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Autore: _Kristel_    19/10/2004    3 recensioni
-Sto…sto cercando di dirti che questo posto non è più sicuro come prima, le.. le autorità del villaggio, stanno setacciando l’intero borgo, è.. è ricominciata la caccia alle streghe tesoro…. E tra non molto, irromperanno anche qui nella nostra abitazione, e non ci metteranno molto a portarci via. Erin… devi fuggire finchè sei ancora in tempo…-
Genere: Fantasy, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*Erin la strega *

*Erin la strega *

 

Capitolo 2

 

 

Quando mi sveglio, il sole è già alto, devo aver dormito troppo! Nella notte il fuoco si è spento e ora, non ne rimane che un cumulo di cenere e legno bruciato. Mentre io riposavo, le guardie devono aver continuato a cercarmi, e ora saranno si e no a mezz’ora da dove mi trovo. Senza perdere altro tempo mi alzo, vorrei tanto farmi una bagno, sento i capelli unti che mi scivolano sulle spalle, e la veste che indosso, se possibile è ridotta ancora peggio di prima. Prendo la sacca ai miei piedi e sparpaglio quello che rimane del falò della sera precedente, spero che questo mi aiuti a guadagnare tempo, facendo perdere le tracce del mio passaggio ai miei inseguitori.

Comincio ad incamminarmi e, portandomi la bisaccia al ventre, la apro facendo scivolare nelle mie mani la cartina. La apro velocemente e comincio a guardare attentamente il percorso tracciato. Prosegue verso nord. Frugo nella sacca per cercare una bussola e, quando la mia mano sfiora il metallo freddo della sua superficie, penso che mia madre ha considerato proprio tutto per fortuna!

La tiro fuori e dopo aver messo al suo solito posto la bisaccia, mi fermo un momento per vedere da che parte punta il Nord, e con orrore, mi accorgo che sto andando nella direzione sbagliata! Certo, l’errore non è enorme, ma nella mia situazione è davvero un brutto intoppo, da dove mi trovo, devo spostarmi verso sinistra per almeno un paio di chilometri!

Con la bussola sempre stretta in mano, comincio a spostarmi nella direzione indicata dalla freccia, dopo solo qualche passo, sento le foglie secche e i sassi, sfregare contro la pianta del mio piede, le scarpe che ho indosso, devono essersi sfaldate, la suola è praticamente inesistente. Senza nemmeno fermarmi, comincio a sfilarmele e dopo averle riposte nella sacca, per non lasciare alcuna traccia del mio passaggio, comincio ad avanzare a piedi nudi, stando attenta a non ferirmeli ulteriormente, visto che sono già tutti rossi. Con una smorfia, penso che prima di arrivare alla grotta, avrò le vesciche.

Dopo un paio d’ore, lancio un’occhiata alla bussola, e sorridendo tra me e me, noto che ora sto seguendo la strada giusta, i piedi mi dolgono, ma non posso fermarmi, non adesso che so di avere le guardie alle calcagna. Un’altra volta il sole tramonta, sono solo al primo giorno di cammino, se vado avanti a questa velocità, me ne spetteranno ancora altri tre. Devo trovare una soluzione….

Questa parte della foresta è molto più asciutta della precedente, strano visto che mi sto dirigendo a Nord, tuttavia non indago molto, la cosa non può che farmi piacere, almeno questa notte riuscirò ad accendere un fuoco, limitandomi ad utilizzare delle comunissime pietre focaie. Le mie scorte di cibo stanno via via diminuendo e, mentre tiro fuori i viveri dalla sacca, mi accorgo finalmente del diario, me ne ero completamente dimenticata! Presa dall’avidità di sapere cosa c’è scritto al suo interno, mi dimentico completamente di mangiare e aprendolo, comincio a sfogliarlo….

Dopo solo poche righe, riesco ad individuare delle similitudini tra le parole scritte dall’ultimo possessore del taccuino, e la scrittura di mia madre….

Mi immergo subito nella lettura, del libro e mentre le parole, scorrono veloci sotto i miei occhi, non posso trattenermi dal piangere, ci sono scritte cose orribili, con uno scatto lo chiudo, incapace di andare oltre. Tutti i sentimenti, il dolore per la perdita della madre, la rabbia nei confronti delle persone che avrebbero dovuto prendersi cura di lei e gli avevano invece voltato le spalle, la solitudine provata una volta rimasta sola, erano tutti racchiusi in quelle righe disordinate.

Con un certo timore, lo riapro e facendo scivolare le mie dita sull’inchiostro delle lettere, chiudo gli occhi, intorno a me solo l’oscurità. Mi guardo intorno freneticamente, cosa sta succedendo??

Muovo un passo, in avanti, o almeno così mi pare, e un cerchio di luce avvolge i miei piedi, per poi allargarsi intorno a me, mostrandomi la foresta, dove poco prima stavo sfogliando il diario. Non capisco, cosa sia successo, il luogo è lo stesso di prima, e allora perché mi sento diversa?

Cerco di riflettere, ma un rumore simile ad un singhiozzo, mi desta dai miei pensieri e, voltandomi posso scorgere una piccola figura accasciata al suolo, mentre si stringe convulsamente gli abiti addosso. I capelli neri le coprono il viso, mi muovo verso di lei con voce insicura chiedo:

- Hey piccola, tutto bene??-

Ma lei niente, sembra non essersi minimamente accorta della mia presenza, strano, magari non mi ha sentito….

Con voce un po’ più alta, dico:

-Hey, piccola, mi senti??- vedendo che non accenna a rispondere, poso una mano sulla sua spalla e…. niente… il nulla… le piante intorno a me, cominciano a dissolversi e prima che possa anche solo formulare un’ipotesi, mi ritrovo sdraiata a terra, con il diario stretto tra le mani, la fronte madida di sudore e il respiro irregolare. Come scottata lascio l’oggetto e indietreggio senza alzarmi da terra, fino a che con il dorso non tocco la superficie della corteccia di un albero, che per via del vestito non troppo pesante, sento ruvida contro la mia schiena.

- C-Che diavolo è successo!!- dico mentre con le mani mi appoggio al tronco per issarmi in piedi. Ormai è buio, mi avvicino al diario e velocemente lo infilo nella sacca, come se da un momento all’altro potesse uscirvi qualcosa, scacciando dalla mia testa quest’ultimo episodio, raccolgo le pietre focaie e dopo averle sfregate l’una contro l’altra svariate volte, riesco ad accendere un fuoco per la notte.

Dopo tutto quello che è successo, il mio unico pensiero è:

- C-chissà chi era quella ragazzina, non riesco a capire… -

 

 

Sono ormai un paio d’ore che mi sono svegliata e ho ripreso il viaggio, cammino, cammino, ma mi sembra di non arrivare da nessuna parte, il paesaggio intorno a me, non accenna a cambiare, pare proprio che io mi sia persa, eppure la bussola indica il Nord, e io sto seguendo la freccia, penso proprio che il viaggio si protrarrà anche di notte. Muovo un passo e mi fermo di botto guardandomi intorno. Non è possibile… sono di nuovo al punto di partenza!!!

- Accidenti!!!!! Ma com’è possibile!!!- grido esasperata, gettando a terra l’oggetto.

Comincio a cadere nello sconforto più totale… se prima avevo paura di non riuscire ad uscire dalla foresta ora ne sono sicura.. poi le guardie mi stanno alle calcagna.. sono certa che mi troveranno…

Sconsolata, mi lasciò cadere a terra, rannicchiando le gambe al petto e rimanedno sdraiata in mezzo alla radura e, mentre sento il dolore ai piedi farsi sempre più acuto, calde lacrime, cominciano a bagnarmi le guance..

- Mi dispiace Aghata… ma non mi troverai alla Grotta…-

Mi lascio cullare dal suono del vento tra le fronde degli alberi e mi addormento…

 

Non so esattamente quanto tempo ho dormito, ma quando riapro gli occhi noto subito di non essere nel posto che ricordavo. Mi guardo attorno un po’ spesata e, solo dopo aver raddrizzato la schiena ed essermi seduta, mi accorgo di trovarmi nella grotta. Ma com’è possibile….?? Sono certa di non essere venuta qui da sola…. Non avrei potuto farlo… e allora…

Il mio fiume di pensieri viene interroto da una voce calda:

- Ah, ti sei svegliata finalmente!! Hai dormito per due giorni interi!!-

Sobbalzo e spaventata mi volto verso la fonte di quel suono, è… è un ragazzo, non vedo bene il suo viso perché la sua figura è avvolta dalla luce del sole che filtra nella grotta, dall’entrata alle sue spalle. Mi alzo di scatto e mi allontano, da quella persona chiunque essa sia, fino a toccare con la schiena la parete fredda della caverna.

- C-Chi sei?? – chiedo con voce strozzata.

Sento una risata allegra provenire dal giovane:

- Non ti voglio fare niente stai tranquilla!! Comunque io sono Zack!! Aghata ed io ti abbiamo trovata in mezzo alla radura… eri svenuta.. tu sei..?-

A sentire il nome della fattucchiera, mi calmo e capisco che questo non è un mio nemico, ma la nostra guida.

- Come avete fatto a trovarmi??- chiedo sinceramente stupita, senza rispondere alla sua domanda.

Lui, ancora in attesa di sapere il mio nome, appare u po’ stupito e poi con l’aria di uno che cade dalle nuvole dice:

- Boh, non me lo chiedere… quella vecchia mi ha detto semplicemente che andavamo a fare un piccolo giro nella foresta perché aveva “sentito” qualcosa e poi… ti abbiamo trovata… magia suppongo..-

A quell’ ultima parola, il mio cuore fa una capriola… con dei movimenti lenti mi stacco dal muro e avanzo verso Zack, ancora non l’ho visto in volto. Appena muovo un passo lo intravedo muoversi verso di me, e finalmente lo vedo… è.. piuttosto scuro di pelle e dei ciuffi biondi, gli ricadono sulla fronte disordinati, quasi nascondendo i suoi occhi verdi. Non so perché, ma subito mi passo una mano tra i capelli e lo osservo mentre mi scruta con attenzione.

- C-Che cosa c’è??- chiedo io leggermente imbarazzata.

- Lo sai.. forse è meglio se ti lavi quei capelli, insomma… non sono tanto splendenti!-

Il leggero imbarazzo che provavo fino a qualche istante prima, cresce a dismisura e balbettando riesco solo a dire.

- F-Fatti gli affari tuoi!!!!!- e spingendolo da parte e sento il suo sguardo puntato su di me, mentre mi allontano dalla caverna.

 

- Ma come diavolo si permette quello sfrontato di rivolgersi così ad una ragazza!! Se poi sapesse quello che ho passato!!!- borbotto fermandomi, dopo esser certa di non essere sentita da nessuno.

- Uffa ma dove diavolo è Aghata??-

Come se fosse stata chiamata, eccola che spunta da dietro un albero con dietro Arjia, subito le corro incontro.

- Oh… eccoti qui!! Ascolta… mi dispiace che tu abbia dovuto….-

- Shhh… non dire niente… ascolta- e detto questo alza l’indice della mano destra e socchiude gli occhi, canticchiando un motivetto.

- Aghata… io non sento niente…- le faccio presente dopo qualche secondo, quasi timorosa di aver detto la cosa sbagliata.

Come se non avesse ascoltato una mia sola parola, si volta verso di me sorridendomi e mi chiede:

- Allora Erin… come va??? Ti senti meglio??? Hai conosciuto Zack immagino…-

A sentire quel nome, sento il sangue ribollirmi nelle vene e con un ringhio dico:

- Si… direi che l’ho conosciuto…-

- E’ un bravo ragazzo non trovi??-

- Oh ma certo!!!- esclamo sarcastica, poi tornando seria dico:

- Ascolta… puoi dirmi dove posso trovare un luogo per farmi un bagno?? Sai…-  le rivoglo uno sguardo d’intesa, sfiorandomi i capelli.

- Oh naturalmente!!- indica un punto alla mia sinistra e aggiunge – Da quella parte c’è una piccola sorgente, puoi andare lì..!-

Seguo con lo sgurdo la direzione indicatami da Aghata e sentendo il rumore dell’acqua, risuonarmi nelle orecchie la ringrazio e mi avvio, con il desiderio irrefrenabile di farmi un bel bagno ristoratore.

 

  
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