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Autore: Daphne007    23/09/2013    1 recensioni
Los Angeles.
Helen, diciassette anni, bellezza unica, popolare a scuola, sembrerebbe avere tutti i presupposti per una vita perfetta, se non fosse per il suo brutto carattere.
Saranno proprio i casini in cui si troverà continuamente a portarla da Thomas, avvocato di successo, all'apparenza perfetto, ma anche lui con un carattere difficile.
Chi vincerà la battaglia? E se si trovassero in una vera e propria guerra?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Ocean eyes.




 
Welcome to Marymount High School!

Non era cambiato niente.

La Marymount High School era la scuola privata più stimata di Los Angeles e ovunque voltavi lo sguardo, l'unico essere maschile in cui potevi imbatterti era il bidello Frank o il giardiniere Rick.

Del resto la città dove vivevo non era piccola e tranquilla e i miei genitori facevano di tutto per tenermi sotto controllo e cos'è meglio di una scuola privata e unicamente femminile?

Probabilmente era l'unico punto su cui si erano trovati d'accordo.

Un mese dopo che mi avevano iscritta alla Marymount, avevano deciso di divorziare.

Diedi un'occhiata all'edificio numero 5 dove avevo la prima ora di chimica e mi misi ad aspettare Ashley, la mia migliore amica.

'Ciao Hele!' disse una del secondo anno di cui non ricordavo nemmeno il nome. Feci un cenno con la testa per ricambiare e mi sedetti su un gradino.

Era difficile frequentare una scuola femminile, le ragazze erano competitive, io ero competitiva e dopo aver passato tranquillamente il primo anno, senza dar importanza alla gerarchia che si era creata da molto tempo prima, al secondo cambiai idea.

Volevo essere qualcuno, volevo ricevere attenzioni e volevo essere rispettata da tutte.

Ed era esattamente tutto come desideravo. Nel giro di pochi mesi avevo acquistato il rispetto e la fiducia delle persone. Facevo parte del consiglio studentesco ed ero un punto di riferimento, in poche osavano contraddirmi, molte cercavano di essermi amiche.

Ashley mi aveva seguito in tutto e per tutto, eravamo amiche fin da piccolissime e su poche cose non eravamo d'accordo.

'Le odio!' disse la mia migliore amica arrivando col fiatone e sedendosi un attimo vicino a me per riprendere fiato.

'Buongiorno a te!' le risposi sorridendo. Aveva i capelli biondi legati in una treccia e la matita nera leggermente sbavata. Allungai un dito per sistemargliela e ascoltai il suo sclero.

Non aveva trovato parcheggio e quindi era stata costretta a lasciare l'auto vicino alla palestra.

Il suo odio era rivolto ad un gruppo di primine che le avevano rubato i posti migliori.

'Mi ha scritto Alex, la loro palestra è in ristrutturazione! Devono allenarsi perchè il prossimo mese inizia il campionato, quindi il preside ha aderito a lasciargliela tre pomeriggi a settimana!'

Alex era una specie di fidanzato, non stavano insieme ma c'erano quasi.

Giocava nella squadra di football di un liceo maschile poco distante dal nostro e dalle voci che giravano, sembrava che la nostra vicepreside avesse una sorta di relazione col preside della loro.

Guardai Ashley ancora eletrizzata per questa notizia, mentre digitava sulla tastiera del suo cellulare un messaggio.

'Dai entriamo, siamo super in ritardo!' dissi alzandomi e mettendomi la borsa sulla spalla.

'Ferma un attimo! Perchè non stai gioendo o urlando? Non so se hai collegato...Alex, migliore amico e compagno di squadra di Lucas, tuo attuale ragazzo!' mi fermò trattenendomi per il polso.

Sospirai e annuii mettendo tutto il mio peso per aprire la porta dell'edificio.

La porta dell'aula di chimica era già chiusa.

'Non è un buon momento...' accennai, bussando un paio di volte ed entrando in classe.

La signorina Murphy ci rimproverò e minacciò di mandarci in detenzione al prossimo ritardo.

Noi non l'ascoltammo nemmeno e ci dirigemmo direttamente agli ultimi due banchi in fondo alla classe, lasciati liberi per noi.

Questo era il rispetto di cui parlavo prima.

Ash non si arrese e mi scrisse su un foglietto chiedendomi cosa non andasse tra me e Lucas.

Sbuffai e scrissi velocemente:

Ne parliamo dopo, giuro.

In realtà non avevo niente da dire.

Lucas mi piaceva; era bello, muscoloso ed era il capitano della squadra di football.

Non potevo desiderare di meglio, ma mancava qualcosa nel nostro rapporto.

Dovevo ancora capire bene cosa.

 

Erano trascorse solo due ore e avevo estremamente bisogno di un caffè.

'Signorina Carter, non mi ha ancora portato il voto dell'ultimo compito di matematica firmato, ho urgenza di parlare con i suoi genitori. Se non si presenteranno al prossimo ricevimento, sarò costretta a riferire tutto al preside.' la mia insegnante di matematica aspettò una risposta da parte mia che non tardò ad arrivare.

'Mia madre si è trasferita a Palm Springs e la vedo solo il sabato e mio padre è un uomo impegnato. Dica tutto al preside, a me non cambia niente,' risposi con un tono di sfida.

Durante l'ultimo mese ero stata dal preside ben tredici volte, ero stata richiamata per bullismo, maleducazione nei confronti della cuoca della mensa, eccessivi ritardi alle lezioni e altre mille stronzate.

Professori e alunne cercavano ostentatamente un modo per infamarmi, ma avevo una media impeccabile. Matematica era l'unica dove non eccellevo, ma nessuno poteva lamentarsi dei miei voti.

Guardai la mia insegnante che aveva ripreso a spiegare la lezione e mandai un messaggio a Lucas.

Forse Ashley aveva ragione, dovevo sistemare il mio rapporto con lui.

Ero invidiata dalle ragazze di tutta la scuola, ognuna di loro avrebbe voluto essere al mio posto ed io mi stavo già stancando di lui.

Lessi la sua risposta, voleva incontrarmi oggi pomeriggio a casa mia.

Diceva che gli mancavo. Probabilmente l'aveva scritto senza nemmeno pensarci.

Ci eravamo visti solo la sera prima, come potevo già mancargli?

Lui non mi mancava, ma ripensai alle parole di Ashley e risposi semplicemente:

Anche tu, a dopo.

La mia insegnante passò vicino al mio banco e ritirò il compito andato male.

'Cos'ha alla prossima ora?' mi chiese mettendo in ordine le verifiche.

'Educazione fisica.' dissi senza aggiungere che in realtà pensavo di saltarla.

'Bene. Le firmerò la giustificazione per il ritardo, prima deve andare nell'ufficio del preside.'

Le lanciai uno sguardo pieno d'odio e annuii.

Avevo solo bisogno di un caffè, possibilmente lungo e con un po' di cannella.

Chissà, forse potevo chiederne uno in presidenza?

La campanella suonò, misi i libri dentro la borsa e mi alzai.

Amber, la mia vicina di banco solo durante matematica, mi bloccò passandomi dei fogli pieni di appunti.

'Se hai bisogno di una mano, possiamo vederci prima del prossimo compito e ripassare insieme. Sanno tutti che la signorina Black è una stronza, soprattutto con te.' le sorrisi sinceramente e annuii.

Sapevo che il suo aiuto era sincero e anche se non eravamo migliori amiche, frequentavamo il corso insieme dal primo anno.

La salutai e uscii dall'aula. Provai un paio di volte a chiamare Ash, ma aveva il cellulare spento.

Sbuffai e mi incamminai verso l'ufficio del preside.

Conoscevo molto bene la strada ed ero anche in grado di dire l'ordine in cui erano posizionati i vari trofei vinti dalla squadra di decathlon, quella di musical e quella di pallavolo.

La porta era socchiusa, potevo sentire le voci. Il preside stava urlando contro qualcun altro, dalla voce direi quella di un ragazzo.

Non riuscivo a capire di cosa stessero parlando, quindi mi sedetti sulle sedie nel corridoio, aspettando.

Cinque minuti dopo un ragazzo alto, muscoloso, ma non troppo, uscì dall'ufficio.

Sbattè la porta, facendo tremare tutto.

'Posso entrare?' gli chiesi indicando la porta.

'Certo, è tutto tuo!' disse scontroso.

Non seppi capire, se ci fosse più rabbia nei suoi occhi blu oceano o nel modo in cui aveva pronunciato quelle quattro parole.

Tre secondi dopo se ne era già andato.

Non mi aveva lasciato nemmeno il tempo per metabolizzare il suo sguardo.

Mi alzai da quella poltroncina fin troppo comoda e bussai un paio di volte, prima di entrare nell'ufficio del preside senza sapere bene cosa aspettarmi dopo quella scenata.





 

 

  
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