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Autore: Netmine    18/09/2013    1 recensioni
Cap 17- La giovane sconosciuta rivolse i suoi occhi viola verso la nuova arrivata e la fissò con intensità, poi lo scenario cambiò un'altra volta. [..] Le si avvicinò fino a riuscire a poggiarle le labbra sull'orecchio "Ricorda, fidati di me"
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Cap 21- Sembrava un vecchio in tutto e per tutto ma, se lo si sapeva osservare, ci si accorgeva di quel qualcosa che rendeva la sua età indefinibile.
Si portò l'indice difronte alla bocca "Shh. Non urlare. Non voglio farti del male, non te ne ho mai voluto fare" Carol era impaurita e l'uomo se ne accorse "Non mi credi. So di averti ferita, ma è stato involontario!" quasi urlò quest'ultima frase, come se lo tormentasse.
"Allora perché lo hai fatto?"
"Non mi aspettavo di vedere un'altro come me qui! Ero contento, ma sapevo che ti avrei dovuta avvertire e questo mi faceva soffrire molto. Stavo lottando contro di me, non volevo ferirti" sembrava sincero e Carol non ebbe il cuore di replicare.
"Come te? Che avremmo in comune?"
"Sei reale! Tu sei reale e lo sono anche io!" cambiò repentinamente umore e rise di gusto "Sei reale" ripetè, assaporando quelle parole
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La stanza di Carol era enorme e piena di oggetti di lusso; il letto era a due piazze e il materasso morbidissimo, così come il guanciale. Accanto ad esso c'era un comodino di legno molto grazioso e abbastanza spazioso da farci entrare gran parte delle sue cose. Accanto alla porta c'erano un'armadio enorme con una strana rappresentazione sbiadita sopra e uno specchio a grandezza naturale. Sulla parete opposta c'era una grande finestra che dava su una piccola terrazza stracolma di fiori colorati e nella parete di fronte al letto c'era una porta che dava l'accesso ad un piccolo bagno privato con tanto di doccia e vasca da bagno.
Carol si era svegliata molto presto, abituata ai ritmi che le aveva imposto Aileen, e, non sentendo alcun rumore provenire da fuori, decise di farsi un bel bagno rilassante prima di scendere ad incontrare gli altri nella sala da pranzo.
Mentre l'acqua scorreva nella vasca si prese qualche minuto per osservarsi allo specchio: era dimagrita, i vestiti le andavano un po' larghi sui fianchi e sul seno,  il suo viso era molto scavato, gli zigomi erano un po' troppo sporgenti rispetto quello a cui era abituata, e i capelli erano quasi irrecuperabilmente pieni di fango e sporcizia, così come i vestiti. 
Le mancavano i tempi in cui era a casa, la gioia nel preparare la colazione per la famiglia, ridere e scherzare, essere completamente felici e spensierati... Ora la tristezza le si leggeva negli occhi e la stanchezza sul viso. Sperava che tutto quello che stava affrontando avesse realmente un senso e che finisse presto per poter tornare a casa. 
Con un sospirò distolse lo sguardo dallo specchio e prese degli asciugamani "Magari un bel bagno caldo mi farà bene, è da tanto che non ne faccio uno!"

Carol si deliziò dell'acqua calda, dei sali da bagno e dei vari saponi per quasi un'ora. Quando uscì dalla vasca sembrava rinata, aveva finalmente il volto pulito e pieno di vigore. Si spazzolò per bene i capelli e, ancora avvolta nell'asciugamano andò a prendere il suo ciondolo dal comodino, sentiva come il bisogno di tenerlo al collo. Quella mattina decise di non indossare il vecchio e lercio vestito di sempre, ma quello color verde smeraldo che le aveva regalato Jekar. Si guardò di nuovo allo specchio: non c'erano paragoni da poter fare con la ragazza di prima. Questa Carol sembrava una principessa, una principessa con un velo di tristezza e l'aria di chi ne ha passate molte e sa che ne dovrà ancora passare molte.

"Carol, ti trovo in splendida forma oggi" Ruel era seduto ad un capo del lungo tavolo e Aileen gli era accanto.
"Buongiorno Carol, si vede che siamo ragazze" Aileen le fece l'occhiolino, facendo una faccia davvero buffa. 
"Buongiorno" Carol sorrise e si mise a sedere a tavola. C'erano due torte giganti ricoperte di glassa e fiorellini e dei biscotti dall'aspetto appetitoso oltre ad una teiera stracolma di tè bollente "Ho già l'acquolina in boccca!"
Tra un boccone di torta e l'altro, Aileen guardava di soppiatto Carol. "Che succede, Aileen?"
"Nulla" disse, con la bocca piena "Sei solo un po' strana oggi" 
Carol scoppiò a ridere "Tu invece sei buffa come al solito!"
Continuarono a scherzare, spensierate, ancora per un po'. Ruel invece stava in disparte ad ascoltare la conversazione con lo sguardo perso nel vuoto. 
Carol si riempì a più non posso "Era tutto buonissimo, Ruel"
"Ne sono lusingato, Carol. E sono contento che tu abbia mangiato molto perché da oggi dovrai iniziare a darti da fare" 
Carol lo guardò con un'aria interrogativa "A darmi da fare per che cosa di preciso?"
"Ora ti spiegheremo tutto. Seguitemi nel soggiorno, lì avremo dei posti più comodi per sederci"
Il soggiorno era un'ampia stanza rotonda con le pareti completamente ricoperte da librerie e con sei poltrone disposte in circolo. Ruel si sedette sulla più logora, e fece cenno alle ragazze di sedersi accanto a  lui.
"Aileen, cosa le hai spiegato della missione?"
"Niente, Ruel. Non sapevo ancora cosa poterle dire e per cosa, invece, avrei dovuto aspettare"
"Benissimo. Carol, tu hai una vaga idea del perché ti trovi qui?"
Carol ci riflettè un po', passandosi tra le mani il ciondolo "Credo che sia iniziato tutto quando ho visto questo per la prima volta... Ma non ho idea del perché io sia qui"
"E' quasi esatto. Il tutto è iniziato con la tua nascita, sin da allora eri destinata a trovare il ciondolo ed esso ha scatenato in te delle doti extraordinarie che ti hanno condotta qui. Ora vorrei che tu mi dicessi in cosa consistono esattamente queste doti e come si sono manifestate"
"Io... Credo di poter parlare con le piante" arrossì e abbassò lo sguardo "So che può sembrare incredibile e infantile, ma un giorno come un'altro sono andata a prendermi cura della mia quercia e lei mi ha parlato. Da quel momento mi ha aiutata a sviluppare questo 'potere' e ad estenderlo anche ad altre piante, ma mai ho sentito una pianta vicino come ho sentito lei"
"Normale, perché lei è la tua guida"
"La mia guida?"
"Si, è stata la tua prima insegnante. La prima con cui hai stretto un legame e finché non ne stringerai uno più forte le vostre vite saranno legate. Quando morirà una delle due, la stessa sorte toccherà all'altra" l'espressione sul volto di Carol era di pura confusione "Riesci solo a comunicare con le piante? Hai mai provato a manipolarle?"
"A dire il vero no, ma non credo di esserne in grado. Soltanto stabilire un contatto prosciuga quasi tutte le mie energie"
"Hai solo bisogno di allenamento. Ed è quello che farai con Aileen... Hai qualcosa di Amanith? Potrebbe risultare molto utile"
"Si, dovrei avere una vecchia foglia da qualche parte... Ma ormai sarà marcia!"
Aileen sorrise sotto i baffi "Tu vai a cercarla, non si sa mai che ci sia qualcosa di recuperabile!"
Carol salì in stanza ed estrasse da una tasca del marsupio la vecchia foglia; sarebbe dovuta essere marcia e invece era verde e piena di vita come il giorno in cui le era scivolata tra le mani.
Tornò in soggiorno e la mostrò a Ruel "Com'è possibile che è ancora così?"
"Perché è un dono che ti ha fatto. Ricordi quello che ho detto poco fa sul vostro legame? Ora andate in giardino, ci vediamo ad ora di pranzo"

"Che voleva dire poco fa?"
"Voleva dire che il legame che hai con quell'albero... Come hai detto che si chiama?"
"Amanith"
"Ecco, che il legame che hai con Amanith può essere espresso anche tramite quella foglia. Lei sarà verde e sana finché anche voi lo sarete. Ora è un po' più chiaro?"
"Diciamo di si... Anche se tutto mi suona ancora molto strano. Ma non mi avete detto perché sono qui"
Aileen sorrise e si sforzò di diventare misteriosa "Perché era il tuo destiiiiino" disse agitando le mani in modo buffo di fronte al viso "Ora però dobbiamo concentrarci. Fammi vedere come fai a comunicare con le piante"
Carol si avvicinò ad un pino e annuì. Si inginocchiò e sprofondò i palmi nel terreno. Sbarazzò la mente, la lasciò libera, nessun pensiero la sfiorava, dentro il suo corpo c'era solo un crescendo di emozioni diverse portate dall'esterno. Rimase in quella posizione per quelle che lei avrebbe giurato essere ore e poi sentì una presenza accanto a lei, ci si avvicinò e vi si aggrappò con le unghia e coi denti, ma non riuscì a stabilire un contatto.

Qualcuno le aveva appena appoggiato qualcosa di fresco sulla fronte. "Che succede?"
Ailleen era inginocchiata accanto a lei e le stava tamponando la fronte con una pezza bagnata "Sei svenuta, Carol. Ma non ti devi preoccupare, è normale all'inizio"
"Sono svenuta?" solo in quel momento Carol si rese conto di essere distesa accanto al pino "Accipicchia, questo non mi era ancora successo!"
Aileen sorrise "Vedo che ti senti già meglio! Perché non provi a sederti?"
Carol barcollava un po', ma ci riuscì "Voglio riprovarci!"
Aileen scosse la testa "Non ora, è meglio iniziare con qualcosa di più semplice. Appena te la senti, avvicinati a quelle margherite e prova a stabilire un contatto con loro"
Carol annuì e vi si avvicinò. Assunse la stessa posizione di prima, il suo viso era la rappresentazione della serenità. Sembrava che nulla al mondo potesse scalfirla in quel momento. Dopo qualche minuto riaprì gli occhi e si sforzò di sorridere guardando Aileen "Sembra... Sembra che le faccia simpatia" aveva il fiatone ed era molto pallida. Aileen le mise un braccio intorno alla vita e la accompagnò dentro casa "Per adesso credo che possa bastare, sei stata bravissima, Carol"
   
 
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