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Autore: koopafreak    17/09/2013    4 recensioni
I primi avventurosi approcci genitoriali nella solitaria famiglia Koopa. Ludwig passa in vantaggio.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bowser, Ludwig Von Koopa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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A differenza dei comuni neonati, i piccoli di koopa erano già molto attivi dalle prime settimane di vita e capaci di muoversi su tutte e quattro le zampine per soddisfare la loro curiosità sul mondo che li circondava. Inconsciamente Kamek aveva da subito iniziato a comparare il nuovo arrivato col suo tirannico padrone quando questi era ancora in fasce e aveva raggiunto la sua conclusione già dal primo giorno di paternità: Ludwig era molto intelligente e sorprendentemente scaltro, tanto da aver saputo mettere ai suoi piedi l'intero castello. Le domestiche, soggiogate dalla facciata angelica che il cucciolo sapeva emulare con destrezza camaleontica per guadagnarci qualche coccola e un dolcetto, lo adoravano e facevano a gara per vezzeggiarlo alla prima occasione in cui il padre era distratto e il monarca in persona sembrava essere sceso di un gradino sulla scala gerarchica dall'arrivo di suo figlio.

L'innata malizia della stirpe era rimasta gelosamente preservata fino all'ultima goccia nella nuova generazione, accompagnata inoltre da una furberia macchinatrice ben diversa dalla perfidia semplice di un Bowser che, nella sua prima gioventù, si sollazzava in scherzi e dispetti senza grande fantasia e scoppiava in capricci chiassosi quando pretendeva qualcosa. Kamek aveva potuto vedere coi propri occhi che Ludwig sapesse esattamente come prendere ciò che desiderava e piegare la volontà di chi aveva davanti nella direzione che lui voleva. Nel persuadere il suo stesso padre aveva acquisito l'abilita manipolatrice di un burattinaio e troppo spesso il cucciolo non aveva nemmeno bisogno di scomodarsi per venire accontentato: un andazzo che naturalmente non riservava nulla di buono per l'imminente futuro.

Ciononostante, Kamek era ancora fermo sulla sua decisione di restare in disparte come osservatore esterno del reality show in costante sviluppo tra le mura del castello, alla maniera di un documentarista che rispettava l'obbligo di non intromettersi nel momento in cui la gazzella finiva tra le grinfie del leone e, in tutta onestà, era esattamente come il magikoopa si sentiva ogniqualvolta che vedeva il suo padrone in balia dei giochi psicologici di un cuccioletto incapace di camminare eretto ma sempre più sicuro di sé. Quando il re si sarebbe finalmente piegato ad accettare il suo aiuto che per un'inutile questione di orgoglio aveva rifiutato dal principio, allora Kamek si sarebbe adoperato per spezzare il circolo vizioso in cui questi era rimasto incastrato. Ciò non lo tratteneva comunque dal dispensare un consiglio giudizioso quando serviva.

« Vostra Imprudenza, io non lo farei ballonzolare così tanto se foss... » Troppo tardi, gran parte del lato A di un drago orrendamente allibito era già stato ridipinto.

Lo stregone prese distrattamente nota che, a dispetto delle dimensioni ridotte, Ludwig potesse ingerire un'impressionante quantità di cibo mentre quest'ultimo continuava a ridacchiare, pigolando e muovendosi allegro nella presa pietrificata del padre come se il divertimento non si fosse interrotto. Al sovrano richiese qualche secondo per riacquistare contatto con la realtà e uscire dalla paralisi del disgusto.

« Prendilo tu » sibilò infine a denti stretti puntando il carico ormai più leggero verso il magikoopa che si ritrasse d'istinto.

Ludwig reagì emettendo una serie di versetti concitati, abbarbicandosi al polso e stringendo le punte del bracciale borchiato.

« Temo che preferisca restare con voi, Altezza. »

Il cucciolo convalidò la tesi del consigliere con uno squittio di categorica contrarietà alla separazione.

« Devo farmi una doccia. Ho bisogno di una doccia. Almeno il tempo di una doccia! » ringhiò il koopa in un crescendo di esasperazione, affidando in malo modo la piccola calamità allo stregone e marciando spedito verso i suoi appartamenti prima che qualcuno avesse potuto vederlo in un tale stato: ricoperto, o meglio, ricoperto di pappa mezza digerita.

Si arrestò sui suoi passi quando il solito piagnucolio lo raggiunse impregnato di malinconia e accusa: un affondo al cuore che mai risparmiava il suo bersaglio. Tornò indietro, si riprese suo figlio scrutando in cagnesco il magicante e puntò dritto al bagno reale che sfortunatamente si trovava proprio dall'altra parte del piano. Dovette nascondersi più di una volta dietro un angolo per evitare di essere individuato dai suoi soldati e perdere la faccia, mentre Ludwig invece era tutto contento di quel nuovo gioco e il re era costretto a ovattare con una mano il suono rivelatore delle sue risate, sfrecciando per i corridoi e fermandosi di scatto quando scorgeva un'ombra sulle pareti.

« Non potevi avvertire prima di sganciare? » sbottò sottovoce osservando due Fire Bros. attraversare il passaggio, persi in chiacchiere e senza un pensiero al mondo. Quasi li invidiava in quel momento.

Ludwig strinse le spallucce. Era capitato, così. Suo padre lo stava facendo volare in aria e sballottando a poca distanza dal pranzo, lui stava ridendo forte e poi “oplà”.

Dopo essere riuscito a intrufolarsi nei propri alloggi come un ladro, il re si chiuse la porta alle spalle con un grosso sospiro che sollevò una folata di polvere e poi fece rotta per la doccia, trascinando la coda a terra. Prese nota che suo figlio e fautore della sventura ne fosse uscito miracolosamente pulito dopo tutto. Meglio così: Ludwig non amava fare il bagno e dunque sarebbe stata un'ulteriore briga da evitare in quella già stupenda giornata che era ancora tutta da scoprire. Si limitò a poggiarlo sul pavimento lucido a lasciarlo bighellonare mentre lui si occupava del suo livello di igiene, infilando il muso oltre la tenda di tanto in tanto per assicurarsi che il piccolo non combinasse qualcos'altro a parte esplorare sotto il tappetino della doccia.

Una volta rimessosi in sesto, il drago recuperò il cucciolo intento a ispezionare accuratamente il suo accappatoio, viaggiando dentro le maniche ed emettendo un miagolio semi-sorpreso nell'essere ripescato, e insieme fecero ritorno nella sala del trono dove gli emissari lo attendevano per un dettagliatissimo resoconto sugli ultimi sviluppi nel regno. In quanto re, il koopa doveva rigorosamente impedirsi di tradire lo scemare della sua concentrazione dopo la prima ora e mezza di monologo dall'altra parte, ma non era così facile con Ludwig che sembrava fare di tutto per distrarlo. Dopo i vari tentativi di arrampicata sopra la testa paterna, il cucciolo focalizzò l'attenzione prima sui bracciali borchiati e poi sulla sua mano, mordicchiandogli le dita tanto per avvisare che i primi dentini stessero facendo lentamente capolino dalle gengive, per concludere con uno sbadiglio liberatorio che azzittì per un secondo il più pignolo dei delegati.

Un angolo delle fauci del monarca si arricciò verso l'alto all'espressione vagamente oltraggiata di quest'ultimo e si chinò dal suo regale scranno per far scendere il koopolotto e permettergli di trastullarsi coi giochini raccolti ai suoi piedi. Quando tutti ebbero terminato il loro rapporto, Bowser dovette sorreggere con una mano la testa ciondolante e si mise a osservare tra la fessura delle palpebre il figlio intento a suonare con una bacchettina uno xilofono giocattolo. Tuttavia, constatò perplesso che non si trattasse del classico modus operandi dello “sbattere l'asticella a casaccio e senza coordinazione”: Ludwig toccava con inaspettata delicatezza uno dei tasti su un punto preciso, ne ascoltava concentrato il suono e poi ripeteva l'operazione su un'altra zona dello stesso tasto, all'apparenza riconoscendo la differenza della melodia a seconda di dove colpiva.

Dopo aver finito di familiarizzare scrupolosamente con lo strumento, il cucciolo riuscì a ricostruire tutto da solo un motivetto tradizionale che si fischiettava spesso tra le fila dei soldati, muovendo la punta della bacchetta con stupefacente abilità. Finito il breve spettacolo, Ludwig batté le mani una volta e rise soddisfatto.

Curioso, considerò il re tra sé, poi si addormentò.

Al suo risveglio il piccolo era sparito.

Bowser balzò in piedi setacciando l'intera stanza ad occhi sgranati, ma della testolina blu non c'era alcuna traccia. Il primo impulso sarebbe stato urlarne a squarciagola il nome, però in tal maniera l'intero castello (Kamek al primo posto) sarebbe venuto a conoscenza del suo colossale errore e che figura ci avrebbe fatto? Quelle cime dei suoi emissari non avevano avuto l'accortezza di chiudere la porta e si chiese quanto lontano e soprattutto inosservato un koopolotto quadrupede si sarebbe potuto spingere. Era certo di non essersi appisolato per più di qualche minuto e probabilmente il latitante si trovava ancora nei paraggi, per cui partì alla ricerca del principino perduto chiamandolo sottovoce e battendo ogni centimetro per scovare indizi del suo passaggio.

I corridoi erano vuoti perché l'ora di cena era vicina e i soldati erano riuniti a mensa, come indicavano il coro di voci e le risate provenienti dal piano sottostante. Tra la confusione incanalata nella tromba delle scale laterali il re captò le note della famigerata canzoncina e il suo sesto senso iniziò a scalpitare. Certamente non sarebbe stato da Ludwig andare a spasso dove sentiva di non poter far danni... Quando il drago entrò nell'ampia sala che ospitava le lunghe tavolate delle sue truppe addestrate, calici e bicchieri si alzarono nella sua direzione con un grido di caloroso benvenuto per rispondere all'onore di una visita del loro amato monarca che evidentemente aveva tanto a cuore il proprio esercito.

Quell'inaspettata aggiunta alla serata fu colta come un incitamento a far festa e, mentre l'umore dei commensali si risollevava con entusiasmo, corroborato dalla birra portata su dalle cantine per l'occasione, Bowser continuò a dedicarsi con discrezione alla ricerca del suo primogenito. Pregò che nella baraonda che si stava rapidamente creando nessun idiota avrebbe finito col calpestarlo e rivolse un'occhiata preoccupata al plotone di goliardici Sumo Bros. che parevano già instradati per una bella sbronza, incuranti della loro mole, muovendosi a ritmo di musica con le pinte mezze vuote e sgolandosi insieme a buona parte delle truppe.

Probabilmente grazie a un mezzo miracolo, il drago localizzò il cucciolo tranquillamente seduto sotto il tavolo dei dolci lì vicino a sbocconcellare un bottino trafugato, completamente indifferente al frastuono che lo circondava come se il suo mondo si fosse ridotto alla tortina al cioccolato tra le zampine. Soffocando un sospiro misto di sollievo ed esasperazione, Bowser si avviò in quella direzione esortando col pugno ad alzare ancora di più la voce. I soldati non vollero deluderlo e qualcuno cominciò anche a battere le mani sui tavoli. Mentre tutti erano distratti e troppo presi dal quarto ritornello per far caso alla sua mossa, il re si accucciò di scatto e squadrò minaccioso il piccolo fuggitivo che ricambiò lo sguardo senza il minimo tentennamento e con le guance piene.

« Vieni subito qui, Lud! »

In tutta risposta l'erede fece per squagliarsela un'altra volta con la refurtiva in bocca e il padre lo acciuffò per una gamba, mettendolo seduto sul bordo del tavolo per dare inizio alla ramanzina e augurandosi di farlo sentire almeno un po' in colpa per tutta l'ansia provata nel cercarlo. Ad ogni modo Ludwig aveva altri progetti e Bowser non si rese conto del suo errore finché il resto del dolcetto non gli volò in mezzo agli occhi:

  1. Tirargli il cibo addosso era una delle attività preferite del cucciolo e in cui il cecchino in erba sapeva riuscirvi anche bene.

  2. Lo aveva appena appoggiato su un tavolo pieno di potenziali munizioni.

Il temibile koopa emise un ringhio di rinnovata collera e aprì la bocca per sbraitare, fregandosene ormai se tutti i soldati si sarebbero così resi conto della scenata, ma si interruppe a causa di un pezzo di gelatina catapultato dritto verso il suo muso. Questa volta però riuscì a schivare il colpo abbassandosi in tempo.

Un parakoopa barcollante venne per caso centrato al suo posto frattanto che lui era distratto a redarguire il piccolo anche per la sua cattiva mira. La recluta andò giù come un birillo e i compagni, imputando la provenienza del lancio al tavolo dei tipi timidi davanti, risposero al fuoco col fuoco da bravi soldatini. Immediatamente ebbe origine una faida tra due fronti, bersagliandosi con le rispettive razioni finché il grido di battaglia non fendette i canti stonati e la guerra si sparse in ogni angolo della sala.

Bowser si voltò ammutolito all'improvviso cambiamento di musica e prese atto dell'anarchia che era scoppiata tutt'intorno. Recuperò il koopolotto gongolante e fiero di se stesso prima di trovare riparo dietro un tavolo che rovesciò con una pedata.

« Questo è colpa tua! » sentenziò inviperito, tentando di sovrastare il volume della battaglia e fissando truce il cucciolo.

Considerando che a Ludwig non importava granché se fosse stata colpa sua o meno, il sovrano si arrischiò a buttare un occhio oltre la barriera, tirandosi subito indietro quando degli spaghetti volarono oltre la sua testa per spiaccicarsi contro la parete. Sussultò avvertendo macchie di sugo e quant'altro cadergli su squame e guscio mentre altre portate sfrecciavano sopra di loro, ma fu solo nell'attimo in cui colse l'espressione assolutamente deliziata di Ludwig rapito dallo spettacolo, muovendo avanti e indietro il musetto per seguire la traiettoria delle vettovaglie in aria, che stabilì che fosse arrivato il momento di farla finita.

Si alzò con coraggio e rimediò immediatamente qualche palla di purea di patate vagante in faccia e sul torace: due punti mortali. « PIANTATELA. »

Fu come se il tempo si fosse fermato dopo il ruggente richiamo all'ordine e questo diede a Bowser la possibilità di constatare in quali condizioni la mensa e parte del suo esercito versassero: tutto e tutti sporchi di cibarie assortite da capo a piedi, inclusi lui e Ludwig... Magnifico. Dopo una bella strigliata generale, il re fece ritorno nelle sue stanze senza avvertire più il bisogno di nascondersi a sguardi indiscreti e per la seconda volta puntò dritto verso la doccia, ora con un cucciolo che non manifestava alcuna eccitazione all'idea di un bagno. Tra strilli, graffi e lamenti il grosso koopa provvide prima a suo figlio e poi a se stesso, strofinando la testolina di Ludwig con un asciugamano mentre l'altro sedeva imbronciato tra le sue zampe.

« Te la sei voluta tu » lo riprese burbero, ricordandosi mesto che era ancora rimasto uno dei momenti della giornata che meno preferiva affrontare. A lui era pur passato l'appetito dopo aver impiegato una mezz'ora buona per ripulire entrambi dai resti di una cena che nemmeno era stata la loro, ma il problematico principino doveva ancora consumare il suo pasto serale o lo avrebbe buttato giù dal letto nel cuore della notte a suon di ululati affamati. 

Così, non appena ricoprirono le rispettive postazioni l'uno di fronte all'altro, il solito rituale si ripeté come sempre e Ludwig girò altezzoso il musetto quando il cucchiaino con la pappa invase il suo spazio vitale. 

Un lungo, cupo ed esausto rombo vibrò nella gola del drago mentre il manico della posata cominciava a cedere. « Lud » inizio fase due.


Nota d'autrice:

Non credo che ci vorrà molto affinché Bowsy lanci il primo SOS, ma dovrà essere ancora messo alla prova e probabilmente tribolare un altro po' :]

  
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