*Erin
la strega *
Capitolo 2
Quando mi sveglio,
il sole è già alto, devo aver dormito troppo! Nella notte il fuoco si è spento
e ora, non ne rimane che un cumulo di cenere e legno bruciato. Mentre io
riposavo, le guardie devono aver continuato a cercarmi, e ora saranno si e no a mezz’ora da dove mi trovo. Senza perdere altro
tempo mi alzo, vorrei tanto farmi una bagno, sento i
capelli unti che mi scivolano sulle spalle, e la veste che indosso, se
possibile è ridotta ancora peggio di prima. Prendo la sacca ai miei piedi e
sparpaglio quello che rimane del falò della sera precedente, spero
che questo mi aiuti a guadagnare tempo, facendo perdere le tracce del mio
passaggio ai miei inseguitori.
Comincio ad incamminarmi e,
portandomi la bisaccia al ventre, la apro facendo scivolare nelle mie mani la
cartina. La apro velocemente e comincio a guardare
attentamente il percorso tracciato. Prosegue verso nord. Frugo nella
sacca per cercare una bussola e, quando la mia mano sfiora il metallo freddo
della sua superficie, penso che mia madre ha considerato
proprio tutto per fortuna!
La tiro fuori e dopo aver messo
al suo solito posto la bisaccia, mi fermo un momento per vedere da che parte
punta il Nord, e con orrore, mi accorgo che sto
andando nella direzione sbagliata! Certo, l’errore non è enorme, ma nella mia
situazione è davvero un brutto intoppo, da dove mi trovo, devo spostarmi verso
sinistra per almeno un paio di chilometri!
Con la bussola sempre stretta in
mano, comincio a spostarmi nella direzione indicata dalla freccia, dopo solo
qualche passo, sento le foglie secche e i sassi, sfregare contro la pianta del
mio piede, le scarpe che ho indosso, devono essersi sfaldate, la suola è praticamente inesistente. Senza nemmeno fermarmi, comincio a
sfilarmele e dopo averle riposte nella sacca, per non lasciare alcuna traccia
del mio passaggio, comincio ad avanzare a piedi nudi,
stando attenta a non ferirmeli ulteriormente, visto che sono già tutti rossi.
Con una smorfia, penso che prima di arrivare alla grotta, avrò le vesciche.
Dopo un paio d’ore, lancio
un’occhiata alla bussola, e sorridendo tra me e me, noto che ora sto seguendo
la strada giusta, i piedi mi dolgono, ma non posso fermarmi, non adesso che so
di avere le guardie alle calcagna. Un’altra volta il sole
tramonta, sono solo al primo giorno di cammino, se vado avanti a questa
velocità, me ne spetteranno ancora altri tre. Devo trovare una soluzione….
Questa parte della foresta è
molto più asciutta della precedente, strano visto che
mi sto dirigendo a Nord, tuttavia non indago molto, la cosa non può che farmi
piacere, almeno questa notte riuscirò ad accendere un fuoco, limitandomi ad
utilizzare delle comunissime pietre focaie. Le mie scorte di cibo stanno via
via diminuendo e, mentre tiro fuori i viveri dalla sacca, mi accorgo finalmente
del diario, me ne ero completamente dimenticata! Presa dall’avidità di sapere cosa c’è scritto al suo
interno, mi dimentico completamente di mangiare e aprendolo, comincio a
sfogliarlo….
Dopo solo poche righe, riesco ad
individuare delle similitudini tra le parole scritte dall’ultimo possessore del
taccuino, e la scrittura di mia madre….
Mi immergo
subito nella lettura, del libro e mentre le parole, scorrono veloci sotto i
miei occhi, non posso trattenermi dal piangere, ci sono scritte cose orribili,
con uno scatto lo chiudo, incapace di andare oltre. Tutti i sentimenti, il
dolore per la perdita della madre, la rabbia nei confronti delle persone che
avrebbero dovuto prendersi cura di lei e gli avevano invece voltato le spalle,
la solitudine provata una volta rimasta sola, erano tutti racchiusi in quelle
righe disordinate.
Con un certo timore, lo riapro e
facendo scivolare le mie dita sull’inchiostro delle lettere, chiudo
gli occhi, intorno a me solo l’oscurità. Mi guardo intorno freneticamente, cosa
sta succedendo??
Muovo un passo, in avanti, o
almeno così mi pare, e un cerchio di luce avvolge i miei piedi, per poi
allargarsi intorno a me, mostrandomi la foresta, dove poco prima stavo
sfogliando il diario. Non capisco, cosa sia successo, il luogo è lo stesso di
prima, e allora perché mi sento diversa?
Cerco di riflettere, ma un
rumore simile ad un singhiozzo, mi desta dai miei pensieri e, voltandomi posso
scorgere una piccola figura accasciata al suolo, mentre si stringe
convulsamente gli abiti addosso. I capelli neri le coprono il
viso, mi muovo verso di lei con voce insicura chiedo:
- Hey piccola,
tutto bene??-
Ma lei
niente, sembra non essersi minimamente accorta della mia presenza, strano,
magari non mi ha sentito….
Con voce un po’ più alta, dico:
-Hey, piccola, mi senti??- vedendo
che non accenna a rispondere, poso una mano sulla sua spalla e…. niente… il nulla… le piante intorno a me, cominciano a
dissolversi e prima che possa anche solo formulare un’ipotesi, mi ritrovo
sdraiata a terra, con il diario stretto tra le mani, la fronte madida di sudore
e il respiro irregolare. Come scottata lascio
l’oggetto e indietreggio senza alzarmi da terra, fino a che con il dorso non
tocco la superficie della corteccia di un albero, che per via del vestito non
troppo pesante, sento ruvida contro la mia schiena.
- C-Che diavolo è successo!!-
dico mentre con le mani mi appoggio al tronco per issarmi in piedi. Ormai è
buio, mi avvicino al diario e velocemente lo infilo nella sacca, come se da un
momento all’altro potesse uscirvi qualcosa, scacciando dalla mia testa
quest’ultimo episodio, raccolgo le pietre focaie e
dopo averle sfregate l’una contro l’altra svariate volte, riesco ad accendere
un fuoco per la notte.
Dopo tutto
quello che è successo, il mio unico pensiero è:
- C-chissà chi era quella
ragazzina, non riesco a capire… -
Sono ormai un paio d’ore che mi
sono svegliata e ho ripreso il viaggio, cammino, cammino, ma mi sembra di non
arrivare da nessuna parte, il paesaggio intorno a me, non accenna a cambiare,
pare proprio che io mi sia persa, eppure la bussola
indica il Nord, e io sto seguendo la freccia, penso proprio che il viaggio si
protrarrà anche di notte. Muovo un passo e mi fermo di botto guardandomi
intorno. Non è possibile… sono di nuovo al punto di partenza!!!
- Accidenti!!!!! Ma com’è
possibile!!!- grido esasperata, gettando a terra
l’oggetto.
Comincio a cadere nello
sconforto più totale… se prima avevo paura di non
riuscire ad uscire dalla foresta ora ne sono sicura.. poi le guardie mi stanno
alle calcagna.. sono certa che mi troveranno…
Sconsolata, mi lasciò cadere a
terra, rannicchiando le gambe al petto e rimanedno sdraiata in mezzo alla
radura e, mentre sento il dolore ai piedi farsi sempre più acuto,
calde lacrime, cominciano a bagnarmi le guance..
- Mi dispiace Aghata… ma non mi
troverai alla Grotta…-
Mi lascio cullare dal suono del
vento tra le fronde degli alberi e mi addormento…
Non so esattamente quanto tempo ho dormito, ma quando riapro gli occhi noto subito di non
essere nel posto che ricordavo. Mi guardo attorno un
po’ spesata e, solo dopo aver raddrizzato la schiena ed essermi seduta, mi
accorgo di trovarmi nella grotta. Ma com’è possibile….?? Sono certa di non
essere venuta qui da sola…. Non avrei potuto farlo… e
allora…
Il mio fiume di pensieri viene
interroto da una voce calda:
- Ah, ti sei svegliata
finalmente!! Hai dormito per due giorni interi!!-
Sobbalzo e spaventata mi volto
verso la fonte di quel suono, è… è un ragazzo, non vedo bene il suo viso perché
la sua figura è avvolta dalla luce del sole che filtra nella grotta,
dall’entrata alle sue spalle. Mi alzo di scatto e mi allontano, da quella
persona chiunque essa sia, fino a toccare con la schiena la parete fredda della
caverna.
- C-Chi sei?? – chiedo con voce
strozzata.
Sento una risata allegra
provenire dal giovane:
- Non ti voglio fare niente stai tranquilla!! Comunque io sono Zack!! Aghata ed io ti abbiamo trovata in mezzo
alla radura… eri svenuta.. tu sei..?-
A sentire il nome
della fattucchiera, mi calmo e capisco che questo non è un mio nemico, ma la
nostra guida.
- Come avete fatto a
trovarmi??- chiedo sinceramente stupita, senza rispondere alla sua domanda.
Lui, ancora in attesa di sapere il mio nome, appare u po’ stupito e poi
con l’aria di uno che cade dalle nuvole dice:
- Boh, non me lo
chiedere… quella vecchia mi ha detto semplicemente che andavamo a fare un
piccolo giro nella foresta perché aveva “sentito” qualcosa e poi… ti abbiamo
trovata… magia suppongo..-
A quell’
ultima parola, il mio cuore fa una capriola… con dei movimenti lenti mi
stacco dal muro e avanzo verso Zack, ancora non l’ho visto in volto. Appena muovo un passo lo intravedo muoversi verso di me, e
finalmente lo vedo… è.. piuttosto scuro di pelle e dei ciuffi biondi, gli
ricadono sulla fronte disordinati, quasi nascondendo i suoi occhi verdi. Non so
perché, ma subito mi passo una mano tra i capelli e lo osservo mentre mi scruta
con attenzione.
- C-Che cosa c’è??-
chiedo io leggermente imbarazzata.
- Lo sai.. forse è meglio se ti lavi quei capelli, insomma… non sono
tanto splendenti!-
Il leggero imbarazzo
che provavo fino a qualche istante prima, cresce a
dismisura e balbettando riesco solo a dire.
- F-Fatti gli affari
tuoi!!!!!- e spingendolo da parte e sento il suo
sguardo puntato su di me, mentre mi allontano dalla caverna.
- Ma
come diavolo si permette quello sfrontato di rivolgersi così ad una ragazza!!
Se poi sapesse quello che ho passato!!!- borbotto
fermandomi, dopo esser certa di non essere sentita da nessuno.
- Uffa ma dove
diavolo è Aghata??-
Come se fosse stata
chiamata, eccola che spunta da dietro un albero con dietro Arjia, subito le
corro incontro.
- Oh… eccoti qui!!
Ascolta… mi dispiace che tu abbia dovuto….-
- Shhh… non dire
niente… ascolta- e detto questo alza l’indice della mano destra e socchiude gli
occhi, canticchiando un motivetto.
- Aghata… io non
sento niente…- le faccio presente dopo qualche secondo, quasi timorosa di aver
detto la cosa sbagliata.
Come se non avesse
ascoltato una mia sola parola, si volta verso di me sorridendomi e mi chiede:
- Allora Erin… come
va??? Ti senti meglio??? Hai conosciuto Zack
immagino…-
A sentire quel nome,
sento il sangue ribollirmi nelle vene e con un ringhio dico:
- Si… direi che l’ho
conosciuto…-
- E’
un bravo ragazzo non trovi??-
- Oh ma certo!!!- esclamo sarcastica, poi tornando seria dico:
- Ascolta… puoi
dirmi dove posso trovare un luogo per farmi un bagno?? Sai…- le rivoglo uno
sguardo d’intesa, sfiorandomi i capelli.
- Oh naturalmente!!-
indica un punto alla mia sinistra e aggiunge – Da quella parte c’è una piccola
sorgente, puoi andare lì..!-
Seguo con lo sgurdo
la direzione indicatami da Aghata e sentendo il rumore dell’acqua, risuonarmi
nelle orecchie la ringrazio e mi avvio, con il desiderio irrefrenabile di farmi
un bel bagno ristoratore.