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Autore: _petrichor_    17/09/2013    2 recensioni
Louis Tomlinson è un ladro da molti anni, la sua banda è composta da altri tre membri, Niall, Liam e Zayn.
Il 24 Dicembre Niall torna con un affare tra le mani, affittare il castello degli Styles, abbandonato dai proprietari parecchi anni prima, ad una francese per 500 sterline.
Cosa potrebbe accadere se uno di loro, Harry, tornasse inaspettatamente in patria?
Larry-Ziam. Accenni Lilo.
SOSPESA.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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STOLE MY HEART.




Louis Tomlinson, 21 anni, era un ladro di professione.
Aveva iniziato all'età di 12 anni, i primi scippi alle vecchiette che passeggiavano sotto gli alti alberi del parco, i primi furti nel grande supermercato in periferia, troppo grande per essere sorvegliato interamente. I proprietari, inoltre, non se la passavano bene, e con la crisi che incombeva sulla loro famiglia come una maledizione, non avevano denaro da spendere in vigilanza.


«Non lo faccio per arricchirmi» diceva ai suoi 'colleghi'. «Mi piace e basta.» E, in effetti, gli piaceva molto quando nessuno si accorgeva del furto o quando, a volte, lo interpellavano addirittura come testimone del crimine compiuto.
Con gli anni era passato da derubare nell’ormai troppo piccolo supermercato ad abitazioni, automobili e ville di ricchi impresari..
«I ricchi sono i più idioti.» Spiegava alla banda prima di un colpo a una di quelle lussuose ville fuori città. «Convinti di essere intoccabili in tutto e per tutto, dimenticano di attivare l'allarme.» e con un semplice gioco di mani apriva la porta spessa e nessun suono veniva udito. «Visto?»
La banda era costituita da altri tre ragazzi, più o meno della sua età: un irlandese, Niall, fuggito da Mullingar qualche anno prima di incontrare Louis e che per un colpo andato male rischiava il carcere minorile; un pakistano, Zayn Malik, scacciato dai genitori pochi mesi prima da Bradford, dopo aver scoperto che frequentava una prostituta. Zayn proveniva da una famiglia ricca e fare il ladro, diceva lui, era una rivincita contro le classi alte; di Liam Payne, invece, non si conoscevano le origini. Louis lo aveva portato un giorno nella loro baracca presentandolo come 'nuovo membro'. Era un bel ragazzo, Niall sospettava fosse gay.
«Lou, l'hai portato qui perché ti piace?» gli aveva chiesto l'irlandese durante un colpo, il primo a cui partecipava anche Liam.
«Può essere.» gli aveva risposto, ridendo, Louis. Niall rise con lui.


«Come ci chiamiamo?» Domandò Liam un giorno di 'pausa'.
«I ladri hanno un nome?» Zayn pareva perplesso.
«Le bande di ladri sì.» Gli rispose l'irlandese. «Lou, come ci chiamiamo?»
«Guardate troppi film, ragazzi.» Rise Louis.
«Quindi i ladri hanno un nome o no?» Chiese Zayn infastidito.
«Noi no.» Gli rispose Louis.

Fu il 24 dicembre, il giorno del compleanno di Louis, che qualcosa cambiò in quella perfetta armonia di furti e rapine.
«Lou! Lou! Ho avuto un colpo di genio.» Urlò Niall entrando nella baracca saltellando di gioia. «Sono un genio! Un genio ragazzi. DITELO! NIALL E' UN GENIO.»
Louis e gli altri erano seduti attorno ad un tavolo, che Niall era sicuro di non aver mai visto prima di uscire, ubriacandosi allegramente.
«Calma irlandese, siediti, bevi un boccale di birra e parla.» Gli aveva detto Zayn prendendolo per le spalle e spingendolo su una sedia.
«Ti ascoltiamo.» Disse Liam sorseggiando la bevanda dorata e alzando gli occhi sul ragazzo seduto dall’altro lato del tavolo.
«Mentre camminavo per la città, alla ricerca di una pasticceria aperta, per prendere una torta al nostro amato Loulou, mi si è avvicinata una donna grassoccia ma ben vestita, francese, e mi ha chiesto se il castello degli Styles è in vendita.» Spiegò Niall bevendo un sorso di birra.
Quel palazzo ormai era disabitato da anni dopo che i proprietari si erano trasferiti in Germania. Non sarebbero mai tornati in quel vecchio ammasso di pietre, Louis era sicuro, qualsiasi posto era meglio di quello stupido paesino, e la Germania, era davvero molto meglio.
«Quindi? Non è che stupido come sei le hai detto si?» Chiese Zayn sospirando.
«Ti pare?! Le ho detto che è in affitto.» Disse Niall tutto d'un colpo, sorridendo come se avesse vinto la lotteria.
«Siamo rovinati. ROVINATI.» decretò Zayn passandosi le dita tra il ciuffo.
«Tommo, che ne pensi?» chiese Liam sottovoce a Louis che stava studiando con aria assorta il suo thé –perché Louis non beveva alcolici - come ipnotizzato.
«Beh, Niall..» disse d'un tratto alzando lo sguardo e posandolo sulla figura dell'irlandese, ancora sorridente ma un po' meno. «Sei un genio.»
«COSA?!» urlò Zayn stupefatto «MA LOUIS HAI CAPITO COS'HA DETTO QUESTO ELFO BIONDO TINTO?» ormai gesticolava 'come un italiano' avrebbe detto Louis.
«Anche tu hai tinto il tuo ciuffo, Zayn.» Disse Liam osservandolo. «In ogni caso, concordo con Louis.»
“E quando mai non concordi con Louis, tu?” Pensò Zayn tornando a sedersi.
«Quindi? Hai preso accordi con quella donna?» Chiese Louis, assaggiando il thé alle erbe che si stava freddando.
«No, io non potevo altrimenti avrebbe scoperto il trucco. Le ho detto che ho delle amicizie con i proprietari e che avrebbe parlato direttamente con uno di loro» rispose Niall mostrandogli un biglietto. «Dopodomani qualcuno di noi la incontrerà davanti al castello, fingendosi uno di quei ricconi e pattuirà la cifra.»
 
Il giorno dopo, nel tardo pomeriggio, i quattro ragazzi, vestiti come meglio potevano, si avviarono verso il castello degli Styles.
Era una costruzione recente ma, ispirata ai vecchi castelli medioevali. Portava, sulla cima di ogni torre una bandiera rappresentante il simbolo della famiglia. Una croce costituita da due chiavi.
Si avvicinarono al grande ponte levatoio, era in legno scuro e deturpato dai fenomeni naturali susseguitesi in quegli anni di abbandono. Al centro, grande e in latino c'era una frase. 'Per aprire la mente bisogna prima aprire il cuore agli insegnamenti del Signore.'
Zayn osservava la targa in ottone quasi infastidito.
«Che frase del cazzo.» commentò in un soffio.
«Conosci il latino, Zayn?» Gli chiese allora Niall mentre giocava con una coccinella che poco prima gli si era poggiata sul dorso della mano.
«Qualcosina, me l'hanno insegnato a Bradford prima che mi cacciassero.» rispose raggiungendo poi Louis sul retro.
Tomlinson stava discutendo con Liam su quale fosse il metodo più semplice per aprire un ponte levatoio dall'esterno.
«Ti dico che è meglio fissare dei ganci all'estremità e tirare, grazie a delle corde, giù.» Insisteva Liam mentre Louis sbuffava annoiato.
«Senti, sta calando la notte, è Natale e vorrei tornare al caldo, a casa, con una tazza di thé ad aspettarmi. I tuoi fottuti ganci farebbero un rumore madornale e attirerebbero curiosi e noi potremmo finire in gattabuia. Pensa a qualcos'altro, genio.» Louis, se non fosse stato in ansia per il piano, non avrebbe mai risposto in quel modo a Liam.
«Dai genio, pensa a qualcos'altro. Il tuo amato Louis ha detto che la tua idea fa schifo gne gne.» lo prese in giro Zayn, sapendo che a Liam, Louis piaceva.
«Non ho detto che fa schifo.» Gli disse Lou poggiando una mano sulla spalla di Liam e sussurrandogli all'orecchio. «Se facciamo rumore e veniamo scoperti ci manderanno in prigione, e sai cosa non c’è in prigione? Privacy.»
Zayn sbuffò alla vista del rossore comparso sugli zigomi di Liam. «Louis per favore, non qui, non ora.» Lo pregò il pakistano allontanandosi a cercare Niall.
Louis, ancora abbracciato a Liam, gli fece un occhiolino.
«Niall, molla quelle margherite e raggiungici dietro, dai.» lo chiamò Zayn facendolo voltare. «Dobbiamo trovare un modo per aprire il ponte levatoio.»
Niall si alzò, ripulì i jeans dei fili d'erba e raggiunse l'amico porgendogli una margherita. «Tieni Zayn, è per te.» Malik era quasi in lacrime per la commozione. «E queste sono per Lou e Liam. Questa invece è mia.»
Zayn lo abbracciò. Niall gli ricordava sua sorella. Nonostante tutto, una famiglia gli mancava.
«Aspetta Zay. Hai detto ponte levatoio?» Gli chiese Niall, sciogliendo l'abbraccio. Zayn annuì e l'elfo irlandese scoppiò a ridere.
«Perché ridi?» Gli domandò l'amico, un po' confuso.
«Esiste una porta sul retro, non lo sapevate?» Rispose ricominciando a ridere.
«Ah.»
 
Louis era uno di quei tipi attenti e metodici, osservava tutto ciò che lo circondava, in continuazione, non gli piaceva che gli sfuggissero particolari, per quanto inutili fossero, non gli piaceva e basta, ecco il motivo per cui continuava a ripetersi ‘idiota’ in testa. Si incolpava di non essersi accorto di quella maledetta porta prima di Niall, di solito distratto e con la testa tra le nuvole. Si sentiva un vero idiota, e lui non voleva essere idiota. Idioti sono coloro che alle medie lo hanno preso in giro per il modo di vestire, per i suoi gusti musicali, per l’attrazione verso persone del suo stesso sesso. Loro erano gli idioti, quegli idioti davvero idioti, quelli così stupidi da essere convinti che diverso equivale a sbagliato. No, Louis Tomlinson non era affatto un idiota, lo sapeva bene, eppure era tutto ciò che riusciva a dirsi mentre Niall indicava la porticina in legno semi-nascosta da un cespuglio.
«Insomma, ricapitolando, uno di noi, che non sia Niall, incontrerà quella donna e le dirà che il castello è disponibile solo per una settimana a 500 sterline. Giusto?» chiese Zayn appoggiandosi alla porta con la schiena.
«A grandi linee.. si.» rispose Liam, avvicinandosi a Louis e poggiandogli una mano sulla spalla. «Avevi ragione, niente ganci.» Louis non si curò di rispondergli, tanto era preso dagli insulti che si stava rivolgendo nella mente.
Niall sospirò rigirandosi la margherita tra le dita «Noi.. non dovremmo entrare a dare un’occhiata?»
Louis sbottò un ‘si’ confuso e spostò con davvero poca delicatezza Zayn per studiare un modo per aprire la serratura. «Sta calando il buio, non si vede niente, cazzo.» imprecò, sbattendo un pugno sulla porta, appena sopra la maniglia di ferro leggermente arrugginita.
«Gente, io non vorrei allarmarvi ma un tizio sta venendo verso di noi.» disse Niall sottovoce, indicando un ombra alta e sottile avanzare a in quella direzione a grandi falcate.
Louis si maledisse ancora una volta, quel nano biondo continuava ad anticiparlo e lui non sopportava arrivare secondo.. a nulla. Si voltò verso l’ombra a cui Niall alludeva, si muoveva stanca ma fuggente, era elegante e sentiva di non poter staccare lo sguardo, non aveva intenzione di perdersi alcun movimento, alcuna azione di quella figura, scura nel buio della notte.
Liam lo tirò dietro il cespuglio, nascondendosi assieme agli altri. «Non credo ci abbia visto.» sussurrò seguendo l’avanzare di quei passi.
Louis continuava a osservare, con estrema attenzione, la sagoma avvicinarsi, fin quando fu facile distinguere i lineamenti di un ragazzo. Era giovane e tremendamente bello, indossava dei pantaloni scuri, molto stretti, una camicia bianca sbottonata di almeno quattro bottoni sotto il collo lasciando intravedere vari ciondoli che tintinnavano ad ogni movimento. Era riccio, Louis poteva distinguere dei dolci boccoli anche sotto il pesante cappello in lana che indossava. Ma ciò che colpì maggiormente il ladro furono i suoi occhi, erano verdi, sembravano due smeraldi, due pietre che presto, in un modo o nell’altro, sarebbero state sue.
«Cosa vuole fare questo?» chiese Zayn sottovoce, vedendo il giovane infilare una piccola chiave nella serratura.
«Dite sia uno Styles?» domandò Liam cercando di mantenere un tono abbastanza basso per non farsi sentire dal ragazzo solo a un metro da loro.
La serratura scattò appena il riccio girò la chiave dentro di essa ma, prima di entrare si voltò ancora una volta verso la strada.
Niall, però, era un tipo allergico, il polline soprattutto, era uno dei suoi peggiori nemici, quella sera, infatti, fu proprio il polline di quelle margherite raccolte poco tempo prima a scatenargli uno starnuto, leggero ma abbastanza forte da farsi notare dal ragazzo.
«Chi diavolo c’è?» chiese quello avvicinandosi al cespuglio. «Chi c’è?» ripeté alzando la voce. Era spaventato, Louis glielo leggeva negli occhi, nelle dita delle mani che scostavano le foglie, nelle labbra tese.
«E voi, chi cazzo siete?»
Fu Niall a uscire fuori per primo, salutando con un sorriso il ragazzo che fissava gli strani tipi dentro il cespuglio.
Louis per la terza volta quella sera ebbe l’impulso di soffocare l’irlandese. Ancora una volta era stato battuto sul tempo, ancora una volta un ‘idiota’ fu ripetuto nella sua mente.
«Sono Louis, ciao.» si presentò uscendo dal nascondiglio, raggiungendo il riccio e porgendogli una mano che però non fu stretta.
«Io Niall, loro –disse il biondo indicando gli altri due- sono Liam e Zayn, tu chi sei?» E gli sorrise, ancora una volta, perché, sì, Niall sorrideva nonostante tutto, nonostante fossero stati scoperti, nonostante fosse stata colpa sua.
«Sono Harold Edward Styles.» disse senza un minimo di emozione, senza un minimo di orgoglio nel pronunciare quel tanto ammirato cognome.
«Sei uno Styles, quindi.» ripeté Liam, più a se stesso che al riccio.
«Così pare, purtroppo.» Louis riusciva a percepirla, quella stanchezza, nelle sue parole, nei suoi occhi fissi sul terriccio che gli sporcava gli stivaletti.
«Perché purtroppo?» si azzardò a domandare Zayn, e nella sua voce c’era una forte vena di curiosità, una curiosità che si estendeva egualmente a Niall e a Liam, ma non a Louis, perché Louis pareva capire.
Harry puntò i suoi occhi verdi in quelli caramello di Zayn ma senza guardarlo realmente. «E’ complicato.. ma voi che volete da me? Perché siete qui?» il suo tono non era arrabbiato e neanche seccato, era semplicemente stanco.
Louis voleva abbracciarlo, stringerlo tra le braccia, e farlo riposare coccolato dal suo respiro. Non riuscì, però, a trovare le parole adatte, era bloccato, come ipnotizzato.
«Ehm, perché siamo qui?» ripeté Zayn per poi voltarsi verso il compare. «Esatto Lou, che ci facciamo qui?» Il ragazzo scacciò ogni pensiero dalla sua mente per concentrarsi sulla domanda di Zayn.
«Cosa?»
«Uhm, sì, Louis, perché siamo qui?» chiese il pakistano sghignazzando. Zayn non aveva nessuna voglia di far fallire il piano che aveva organizzato con gli amici, non era sua intenzione, ma vedere il tanto perfetto Louis in difficoltà non era assolutamente qualcosa da tutti i giorni e voleva approfittarne.
Liam,  però, si accorse dello sguardo vuoto di Louis, delle sue dita agitate, delle labbra increspate.
«Edwin..» cominciò Liam ma, fu subito incenerito dallo sguardo del suo interlocutore. «Edward?» chiese, allora, incerto.
 «Harry. Chiamami Harry.» lo corresse.
«Harry, certo.. Noi, in realtà.. facciamo parte del coro della Chiesa.» improvvisò il ragazzo riuscendo a notare una smorfia sul viso di Louis. «Siamo venuti qui e abbiamo bussato, non ci ha aperto nessuno e stavamo per andarcene.»
Harry li guardò ancora attraverso la maschera d’impassibilità che era il suo viso. «Mi stai dicendo che ve ne stavate andando nascondendovi dietro un cespuglio?» chiese indicando la pianta. «C’è un passaggio segreto o cosa?» Niall iniziò a ridere di gusto, non che la battuta del riccio fosse così divertente.
«No, hai ragione, ci stavamo nascondendo.» convenne Zayn grattandosi un braccio.
Harry non era stupito, non era esattamente nulla in quel momento. «E potrei sapere perché?»
«Pensavamo ci fossero i ladri.» mentì Ciuffo-tinto.
Liam trattenne l’istinto di sputare in faccia al ragazzo di Bradford e si girò verso Louis. L’altro captò lo sguardo e gli fece un cenno d’assenso col capo. Louis era d’accordo e lo sarebbe stato anche lui.
«Ascoltatemi bene, non credo neanche a una parola di ciò che mi avete appena detto, però oggi è Natale e sarò buono.» disse Harry che ormai appariva abbastanza seccato nonostante la spessa maschera d'indifferenza che stava indossando. «Levatevi dalle palle.»
«Amico, è Natale, lo passerai da solo in questo castello abbandonato?» chiese Niall non dando retta alle parole del riccio. Louis osservò il biondo, che cosa voleva da quel ragazzo?
Harry parve pensarci un po’ su con fare teatrale poi rispose «Sì.» e si dileguò dietro l’asse di legno che fungeva da porta.

 
  
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