Videogiochi > Silent Hill
Segui la storia  |       
Autore: Horrorealumna    22/09/2013    2 recensioni
Perse concentrazione per un secondo e si ritrovò a correre incontro ad un'altra mostruosa creatura, urtandola e poi finire per terra. Una violenta tosse gli tolse il respiro e la sua mascella prese a muoversi da sola, quasi a tremare, suscitando in lui un leggerissimo fastidio, come dopo un’anestesia dal dentista. Era veleno. Quei mostri rigettavano veleno nell’aria. Ma non avevano bocca.
Genere: Dark, Horror, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Sunderland, Laura, Maria, Mary Sheperd Sunderland
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Fear of ...'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ombre Mostruose


Doveva sicuramente trattarsi di qualche scherzo di cattivo gusto, da parte di una persona senza cuore. Uno scherzo per prendersi gioco di James e del suo cuore ancora sanguinante. Forse da parte dei suoi vicini. O dei suoi colleghi di lavoro. 
In ogni caso, dopo la scomparsa di sua moglie, James prese a bere e a trasformare il dolore in rabbia e frustrazione, prendendosela con chi aveva accanto, tanto che i suoi colleghi, in ufficio e anche fuori, facevano di tutto pur di evitarlo. Era sempre stato trattato come un istigatore, in effetti, e non aveva mai perso tempo a rimuginare su qualche sguardo accigliato o borbottio malizioso a lavoro.
Costeggiando il lago, la fine del sentiero era coperto da alberi e un denso strato di nebbia e la foschia rendeva impossibile capire da che strada si era arrivati. Ma quella nebbia rendeva lo scenario del lago Toluca ancora più intrigante e misterioso di quanto già non fosse; a James non importava: anche se aveva ancora dubbi sulla lettera e sulla sua provenienza e il ricordo della sua amata moglie lo tormentava, era stata quella a dargli la forza di affrontare il viaggio.
Non bisognava così sorprendersi, quando James pensò seriamente ad una specie di miracolo.
Mary era davvero morta tre anni fa? Era morta e poi tornata a vivere? Forse, dopo il funerale e l’uscita dei custodi che avevano lasciato la tomba incustodita, Mary si era svegliata ed era riuscita ad evadere dalla bara? Ma se era vero, perché aveva aspettato tre anni prima di farsi sentire? Forse, il poco ossigeno nel sarcofago, aveva danneggiato la sua memoria o il suo cervello? I guardiani si sarebbero spaventati molto alla vista di una persona che credevano morta pochi minuti prima. Lasciarla senza idea di chi fosse stata veramente, o di che cose stesse facendo là... O forse era stata rapita da profanatori... ?

Ma come poteva pensare cose del genere?!
James batté i denti per la frustrazione. Era irritante quando la sua immaginazione prendeva il sopravvento, proiettandogli nella mente immagini, una più orribile dell’altra. E quando cominciava era quasi impossibile contenersi. L’idea di una risposta ad una qualsiasi domanda sulla “vita” della moglie sarebbe stata capace di far gelare persino il suo sangue e di tormentarlo fino alla morte. 
Ma se è ancora viva, perché non mi ha contattato per tutto questo tempo? Mi stava evitando? E se fosse andata lontano, a vivere con un altro uomo?!
E questi ultimi pensieri lo lasciarono più interdetto che mai. Il cuore delle donne era così difficile da comprendere...
Per un momento, una scarica di odio e adrenalina gli salì fino al cervello, ma che si trasformarono in malinconia e tristezza pochi secondi dopo. No, avrebbe dato tutto e anche di più, pur di rivedere l’amata Mary. Vederla felice lo avrebbe riempito di gioia...

Improvvisamente una figura nera si condensò davanti ai suoi occhi, come sbucata fuori dal nulla, spaventandolo tanto da farlo sussultare. La figura sembrava umana.
- Mary... - sussurrò James.
No, non era assolutamente la moglie di James. Una volta più vicino, notò che aveva i capelli di media lunghezza e neri; era una donna, fredda, immobile, che fissava una grossa lapide per terra. Senza nemmeno notarlo, James era appena entrato in un cimitero. Sentendo qualcuno al suo fianco, la donna sussultò lievemente per la sorpresa e si girò verso il nuovo arrivato. 
Lui cominciò:
- Scusa, non avevo intenzione di spaventarti. Sto cercando una città chiamata Silent Hill. Ti dispiacerebbe dirmi se questa è la strada migliore?
- C-città? Vai in città? - La donna chinò il capo, pensierosa e ancora sorpresa. Anche se i suoi lineamenti potevano solo appartenere ad una giovane, oscure e pesanti occhiaie la rendevano quasi spettrale.
- Sì.
Lei esitò per un momento, poi rispose piano:
- ... sì. E’ la strada giusta. So che è un po’ difficile vedere dove si va, con questa nebbia. C’è una sola strada... non puoi perderti.
- Grazie.
- Ma...
- Cosa c’è?
- Sarebbe meglio non avventurarsi troppo... perché... quella città ha qualcosa di strano. Come posso spiegarmi... ? E’ pericoloso.
- Solo per la nebbia?
- No, ma... anche dei...
Cosa la rendeva così ansiosa e a disagio? Non sembrava in grado di dire altro senza balbettare ed era comunque senza senso continuare a parlare riguardo quello strano argomento. 
- Capito - rispose James - Farò attenzione.
- Ehi, non sono impazzita! - urlò la donna appena lui prese ad incamminarsi lontano - Sono in questa città per mia Mamma! Sono anni che non la vedo. E... e q-questa città...
La sua era una voce isterica. James non sapeva perché, improvvisamente, quella voce si era alzata così, alta e squillante, in risposta a pochi bisbigli. Sicuramente aveva... qualche problema. Lo stesso si poteva dire di James, comunque.; ma quello era il momento peggiore per preoccuparsi di quella donna. Le credeva, ma il desiderio di rivedere Mary era troppo forte. 
Lasciando la donna indietro, James attraversò velocemente il camposanto, lasciandosi alle spalle la foresta e il lago. I suoi pensieri si riposarono su Mary. Sulla lettera c’era scritto “Ti aspetto nel nostro posto speciale”... ma cosa intendeva? La risposta alleggiava, dimenticata, nei ricordi di tre anni prima.
I l luogo designato poteva trattarsi del parco o dell’hotel. Ricordava come loro due spesero tanto, un giorno, per prenotare la suite più grande della struttura e di come si divertirono a ordinare strane pietanze col servizio in camera. E durante una loro romantica passeggiata per la città, si imbatterono nel parco sul lago; seduti su una panchina, guardano le barchette rientrare al piccolo molo e qualche bambino con in piedi bagnati, che giocava sulla riva. Finirono per passarci un giorno intero, godendosi quello scenario e la compagnia dell’altro. 
Mary lo aspettava all’albergo o al parco?
Le foglie secche che si frantumavano sotto il peso di James, erano sparite, lasciando l’uomo su una moderna strada asfaltata e deserta. Una specie di tunnel, poi, attraversava quella che pareva essere il sottopassaggio dell’autostrada; James continuò, dritto, arrivando dopo pochi minuti, in una delle strade principali della città. La mappa la indicava come Sanders Street, nel quartiere più a est di Silent Hill. Continuando verso ovest, sarebbe arrivato al centro della città.
Il rumore dei suoi passi riecheggiò lungo la strada vuota. In effetti... erano l’unico suono udibile: i rumori di una normale città non erano presenti. Era una piccola città, certo, ma quel silenzio non sembrava normale. E la nebbia che offuscava la vista rendeva tutto più spettale. Scuole, negozi e uffici sembravano chiusi, per via del meteo, forse... ma il parco era solo a mezz’ora di cammino da là. Mary poteva essere là ad aspettarlo. 
Il viaggio avrebbe avuto un senso.

Appena arrivato all’incrocio per Lindsey Street, assistette a qualcosa di disturbante: la strada sembrava macchiata di sangue... no, sembrava che la scia rossa che serpeggiava lungo la via. James indietreggiò per lo shock; la vista di qualcosa che aveva, anche lontanamente a che vedere con la morte, era capace di riaprire vecchie ferite. Stette senza parole per un momento, con gli occhi fissi sulla strana scia. Il sangue sembrava ancora fresco; doveva essere appena successo qualcosa di orribile, come un omicidio, nascosto dalla fitta nebbia. Ma della vittima non c’era traccia e, stranamente, l’area non era bloccata.
Poi, il suono di passi strascicati, fece cessare quegli oscuri pensieri. Davanti a lui, una figura umana si addentrava nel mezzo della nebbia.
- Hey!
James cominciò a rincorrerlo. Da quando aveva perso la moglie, era rimasto indifferente al resto del mondo, ma non poteva certo ignorare sangue per strada. Probabilmente, abbandonare qualcuno bisognoso di cure, o persino in punto di morte, era qualcosa di troppo. Persino per lui. Quell’uomo era stato ferito e aveva perso molto sangue, mentre andava a trascinarsi, solo, per Silent Hill. E senza scarpe, da quello che udì James.
Non importava quanto l’uomo chiamò e urlò al ferito: la figura fugace non si fermò. Forse perché impaurita per un nuovo attacco? E nonostante tutto, come faceva a muoversi così veloce? Perché la distanza tra i due era ancora così elevata da non consentire a James nemmeno di intravedere il ferito? Ora stava procedendo verso nord, su Nathan Street, che se percorsa fino alla fine conduceva fuori da Silent Hill... il sangue si ripresentava per terra, a lunghi scie irregolari, che condussero James in una strada ancora in costruzione, recintata da grate di ferro e filo spinato, e un altro piccolo tunnel. Non c’era nessun operaio, naturalmente, nei paraggi e la figura sembrava sparita.
Ma all’improvviso un improvviso baccano echeggiò verso James, dal tunnel. Anche se probabilmente doveva essere stato vietato l’ingresso ai non-addetti ai lavori, l’ingresso era semplicemente bloccato da piccole assi di legno, facili da oltrepassare; accanto, sul freddo asfalto, giaceva una piccola radio tascabile, che apparteneva, probabilmente, a uno dei costruttori. Raccolta, James cercò di accenderla, ma al posto della musica, l’unico suono udibile era quello tipico di alcuni vecchi apparecchi elettronici, simile al fastidioso rumore di statico; in quel momento si rese conto anche che...
Non ho toccato la levetta del volume... ma allora perché il rumore dello statico si fa sempre più forte?
Il suono di passi. Ecco cos’altro si faceva vicino.
Dall’oscurità del tunnel emerse una figura traballante. James cominciò a preoccuparsi non appena capì che la cosa che lo aveva condotto lì... qualunque “cosa” fosse... non era umana. Le braccia della creatura sembravano fuse col corpo, composto da carne decomposta e sudicia; non presentava occhi, né naso, né bocca, o altri tratti distintivi per una normale persona. Si muoveva barcollante come un ubriaco, mentre il busto sembrava in preda a strane convulsioni che facevano assomigliare la camminata ad una specie di danza scomposta. Non era ferita. E il sangue a chi apparteneva? Chiaramente, la creatura non doveva trattarsi della vittima, ma del carnefice.

Tremante come una foglia, James si ritrasse inorridito. Terrorizzato e preoccupato di non far avvicinare troppo a sé il mostro. Voleva scappare. Sarebbe stato così facile tornare indietro e superare le basse travi di legno... ma non lo fece: giratosi di fretta, raccolse una delle assi più piccole dalla barricata, pieno di vigore e adrenalina, per usarla come arma. Non sapeva nemmeno lui il motivo di quel suo gesto stupido e insensato, ma non poteva sopportare il fatto che certe strane creature esistessero. E non era certo saggio lasciare il mostro libero per la città a creare confusione. In ogni caso, la ragione della sua scelta non aveva niente in comune col coraggio o con la giustizia.
Era disgusto.
Raccogliendo tutta la forza che aveva nelle braccia, James alzò l’asse, puntando la testa deforme della creatura e colpendolo forte. Il mostro vacillò e, anche senza bocca, lanciò un urlo soffocato. Ancora e ancora, più e più volte, l’arma dell’uomo si abbatté sulla massa animata, fino a perdere il conto dei colpi, fermandosi solo quando la creatura, ferita, cadde sulle ginocchia, atterrando per terra, su un fianco. E prima di morire si dimenò, a scatti ritmici e orribili, contorcendosi in pose innaturali e squittendo. Poi si immobilizzò.


Angolo Autrice:
Ecco il secondo capitolo, gente! Cercherò di essere costante nel pubblicare i capitoli, perciò credo che uno alla settimana sia sufficiente :) Dopotutto, come si può notare, si è subito entrati nel vivo della storia e i capitoli sono tutt'altro che "statici" e piani. Con un protagonista come James non si può fare altrimenti xD
Ringrazio chi legge e segue, come
clif e Blue Alessa
Alla prossima! Besos :3
alessa


   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Silent Hill / Vai alla pagina dell'autore: Horrorealumna