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Autore: Tra I Fiori Il Ciliegio    26/09/2013    2 recensioni
[Larry]
Sente ancora le impronte delle sue dita sul corpo, se si concentra. Gli basta ascoltare la sua voce intonare una qualsiasi canzone, che fosse loro o di qualcun altro, registrata o dal vivo, che sente i suoi polpastrelli scorrergli sulla schiena, tracciare le forme dei tatuaggi sulle braccia, passare tra i suoi capelli.
Ricorda la consistenza della sua pelle, le sfumature dei suoi colori, il rumore delle sue ossa sotto le dita: le costole che scricchiolavano sotto al cuore, le ginocchia che sbattevano contro il divano, le vertebre che strusciavano sull'aria.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo uno

a

A chi non può
cambiare. 

Sembra si debba sposare, Zayn.
Inguainato in uno smoking nero e un fazzoletto rosso nel taschino, si guarda allo specchio della stanza di quell’hotel di Glasgow, così lontano dalla sua casa a Miami.
Quanto sono scappati lontani, tutti loro, dai propri sogni e dai propri amici, per ritrovare se stessi e sapersi inventare senza gli altri. Quando Harry è andato via, per un po’ ci hanno anche provato a continuare, ma a tutti sembrava sbagliato. Come si può amare qualcosa quando le persone con cui amavi farla non ci sono più?
E non era solo il riccio a essere scappato, ma anche il sorriso di Louis e la sua testa. Sembrava quasi che gli uccelli tatuati sul polso fossero volati via per cercare di nuovo quella gabbia aperta sul fianco di Harry. Erano rimasti in quattro, con un sogno e un cuore spezzati e allora anche Zayn aveva ceduto. E se non fosse stata per Perrie forse non ce l’avrebbe fatta a superare quell’abbandono che pesava come un macigno. E allora Miami era stata la scelta giusta, per lui che amava il male e il sole, la bella vita e per lui che non voleva tornare a casa.
L’Inghilterra gli fa paura, troppa. Riusciva a immaginare Harry e Louis in ogni angolo, in ogni città e se li immaginava sempre insieme, a ridere e toccarsi di sfuggita, come quando erano più piccoli e non c’era nessuno a dirgli quello che potevano fare. Non era stato difficile capire quello che stava succedendo tra loro, né per lui né per gli altri. Anche se non ne avevano mai fatto parola esplicitamente, non c’era niente che potesse toglier loro dalla testa che quei due, quando sparivano, non era per farsi le trecce ai capelli.
E Zayn, ogni volta che si era immaginato il proprio matrimonio, li aveva visti accanto a lui, sull’altare, a sorridersi e dirsi con gli occhi che sarebbero stati i prossimi.
Per questo ha cercato Harry, nell’ultimo anno, ogni giorno, fino a quando non lo ha trovato. Forse non lo avrebbe seguito, forse Louis l’avrebbe odiato, perché non aveva avuto il coraggio di dirgli che se era a Glasgow che aveva deciso di andare prima di legarsi per sempre a Perrie, era perché voleva recuperare Harry e averli tutti vicino a sé, come la famiglia che erano stati per anni.
E ora lo specchio gli mostra la sua immagine nervosa, con il ciuffo di capelli neri sistemato, più corto, e gli occhi emozionati. Tra pochi giorni sarà sposato con Perrie.
Ma prima deve fare una cosa.

 

*


“Ciao.”
Harry non voleva aprirla la porta. Voleva rimanere a letto a dormire per ancora un paio d’ore, non guardare in faccia nessuno, stringersi tra le coperte e dimenticare così che Natale è passato e Louis non era con lui, ma con Eleanor seduta a tavola con la sua famiglia.
Non avrebbe dovuta aprirla, quella porta, lo capisce nel momento in cui sente quella voce e fa fatica a mettere a fuoco le ciglia lunghe di Zayn. Rimane in silenzio, mentre tenta di svegliarsi, di non avere un’espressione da triglia, di non piangere.
“Zayn?”
L’altro annuisce, con poca convinzione, e gli sembra di non riconoscerlo, perché sono passati due anni dall’ultima volta che l’ha visto e ora c’è della barba sul suo mento e gli occhi gli sembrano più stanchi, ma anche più felici, più grandi. Si rende conto solo in quel momento, di quello che ha perso, quando è andato via. Non solo Louis, non solo l’amore della sua vita, ma i suoi migliori amici, la sua famiglia, e improvvisamente vorrebbe tornare indietro nel tempo e rimanere lì, a guardare ogni giorno Louis uscire con un’altra persona, a far finta di amarla e di progettare un futuro insieme, mentre lui sarebbe rimasto per sempre nascosto da quei riflettori.
Zayn fa un passo avanti e Harry uno indietro di riflesso.
“Harry…” Si ferma e lo guarda e sembra che anche lui stia per piangere. Quanto male ha fatto, scappando via? “Dopodomani mi sposo…”
E Harry non è in grado di fermarsi, di allontanarsi ancora o dirgli di andare via, ma lo abbraccia e finalmente piange. Zayn lo stringe e gli sembra di avere ancora diciassette anni, di essere appena usciti da X-Factor, di doversi ambientare in quel mondo. Gli sembra di vedere Harry, sedicenne, bussare alla sua porta in hotel per chiacchierare e sfogarsi. Non lo faceva mai davanti a Louis perché si sentiva stupido ad avere così paura e Louis era più grande e sembrava non aver paura mai.
Ma Zayn lo conosceva il terrore che nascondeva. Ed è quello che si è avverato: vivere senza Harry.
“Vieni anche tu.”
Nessuno di loro avrebbe più fatto a meno di Harry.

 

*


“Stai bene?”
Zayn è entrato in casa e ha chiuso la porta, tenendo ancora abbracciato Harry. Si è aggrappato alla sua giacca con le dita e non l’ha lasciato andare finché non si è trascinato fino al divano e seduto lì.
Ci ha messo un po’ per calmarsi e finalmente sorridergli.
“Ora meglio,” sorride ancora. “Tu?”
“Bene,” annuisce e pensa che non riceverà un no come risposta; che a costo di rapirlo e portarlo via, Harry al suo matrimonio parteciperà e guarderà Louis con quello sguardo che ha sempre immaginato avrebbero avuto. Avrebbero parlato, avrebbero litigato, ma poi sarebbero tornati quelli di una volta. “Sto per sposarmi, però.” Ride, nervoso. Ancora non ci crede, ma sa che quella è la decisione più giusta che abbia mai preso nella sua vita.
“Perrie?” chiede Harry, fingendo di non saperlo, di non aver seguito ogni passo della loro vita anche a distanza, anche senza sentirli.
“Perrie,” dice, e Harry è geloso di quel sorriso innamorato, perché un tempo era lo specchio del suo.
Lo fissa e si rende conto che non sono solo la barba e il diverso taglio di capelli a testimoniare gli anni passati lontani, ma anche una diversa consapevolezza nei movimenti e la postura delle spalle. Le spalle di solito appesantite ormai dritte, il sorriso più adulto, i gesti delle mani.
“Come sta?”
“Bene, molto bene,” risponde con voce addolcita. “Non vede l’ora di sposarsi.” Ride.
Anche Harry sorride un po’ di più, ma a Zayn non ricorda quello di un tempo. I boccoli più lunghi e poco curati, le borse sotto gli occhi, i polsi magri. Nota un paio di tatuaggi in più, qualcosa di piccolo, nascosto tra gli altri, che non riesce a vedere completamente né a decifrare.
“E…”
“Anche gli altri stanno bene,” lo interrompe, quando lo vede incerto; non c’è più l’ombra di un sorriso sul suo volto e ha abbassato gli occhi. “Manchi a tutti però.”
Annuisce, Harry, e non lo guarda più. Ci sono le parole che vorrebbe dire da anni incastrate tra i suoi denti e le morde a fondo, per cercare di non piangere e non sputarle via. Per non chiedere dov’è Louis, come sta Louis, cosa fa Louis, se porterà Eleanor al matrimonio, se pensa ancora a lui, se potrà mai perdonarlo.
“Mi dispiace,” dice alla fine. E Zayn sa che è vero, ma che non basterà. Che se non riuscirà a riportarlo indietro, a metterlo di fronte a se stesso, a quello specchio che ha rotto, Louis non potrà perdonarlo e nessuno dei due sorriderà davvero di nuovo.
“Allora vieni al mio matrimonio, Harry,” lo implora, toccandogli appena il tatuaggio sul polso, lì dove anni prima diceva che non sarebbe potuto cambiare. Zayn sa che forse è cambiato, in tutto quel tempo, ma sa che quello che vuole è sempre lo stesso. “Riprenditi Lou.”

 

*


C’è un articolo sul matrimonio di Zayn sulla prima pagina di uno di quelle riviste che Eleanor ama leggere.  Una foto dell’amico capeggia gigante in alto, accanto al titolo e poi parole su parole scritte da qualcuno che di sicuro non ha mai parlato con Zayn o con Perrie, ma solo fatto supposizioni su una storia a cui i giornali non sempre hanno creduto.
Poco più sotto c’è una loro foto, dei One Direction, risalente al periodo subito successivo a X-Factor, come se fossero stati solo quello: una boyband messa insieme da un programma televisivo. Sarebbe stato bello, se fosse stato così. Perché la lontananza non farebbe così male, come vedere quella foto e soffermarsi sulle fossette di Harry e sul suo farfallino in tinta con la maglietta di Liam.
Dove sei?
L’ha cercato, per un po’. Per qualche mese, ha tempestato di chiamate il suo vecchio numero, sua madre, sua sorella, il suo patrigno, chiunque. Impazzito dalla sua assenza, aveva lasciato che quel dolore lo mangiasse vivo, senza lasciargli modo di riprendere in mano le redini della sua vita e del suo gruppo.
Non è riuscito a trovarlo, mai, e a un certo punto ha semplicemente smesso, perché sarebbe stato più semplice abituarsi alla sua mancanza che combattere ancora e sperare in un suo ritorno, quando era chiaro che non sarebbe tornato da lui. Ed era stata colpa sua, perché non aveva avuto il coraggio di dire basta, di uscire allo scoperto e lasciare Eleanor. Ma Harry aveva promesso di aspettare e invece era andato via, senza neanche salutarlo. Era scomparso nel nulla e aveva lasciato che si preoccupasse per lui, che si chiedesse dove fosse e se pensasse a lui.
“Vaffanculo!”
“Tesoro, tutto a posto?”
Eleanor lo raggiunge, posandogli una mano sulla spalla e porgendogli con l’altra un caffè appena fatto. Si scosta infastidito, come scottato e prende la tazza, sorridendole appena. Annuisce, mentre cerca di chiudere il giornale, ma lei lo precede e guarda attentamente la foto.
“Tra pochi giorni li rivedrai…”
Louis non la guarda e si stringe nelle spalle, sorseggiando il caffè. Ha un sapore diverso, da quello che beveva con Harry. Harry lo faceva sempre troppo lungo e ci metteva sempre troppo zucchero, ma Louis non si lamentava mai. Lo beveva sul divano, seduto accanto a lui, mentre guardavano la televisione, e gli sembrava di non dover fare altro, nella vita, per essere felice.
Ma Harry è andato via.
“Vedrai che non mancherà al matrimonio del suo migliore amico,” dice Eleanor, come se avesse letto il suo pensiero.
“Spero per lui di no,” ribatte duro, prima di vuotare la tazza nel lavandino. “Non voglio vederlo.”

   
 
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