…Cominciai
a correre incontro alla notte, lontano dai ricordi,
lasciandomi imprigionare tra le sue dolci braccia…
II capitolo: prima di voi c’è stata lei
-Edward?- -sono qui.- mi avvicinai a Bella, stesa nel mio letto, gli occhi sonnolenti. Presi la sua mano e mi lasciai tirare sdraiato accanto a lei. –buongiorno amore!- sfiorai con le labbra i suoi capelli. Quanto amavo il suo profumo. Quanto amavo la sua piccola figura stretta a me. –hai dormito bene?- sorrise. –sì. Tu? ti sei divertito a sentire ciò che dico?- -bè…come sempre.- la baciai delicato. Poi mi alzai. –Esme deve averti comprato qualcosa per far colazione…mhh…vuoi che te la porti a letto?- ok, ammettiamo che da quando stavo con lei il mio essere cavalleresco umano usciva sempre più spesso. –non importa Edward. scendo. Aspetta solo che mi vesto.- annuii. –ti aspetto fuori…- -certo, se proprio vuoi.- la guardai stupito. Ma rideva. Piccola maliziosa. Scossi la testa, allegro, e uscii. Una volta fuori dal mia camera mi appoggiai alla parete. Era stata una notte lunghissima. Non se nemmeno quanto corsi. Tornai a casa poco prima dell’alba. Correre spesso m aiutava a non pensare. Ma ciò a cui non volevo pensare era troppo grande per bloccarlo con una semplice corsa. Volevo parlare con Alice. O forse no…-sono pronta!- mi voltai verso Bella, appena uscita dalla camera. Le sorrisi, prendendole la mano. –allora scendiamo.- -Edward, qualcosa che non va?- accidenti. Aveva un sesto senso migliore del mio. –no…tranquilla…sono solo un po’….irritato con….Emmet…sai, le solite sfide che lui perde e poi tiene il muso e…- ma cosa stavo dicendo? Non mi riconoscevo più. Per fortuna (quale fortuna non lo sapevo) in quel momento arrivò Alice. –buongiorno Bella, Edward!- -ciao Alice!- la salutò allegra Bella. Io mi limitai a un cenno con la testa. Preferivo concentrarmi sui suoi pensieri.
-Astato…at. Dubbio…Db…Darmstadtio…Dp…no, Dc…no…-
Alzai leggermente le sopracciglia, incredulo e irritato. La mia cara sorellina aveva scelto giusto quella mattina per un ripasso di chimica… posai una mano sulla spalla di Bella. –Alice, l’accompagno a far colazione.- lei sorrise –mhh, certo. Io vado da Jasper.- ci passò accanto, allegra. Troppo allegra. Quando mi passò vicina le sussurrai acido –comunque, la formula del Darmstadtio è Ds. Non mi degnò di una risposta. –stupido.- si limitò a pensare.
La mattina con Bella trascorse tranquilla.
Almeno per lei. Rimase a chiacchierare con Esme di tutti i posti che non aveva
visitato ma che avrebbe tanto voluto vedere. E
lasciarono tempo a me per pensare. Ancora. Mi alzai di scatto. –Bella,
scusa. Ti dispiace se salgo un attimo di sopra?- le sorrisi,
il mio solito sorriso seducente. Lei annuì, allegra –certo,vai.- poi tornò a chiacchierare con mia
“madre”. In un attimo mi ritrovai in camera mia. Trovai subito quel
che trovai dentro l’armadio. Dietro una scatola.
Una foto. Strano che anche i vampiri possano compiere gesti
romantici e in qualche modo patetici come gli umani. Ma quella foto in
decenni non l’ho mai buttata. Né
guardata. Ed ora ecco quegli occhi che mi osservavano.
Una foto in bianco e nero, sbiadita. Meredith stretta a me. Sorridenti
entrambi. I suoi capelli neri che sfioravano le mie braccia.
L’abbracciavo da dietro, pesando il viso sulla sua spalla, mentre lei
chinava leggermente il suo. Girai la foto per leggere quelle parole antiche. “con
questa foto dico addio al mio amore. M.”
Chiusi gli occhi. Trattenni il fiato senza nemmeno accorgermene. Addio al suo amore. Certo. Il perché non l’avevo mai capito. Ormai potevo ammetterlo. Lei era perfetta. La mia compagna ideale. Niente in confronto a Bella, certo. Ma bella era unica. Non ho mai messo in dubbio ciò che provavo per Bella. L’amavo. Era la mia ragione di vita, il mio senso di esistere. La mia musa, la mia dea. Meredith invece era…bè, ciò che mi completava. La compagna vampira che un vampiro come me poteva desiderare. Allegra quando mi vedeva giù di morale, divertente, a volte permalosa. Saggia, ma anche sconsiderata. Bella sarebbe sempre stata un gradino più su di ogni ragazza o vampira che io abbia mai conosciuto. Anche di Meredith. Ma Meredith…Meredith faceva parte di me. Qualcuno bussò alla porta. –entra Alice.- Lei ubbidì. Subito capì cosa stavo stringendo tra le mani. In realtà penso che già lo avesse visto. La sua espressione era dispiaciuta. –mi dispiace Edward. ma penso che tu debba parlarne con Bella.- la mia reazione fu esagerata. Mi alzai di scatto, una furia negli occhi mai vista, se non in rare occasioni. Mi avvicinai minaccioso ad Alice. –non c’è niente da dire.- -ma Edward! lei deve sapere che prima di voi c’è stata lei.- indicò la foto. –Bella sa che prima di noi ci sono stati 100 anni di esistenza da vampiro in giro per il mondo. Ma ora è come se fossi rinato insieme a lei. Ci siamo io e Bella. Nient’ altro.- Alice mi fulminò con lo sguardo. –bene. Convinciti pure di questo, Edward. Ma se così fosse non avresti tirato fuori una foto vecchia più di cinquant’anni!- Le mani mi tremavano. Alzai la foto in questione e con spietata lentezza cominciai a strapparla in quattro pezzi davanti agli occhi di Alice. Poi la lasciai cadere ai suoi piedi.
–contenta?-
-no, affatto. E tu?- -vattene Alice. Voglio stare solo.- -bene. Lo comunicherò a Bella, nel caso desiderasse stare un po’ con te. Non so se te lo ricordi, ma fino a oggi pomeriggio sul tardi lei rimane qui. Poi, se per caso non avessi voglia, ci penserò io ad accompagnarla a casa.- -Alice, ti prego.- -ho capito. Vado.- e, silenziosa, uscì. Senza guadare la foto stracciata ai miei piedi mi lascia cadere nel letto, coprendomi gli occhi con un braccio.
“-stai bene?-
Meredith socchiuse gli occhi. L’avevo stesa sul divano del salone. I suoi
occhi incrociarono i miei, confusi. –Edward?- mi passi una mano tra i
capelli –questa volta hai indovinato.- con eleganza si tirò su a
seder –che vuoi dire?- -bè, prima non hai
fatto che chiamarmi Will…- forse era meglio stare zitto. I suoi occhi si
chiusero di scatto, sofferenti. -mi dispiace. Perdonami se ho avuto un
atteggiamento inopportuno.- -non te lo ricordi?- -vagamente.- rimase in
silenzio, le dita delle mani intrecciate in grembo. –stai
bene?- ripetei –sì. Ho spesso questi momenti
di…debolezza umana.- -debolezza umana?- mi
sorrise, triste. –tu dalla tua vita umana hai portato il dono di
“leggere” le persone. Io di star male. e
di allontanare da me le persone che amo.-
-sinceramente, mi stai confondendo.- ammisi. Il suo sorriso si fece furbo –lo so.- scoppiò a ridere.
–dai Cullen, per stasera abbiamo avuto una buona dose di disagio. Ora
andiamo a divertirci!- si alzò in piedi, veloce.
Io rimasi ancor più sorpreso.
–divertirci?- - c’è un villaggio qui vicino…anzi,
lontano, dove c’è una locanda. Ogni sera due vecchi signori
intrattengono la gente con musica locale! È divertente! Sei bravo no, a
ballare?- -sì ma…tu stavi male…eri
triste e…- non mi fece continuare, posando le sue dita sulle mie labbra.
–basta parlare. Adiamo!- lasciò cadere la
sua mano, per intrecciarla con la mia e cominciò a correre. Rassegnato
la seguii, fingendo di non vedere il residuo di angoscia
nel suo sguardo. Continuai a non leggerle i pensieri. Perché appena
tentavo, mi trovavo in mezzo a emozioni enormi e
contrastanti. Un vortice che temevo. ”
Bella POV
Mi misi a lavare ciò che avevo utilizzato per la colazione. Avevo pregato Esme di lasciar fare a me. Così lei era andata in ospedale da Carlisle. In realtà erano usciti tutti. Tranne io ed Edward. ma Alice mi aveva informato che era in camera sua, intento a far qualcosa. Niente di cui preoccuparsi, probabilmente stava cercando di costruirmi un aeroplano, aveva detto. Ma non sapevo quanto crederci. Alice era strana, come Edward quella mattina. Lui non mi avrebbe mai lasciata sola in casa sua. Non volevo arrabbiarmi come una sciocca adolescente fidanzata. Ma non potevo non preoccuparmi. I miei ricordi andarono alla conversazione della notte precedente. Forse era quella che l’aveva turbato. Ma quando mi sembrava tranquillo. Finii di asciugare un bicchiere e andai nel salotto. Rimasi a fissare le scale che portavano al piano di sopra. Ok, gli avrei dato cinque minuti, poi sarei salita. Nel frattempo mi sedetti sul divano e accesi la tv. Il campanello suonò.
Edward POV
Il campanello suonò. E mi ridestò dai ricordi. –bella!- sussurrai, alzandomi di scatto. Non sapevo spiegarmi l’agitazione che provavo. Forse perché nessuno della mia famiglia suonava il campanello. E se fosse stata… Victoria? O uno del Volturi? Aprii la porta della mia camera e riavviai di sotto. Avrei voluto correre. Ma mi sentivo debole. Mi sentivo umano.
Bella POV
Andai ad aprire. Cominciavo ad allenarmi a fare gli onori di casa. Presto ne avrei fatto parte anch’io. Bella Cullen…mhh…con un sorriso posai la mano sulla maniglia. E aprii.
Edward POV
Mi concentrai sui pensieri di colui o colei che aveva suonato. Ma non li conoscevo. Stavo scendendo le scale. Intravidi Bella vicinissima alla porta. Stavo per dirle di non aprire, di aspettare me, quando la mia mente lesse i pensieri al di là della porta. O meglio, fu investita da un vortice di emozioni forti e contrastanti. La voce mi si strozzò in gola. Giunsi tremando al penultimo gradino. E Bella aprì la porta.
Grazie _Natsuki_ !!!devo dire che
scrivere di un Edward così diverso, debole “umano” ma fa
quasi male! ma alla fine lui, come disse in twilight, non è umano, ma è un uomo. E gli
uomini sono bugiardi ;) ok, scusa per questa vena
femminista.
Meredith,
Will…ancora non ho spiegato niente, mi dispiace. Ma come
già detto l’altro capitolo, non hoassolutamente
idea di come si svolge questa storia. Ogni frase scritta è di
getto! Per esempio l’ulscita serale di Edward e Meredith, mi è venuta così, a caso…quindi
ancora di Will so ben poco anch’io ;) prometto però nuovi
chiarimenti nei prossimi capitoli!!!
A presto
Lily Black