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Autore: Sali_17    25/09/2013    1 recensioni
Quando i Cullen la videro per la prima volta pensarono che quella ragazza fosse la copia esatta di Ej
Erano così simili eppure così diversi.
Stessi occhi verdi, stessi capelli ramati; lui estroverso e dongiovanni,lei riservata e insicura.
Due esseri a metà che si completavano a vicenda.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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I Cullen

Quando Victor raggiunse la figlia alla porta d’ingresso, la ragazza era già venuta meno alla sua decisione di non salutare nessuno neanche il fratello, infatti eccoli lì abbracciati.
Victor sorrise. Era fortunato, aveva due figli meravigliosi e gli dispiaceva infinitamente lasciare partire Kathleen, la sua bambina…
Quando i due fratelli si accorsero della presenza del padre si staccarono.
Padre e figlia erano pronti per il viaggio, quando Vic si voltò per afferrare i bagagli della figlia, e si rese conto che erano cinque enormi valige che sembravano scoppiare dalla quantità di oggetti che ci era stata forzata all’interno; si voltò verso la figlia con un sopracciglio alzato indicando con lo sguardo le valige.
«Non sapevo cosa portarmi, noi e gli umani abbiamo abitudini diverse, lo sai meglio di me. Vuoi forse farmi pagare il sovrapprezzo? Pensavo che viaggiare con il proprio papà avesse dei vantaggi…».
Lui la guardò contento, quella battuta gli fece capire che nonostante la figlia non fosse d’accordo con la sua decisione, aveva capito che al momento quella era la decisione migliore.
Prese per mano la figlia e si smaterializzò per poi riapparire nella foresta di Forks, lontano da occhi indiscreti, ma abbastanza vicino a casa Cullen.
Carlisle gli aveva tolto un peso quando aveva accettato di ospitare Kath; quel vampiro era uno delle persone più buone che aveva conosciuto in più di sette secoli.
«Wow, in mezzo alla foresta» disse Kathleen guardandosi intorno.
«Spero di non dover vivere in una casa sull’albero, perché sai, credo ci sarebbero un po’ di problemi primo tra tutti l’acqua corrente» aggiunse poi la ragazza.
Vic scosse la testa, era tornata la solita Kath.
«Potresti sempre usare il fiume» concluse lui stando al gioco.
La ragazza sorrise.
«A essere sincera, questo posto mi piace assomiglia molto a casa, anche se è decisamente più freddo» disse Kath passandosi le mani sulle braccia scoperte dall’abito lungo e senza maniche che indossava e alzando gli occhi verso il cielo per spostare le nuvole che coprivano il sole.
Il padre la fermò e le pose la propria giacca sulle spalle.
«Non credo che i tuoi ospiti gradirebbero».
«Perché, sono forse dei vampiri?» disse la ragazza scherzando, ma notando che il padre non rispondeva, si rese conto di averci azzeccato in pieno.
«Papà, vampiri? Allora, ricapitoliamo le cose che avrei dovuto sapere e non mi hai detto: il posto è venti gradi più freddo di casa, quindi i miei vestiti non sono adatti»
«Sono sicuro che potrai risolvere questo problema» le disse il padre mentre tirava fuori dal portafoglio la carta di credito umana che aveva fatto fare due giorni prima per la figlia che la guardava confusa non capendone l’utilità.
«Non mi hai detto niente delle persone con cui dovrò convivere e io non so niente di vampiri, non ho la minima idea di come devo comportarmi, devo girare con il collo coperto? Ieri hai detto che mi avrebbe ospitato un tuo amico, ma non hai specificato se questo amico avesse una famiglia e inoltre cosa farò durante il giorno finirò per annoiarmi a morte, forse è il caso di tornare indietro non pensi? Non sono preparata a tutto questo…»
«Calma una cosa alla volta: devi comportarti normalmente, non preoccuparti per il collo, la famiglia di Carlisle, sì ha una famiglia, non si nutre di sangue umano e se vorrai potrai frequentare la scuola di Forks  dove vanno anche i figli di Carlisle.»
«Quanti sono?» chiese la ragazza incuriosita.
«Undici» rispose Victor e prima che lei potesse chiedere altro aggiunse.
«Il resto potrai chiederlo a loro, siamo arrivati» disse il padre girandosi verso una casa a quattro piani al centro di una immensa radura.
«Forse e meglio se le valige le poggi a terra» disse il padre guardando le valige levitare a pochi centimetri dal terreno.
«È meglio se iniziamo per gradi con le stranezze, non credi?»
La ragazza annuì e le valigie si posarono a terra.
«Però le porti tu dentro» disse la ragazza in modo ovvio mentre saliva i gradini fino ad arrivare davanti alla porta.
Mentre la ragazza stava alzando il braccio per bussare, la porta si aprì rivelando dieci figure che la guardavano.
I Cullen stavano osservando la ragazza e l’uomo che l’aveva appena raggiunta sulla soglia di casa loro.
Avevano percepito il loro arrivo nell’esatto istante in cui avevano posato i piedi a terra e avevano ascoltato la loro conversazione.
L’uomo era alto e muscoloso, con occhi e capelli scuri; mentre la ragazza era alta meno di un metro e settanta con lunghi capelli mossi castano chiaro, pieni di riflessi ramati; aveva la pelle chiara, e i suoi occhi erano verdi come un prato estivo.
Indossava una giacca maschile sopra un lungo abito rinascimentale che lasciò tutti un ppo’ interdetti a parte Carlisle che rimase tranquillo e sorridente.
I Cullen, quando la videro, pensarono che quella ragazza fosse la copia esatta copia di Ej.
La ragazza, non capendo per quale motivo la fissassero così intensamente si voltò verso il padre; e mentre lui fece un passo avanti per iniziare a parlare, Carlisle si riprese.
«Tu devi essere Kathleen, benvenuta a Forks, io sono Carlisle e loro sono la mia famiglia.».
«Lei è mia moglie Esme e loro sono i miei figli» continuò l’uomo indicando ognuno dei presenti e dicendole i loro nomi.
«Tesoro, io ora devo andare, ci sentiamo poi ok?» disse Vic alla figlia.
La ragazza lo guardò dubbiosa ma annuii.
L’uomo, dopo aver salutato Carlisle e tutti i Cullen se ne andarono.
«Rosalie, perché non la accompagni nella sua stanza così può mettersi a suo agio, e Jasper e Emmet ti aiuteranno con le valige, vero ragazzi?»Kat vide annuire la ragazza bionda con un fisico perfetto, il ragazzo biondo e il ragazzo armadio, e non essendo molto brava con i nomi, si chiese chi dei due ragazzi fosse Emmet e chi Jasper.
Rosalie le sorrise e l’accompagnò verso le scale mentre i due ragazzi si caricavano le valige borbottando qualcosa su un’altra maniaca dello shopping e pensando che tutto sommato non avrebbe messo quei vestiti, ad un certo punto, prese coraggio e si girò verso i due ragazzi.
«Non c’è bisogno che le portiate voi le valige»
«Non ti preoccupare, per me ed Emmet non son  pesanti»le rispose il ragazzo biondo, quindi Jasper
«E poi senza offesa ma mi sembri un po’ gracilina per portarle tutte tu» aggiunse Emmet.
«Se faccio una cosa strana, vi spaventate?» gli chiese la ragazza.
«Siamo vampiri, qualunque cosa tu faccia, non credo che tu possa spaventarci o stupirci» le rispose Jasper ovvio.
A quel punto la ragazza sorrise, alzò la mano sinistra verso le valige e mosse le dita, a quel movimento le valige si staccarono dalle mani dei due vampiri e volarono fino alle ragazze che erano sette gradini sopra di loro, tutti la guardarono sconvolti e lei si pentì di averlo fatto, era lì da neanche dieci minuti e già li aveva sconvolti.
Ma cambiò idea quando Emmet si mise a ridere e si rivolse a Jasper.
«A quanto pare ti sbagliavi Jaz» e voltandosi verso di me aggiunse.
«Sei forte piccoletta» e dopo avermi scompigliato i capelli scese giù ridendo dando delle sonore pacche sule spalle ad un Jasper ancora sconvolto.
Con Rosalie arrivarono al quarto piano.
«Esme ha progettato questo piano per te, quella è la tua camera, il bagno è comunicante con la stanza, quello è il tuo salottino e vabbè tutte le stanze di questo piano sono per te, sistema pure le tue cose e guarda le stanze con calma, quando hai finito o ti viene fame, noi siamo giù» le disse sorridendo prima di scendere le sale.
Kat si diresse con le valige verso quella che sarebbe stata la sua camera per i prossimi mesi.
Aprì la porta e si trovò in una stanza luminosa con una parete interamente di vetro che dava sulla foresta, lungo questa per te c’era una sporgenza con un mobile di legno basso, di quelli che facevano da cassetto, ma se ricoperto di cuscini, sembrava  un divano.
Le pareti erano color panna un’enorme tappeto color sabbia ricopriva buona parte del pavimento e di fronte a lei c’era un enorme letto a baldacchino bianco.
Di fronte al quale vi era un enorme scatola che suo suo padre le aveva spiegato, gli umani chiamavano “televisore” collegato a diverse scatolone piu piccole e piatte con molti pulsanti; ai lati della scatola vi erano due porte: una portava alla cabina armadio e l’altra al bagno che erano poi comunicanti tra loro.
Sulla parete opposta, di fianco al letto c’era invece un’altra porta.
Quando Kathleen aprì la porta rimase abbagliata, la stanza aveva anche lei una parete di vetro, ma non fu quello che la sconvolse, ma il cavalletto con le tele e tutto l’occorrente per dipingere; quelle persone sapevano che amava dipingere e le avevano dato una stanza solo per quello.
Tornò in camera e indossò la giacca più pesane che aveva e si preparò a scendere per pranzare.
Stava per scendere le scale quando si ricordò che Rosalie le aveva indicato l’altra porta che c’era affacciata al corridoio come quella del suo salottino, incuriosita l’aprì e si trovò in un salotto dai toni chiari,con grandi finestre, un divano ad elle , due poltrone , un televisore,  una libreria con dei libri di scuola e uno strano strumento che non aveva mai visto.
Quelle persone no la conoscevano eppure avevano pensato a darle una stanza dove poter dipingere e un intero piano di casa loro per lasciarle i suoi spazi, quando invece ero lei che aveva invaso i loro spazi e casa loro.
Scese le scale fino al piano terra dove notò che la casa si era svuotata, erano rimasti solo Emmet, Jasper, Rosalie, Esme e la ragazza bassina  che se non si sbagliava doveva chiamarsi Alice.
I ragazzi stavano giocando a scacchi, mentre le ragazze sfogliano delle riviste, Esme invece era in cucina, e a giudicare dal profumo che ne arrivava aveva cucinato.
Quando passò Rosalie e i ragazzi ai fermarono e la salutarono, solo Alice le dedicò un rapido sorriso per poi ritornare subito con lo sguardo sulla rivista,a quanto pare non le sto per niente simpatica si disse Kat raggiungendo Esme in cucina dove fu obbligata a mangiare per tre, una volta finito, cercò di aiutare Esme  ma non volle sentire ragioni.
«Non ci pensare neanche, ai piatti ci penso io e non sii discute, perché non vai dai ragazzi in salotto a divertirti?»
«Ok, ah Esme grazie per le stanze, non ce n’era bisogno, Rosalie mi ha detto che ci hai pensato tu»
«Non tI preoccupare cara, mi sono divertita a ristrutturare casa, ma se vuoi proprio ringraziarmi, puoi farlo con un bel quadro, c’è una parete in salotto che ha proprio bisogno di un quadro»rispose sorridendole materna e dandole una leggera spinta verso il salotto occupato dai ragazzi.
Una volta entrata Rosalie la fece sedere vicino a lei sul divano con Alice.
«Ti è piaciuta la stanza?» le chiese la bionda.
«Sì, è molto bella…»
«Qualcosa non va?» le chiese Rosalie
Kathleen era indecisa se rispondere o meno, alla fine si limitò a dirle che ero solo più tecnologico rispetto a quello a cui era abituata.
«Ciottolina!Ecco chi mi ricordi…»urlò Emmet che fino a quel momento stava guardando la scatola dove però ora c’erano dei disegni che si muovevano e c’era la scritta Flinstone in un angolo.
Rosalie lo colpì alla nuca, e mentre il ragazzo cercava di scusarsi Jasper lo guardava e rideva sotto i baffi.
Anche Rosalie però sorrideva, l’unica che non si stava divertendo era Alice.
Passarono tutto il pomeriggio scherzando.
«Io non ti sto simpatica vero?» si azzardò a chiedere Kathleen a Alice.
«No,cosa te lo fa pensare?»rispose la vampira
«Quando ero di sopra ti ho sentito ridere ma da quando sono scesa non hai mai sorriso…»
«È che io ho vedo il futuro, ma non riesco a vedere te e tutto quello che ti riguarda è annebbiato, quindi ho un po’ di mal di testa»
«Forse posso rimediare» disse la ragazza alzando la mano in direzione del volto della vampira in attesa della sua autorizzazione. Alice annuì  e Kathleen posò le punte delle dita sulla fronte della vampira, chiuse gli occhi e attorno alle dita si formò un bagliore bianco, la ragazza riaprì gli occhi e guardo Alice che le sorrise.
«Non ti preoccupare, andremo domani»le disse abbracciandola euforica e tutti.
«Ho bisogno di abiti nuovi e più  adatti» disse Kath guardando l’abito che indossava e rassicurando i tre vampiri che le guardavano preoccupati.
«E verrete anche voi» aggiunse Alice rivolta a Emmet e Jasper che fecero una faccia sofferente ma non si opposero.
«Dovremo portare anche Bella e Nessie?» chiese poi alla bionda e continuarono a parlare tra loro organizzando la giornata di domani.
Nel frattempo Carlisle tornò dall’ospedale, Bella e Edward dalla loro casetta nel bosco(così le era stato detto) e Nessie e Jake da La Push; tutti quelli che la sera prima non volevano che la ragazza vivesse con loro durante la serata iniziarono a ricredersi, l’unico che ancora non voleva concedere alla ragazza il beneficio del dubbio era  il licantropo che vedendo come la ragazza scherzasse e ridesse con la moglie si rese conto che quella ragazzina che sembrava un pesce fuor d’acqua e non aveva idea di come funzionassero cosa semplici come un televisore, non aveva niente di cattivo ma i poteri che poteva avere lo rendevano nervoso.
«Ho preparato la cena» disse Esme, Kathleen andò allora in cucina e mangiò insieme a Jake, sotto lo sguardo disgustato di Emmet e Jasper che si sfidavano ad assaggiare i vari piatti; e con le risate di tutta la famiglia quando Esme li sgridava.
Alice contenta di poter vedere tutto quello che prima le era celato guardava il futuro dei licantropi di La Push,dei suoi nipoti e di Kathleen; la ragazza girandosi trovò infatti la vampira che la osservava sorridente.
«Kathleen, mi sono appena ricordata di avere un impegno domani, ti va bene se spostiamo l’uscita di un giorno?»le disse la vampira
«Certo, non ti preoccupare» rispose la ragazza tornando a mangiare
Da quando tu rimandi lo shop- ahi!Perché mi hai pest- ahi Alice! » disse Emmet mentre la vampira lo guardava male per poi andarsene in camera sua, seguita dal marito.
«Perché hai pestato il piede a Emmet, tesoro?» le chiese Jasper
«Perché stava rovinando il mio piano» rispose la vampira come se fosse ovvio.
«Che piano?»chiese il biondo confuso, ma si rese conto che non avrebbe mai ottenuto una risposta.
«Mi sta simpatica quella ragazza, a dire la verità sta simpatica a tutti, peccato che rimarrà qui solo per qualche mese» aggiunse poi il vampiro
«Non ti preoccupare Jaz penso che rimarrà con noi per parecchio tempo»lo rassicurò la moglie sorridendo furba prima di interrompere il flusso di domande che stava per uscire dalla bocca del marito con un bacio.

ANGOLO AUTRICE:
Si lo so questo capitolo lo avevate già letto e volevate leggere il prossimo dopo mesi che non pubblico niente.
Dovete scusarmi ma tra vacanze, computer rotto, non ho potuto proprio aggiornare.
Ma parliamo delle modifiche( per chi aveva letto la versione precedente)che poi in realtà sarebbe una sola,  Kathleen non sa niente di tecnologia, argomento su cui avrete maggiori informazioni nel prossimo capitolo e ho corretto qualche errore e sicuramente ne ho aggiunti altri perché è impensabile che sia tutto corretto.
Non mi sembra ci sia altro da dire, quindi vi saluto e vi prometto ancora che pubblicherò il prossimo capitolo tra massimo due settimane, scusatemi ancora.
Sali_17
P.S. Ah dimenticavo, grazie mille a Nicole_James che  aveva recensito la versione precedente, a chi ha riletto il capitolo e non ha cancellato la mia storia dalle preferite. Grazie, grazie, grazie :)
  
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