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Autore: fanniex    22/09/2013    2 recensioni
Pensate a Sherlock Holmes. Unitegli una dose di Poirot e una generosa spolverata di Ispettore Barnaby. Amalgamate il tutto, dandogli un aspetto un po' più seducente e piazzatelo in una Londra di un tempo non ben definito, alle prese con un classico intrigo british style. Questo è il detective John Elias!
Genere: Commedia, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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7. THE KIDS ARE ALRIGHT!

Con suo fratello Terrence fu molto più semplice, e decisamente meno cruento. Harry si era già trasferito a Castlemaine con la moglie incinta e il figlioletto. Considerò a fondo il fatto che, questa volta, avrebbe potuto utilizzare le sue capacità scientifiche per ottenere i suoi scopi. Da una delle sue piante sintetizzò una sostanza simile alla digitale e la sciolse nel tè di Terrence, provocandogli l’attacco cardiaco che l’uccise. Dopo la dipartita del fratello, Harry si era assicurato, in pratica, perlomeno la gestione della tenuta di famiglia, dato che Thomas, il visconte in carica, detestava formalmente la vita di campagna. Così il fratello minore si occupava della proprietà e delle relative fonti di guadagno, mentre il fratello maggiore sperperava quasi tutto in città.

Ma col passare degli anni il tarlo del pieno possesso dell’eredità Donager tornò a farsi strada nella mente di Harry. Finora era stato tutto anche troppo semplice. Gli sarebbe andata bene anche per l’ennesima volta? Si decise a scoprirlo presto.

Thomas era sempre stato senz'altro il più sgradevole tra tutti i suoi famigliari. Tronfio, arrogante e pieno di sé, non amava mai mostrare debolezze. Infatti, nessuno nella cerchia delle sue frequentazioni, ad esclusione dei parenti più stretti, era a conoscenza dei suoi problemi di allergia. In genere, le sue intolleranze non erano molto pericolose, perciò era necessario potenziare la percentuale di rischio. Thomas pranzava spesso al suo club, così Harry ispezionò con cura il catering di cui il circolo si serviva. Nelle loro preparazioni c’erano diversi componenti ai quali il fratello era allergico. Sarebbe bastato aspettare il momento più opportuno per fargli ingerire un preparato che aveva messo appunto, il quale reagendo con una minima dose sostanza allergica, avrebbe causato effetti letali. Quel pasticcio di granchio al party del club arrivò, per Harry, come la manna dal cielo.

Non finse neanche di piangere per la morte di Thomas, quando invece era, paradossalmente ma sinceramente, affranto per la perdita degli altri famigliari che aveva eliminato. E adesso era così vicino alla meta. C’era soltanto un’ultima pedina tra lui e l’eredità dei Donager.

Liberarsi del giovane e sprovveduto Alexander fu un gioco da ragazzi. Fece recapitare, in forma anonima, una antica pistola da collezione agli amici del ragazzo, confidando nella sua ben nota a tutti passione per le armi di pregio. I compagni di Eton non lo delusero. Colsero al volo l’occasione di regalare la pistola al giovane visconte per celebrare la sua nuova carica. E Alexander ne fu talmente entusiasta da non resistere alla tentazione di giocarci. La rimirò con cura per giorni. La soppesò. Ne annuso l’intenso profumo denso di storia e metallo. Poi, una sera, si decise a provare il grilletto. Al primo tentativo la pistola s’inceppò, così, istintivamente, girò la canna verso di sé per verificare se ci fosse qualche intoppo e premette nuovamente il grilletto. La pistola avrebbe dovuto essere scarica, ma un colpo partì, centrando in pieno il viso di Alexander che rimase ucciso all’istante.

Harry aveva raggiunto finalmente il suo scopo. Il titolo era ormai saldamente nelle sue mani e lì sarebbe rimasto a lungo. Almeno nei suoi piani. Dopotutto lui era Harry Donager. L’unico Harry Donager dopo il capostipite. L’unico realmente degno di ereditare il titolo.

Per un po’ si crogiolò nell’illusione di aver sconfitto la maledizione. Ma la perfida dea si fece viva presto a reclamare il suo dazio. Un ozioso pomeriggio, mentre come d’abitudine trafficava nella sua serra, il suo cervello subì il primo black out. Donager si era risvegliato pochi minuti dopo, steso sul pavimento della serra, con la faccia affondata nel terriccio dei vasi a cui stava lavorando. Nessuno si era accorto di niente, e il visconte si convinse che non ci fosse nulla di cui allarmarsi. Ma gli attacchi cominciarono a moltiplicarsi, accompagnati da frequenti disturbi alla vista e da un costante senso di spossatezza. Essendo uno scienziato piuttosto scrupoloso comprese subito la criticità della sua situazione e contattò il dottor Loder di Bath, oncologo di fama internazionale. E la sua diagnosi fu inesorabile.

Donager non poteva crederci. Aveva trascorso tutti questi anni nella certezza di essere l’unica possibilità di salvezza per la sua stirpe. Aveva causato la morte di cinque innocenti. E non era servito a nulla. Ma non sarebbe stata la maledizione a prendersi la sua vita. E nemmeno quella dei suoi figli. Se era ormai inevitabile che il crudele destino si compisse, sarebbe stata la sua mano a porre fine alla gloriosa dinastia dei Donager.

Poche ore più tardi un’ambulanza portò via il visconte. La drammatica confessione gli aveva inflitto un colpo tremendo, dal quale, nelle già gravi condizioni in cui versava, difficilmente si sarebbe ripreso. Aveva commesso cinque omicidi e attentato per ben quattro volte alla vita di suo figlio, ma non avrebbe pagato per i suoi crimini.

“Non riesco a capire come si possa tentare di uccidere il proprio figlio.” - Commentai una volta rimasta sola con Elias. - “Anche se in preda alle sue ossessioni, il visconte appariva, tutto sommato, una persona piuttosto lucida!”

“Apparenza è proprio la parola giusta, mia cara ragazza.” - Rispose sorridendo il detective. - “Questo caso è stato un mirabile gioco di specchi. Ciascuno degli attori in scena era convinto di conoscere la verità o di saperla nascondere agli altri, ignorando di essere a sua volta vittima di un inganno.”

Elias si fermò davanti alla finestra che dava sul giardino d’ingresso della villa. Reilly Finch stava aiutando i bambini a salire sull’auto che avrebbe seguito l’ambulanza fino all’ospedale della contea. Lady Corinne gli stringeva la mano. Elias ghignò soddisfatto.

“A quali inganni si riferisce?” - Gli domandai incuriosita.

“Andiamo, Vivien!... Non mi dire che non ti sei accorta che il piccolo Terrence non è affatto un Donager a tutti gli effetti.”

Fissai per un attimo il bambino e subito dopo l’uomo seduto in macchina davanti a lui. Si somigliavano, non c’erano dubbi in proposito. - “Terrence è figlio di Finch?”

“Non ti meravigliare, piccola cara! È l'estremo compimento della maledizione dei Donager! Il primo visconte ha ucciso il suo legittimo figlio convinto che non fosse sangue del suo sangue. L’ultimo visconte, invece, ha sterminato l'intera famiglia per proteggere un figlio che non era neanche biologicamente suo!”

***
n.d.a.
That's all! ... Grazie a chi ha avuto la pazienza di leggere ... e un abbraccio forte a CloserToTheEdge (<3)!!!
L'ultima canzone è degli WHO! ... Che ve lo dico a fare???
Baci ... e a presto!

Fannie

   
 
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