsi occhiate in cagnesco. Una volta ottenute quelle, fissa negli occhi anche noi spettatori - Anche le vostre ragazzi. So che non avete combinato niente, ma voglio assicurarmi che non rendiate il compito più facile ai vostri amici- dice, con la voce leggermente meno dura, e subito tutti le consegnamo le bacchette, senza lamentarci.


 

  • Bene. Io vado a fare la spesa, mi aspetto che al ritorno, tutti i compiti siano stati svolti. Buon lavoro.- aggiunge, guardando furiosa i due ragazzi, per poi uscire dalla cucina.


 

Per qualche minuto restiamo tutti immobili, in silenzio, guardandoci l’un l’altro e solo adesso noto cosa è accaduto. Tutte le fotografie appese alle pareti, i vasi, i soprammobili, perfino i cuscini del divano, sono sparsi in giro per la stanza, stracciati, rotti, frantumati.


 

Per qualche minuto rimaniamo tutti immobili, ognuno perso nei propri pensieri.


 

  • Bene...Vogliamo metterci all’opera?- la voce cristallina di Rose, interrompe finalmente il silenzio, lasciandoci tutti, quasi più sconvolti di quanto già non fossimo. Ci guarda fisso negli occhi, uno ad uno, per poi abbozzare un sorrisetto, e cominciare a raccogliere i pezzi di vetro ai suoi piedi.


 

Restiamo tutti impietriti dal suo gesto, attoniti, per qualche secondo la fissiamo, poi mi riscuoto, e prima ancora che me ne renda conto, l’ho raggiunta e sto raccogliendo i cocci insieme a lei.


 

Uno dopo l’altro, anche gli altri cominciano a dare una mano, creando spontaneamente una specie catena di montaggio, che, efficientissima, ricostruisce ogni vaso e vetro, per poi passare ai cuscini. A lavoro terminato, Rose batte le mani, con un’espressione gioiosa e soddisfatta, sotto lo sguardo riconoscente e ammirato della cugina e dell’amico Lysander.


 

  • Siamo stati fantastici! Bene, che ne dite ora di dividerci in coppie e svolgere tutte le faccende prima che la nonna torni?- incalza poi, sempre sorridendo a tutti. - Al e Scorpius, potreste andare a togliere un po’ di gnomi dal giardino, ormai sono diventati un vero e proprio esercito e temo che se nessuno se ne occuperà, presto invaderanno la casa- dice, facendoci l’occhiolino. Io e Al ci guardiamo e sogghigniamo, grati alla ragazza per il compito affidatoci.


 

  • Sarà un vero onore cugina!- esclama il mio amico, agguantandomi per un braccio e trascinandomi fuori dalla casa con estremo entusiasmo, senza dermi il tempo di ascoltare quali mansioni avrebbero svolto gli altri e senza risparmiarsi di ricambiare l'occhiata sprezzante che Lorcan gli ha rivolto al suo passaggio. Quei due non cambieranno mai.


 

Trascorriamo il resto del pomeriggio, impegnati nella nostra gara, a lanciare gnomi oltre la staccionata del cortile, interrotti solamente dalle urla stridule di Lysander ed L, probabilmente causate da un altro dei loro litigi.


 

Mentre mi impegno al massimo per battere Al, il pensiero corre inevitabilmente a Rose, e al suo comportamento estremamente altruista e amorevole. Nessuno dei suoi cugini avrebbe mai pensato di aiutare quei due scalmanati, per di più senza che neppure i diretti interessati avessero richiesto tale aiuto. Eppure lei ha semplicemente cominciato a riordinare, in silenzio, come se fosse la cosa più naturale del mondo, come se fosse stato compito suo. Un altro tassello della sua personalità, si aggiunge alla mia comprensione.


 

Quando la signora Weasley torna, poco prima delle sette, la casa è completamente pulita e le faccende sono già state svolte. Mi sarei aspettato che si arrabbiasse, vedendoci tutti provati dal lavoro, o sporchi, come nel caso mio e di Al e invece ci sorride, orgogliosa e soddisfatta e, senza dire nulla, comincia a preparare una cena deliziosa per tutti noi, elargendo un buffetto alle due pesti, causa dei guai di questo pomeriggio, in segno di perdono.


 

La cena trascorre nel più totale silenzio, un silenzio socievole, interrotto solo dal clangore delle posate, dalle continue offerte di cibo della signora Weasley, rivolte in particolare al sottoscritto, e dagli sbadigli di tutti i presenti. Mentre mastico con cura il pasticcio di carne, osservo tutti i presenti, notando quanto ognuno sia stanco e scarmigliato.


 

Io e Al abbiamo i pantaloni macchiati di erba e terra in più punti, accompagnati, nel mio caso, da un paio di graffi sul braccio destro, causati dai denti aguzzi di quei fastidiosissimi gnomi; Lorcan e Rose, hanno le magliette sporche di colla e polvere e i capelli scarmigliati, mentre L e Lysander hanno residui di paglia fra i capelli, ditate nere sulle magliette e i visi sconvolti.


 

  • Bene ragazzi, immagino siate esausti, andate pure a dormire, ci penso io a sparecchiare qui- esclama infine la signora Weasley, guardandoci ad uno ad uno con apprensione. Nessuno di noi si fa ripetere l’invito una seconda volta, anzi, in pochi secondi siamo già tutti nelle nostre camere.


 

Una volta entrato nella camera che condivido con Al, mi getto immediatamente sul letto, ancora più esausto di quanto pensassi, seguito da Al stesso e mentre, con lentezza esasperante, mi svesto, accanto a me, il mio amico comincia russare sonoramente, ancora completamente vestito. Mi sdraio con il pigiama addosso pochi minuti dopo e, cullato dal ritmico russare di Al, crollo anche io in un sonno profondo.

 

   
 
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