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Autore: cruelintentions    17/09/2013    1 recensioni
Harry avrebbe tanto voluto urlargli di chiudere, di non far circolare l'aria, così che quell'odore di vaniglia e pioggia non se ne andasse.
Voleva sentirlo costantemente.
Addosso a sé, attorno a sé.
Ovunque.
Qualcosa però lo costrinse a non farlo, la sensazione che fosse l'unico ad avvertirlo.
I suoi amici non sembravano essersi accorti di quell'aroma – dolciastro ma fresco – che alleggiava nell'aria.
« Harry, sei ancora tra noi? »
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[ capitolo quattro ]
Chiudendosi alle spalle e rimanendo in un silenzio riflessivo, arrivò ad una conclusione. La più giusta e sensata che potesse trovare in quel momento.
Esistevano le eccezioni per tutti, quindi potevano esistere anche per lui.
Ormai era chiaro come il sole.
Era Louisessuale.
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Il raiting al momento è arancione, giusto perchè é ancora all'inizio, ma poi diventerà rosso – con mio sommo piacere - .
Anh, se non ti piace il Larry, se non approvi il Larry, se non sopporti il Larry o – aggiungere qualcosa di estremamente simile - , ti sconsiglio vivamente leggere la mia FF.
Lieve accenno di Ziam – non so che mi è preso -.
Genere: Comico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: Cross-over, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Avviso : i personaggi della mia storia non mi appartengo in alcun modo, tutto quello che è riportato qui di seguito è semplicemente frutto della mia fantasia. 

 
LUST BURNING IN HELL. 

dddddd

 
VANILLA.



La sensazione della monetina sotto il dito non era propriamente piacevole, aveva incominciato a capirlo quando questa aveva preso a muoversi a destra e a manca componendo parole. Eppure lui non credeva a certe stronzate, fino a prova contraria.

Fece saettare gli occhi smeraldini su Zayn, seduto di fronte a sé e arteficie di quell'idea idiota – perché lo era stata davvero, forse troppo - , guardandolo come a dirgli “piantala di fare il cretino, non è divertente”.

Oh, sì, avrebbe tanto voluto vederlo scoppiare a ridere e prenderlo per il culo in maniera indegna – come la maggior parte delle volte - , ma così non fece.

Decisamente no.

Sarà stato per il pallore innaturale della sua pelle, tipicamente ambrata, dal modo in cui deglutì a vuoto o per la sua veloce negazione che capì che l'amico non c'entrava un fico secco. A quel punto che fare? Ovviamente, lui lo sapeva. Puntò lo sguardo accusatorio su Liam alla propria destra. Questo prese a negare con veemenza senza proferire parola, guardandolo come implorandogli di dire “in realtà sono io, non voi, ci siete cascati come dei dementi”. Avrebbe tanto voluto dirlo, tantissimo, ma non era lui a muovere quel dischetto su cui le loro dita erano incollate.

Mancava solo una persona all'appello. Niall.

Il biondino, quando si sentì gli occhi di Harry addosso, fece quello che avevano fatto pochi secondi prima i loro amici. Negò spudoratamente e con una velocità tale che non lasciò dubbio alcuno : non era lui.

Ora voleva ardentemente sapere perché diamine tre ragazzi della loro età avrebbero dovuto morire così giovani. Doveva ancora finire di fare le sue esperienze, sfondare nel mondo della musica e trovare l'amore della sua vita. Ok, l'ultima era una stronzata siccome non credeva esistesse.

Amore era sinonimo di puttanata, in presenza di Harry Styles, e forse stava diventando un tantino melodrammatico.

 

« Malik, brutto pezzo di merda. Fai qualcosa, qualsiasi cosa, ma levaci da sta roba. »

 

Forse, non era il tono adatto da usare in una situazione del genere. Forse, avrebbe dovuto lasciare la parola a Zayn, senza impicciarsi. Forse, lo avrebbe fatto se conoscesse minimamente le regole per usare la Tavola Uija.

Prima che l'amico potesse rispondergli a tono, data l'occhiata di uno che gli avrebbe volentieri sputato in faccia, la monetina prese a muoversi lentamente portando i tre a puntargli gli occhi sopra.

 

“R”, “I”, “L”, “A”, “S”, “S”, “A”, “T”, “I”.

 

Lo stava prendendo per il culo? “RILASSATI”? Adesso anche il mondo ultraterreno avrebbe saputo che cosa voleva dire avere a che fare con Harry Styles. Proprio per questo motivo Liam azzardò un “stai buono e fai parlare Zayn” che però venne bellamente ignorato.

 

« Rilassati a chi? Stenti, bello, stai parlando con Harry Edward Styles, rispetto.»

 

La moentina prese un nuovo percorso, seguito dalle dita dei quattro – tre dei quali emisero un sonoro lamento - .

 

“C”, “U”, “R”, “L”, “Y”, “E'”, “M”, “E”, “G”, “L”, “I”, “O”, “S”, “E”, “T”, “O”, “R”, “N”, “I”, “A”, “S”, “F”, “O”, “R”, “N”, “A”, “R”, “E”, “P”, “A”, “G”, “N”, “O”, “T”, “T”, “E”.

 

Cercava rogna. Era parecchio evidente. Come diamine faceva a sapere che lavorava in un forno? E tutta quella confidenza? “CURLY”?

 

« Chi diamine sei, esimea testa di cazzo? Fatti vedere che così ti prendo a calci nel culo. »

 

Zayn emise un basso ringhio, attirando l'attenzione su di sé mentre la monetiva riprendeva a muoversi.

 

« Harry, smettila. Non è un gioco, ora chiudiamo la seduta e prendiamo una boccata d'aria. »

 

Lui non aveva bisogno di nessunissima boccata d'aria, anzi, trovava quel profumo di vaniglia e pioggia davvero buono. Fermi tutti. Da quando c'era quell'odore nella stanza? Nessuno di loro usava profumi del genere. Senza rispondere torna con lo sguardo sulla moneta che aveva fermato il suo tragitto sulla lettera “S”.

 

« Grazie tante Malik, ora non saprò mai come si chiama il bastardo. »

 

Non voleva proprio demordere ad usare quel suo tono strafottente e quelle frecciatine.

“Chi gioca col fuoco..” com'è che diceva?

 

« Lo chiamano in tanti modi, ma lui ha detto che lo puoi chiamare Louis. »

 

Apprezzava da sempre l'attenzione di Liam, quando qualcosa gli sfuggiva poteva tranquillamente fare riferimento a lui. Senza contare che in quella situazione doveva essere parecchio concentrato. Iniziava a sentire caldo. Troppo, tanto da volersi svestire.

Louis”.

 

« Possiamo chiudere? »

 

Domanda Niall con voce alquanto insicura rispetto al suo solito, lasciando saettare la moneta sul “SI'”, senza lasciare il tempo di obbiettare a nessuno. Quel nessuno - naturalmente - era il riccio in questione che modellò le labbra in una smorfia alquanto contrariata. Lui voleva parlare con Louis, voleva sapere chi fosse e da dove venisse, voleva sapere perché continuava a sentire quel piacevole profumo.

 

« Arrivederci. »

 

Zayn emise un flebile sospiro dopo aver pronunciato quella parola, lasciandosi strasportare insieme agli altri verso la gemella al centro della tavola – fatta in casa e su un foglio di carta A4 -.

Una voce ovattata, lievemente acuta per quanto virile, nella sua testa gli suggerì “staccalo prima degli altri, fallo” . Sapeva di non doverlo fare, glielo avevano ripetuto tutti e tre prima di iniziare, eppure perché si era ritrovato con il dito sospeso poco sopra al dischetto prima del tempo?

Louis.

Era stato lui? Quella risata cristallina e tremendamente piacevole, che avvertiva nelle proprie orecchie era la sua?

 

« Harry Edward Styles, giuro che ti ammazzo. Ti avevo detto di non staccare prima del tempo, dovevo ancora contare fino a tre. Ti sei rincretinito? »

 

Una persona che non si vorrebbe mai vedere arrabbiata è Zayn Malik, e – rullo di tamburi – proprio lui lo stava rimbeccando con sguardo assassino.

 

« Ora abbiamo chiuso male! Se ti succede qualcosa sono fatti tuoi. »

 

Non era vero, lo sapevano tutti lì. “Fatti tuoi” era un sinonimo di “fatti nostri”, all'interno del loro gruppo.

Liam inspirò profondamente prima di alzarsi dalla sedia, prendendo la monetina da poco, attirando l'attenzione su di lui. Con passo calmo e calibrato – tipico suo, anche in situazioni come quella - , apre la finestra e la getta fuori. Come se quello bastasse a tenere lontano quella calamità di dubbia provenienza.

Harry avrebbe tanto voluto urlargli di chiudere, di non far circolare l'aria, così che quell'odore di vaniglia e pioggia non se ne andasse.

Voleva sentirlo costantemente.

Addosso a sé, attorno a sé.

Ovunque.

Qualcosa però lo costrinse a non farlo, la sensazione che fosse l'unico ad avvertirlo.

I suoi amici non sembravano essersi accorti di quell'aroma – dolciastro ma fresco – che alleggiava nell'aria.

 

« Harry, sei ancora tra noi? »

 

Mise a fuoco la figura di Niall che gli stava sventolando una mano davanti alla faccia, le labbra distese in un sorrisetto divertito. Che diamine.

 

« Battuta di cattivo gusto, Nialler. »

 

Proferisce agitando una mano come a voler scacciare un mosca.

 

« Sono solo stanco, sai com'è, sono le tre di notte passate. »

 

Avevano deciso di fare quell'esperimento – ben riuscito per giunta – durante “l'ora del Diavolo”.

A detta del pakistano “abbiamo più probabilità di riuscita, siccome simboleggia la trinità rovesciata” e doveva dire che aveva avuto ragione, fin troppa per i suoi sofisticati gusti.

 

« Andiamo a dormire, va. Domani bruceremo la tavola. »

 

Diversi borbottii di assenso, seguirono le parole di Payne che si era già buttato nel letto.

Quella sera si erano ritrovati tutti a casa di Malik. Nessuno si era offerto di concedere in prestito la propria dimora sapendo che cosa avrebbero fatto.

Idea sua, casa sua. Semplice.

Muovendo la massa di ricci che aveva in testa, giusto per dargli una sistemata, raggiunge in due falcate – dopo essersi alzato dalla sedia, facendola quasi cadere, con la sua solita grazia – il divano letto dall'altra parte della camera.

 

« Se russi ti butto di sotto. »

 

Niall avvisato, mezzo salvato.

 

« Io non russo, Harold. »

 

Mostrò bellamente il dito medio al biondo, che si mise a ridere mentre si infilava sotto il piumone, per averlo chiamato in quel modo. Detestava quel nome, lo sapevano tutti benissimo. Sebbene questo non mancavano di ricordarglielo ogni qualvolta volevano, proprio come in quel momento.

Tutto quello che voleva era dormire, abbandonarsi completamente tra le braccia di Morfeo e risvegliarsi l'indomani pronto per una razione di cupcakes alla vaniglia.

Vaniglia.

Quel profumo. Il suo profumo.

Mentalmente si diede dell'idiota, avvolgendosi nella pesante coperta e dando le spalle all'amico che aveva già preso sonno come gli altri, per aver collegato quello strano fenomeno a Louis.

Louis, che non sapeva nemmeno se esistesse davvero o se era frutto della sua immaginazione – al quanto fervida a suo parere - .

Eppure, ecco di nuovo le narici inebriate da quell'aroma che gli mozzava il fiato.

La finestra era ancora aperta – constatò sollevando appena il capo - , Liam se ne era dimenticato, il che rendeva inspiegabile e sovrannaturale il tutto.

Era dannatamente piacevole, ne voleva sempre di più.

Come se fosse stato ascoltato, udito o sentito, fu accontentato. Gli mancò il fiato a quell'ondata di vaniglia e pioggia che lo sommerse. Stava sprofondando e fluttuando contemporaneamente. Una sensazione inspiegabile, mai provata e a cui si abbandonò completamente. Decise di farsi cullare, pervaso da un piacevole tepore lungo il corpo, chiudendo lentamente le palpebre.

 

Fu allora che li vide. Due occhi azzurri, come il cielo primaverile.

 

 

 

 

 

 

 

 

- - - - angolino dell'autrice - - - - -

 

 

Premetto che é la prima volta che scrivo qualcosa su di loro, non sono nemmeno un fan accanita – non so tutto delle loro vite – ma avevo questa mezza idea da un po' per la testa.

E' un genere – parlo del sovvranaturale – che non ho mai trattato. Inserire per di più gli One Direction – quattro per la precisione più uno, lol – in un contesto del genere lo trovo molto divertente.

Probabilmente vi saranno alcuni – troppi – errori grammaticali, chiedo anticipatamente scusa per avervi fatto sanguinare gli occhi – io e la grammatica non abbiamo un rapporto molto buono - .

Il raiting al momento è arancione, giusto perchè é ancora all'inizio, ma poi diventerà rossocon mio sommo piacere - .

Anh, se non ti piace il Larry, se non approvi il Larry, se non sopporti il Larry o – aggiungere qualcosa di estremamente simile - , ti sconsiglio vivamente leggere la mia FF.

Credo di non aver tralasciato nulla – non ho intenzione di darvi spoiler sulla faccenda di Louis, asd – per cui, siate dei buoni recensori e digitatemi il vostro parere – critiche accettatissimissime - .

 

 

So, that's all! Good reading! 

  
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