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Autore: Miss Dumbledore    19/09/2013    11 recensioni
Era stato un attimo, un istante per devastare una giornata normale. Aveva preso la solita passaporta, una spilla delle Harpies scolorita, ed era arrivata in Norvegia, all'accampamento dove lavorava, era andata a fare i controlli di routine e aveva scherzato con suo zio Charlie su come aveva passato la notte con suo marito, un modo che avrebbe fatto impallidire il povero Harry, aveva sottolineato lo zio mentre controllavano un nido. E poi, mentre controllavano un esemplare maschio sotto custodia per delle brutte ferite era apparso il patronus di Kim, e un colibrì con la voce ridotta ad un sussurro spento della sua migliore amica le aveva annunciato l'inizio della fine.
“She was the sun
Shining upon
The tomb of your hopes and dreams so frail
He was the moon
Painting you
With it's glow so vulnerable and pale”

C'era lui che non voleva svegliarsi e poi c'era lei, che lo aspettava.
Genere: Malinconico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Malfoy, Famiglia Potter, Lily Luna Potter, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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THE SCORPION'S END.

what if..?

La grande tragedia della vita non è che gli uomini muoiano, ma che cessino di amare.”
-william somerset maugham

Non era uscita dall'ospedale, avrebbe dovuto andare a casa, magari farsi una doccia e cambiarsi, prendere tutto ciò che sarebbe servito per il dopo, ma.. semplicemente non poteva, il solo pensiero di allontanarsi troppo dal corpo inerte di suo marito la uccideva. Così era finita in una piccola sala d'aspetto deserta qualche corridoio più in là, accovacciata su una poltroncina di plastica scomodissima a fissare la lancetta dei secondi dell'orologio appeso alla parete che inesorabile, ad ogni tic e ad ogni tac, segnava l'avvicinarsi della fine.
Perdere la persona che ami così, di colpo, senza nemmeno accorgertene era doloroso, certo, ma Lily si ritrovò a pensare che forse sarebbe stato meglio così invece di quell'attesa lancinante. Meglio del sapere data e ora e non poterci fare nulla comunque se non aspettare di vedere morire la parte più importante di lei.
Non voleva, non voleva condannarlo a morte, ma quello che non capivano, in quella stanza, era che lui era già morto e che non sarebbe tornato. Per quanto i medimaghi si sarebbero accaniti, per quante pozioni avesse ingerito non sarebbe comunque cambiato nulla. Lui era morto, eppure era ancora lì a tormentare il suo cuore.
Scorpius Malfoy, in ogni situazione, era capace di rendere la sua assenza l'unica presenza che si potesse percepire. Era un suo talento, rimaneva con te anche quando non c'era, in ogni parola, gesto, frase, suono od odore che c'era intorno a te potevi benissimo distinguere la sua voce, il suo tocco, il suo odore. Era una persona difficile da lasciare andare.
Era l'assenza più presente che fosse mai esistita.

Safety net, don't hold me now
In this hole I've falling down
Secret home I made and found
And you wait to breathe”
#Rete di sicurezza, non mi tenere ora
In questo buco sono caduta in basso
Casa segreta ho fatto e trovato
E tu aspetti di respirare#

-Potter dobbiamo parlare,- disse perentorio lui. Poteva immaginarsela la sua faccia, con la mascella squadrata contratta e lo sguardo ghiacciato.
Rimase ostinatamente in silenzio, incrociando le braccia e battendo la punta del piede ritmicamente.
-Per quanto ancora vuoi mandare avanti questo teatrino?- continuò lui perfettamente immobile.
Ancora silenzio a parte il battere ritmico sulla pietra della sua scarpa.
-Salazar Lily Potter, smettila di fare la bambina!- esclamò lui prendendola per un braccio per scuoterla. La ragazza si ritrasse di scatto, come scottata, continuando ad evitare il suo sguardo e mordendosi l'interno della guancia intimandosi di stare zitta. Girò la testa di lato fissando ostinatamente una del miliardo di pietre che componevano quella scuola.
-Bene,- lo sentì dire funereo e vide con la coda dell'occhio che si mosse, ma non fece nemmeno in tempo a sperare che si fosse arreso che si sentì afferrare per il braccio, questa volta con più forza e trascinare. Si oppose con tutte le sue forze, senza urlare, senza parlare. Non voleva, non voleva affrontare il discorso, perchè proprio quando aveva deciso di non disprezzare la nobile arte del fuggire dei Serpeverde, anzi, di affidarvicisi l'aveva vista ritorcersi contro di lei? Perchè semplicemente Malfoy non poteva comportarsi da copione e ignorare il tutto, ignorare anche lei se possibile? La lotta silenziosa durò qualche istante, non si spostarono di poco e si ritrovò a fissarlo negli occhi, grigi, sempre così indecifrabili e leggere nei lineamenti del suo viso la rabbia e il fastidio.
-Non scappi stavolta,- le disse duro fissandola negli occhi con tanta determinazione da fare quasi paura. Paura. Sì, lei era spaventata, ma non da lui, da cosa avrebbe potuto farle, si sarebbe potuta difendere, non aveva paura di lui, aveva paura di sé stessa. Perchè se ancora non si spiegava lo scatto di lui, probabilmente nato solo dal desiderio di farle un nuovo dispetto quello di cui non riusciva davvero a raccapezzarsi era stata la propria risposta a quel gesto. Era stato instintivo stringerlo a sé, rispondere al bacio, baciarlo lei stessa, avvicinarsigli, inspirare il suo profumo. E questo proprio non sapeva come spiegarselo.
-Smettila! Smettila di fare tutto questo per puntiglio. Perchè Malfoy è troppo egomaniaco e pieno di sé per poter essere ignorato, per non essere al centro dell'universo di tutti. Smettila di impuntarti solo perchè sei pieno di te da far schifo,- era sbottata, con gli occhi spalancati e il petto che le si alzava e abbassava velocemente, mentre cercava ancora di allentare la presa di lui dal suo avambraccio alzato e allo stesso tempo non perdere il contatto visivo. Era stanca, perchè non la lasciava in pace? Quel gioco non la divertiva più, stava diventando davvero pesante.

Skin of all, skin of all
I've had enough, ooh ohh
Skin of all
And in the sickness, you have faith
And in the thickness you find me
Finally
In the city, you find pain
And the people you see there
That remind you of your role
Let me go”
#Pelle di tutto, pelle di tutti
Ne ho avuto abbastanza, ooh ohh
Pelle di tutto
E nella malattia, si ha fede
E nello spessore a trovare me
Infine
In città, si trova il dolore
E la gente si vede lì
Che ti ricordano il tuo ruolo
Lasciami andare.#

Le mancava , le mancava litigarci, ripetersi fra sé e sé che l'odiava. Le mancava il suo quinto anno ad Hogwarts, in cui tutto era iniziato, in cui si era accorta di guardare quell'idiota platinato in modo diverso, di guardarlo davvero. Le mancava tutto quello perchè allora poteva ancora chiudere gli occhi e ignorare i problemi, allora poteva decidere se sarebbe andato tutto bene o no. Perchè allora era bastato un sorriso a salvarli dalle macerie del loro amore, mentre in quel momento sentiva solo vuoto e impotenza e per quanto si ripetesse da sola che Scorpius non c'era più, che quello era solo un involucro vuoto su cui non valeva la pena di accanirvisi più del necessario ancora ci sperava. Sperava che lo spirito di sopravvivenza sarebbe stato più forte, che staccarlo dalla culla sicura degli incantesimi l'avrebbe fatto riemergere. Ci sperava con tutte le sue forze, anche se non l'avrebbe mai ammesso, non l'avrebbe mai fatto per il semplice motivo che se l'avesse fatto avrebbe voluto dire avere una speranza, e quella, era una di quelle cose che non poteva più permettersi.

Skin of all, skin of all
I've had enough, ooh ooh
Skin of all
And in the sickness, you have faith
And in the thickness you find me
Finally, finally
That's what they say
Finally”
#Pelle di tutto, pelle di tutti
Ne ho avuto abbastanza, ooh ooh
Pelle di tutto
E nella malattia, si ha fede
E nello spessore a trovare me
Infine, finalmente
Questo è quello che dicono
Infine#

-Skin ; Zola Jesus

Lo baciò di scatto, d'istinto. Se la ritrovò contro le labbra, delicata quanto l'odore di lillà e Nutella, no, non cioccolata, ma proprio quella specifica crema di nocciole che lei e sua sorella si litigavano sempre e in quel momento potè dar loro torto, sopraffatto dal suo odore, dal suo sapore che sentì appena allungando solo per un istante la punta della lingua, quasi come se dovesse solo umettarsi le labbra.
Chiuse gli occhi mentre lei rimaneva semplicemente appoggiata con una mano sul suo petto, le labbra appoggiate castamente sulle sue e gli occhi chiusi.
Non appena si sciolse come un cubetto di ghiaccio in un vulcano evaporò anche quella sensazione di purezza, perché ora lei lo baciava con ardore, non appena lui aveva mosso le
labbra in risposta, non appena lei aveva avuto il permesso di possederle, il desiderio aveva rotto l'argine lasciando lei stravolta, ancora in punta di piedi appoggiata leggera a lui, costretto contro al muro di pietra dell'ennesimo corridoio di quell'enorme scuola. La passione di lei sarebbe bastata per entrambi, mentre in quel bacio metteva una foga che le aveva visto solo quando lo insultava, lo fronteggiava, arrabbiata con lui. Ma stavolta non aveva fatto niente.. e se questo era il nuovo modo che aveva ideato per punirlo, beh, si sarebbe sacrificato da bravo animo nobile, reprimendo un brivido mentre lui le passava le mani sulla schiena e le mordeva il labbro famelico, reprimendo un brivido mentre lei furiosa stringeva a pugno la mano fra i suoi capelli così biondi da sembrare albini, così malfoyeschi.
Lui non sapeva, non sapeva che la sua colpa più grande era averle rubato il cuore; e l'avrebbe punito, oh sì, eccome se l'avrebbe punito. In un modo o nell'altro.

The summer sun it blows my mind
It’s falling down on all that I’ve ever known
Time to kiss the world goodbye
Falling down on all that I’ve ever known
Is all that I’ve ever known”

#Un sole estivo che mi fa scoppiare la testa
Sta calando su tutto ciò che conosco da sempre
È tempo di dare il bacio d'addio al mondo
Sta calando su tutto ciò che conosco da sempre
È tutto ciò che conosco da sempre#

Non era venuto ancora nessuno a cercarla, a tirarla fuori da quel pozzo nero di ricordi in cui stava lentamente affogando, segno che dovevano tutti odiarla. In fondo almeno aveva la possibilità di decidere, mentre loro.. loro avevano dovuto semplicemente accettare la sua scelta come un dato di fatto, non aveva nemmeno dato modo di protestare e se n'era andata da quella stanza, voltando le spalle alle persone che formavano la sua intera vita, al corpo inerte dell'uomo che più amava.
Tic.. Tac.. Tic.. Tac..
C'erano gli altri che ancora lottavano per la sua vita, intestarditi sul fatto che lui non sarebbe morto, c'era quella stanza stracolma di persone che lo piangevano e quella sala d'attesa deserta in cui le dannate lancette di quell'orologio segnavano l'avvicinarsi inesorabile e lento della fine.
C'era lui che non si sarebbe svegliato e poi c'era lei, che lo avrebbe aspettato.

A dying scream it makes no sound
Calling out to all that I’ve ever known
Here am I, lost and found,
Calling out to all”
#Un urlo morente non fa nessun suono
Sto urlando contro tutto ciò che conosco da sempre
Sono qui, perso e ritrovato,
urlando contro tutto#

-Ascolta Al, non succederà mai, e ti ripeto MAI che io possa andare d'accordo con quell'imbecille, non capisco come tu possa essergli amico. - L'espressione imbronciata della piccola Corvonero la diceva lunga su come la pensava sulle amicizie del fratello maggiore.
- Andiamo Lils, non fare la difficile. Anche io sono un Serpeverde, ma mica mi odi, no?- Disse bonario Albus cercando per la millesima volta di far andare d'accordo la sorella col suo migliore amico.
- Io proprio non capisco cosa ci trovi in quell'essere ributtante, è un Malfoy - continuò lei ignorando le deboli proteste del fratello tenendo il muso.
- Io mi chiedo perchè tu e James dobbiate essere così..così..così ottusi, ecco! - Borbottò esasperato dalle convinzioni derivanti dalla vecchia, e tutt'ora in vigore, nemesi fra i Potter e Malfoy senior.
- È un idiota e basta, potrò benissimo sopravvivere senza approfondire la sua conoscenza, come ho benissimo fatto in quindici anni - ribattè testarda guardando imbronciata il camino dardeggiante della sala comune verde argento.
- Tranquilla Potter, il sentimento è reciproco - intervenne pigramente il biondino accasciato sul divano in pelle nera che si fumava tranquillamente una sigaretta; - a dire il vero non capisco nemmeno perchè tu sia qui visto il tuo ripetere continuamente quanto odi noi Serpi - aggiunse ghignando sempre assorto a guardare le spirali di fumo che gli uscivano dalla bocca.
- Oh Malfoy, sta sicuro che non è per la tua dolce compagnia - lo rimbeccò lei piuttosto acidamente, Merlino quanto era fastidioso. - Sai, si da il caso che qua ci stia anche mio fratello oltre sua signoria sono-il-re-del-mondo-viscidume-Malfoy. -
- Sai Malfoy, a volte mi chiedo se tu sappia ridere sai? Sembri più il tipo da ghignetto idiota - saltò su poi, quando sembrava che il discorso si fosse arenato nel silenzio che aleggiava nell'aria annoiata e sonnolenta del sabato pomeriggio.
- Ti si era inceppato il cervello Potter o dovevi pensarci bene prima di trovare una risposta decente? - La provocò lui ignorando la sua affermazione.
- Non mi spreco nemmeno a risponderti, tanto decerebrato come sei non capiresti dunque è inutile sprecare fiato in una risposta degna di questo nome - pigramente si stiracchiò dalla sua posizione accucciata giusto per sgranchire un po' gli arti indolenziti dal mantenimento prolungato di quella posizione.
- Sei più odiosa del solito quando parli a sproposito senza nemmeno sapere dove andrai a parare, Potter. - La apostrofò svogliatamente, come se mandare avanti quella discussione fosse più un dovere che il loro solito 'diletto'. Lei si limitò a fargli una linguaccia priva di voglia per articolare una risposta abbastanza acida.

We live a dying dream
If you know what I mean
All that I’ve ever known
It’s all that I’ve ever known“
#Viviamo un sogno morente
Se capisci cosa intendo
Tutto ciò che conosco da sempre
È tutto ciò che conosco da sempre#

Voleva solo uscirne nel modo più indolore possibile, ma era chiedere troppo. Stava per perdere uno dei punti cardine della sua vita da quando aveva undic'anni. Non importava in che veste, il fratello della migliore amica, nemesi, cotta, amante segreto, fidanzato ed infine marito, ma lui c'era sempre stato, lui era sempre lì.
Lui era uno dei punti cardine della sua vita, sarebbe dovuto esserlo per il futuro come padre dei suoi figli, amore della sua vita. Avrebbe dovuto esserci sempre, era questo che faceva male, non ciò che stava lasciandosi indietro, ma la possibilità del futuro assieme che le veniva strappata via da sotto al naso senza che lei potesse opporre nessuna resistenza. Perchè lui non ci sarebbe stato, ma lei, lei l'avrebbe aspettato sempre.

Catch the wind that breaks the butterfly
I cried the rain that fills the ocean wide
I tried to talk with God to no avail
Calling my name from out of nowhere
I said «If you won’t save me,
please don’t waste my time»”
#Ho colto il vento che spezza la farfalla
Ho pianto la pioggia che riempie tutto l'oceano
Ho provato a parlare con Dio senza riuscirci
Chiamandolo dentro e fuori da ogni posto
Ho detto «Se non mi salvi,
Per favore non farmi perdere tempo»#

Non lo voleva uccidere, Merlino no!, ma non poteva più vederlo così. Non ci voleva credere nemmeno lei davvero al fatto che fosse già morto, vederlo respirare, in quel letto. Faceva male, male da morire. Forse, lui avrebbe lottato, sarebbe riemerso, l'avrebbe abbracciata e stretta a sé dicendole che era sempre la solita e lei gli avrebbe risposto di starsene zitto e risparmiarsi le sue solite idiozie.
Sarebbe potuta andare così, ma non si sarebbe mai abbandonata alla speranza.
Per quanto avesse fiducia in lui, per quanto gli avesse creduto ogni volta che aveva detto che sarebbe tornato ora non poteva più aggrapparsi ciecamente a quell'amore che la stava smantellando ad ogni ticchettio dell'orologio.
Si strinse le braccia attorno alle gambe raccolte contro il petto, appoggiando il mento alle ginocchia sembrava fosse in posizione fetale. Sembrava volesse accartocciarsi tanto su sé stessa da sparire del tutto, fissando un orologio che scandiva sadicamente il tempo.
-Lils,- una voce emerse nel ronzio dei suoi pensieri.
Alzò lentamente lo sguardo, incontrando quello blu e comprensivo dell'amico che le sorrideva mestamente.
-Ares,- mormorò con la voce roca e un tono incolore.
Lui le si avvicinò lentamente, come se avesse paura che ad un movimento brusco sarebbe potuta scappare, ma in realtà non ne aveva più la forza. Le si sedette accanto e con delicatezza le passò un braccio sulle spalle stringendosela addosso. Docilmente, la ragazza si lasciò guidare appoggiando la testa al suo petto e chiudendo gli occhi stancamente. Non aveva più la forza di lottare.

The summer sun it blows my mind
It’s falling down on all that I’ve ever known
Time to kiss the world goodbye
Falling down on all that I’ve ever known
Is all that I’ve ever known.”

#Un sole estivo che mi fa scoppiare la testa
Sta calando su tutto ciò che conosco da sempre
È
tempo di dare il bacio d'addio al mondo
Calando su tutto ciò che conosco da sempre
È
tutto ciò che conosco da sempre.#

-Falling down ; Oasis

-Basta con questo teatrino Malfoy, sono stanca,- il fiato corto mentre, non ci avrebbe creduto se glielo avessero detto un mese prima, stava davanti alla porta sbarrata del dormitorio maschile Serpeverde, tenendo in trappola in quella stanza l'ultimo ragazzo con cui avrebbe pensato di finire in quella situazione.
-Giochetti?- disse guardandola attentamente, non sembrava per niente preoccupato della situazione, evidentemente pensava di non essere veramente in trappola.
-Sì, sono stanca, tu non sei un gatto e tantomeno io sono un topolino con cui giocare, mettiamo le carte in tavola,- rispose lei, del tutto determinata a finirla lì. Era stanca dei baci rubati, delle strane conversazioni, delle allusioni enigmatiche, l'avrebbe portata ad un esaurimento nervoso.
-Esempio infelice, anche perchè io in teoria sarei il serpente e tu il corvo,- osservò lui alzando un sopracciglio mentre si appoggiava alla sponda del letto più vicino con tranquillità, incrociando le braccia.
-Ora vuoi stare qui a sindacare su quale animale ti si addica meglio?- rispose lei tagliente, non ne poteva più dei giri di parole.
-Precisavo soltanto chi, a rigor di logica, sarebbe il predatore e chi la preda,- rispose serafico come se il nervosismo di lei non lo toccasse minimanente.
Merlino, Morgana e Albus Dumbledore se la faceva innervosire.

Se ti da fastidio vuol dire che t'importa, no?”

When you try your best but you don’t succeed
When you get what you want but not what you need
When you feel so tired but you can’t sleep
Stuck in reverse”
#Quando tenti al tuo meglio ma non riesci
Quando ottieni ciò che vuoi ma non ciò di cui hai bisogno

Quando sei così stanca ma non riesci a dormire
Bloccata sottosopra#

Passarono le ore e il ragazzo l'obbligò a ingerire almeno un po' di thè caldo. Aveva sempre pensato che non sapere quando le persone che si amano sarebbero morte fosse una tortura perenne, ma in quel momento, mentre camminava per i corridoi semivuoti del St. Mungo avvolta dal mezzo abbraccio dell'amico, capì che sapere quando sarebbe successo e non poterci far nulla era decisamente mille volte peggio. Certo, era lei ad aver decretato l'ora e la data, ma.. ma si sentiva impotente, mentre gli sguardi spenti delle persone rinchiuse in quella stanza le si posarono tutti addosso non appena varcò la soglia.
-Mancano 15 minuti,- disse secca appellandosi alla sua forza di volonta per non cadere a terra.
-Lily..- la voce di Kim non riuscì nemmeno a raggiungerla nel limbo in cui si era rifugiata. Era tutto ovattato e così vuoto quasi da far male.
-L'avete.. l'avete salutato tutti?- continuò imperterrita, nonostante tutta la sicurezza che cercava di ostentare, una volta scostatasi da Ares scemasse lentamente alla vista di Scorpius che giaceva ancora nella stessa identica posizione, nello stesso letto, nelle stesse lenzuola.
-Non è giusto,- mormorò soltanto la bionda alzandosi dalla poltroncina in cui si era seduta la notte prima e anche tutta la giornata, per poi superarla e uscire dalla porta.
-No, non è giusto..- mormorò solamente la rossa, a sé stessa.
Nella stanza c'era Asteria che dando un bacio leggero sulla fronte del figlio sparì anche lei, sorretta da Draco che si limitò a carezzare una mano al ragazzo prima di accompagnarla fuori. C'era Kimberly che era uscita odiandola e probabilmente l'avrebbe maledetta per il resto della vita, almeno lei avrebbe avuto un colpevole su cui sfogare la rabbia. C'era Albus che cominciava a disporre le cose per quello che sarebbe successo poco dopo, c'era Zabini che dopo aver lanciato un'ultima occhiata all'amico le posò un bacio leggero fra i capelli e sparì anche lui oltre la soglia.
C'era Asteria, c'era Draco, c'era Kimberly, c'era Albus, c'era Zabini, c'era lui che non si sarebbe svegliato e poi c'era lei, che lo avrebbe aspettato.
-Lils.. è quasi ora, vieni,- le si avvicinò il fratello prendendola per il polso con delicatezza e sospingendola vicino al letto, su cui lei si lasciò cadere seduta mollemente, accanto a lui.
-Ora dovrò spiegarti quello che farò, fa parte del procedimento,- iniziò il fratello mentre lei manteneva sempre lo sguardo basso, vuoto. Fisso su un volto che non si sarebbe più aperto in un ghigno, in un sorriso o accigliato.
C'era Albus, c'era lui che non si sarebbe svegliato e poi c'era lei, che lo avrebbe aspettato.
-Preferirei che facessi tutto.. tutto in silenzio, ecco, preferirei il silenzio, la procedura l'ho già letta sui moduli,- mormorò la rossa con lentezza, incespicando un po' nelle parole mentre tratteneva ogni singola emozione per non crollare, -e vorrei che poi..poi mi lasciassi sola con lui.-
Il fratello osservò pensieroso la nuca rosso intenso, poi semplicemente annuì mormorando un sì. E cominciò, mentre lei gli teneva la mano fredda suo fratello, il suo migliore amico cominciò a togliergli anche quell'ultima eco di vita.
Dopo qualche luce uscita dalla bacchetta di mogano Albus lanciò un'ultimo sguardo all'uomo nel letto e lasciando una lieve carezza sul braccio della sorella se ne uscì in silenzio, chiudendosi la porta alle spalle.
Lily lentamente si stese al fianco di Scorpius, appoggiando la testa sul petto di lui in cui risuonava quasi impercettibile quel cuore che per tanto tempo aveva considerato di ghiaccio. E che poi l'aveva tanto infiammata. Sentiva che man mano che esso si spegneva il proprio seguirlo nell'oblio.
Sentiva il petto largo che l'aveva accolta più volte in abbracci prepotenti alzarsi delicatamente ad ogni respiro. E mentre i suoi polmoni collassavano sentiva il respiro venirle meno mentre le s'impigliava in gola.
Alzò lo sguardo e vide, vide quelle labbra con cui l'aveva insultata, istigata, baciata, amata, presa in giro e viziata. Quelle labbra appena socchiuse da cui, con un piccolo rantolo, entravano e uscivano i suoi ultimi respiri. Guardò le palpebre desiderando vedere per un'ultima volta l'intensità di quelle pupille grige trafiggerle il cuore, avrebbe voluto specchiarvisi un'ultima volta soltanto, ma sapeva che se gliele avesse aperte ci sarebbe stato solo il vuoto dietro. E man mano anche il suo sguardo si svuotava.
Si stava spegnendo con lui.
C'era lui che non si sarebbe svegliato e poi c'era lei, che lo avrebbe aspettato.
Pian piano, stando ben attenta a non perdere nemmeno un centimetro del contatto con il corpo di lui si sporse verso le sue labbra e vi posò le proprie, soffiando fra di esse, come se gli stesse offrendo la propria anima in cambio di qualche anno in più in cui lui avrebbe camminato in quel mondo. Chiuse gli occhi mentre le lacrime silenziose le scivolavano lungo le gote finendo sul viso di lui, mentre lentamente la consapevolezza avanzava in lei lasciandosi dietro solo terra bruciata.
Ti amo.
Avrebbe voluto dire, ma non c'erano mai riusciti, non sarebbe contato. Se l'erano dimostrato in talmente tanti modi che quelle parole sarebbero parse effimere.
Tu..tum.
Non morire.
Tu..
Avrebbe voluto urlargli, ma non sarebbe servito, perchè non avrebbe cambiato nulla.
..tum.
Non hai mantenuto la promessa, mi hai lasciata sola.
Avrebbe voluto sussurrare mentre sentiva passare fra le labbra socchiuse che sfioravano quelle dell'amato il loro ultimo respiro. Non sarebbe servito, perchè non sarebbe potuto tornare indietro.
Mentre sentiva due cuori spegnersi.
Si staccò lentamente e gli si accovacciò accanto, una mano posata dove una volta batteva il suo cuore, il cuore per cui lei respirava, e appoggiò la testa sul guanciale, stringendo nell'altra mano la mano di lui.
Era sola.
.. e poi c'era lei, che lo avrebbe aspettato.

And the tears come streaming down your face
When you lose something you can’t replace
When you love someone but it goes to waste
C
ould it be worse?”
#Quando le lacrime scorrono sul tuo viso
Quando perdi qualcosa che non puoi sostituire
quando ami qualcuno ma tutto va sprecato

Potrebbe essere peggio?#

-Dimmi Lily, ti manca mai?- La domanda arrivò a bruciapelo e quel sorriso che prima illuminava il suo pallido volto di colpo si spense, abbassò lo sguardo come intimorita dal peso di quella domanda, ma poi, da brava mancata Grifondoro, alzò lo sguardo verso di lui.
-A dire il vero non lo so.. no, non credo proprio.- Mentì in modo così spudorato e evidente che tanto valeva dire chiaro e tondo quello che pensava. E la risposta che le passava per la testa era più simile a questa 'Sì cazzo,mi manca tutto, mi manca quell'essere così dannatamente la Potter e il Malfoy di turno che litigano per i corridoi.. mi manca prenderti in giro, e poi finire tutto con un arrivederci, non sono pronta per un addio, lo sai bene.. e allora perchè te ne vai? Perchè mi lasci sola?' che a quella detta alta voce. Tutto questo, tutti i ricordi le frullavano nella testa come un incredibile tornado dal potenziale distruttivo in grado di devastare un cuore, il suo.
-Sai, Potter.. ultimamente ho imparato un po' di Occlumanzia.-
Quell'affermazione la fece sobbalzare mentre vedeva lui alzare la bottiglia di whisky incendiario a mo' di brindisi; quella frase indecifrabile dai più fu come un salvagente apparso dal nulla per Lily Luna Potter: lui sarebbe tornato da lei.
-Sono certa che non riusciresti mai a leggermi la mente, Malfoy,- rispose lei brindando a sua volta con una più sobria burrobirra.
-Ovviamente no, ma solo perchè nella tua testa c'è solo il vuoto siderale.-
Ghignò lui bevendo un altro sorso. Sì, pensò Lily con un lieve sorriso, sarebbe tornato da lei qualunque cosa fosse accaduta, perchè in quell'istante, con quella frase detta sulla riva del Lago Nero ad un orario improbabile davanti ad un piccolo falò, lui le aveva giurato che non sarebbe mai più stata sola.

~*~

Lights will guide you home
and ignite your bones
And I will try to fix you”
#Le luci ti guideranno a casa

E infiammeranno le tue ossa
E io proverò a consolarti#

All'appartamento non ci era più tornata, anzi, dopo il funerale a cui aveva presenziato in prima fila silenziosamente era sparita del tutto dalla circolazione. Aveva perso il senso del tempo, sinceramente non le importava nemmeno più che scorresse.
Era stata una bella cerimonia, vuota come tutto il resto del mondo dopo quella sera, ma abbastanza di classe e raccolta. Kimberly se ne stava fra le braccia di Albus, rintanata a piangere cercando di non farsi vedere in viso e anche lui aveva speso qualche lacrima. Lei si era messa in prima fila, certo, ma lontana dai genitori di lui e chiunque potesse provare a parlarle, nulla erano valse le preghiere di Ginny perchè tornasse, almeno per un po', a stare nella sua vecchia stanza a Godric's Hallow o le dolci carezze del padre, non appena venne messo nel mausoleo della famiglia Malfoy, in cui, accanto a lui, in qualità di Mrs. Potter-Malfoy aveva già un posto prenotato si era smaterializzata senza nemmeno aspettare le condoglianze.
Non uno sguardo alla lapide, dove sotto al canonico
“beloved son, brother, friend and husband” seguito dalla data di nascita e della morte, si era curata di far inserire una frase che le aveva scritto sul primo libro che le aveva regalato.

Amano davvero, quelli che tremano a dire che amano.
―philip sidney

Viveva alla giornata, semplicemente svegliandosi, curando i draghi e poi ritornandosene nella sua tenda. Se all'inizio suo zio Charlie aveva cercato di farla sciogliere aveva desistito in fretta non appena aveva intravisto il rischio che potesse scappare anche da lì e sparire per sempre alla vista della famiglia, cosa che avrebbe ucciso di sicuro Ginny.
Era come se in quell'ultimo bacio, le fosse stata risucchiata via l'anima, come se anche la morte avesse capito che in realtà erano un'anima sola e che stracciarla non era possibile senza distruggere inevitabilmente uno dei due.
Si sentiva talmente vuota da non accorgersi nemmeno della differenza fra giorno e notte, fra amici e nemici. Escludeva tutti, a prescindere dal grado di parentela o di conoscenza, non aveva nemmeno voluto vedere il notaio quando aveva letto il testamento. Morgana, lei non ci aveva mai nemmeno pensato a scriverne uno, erano così giovani, una vita davanti e un mondo da conquistare davanti a loro. Ora non aveva nemmeno più senso scriverlo, essendo rimasta completamente sola non le importava che si sarebbe spartito i suoi averi una volta morta come non le importava che villa dei Malfoy ora fosse di sua proprietà.
Stava tornando dall'ennesimo giro di ronda per controllare le covate e che non ci fossero troppi incidenti fra mamme iperprotettive, completamente piena di terra e polvere, quando, davanti alla sua tenda vide una persona che l'osservava fisso con le braccia incrociate. Non che non ci avessero già provato a farla 'rinsavire' e tornare in Gran Bretagna, ma pensava che ormai si fossero arresi tutti.
Eppure doveva aspettarselo da lui.
Lo superò senza nemmeno degnarlo di uno sguardo entrando nella tenda decisa a bersi un po' d'acqua, infilarsi sotto la doccia e andare a dormire, ma ovviamente, lui la seguì.

High up above or down below
when you’re too in love to let it go
but If you never try you’ll never know

Just what your worth”
#
Lassù o laggiù
Quando sei troppo innamorata per lasciarlo andare
Ma se non provi non saprai mai
Proprio quello il tuo valore#

-Ora non si salutano nemmeno più i vecchi amici?-
Una voce, una voce che cercava di riportarla alla realtà, una voce che l'aveva cullata mentre i ricordi la soffocavano, gli stessi ricordi che l'avevano portata in quella landa desolata pur di non esserne tormentata.
-Lily, insomma.. non puoi prendertela con il mondo,- sbottò inarcando il sopracciglio scuro allargando le braccia spazientito. Lei continuò a dargli le spalle, in cucina mentre si versava un bicchiere d'acqua. Era uno spazio piuttosto asettico, non c'era nulla di suo, solo una maglietta sporca sparsa qua e là e uno stendardo Ravenclaw proprio sopra la porta. Niente foto, poster o qualunque altra cosa che potesse ricordarle la sua vita.
-Non me la prendo con nessuno Zabini,- rispose tagliente dopo aver svuotato il bicchiere, sempre senza guardarlo, con le spalle sottili rigide, cercando di rimanere a testa alta.
-A me non sembra, ci hai esclusi tutti, non rispondi più a nessun gufo o patronus, se non fosse per tuo zio Charlie ti avremmo già data per dispersa e morta,- la voce non esprimeva rancore, solo preoccupazione. Sembrava enormente preoccupato, ma nonostante questo non riusciva a toccarla. Aveva detto bene lui, era morta.
-Sto lavorando molto e sono stanca, tutto qui,- ribattè mentre apriva il lavandino e sciacquava il bicchiere sotto l'acqua corrente che arrivava attraverso dei tubi e un incantesimo di materializzazione rinforzato da un aguamenti perpetuo, -a questo proposito, vorrei andare a dormire, quindi, se non hai altro da dirmi..-
-Lily insomma, pensi che Scorpius avrebbe voluto vederti annullata così?- sbottò lui.
Si girò di scatto, come scottata, con ancora il bicchiere stretto in mano.
-Non osare nominarlo, è morto, ciò che vuol.. voleva non conta più,- sibilò.
-Invece sì che conta, perchè se ti vedesse ora morirebbe altre cento volte, ti rendi conto che è quasi un anno che non ti fai vedere né sentire da nessuno? Che non esci da questo accampamento?-

Lights will guide you home
A
nd ignite your bones
And I will try to fix you”
#
Le luci ti guideranno a casa

E infiammeranno le tue ossa
E io proverò a consolarti#

-E COSA DOVREI FARE ALLORA?- scoppiò urlando lasciandosi scivolare il bicchiere di mano che cadde sul pavimento di legno con un rumore sordo, -Oh, fammi indovinare. Dovrei tornare al nostro appartamento, anche se solo ricordare il suo odore rischia di farmi collassare; poi magari trovarmi un lavoretto tranquillo vicino casa e fare ogni pasto domenicale alla Tane e magari anche la cena al Manor, così che tutti quelli che mi ricordano lui mi possano uccidere lentamente mentre sono costretta a sorridere per non far preoccupare mia madre. Poi magari mi dovrei anche trovare un bravo ragazzo, uno di quelli carini e romantici e risposarmi, no?-
Il petto le si alzava e abbassava in modo convulso, mentre stringeva i pugni e gli urlava contro tutta la merda che aveva dentro.
-Non posso, non posso dimenticarlo, non posso ricordarlo.. sono rinchiusa in un limbo senza scampo,- continuò a voce più bassa calmandosi inaspettatamente e cadendo seduta a terra, svuotata.
Ares le si avvicinò lentamente, era rimasto in silenzio ad ascoltare il suo sfogo facendosi urlare addosso senza ritegno. Una volta saliti i tre gradini cigolanti che portavano alla cucina le fu davanti e sempre con estrema lentezza si accucciò davanti a lei e l'abbracciò tenendosela stretta contro il petto, come una bambola rotta, come aveva fatto tempo prima in una sala d'aspetto deserta in cui il ticchettio di un orologio segnava inesorabile l'avvicinarsi della fine di due vita in un solo ultimo respiro.

Tears streaming down your face
When you lose something you cannot replace
Tears streaming down your face and I”
#Le lacrime scorrono sul tuo viso
Quando perdi qualcosa che non puoi sostituire
Le lacrime scorrono sul tuo viso ed io#

Lei piano cominciò a tremare, mormorando sconnessamente quello che sembrava il nome di Scorpius ripetuto all'infinito, e poi cominciò a sussultare veramente, aprendo la strada alle lacrime e ai singhiozzi. E pianse, pianse davvero, senza più forze per potersi trattenere, senza paura di poter cadere in pezzi senza che ci fosse nessuno a raccoglierli e rimetterli a posto.
Pianse fuori tutto l'amore che non avrebbe più potuto donare perchè le era stato strappato via il futuro e i ricordi non bastavano, non bastavano più.
-Shh, ora ci sono io, ci sarò sempre..- le mormorò cullandola anche se lei non lo sentì davvero, un po' perchè occupata ad affondare nel suo dolore un po' perchè non voleva più crederci.
C'era lui che non si era più risvegliato, c'era lei che lo aspettava e poi c'era lui, che l'avrebbe curata.

~*~

Tears streaming down your face
I promise you I will learn from my mistakes
Tears stream down your face and I”
#Le lacrime scorrono sul tuo viso
ti prometto che imparerò dai miei errori
Le lacrime scorrono sul tuo viso ed io#

Un po' brilli, sul divano di pelle bianca di Ares, Lily e lui festeggiavano la sua promozione con una bottiglia di whiskey incendiario e due bicchieri in mano che si erano svuotati parecchie volte.
Era riuscita ad ottenere la cattedra di Cura delle Creature Magiche a Hogwarts e ormai da tempo praticamente conviveva con il vecchio amico visto che passava gran poco tempo nel suo appartamento. Della vecchia Lily, sempre sorridente e solare era rimasto quello che si poteva definire un fantasma, era diventata più calma, riflessiva, molto più simile ad Albus se non fosse stato per quei brevi sorrisi che ogni tanto spuntavano sul viso lentigginoso ricordando a chiunque la conoscesse chi era un tempo.
-Beh, ora non t'invaderò più casa, ho diritto ad un alloggio lì ad Hogwarts,- gli diede una leggera spallata la rossa con il liquido ambrato che ondeggiava pericolosamente nel suo bicchiere minacciando di evadere.
-Finalmente la mia cucina smetterà di rischiare di prendere fuoco ogni volta che cerchi di aiutare quella povera disgraziata di un elfa,- le fece l'occhiolino il ragazzo.
-Pff, non sai apprezzare la mia arte, babbano,- sbuffò divertita facendo spuntare una luce divertita negli occhi blu di Ares.
-A chi hai dato del babbano scusa?- appoggiò il bicchiere sul tavolino con noncuranza.
-A te,- rispose risolutamente la ragazza.
-Ora ti faccio vedere chi è il babbano,- sorrise prima di gettarsi su di lei facendole volare via il bicchiere dalla mano dalla sorpresa mentre finiva stesa sul divano.
Quando cominciò a farle il solletico lei cominciò a ridere e contorcersi convulsamente e per qualche istante, osservandola dall'altro, gli sembrò che fosse tornata la ragazzina gracilina che dava filo da torcere ai Serpeverde, soprattutto a uno, sempre col sorriso sulle labbra e i lunghi capelli rossi scompigliati.
-Basta,- ansimò la ragazza ormai senza fiato, -ti prego..-
-Spero tu abbia imparato la lezione,- le sorrise da sopra di lei Ares. L'osservava con dolcezza, sorridendole mentre le guardava gli occhi un po' lucidi per l'alcol e per le risate, come le gote arrossate e le spalle sottili che si alzavano e abbassavano ritmicamente mentre riprendeva fiato. Poi, lentamente, si chinò su di lei e le posò le labbra carnose sulle sue, semiaperte ancora per riprendere respiro. Eppure non era invasivo o fastidioso, anche se sembrava un po' un tradimento. Era dolce, lento e sembrava le si avvicinasse in punta di piedi, come ormai si comportava sempre con lei. La trattava come una bambola di porcellana un po' ammaccata, stando attendo che non si facessero altre crepe ora le chiedeva il permesso di violare un territorio sacro votato ad un amore che l'aveva logorata dentro fino a lasciare ben poco di Lily Luna Potter(-Malfoy).
Si chiese se fosse giusto, lasciarlo entrare, se fosse stato giusto fino a quel momento appoggiarsi a lui come ad un asse di legno durante una tempesta, se fosse giusto lasciarsi andare, se fosse giusto respingerlo. Se fosse giusto qualcosa, in quella vita che aveva perso senso tre anni prima e che pian piano Ares gliene aveva fatto riaquistare un po' con i suoi mezzi sorrisi, i suoi grandi occhi blu e i suoi abbracci. In fondo non c'era più il giusto o lo sbagliato, c'era semplicemente quella sensazione di sentirsi amata, mentre sentiva le sue labbra muoversi lentamente sulle proprie, inerti. Tutto d'un tratto, s'allontano spalancando gli occhi e guardandola stralunato.
-Scusa..io..oh Lily,- mormorò, sembrando quasi disperato. Stanco, in colpa.

-Shhh..- gli sorrise lei prendendo la sua decisione mentre gli accarezzava il viso con entrambe le mani, -shh.-
Aveva preso la sua decisione non appena aveva sentito la sua voce, l'avrebbe curata, poteva fidarsi perchè 'aveva già fatto in parte, l'avrebbe protetta, poteva fidarsi perchè l'aveva già fatto, l'avrebbe amata, lo faceva già.
In fondo lei l'aveva già fatto, fino a spaccarsi il cuore, ma un po', quello che lui stesso aveva ricostruito, era rimasto e un tiepido e dolce affetto poteva ancora donarlo. In fondo sembrava naturale, quasi, far incontrare di nuovo le loro labbra mentre lei alzava un po' la testa per raggiungere il suo viso. In fondo, quella piccola nota stonata che le diceva che lei il cuore l'aveva già donato e ora riposava in una tomba non era poi così forte da non poter essere ignorata. Lui la faceva sentire bene, ancora un po' viva.
In fondo, ricevere il suo amore poteva bastare per farli sopravvvivere entrambi, sull'orlo di un baratro.
Non sarebbe mai stata completamente sua, ma questo, lui, in fondo, lo sapeva fin dall'inizio.

~*~

Lights will guide you home
and ignite your bones
And I will try to fix you”
#
Le luci ti guideranno a casa
E infiammeranno le tue ossa
E io proverò a consolarti#

-Mamma!- un bambino dai capelli neri come la pece e gli occhi blu corse dietro alla donna dai capelli rossi lasciati morbidamente sciolti sulle spalle sottili avvolte da un cappotto color panna.
-Alexander, non urlare, è un cimitero,- l'acchiappò al volo un uomo alto per un braccio sollevandolo di qualche centimetro.
-Ma papà, la mamma non mi ascolta,- si lamentò storcendo le labbrucce color ciliegia che risaltavano particolamente sulla pelle candida.
-La mamma ora deve passare a salutare un vecchio amico, poi ti darà tutte le attenzioni che vuoi,- rispose serafico il padre scompigliandogli un po' i capelli già disordinati di natura.
La donna intanto, con un mazzolino di gigli in mano si era addentrata nel cimitero fino ad arrivare ad un grosso edificio in marmo bianco con delle decorazioni verdi. La maniglia, ovviamente, era un serpente, pensò ormai con rassegnazione mentre l'abbassava ed entrava nella penombra dirigendosi alla tomba di fronte a lei. Si accucciò con lentezza quasi esasperante, poi senza tirar fuori la bacchetta, anche se avrebbe potuto usarla, ripulì un po' la lapide con un fazzoletto di seta, accarezzandola quasi con reverenza, sorridendo appena.
Sempre con delicatezza, vi appoggiò il mazzo di fiori davanti e si lasciò definitivamente cadere seduta a terra, incurante del soprabito che si sarebbe sporcato tutto.
-Ciao amore,- mormorò guardando col dolcezza l'uomo che sorrideva e ammiccava dalla foto, biondissimo e dagli occhi grigi e penetranti. Quasi senza pensarci, si accarezzò la fedina sottile che teneva sempre appesa al collo assieme ad un'altra più spessa, sempre in argento. Le teneva assieme, infilate in una catenina sottilissima, quasi impalpabile di fattura elfica che le faceva arrivare alla curva del seno, all'altezza del cuore.
-Mi manchi, ma ora, grazie ad Ares, fa un po' meno male pensare a te,- sorrise accarezzando distrattamente la foto, -tu sei sempre con me, tu sei parte di me.-
Altro silenzio in cui lo sguardo azzurro vago sull'iscrizione fra i soliti 'beloved' e le date della nascita e della morte, sorrise, perchè quello sarebbe sempre stato solo loro. Perchè tutto quello che aveva da offrire, gliel'aveva donato senza remore.
Si rialzò all'improvviso, spolverando distrattamente il retro del soprabito, ma rimase chinata in avanti, appoggiando la punta delle dita sulla bara in marmo bianco. Era tutto così candido in quel mausoleo, da star male.
Si portò la punta delle dita che erano appoggiate al sepolcro alle labbra e poi le riappoggiò sussurrando, -adesso devo andare, oggi è il primo anno di Alexander e non può far tardi per l'Espresso. All'anno prossimo amore mio.-
Poi si raddrizzò e se ne uscì, lasciando i fiori che lui diceva di preferire sulla sua tomba, come ogni anno, non all'anniversario della sua morte, o del loro matrimonio o del giorno dei morti. No, ogni 11 settembre Lily Luna Potter-(
Malfoy)Zabini, anniversario del suo primo incontro col suo primo e vero amore. Sorrise, tornando dai suoi due ometti, uno impaziente che scalciava mano nella mano col padre e l'altro che quando li raggiunse l'abbracciò depositandole un bacio leggero sulla fronte.
-Mamma, mamma! Andiamo o perderò il treno! Devo finire in Serpeverde, ma come faccio se non arrivo ad Hogwarts?- l'incitò il ragazzino sfilandosi dalla presa ferrea dell'ex Serpeverde provocando un'alzata di occhi al cielo alla rossa.
-Quante volte ti devo dire che non per forza finirai lì? Insomma, io sono Corvonero e praticamente tutta la mia famiglia è Grifondoro,- ricominciò a perorare la sua causa con la sua solita voce tranquilla e un po' giocosa.
-Ma zio Al è Serpeverde e tutti gli Zabini sono Serpeverde,- rispose il ragazzino cocciutamente mentre infilava la manina guantata in quella gelata della madre.
-Arrenditi Lils, sarai in una tana di serpi per il resto della tua vita,- le sorrise Ares mettendole il braccio attorno alle spalle.
-Come se fosse cambiato qualcosa dai tempi di Hogwarts,- rispose lei storcendo un po' il naso, mentre faceva attenzione a far riaffiorare solo i ricordi belli tenendo ben in fondo i vecchi graffi.
-Comunque che ti aspettavi dandogli un nome come Alexander Hyperion? Un Hufflepuff?- le domandò il marito stringendola un po' più a sé.
-Mhm, in effetti era meglio se l'avessi chiamato Bobby,- finse di pensarci mentre la piccola peste cominciava a protestare, sia per il nome, sia perchè non sarebbe mai finito in Tassorosso. E intanto varcarono il cancello del cimitero diretti verso il pub magico lì davanti dove avevano lasciato il baule del ragazzino e la polvere volante.
Lily lanciò con la coda dell'occhio l'ultimo sguardo alle sue spalle, il mausoleo si intravedeva appena da lontano prima di voltarsi di nuovo per rispondere al figlio.
Ogni 11 settembre sarebbe stata lì, a dirgli addio un'altra volta, ancora memore del loro ultimo respiro.

~*~

Scorpius aprì gli occhi col fiato corto, mentre sentiva le lenzuola incollarsigli al petto nudo. In uno spasmo portò la mano alla sua destra, cercando a tentoni nel buio il corpo caldo che ben presto trovò. Si voltò verso di lei e senza nemmeno pensarci strinse a sé la ragazza che dormiva profondamente con forza.
-Mhn.. Scor, che c'è? Sei sudato, scollati,- borbottò mezza addormentata la rossa aprendo mezzo occhio.
-Cosa faresti se io morissi?- le sussurrò.
-Che Morgana di domande fai? Ti resusciterei per ammazzarti con le mie mani idiota, ora dormi,- bofonchiò la rossa astiosa.
-Dimmi che sei mia,- le intimò stringendola di più.
-Siamo sposati razza di coglione, ma se non ti fai una doccia chiederò presto il divorzio,- mugugnò la ragazza contro voglia che aveva solo voglia di tornarsene a dormire.
-E che non sarai mai di Zabini,- continuò imperterrito ignorando bellamente le lamentele della moglie.
-Ma..- aprì anche l'altro occhio, -che cazzo hai fumato con Al ieri sera?-
-Rispondimi,- continuò lui agitato, sembrava davvero preoccupato e lei non riusciva a seguire il filo logico dei suoi ragionamenti.
-Ma ti pare? Senti, se fai degli incubi così stupidi evita di svegliarmi, siamo innamorati e sposati, scopiamo come ricci e vissero tutti felici e cont..- non riuscì a finire il suo borbottio sconclusionato che lui le assalì le labbra baciandola con foga. A quel punto lei dimentico il sonno, la doccia e l'urgente bisogno di suo fratello e suo marito di cambiare spacciatore e si lasciò baciare, perchè sapeva riconoscere i suoi baci, perlopiù lui comunicava così. E sembrava quasi in preda al panico. Quando si staccarono lei gli prese il viso fra le mani e gli sorrise nella penombra.
-Hey, tranquillo okay?-
-Mhm.-
-Non andrò con nessun altro.-
-Mhm.-
-Siamo sposati.-
-Mhm.-
-E tu mi ami..- continuò carezzandogli la mascella marcata e scostandogli con l'altra mano i capelli biondo chiarissimo, -e smettila di rispondermi 'mhm' o giuro che ti eviro.-
-..e tu ami me.-
-Bene, ora tu ti vai a fare una doccia e io torno a dormire, altrimenti domani mattina se non sarò abbastanza sveglia potrei finire decapitata da un drago femmina piuttosto infastidita,- concluse la ragazza posandogli un bacio leggero sul naso e poi sulle labbra.
Lui la guardò ancora per qualche istante, stretta a lui, così minuta, come per accertarsi che fosse vera, che fossero veri, poi si alzò e si diresse verso la porta del bagno che dava direttamente sulla loro camera.
-Lils,- disse prima di chiudersi la porta alle spalle, attirando l'attenzione della ragazza che ormai stava ricadendo nel mondo dei sogni, -tu non vedrai mai più Ares se non in mia presenza.-
E dopo aver sentenziato questo, soddisfatto, si chiuse la porta alle spalle. Lei si limitò a sbuffare mugugnando qualcosa come
'vaffanculo' ormai più di là che di qua.



NOTE DELL'AUTRICE.

Okay, lo so, è un completo divagare della mia mente malata quando non ha un cazzo da fare, maaaa... ecco qua la fine. L'avevo detto che sarebbe stata breve e sì, non potevo lasciar morire Scor, non davvero. Però shh, mi son divertita a fare la tragica.
Le canzoni sono indicate sopra, consiglio, oltre a quelle indicate nel capitolo precedente anche, per la parte finale due altre canzoni.
A drop in the ocean – Ron Pope // Another Love – Tom Odell .
È una storia nata a metà fra gli scleri del 'e se..' e da canzoni tristi, giusto perchè adoro cimentarmi nelle cose deprimenti, ma, finisce qui. Potete pensarla come un possibile futuro della mia long principale ScorLily Maybe.. , comunque non starò qui a dilungarmi ripetendo quello che ho già detto nel capitoletto precedente. È una song-fic un po' strana, non credo di essere veramente capace a scriverle, quindi beh, una recensione con un parere non è mai malvoluta.
Whit love. :)

   
 
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