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Autore: galadriel2013    18/09/2013    3 recensioni
Dopo il ritorno di Georgie in Australia, la vita non può che migliorare per lei, Arthur e Abel jr
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arthur Butman, Georgie Gerald
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Non riesco a dormire. Continuo a rigirarmi nel letto e il tempo sembra non scorrere. Stasera io è Arthur ci siamo scambiati il nostro primo bacio e sento ancora le guance in fiamme, il tocco morbido delle sue labbra, il suo corpo che mi stringe...
"Oh accidenti!" bisbiglio aggiustandomi per la decima volta il cuscino. Se continuo a pensarci non dormirò mai. Come vorrei che fosse già mattina e poterlo vedere..
Sin dal giorno in cui ci siamo rivisti ho subito provato qualcosa e non per la sua somiglianza con Abel, come tutti invece potrebbero pensare. Essendo cresciuta con loro, mi è sempre stata molto chiara la differenza tra Abel e Arthur, fisicamente, ma soprattutto caratterialmente quindi per me lui non sarà mai un "sostituto". I primi giorni a casa insieme sono stati dolorosi; dovergli raccontare di suo fratello, vederlo piangere x la sua perdita..Non è stato facile per lui, come non lo è stato per me quando incinta ho dovuto affrontare il dolore per la morte dell'uomo che avevo appena capito di amare. Abbiamo avuto un brutto inizio ma con il reciproco appoggio siamo diventati una famiglia benchè fino ad ora non fosse mai successo niente tra noi. 
I suoi occhi. La sua bocca...
Uff, non riesco a dormire. Come faccio? Proverò a contare le pecore...ok...non funziona, non ha mai funzionato, di certo non funzionerà adesso.  Vado a prepararmi un po' di latte caldo, probabilmente mi aiuterà a tranquillizzarmi un attimo. 
Scendo dal letto e mi dirigo verso la stanzetta di Abel a controllare se va tutto bene. Dorme come un angioletto il mio bambino. Mi piego e gli do un bacio sulla fronte prima di uscire.
"Sogni d'oro tesoro mio". 
Chiudo la porta dietro di me e mi accorgo di non essere sola. C'è una luce in cucina e Arthur è in piedi vicino alla dispensa. Ha su solo i pantaloni del pigiama e tiene in mano una tazza di latte. Evidentemente ha avuto la mia stessa idea. 
"Hey!" Gli dico andandogli incontro "sei ancora in piedi?".
Lui si gira, posa la tazza sul tavolo e viene verso di me. Sento un groppo in gola. È sempre stato così bello?
"Sai" dice spostandomi una ciocca di capelli dalla fronte "non riuscivo a dormire. Continuavo a pensare a te".
Il suo sguardo è profondo ed è come se mi stesse leggendo dentro. Mi sento inerme, tutto ciò che voglio è diminuire la distanza tra noi e abbracciarlo. Abbasso gli occhi un momento e la mia attenzione si focalizza sul suo petto. Il duro lavoro nei campi ha scolpito il suo fisico. Sembra più maturo benché abbia solo 24 anni. Dolcemente gli accarezzo la scapola lasciando scivolare la mano dietro la nuca. 
È un attimo e mi sento sollevare da terra. Sono sospesa in aria tra le braccia di Arthur. Lo stringo stretto, non voglio lasciarlo andare e lui fa lo stesso. Le nostre labbra si incontrano e iniziamo a baciarci prima dolcemente, poi con più intensità. 
"Oh Arthur" gli sussurro nell'orecchio una volta separati "anche io ti amo". 
Non mi sono mai sentita così tranquilla, come se niente potrà mai andare storto. È una sensazione nuova e mi piace. 
Sento un leggero solletico dietro l'orecchio e non posso fare a meno di ridere. 
"Mi fai il solletico!" protesto poco convinta. Ha cominciato a baciarmi dietro l'orecchio e ora sta esplorando dolcemente  il mio collo. 
"Georgie...credevo che questo giorno non sarebbe mai arrivato". La sua voce è calda e sincera. Non voglio tornare nella mia stanza, voglio rimanere così, voglio sentirlo vicino. 
"Mammaaa" Abel mi sta chiamando. Io e Arthur ci siamo staccati appena in tempo, prima dell'entrata dalla porta del mio piccolo.
"Ho fatto un brutto sogno mamma" mi dice stropicciandosi gli occhi. 
"Su, andiamo a letto" gli rispondo io prendendolo in braccio "se fai il bravo papà ti racconta una delle storie che ti piacciono tanto". Mi giro verso Arthur in attesa di consenso. "Ti va?" gli sussurro piano con sguardo dispiaciuto per l'inaspettato fuori programma. 
"Certo" è la sua risposta accompagnata da un bellissimo sorriso "lascia, lo porto io. Questo bimbo inizia a diventare un po' pesante, vero campione?".
"Sì e un giorno sarò forte come te papà".
Guardo Arthur baciare con affetto la tempia di mio figlio mentre lo porta a letto e non posso davvero chiedere di più. Ora tutto è perfetto
  
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