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Autore: briciolaFINE93    27/09/2013    7 recensioni
[Storia ad OC]
Nell'insolita città di Kroszveria vi è la Kroszveria Prestigious School, l'accademia più importante di tutta l'isola. La preside, la bellissima Grace dai lunghi capelli rosa e dal sorriso bonario, gestisce il migliore sistema scolastico per ragazzi e ragazze di buona famiglia e la vita studentesca prosegue con misteriosa tranquillità. Ma l'arrivo di un prete dai capelli grano e di un professore dai glaciali occhi cobalto sconvolgerà la routine degli studenti svelando segreti e verità nascoste.
[BlueMoon-RedJewel]
Genere: Commedia, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bright, Fine, Rein, Shade, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Peccato...L'allucinazione

 


 
Si chinò a raccogliere una margherita che spuntava timidamente tra un cespuglio di ortiche, con attenzione tentando di non sfiorare le piantine urticanti.
-Vedete- proruppe spezzando il silenzio che gli si era creato tutto intorno -E' vero che adesso essere moderni vuol dire stare al passo con la moda, indossare gonne che coprono al massimo dieci centimetri di coscia, avere tacchi alti quanto una mano e rompere ogni regola, ma- si portò davanti agli occhi il fiore osservandolo assorto -Le regole esistono e nonostante tutto sia possibile non bisognerebbe mai tentare ciò che nessuno ha mai tentato, non bisognerebbe rischiare troppo altrimenti-
Una voce lo interruppe, squillante e diretta -Lei ci sta dicendo che non avremmo mai dovuto oltrepassare le colonne d'Ercole e non scoprire mai l'America?- il prete si voltò per guardare negli occhi la studentessa che non gli aveva fatto finire la frase -Che non avremmo mai dovuto fare niente? Che saremmo dovuti rimanere per sempre a cacciare nell'età primitiva? Senza fuoco ovviamente, perché anche quello è stato scoperto tentando ciò che allora era impossibile-
Sorrise, gli piaceva quando i ragazzi ragionavano da soli e non si conformavano agli altri ripetendo come fantocci le cose dette e pensate da altri. -Chi altro la pensa come lei?-
-Io la penso come voglio, non la penserò mai come gli altri- si permise di aggiungere un altro.
Socchiuse un occhio portando lo sguardo al cielo -Bravi, avete appena passato il primo test del mio corso, siete stati tutti ammessi- e lo stupore fu generale.

Rein aprì la porta della stanza e spalancò le iridi acqua marina quando vide disteso sul letto un ragazzo del primo anno. Lui sollevò lo sguardo spaventato dal libro che stava leggendo e la guardò tremante.
-S..scusa… cerchi qualcosa?- chiese un po' timoroso, non sapeva proprio cosa aspettarsi da una studentessa del penultimo anno. Lei sollevò un sopracciglio confusa e indicò il numero stampato sulla porta -Ma… questa non è la mia stanza?-
Lui allora tirò un sospiro di sollievo e sorriso ritrovando un po' calma e serenità -No- rispose tranquillamente -Questa mattina hanno cambiato nuovamente l'ordine degli studenti, se fai un salto nell'atrio trovi sulla bacheca dove sei capitata-
Rein sospirò stancamente, mormorò un flebile "grazie" e chiuse la porta lentamente, odiava particolarmente quando sconvolgevano tutto e fortunatamente ciò capitava solo due volte all'anno: il 23 settembre ed il 22 marzo. Si bloccò sorpresa, si era nuovamente dimenticata di controllare se veramente il giorno prima ci sarebbero state 12 ore esatte di luce e buio. Poco male, sicuramente avrebbe solo constatato che sì, ciò era vero. Si fermò davanti alla bacheca cercando tra le migliaia di scritte il suo nome. Eccolo, Rein Sol stanza numero 254.
-Certo che avrei dovuto ricordarmi del cambio considerato che l'avevo segnato anche sul calendario- mormorò salendo la scalinata -E invece ogni volta è sempre la stessa cosa e i più piccoli mi guardano come se fossi un mostro pronto a sbranarli- fece una pausa insicura -Bèh, al tempo anch'io avevo paura dei grandi-
-Rein!- urlò una voce a lei molto conosciuta. Si voltò verso la sorella che le correva incontro saltellando -Non sei ancora in camera? Su andiamo!- la turchina sbatte le palpebre intontita dall'entusiasmo della rossa.
-E' già finita la lezione?- domandò sbalordita sciogliendo l'abbraccio -E comunque siamo in camere diverse- aggiunse ricevendo un segno del capo affermativo. La gemella assunse l'espressione più stupida che le avesse mai visto in volto -Ah-
-Adesso sono stanca, scusami Fine ma vado in camera mia. Per vedere dove sei capitata guarda sulla bacheca- la sorella rispose con un cenno del capo e un mugolio così che la turchina poté finalmente avanzare verso la nuova stanza. Arrivò davanti alla porta, il timore di essere capitata con qualche sconosciuta e antipatica e il cuore in gola.
L'uscio si aprì non appena lei vi posò sopra una mano. Guardò sbalordita la nuova compagna di classe. -Lione- farfugliò sorpresa, poi sorrise felice di essere capitata in stanza con l'amica -Che bello, siamo state fortunate-
-In effetti avevo molta paura, però sono felice di essere in stanza con te-

Harumi entrò nella stanza con cautela e immediatamente cercò con lo sguardo il letto più vicino alla grande finestra. Lo trovò vuoto così si permise di sospirare, almeno nei giorni di pioggia avrebbe potuto ammirare il cielo notturno direttamente stando seduta in camera. Osservò poi il resto della camera, era leggermente più piccola di quella in cui dormiva precedentemente, ma era sicuramente molto meno caotica e disordinata. Annuì fra sé e si sedette sul letto, solo in quel momento si accorse della ragazza seduta davanti alla scrivania che la stava fissando probabilmente da quando era apparsa sull'uscio.
Sussultò ricevendo una leggera fitta alla tempia sinistra e vi posò sopra una mano. La coinquilina si ostinava a guardarla con le cuffie nere e blu caratterizzate da dei teschi qua e là nelle orecchie, lo sguardo dei bellissimi occhi color verde screziato di nocciola apparentemente tranquillo e impassibile.
-Piacere- cercò di dire mantenendosi la parte dolorante con due dita -Io mi chiamo Harumi Myu Karisawa- si sforzò anche di sorridere ma la studentessa a pochi metri da lei non si mosse e non proferì parola. Aggrottò le sopracciglia sperando di non essere incappata proprio in una ragazza estremamente fredda o timida -Tu- tentò nuovamente -Tu come ti chiami?
Non ottenne risultato così decise di ignorarla anche lei e di andare a prendere le proprie cose nell'atrio della scuola dove, ingiustamente, venivano abbandonate dalle signore delle pulizie ogni qualvolta il numero delle stanza cambiasse -Molto socievole- mormorò passandole vicino.
La ragazza si tolse una cuffia dall'orecchio e le rivolse un'occhiata interrogativa -Hai detto qualcosa, non sentivo perché stavo ascoltando della musica- Harumi si bloccò sulla maniglia della porta e farfugliò un piccolo "ah" -Capisco, no mi ero solamente presentata, sono la tua nuova coinquilina-
-Bèh questo lo vedo anche io- rispose l'altra fissandola nelle iridi di un blu molto intenso -Io mi chiamo Anastasia Shock, piacere-
-Scusa, adesso vado a prendere le mie cose- esclamò velocemente la ragazza dai lunghi capelli argento. Aprì la porta e con fretta la richiuse alle sue spalle, si accostò al muro con una mano sul cuore respirando pesantemente. Chiuse gli occhi e allora la vide, le sorrideva sinceramente porgendole un grande bicchiere colmo di succo, non sapeva dire di cosa precisamente, era un colore tra il rosso e il viola. Guardò dietro di lei, c'erano altre ragazze alle sue spalle, stavano sedute al bancone del locale in cui si era ritrovata e ridevano e scherzavano. Riconobbe alcune di queste, le aveva viste in classe in quei giorni eppure qualcosa le diceva che non erano semplice conoscenti ma qualcosa di più, molto di più.
Poi la visione scomparve e lei si ritrovò nuovamente nel corridoio, la mano al petto e un'espressione allucinata in volto. -Loro- mormorò affaticata cadendo a terra svenuta.

-Ehi Erika- la richiamò la sorella indicando una cosa per terra a qualche metro di distanza -Cos'è quello?- la ragazza dai capelli castano scuro si avvicinò con cautela -Ma- esclamò stupita -E' una ragazza!-
La gemella scattò accanto a lei e le tastò il polso spaventata -Deve essere svenuta e le esce del sangue dalla fronte, ha preso una bella botta- affermò prendendo un fazzoletto e passandoglielo sulla ferita. L'altra si alzò velocemente -Corro in camera a prendere il mio kit di pronto soccorso allora- lei la fissò con un sopracciglio leggermente sollevato -Non ti chiederò come mai hai in camera un kit di pronto soccorso ma fai veloce-
-Sissignora!- urlò ridacchiando mentre correva a tutta velocità diretta verso la nuova stanza. Prese le chiavi ed aprì la porta con impeto spaventando un'altra studentessa intenta a sistemare i propri oggetti su uno dei due comodini -Oh!- esclamò sorpresa -Tu devi essere la mia nuova compagna di stanza, io sono Erika, tu?-
La ragazza la guardò un attimo scombussolata, dal colpo buona parte dei capelli ricci color castano scuro le erano finiti in volto e le iridi di una particolare sfumatura di grigio le tremavano. Fece un respiro profondo e si tranquillizzò, poi le porse la mano -Io sono Karen, Karen Furukawa-
La ragazza ancora sulla porta assunse un'espressione imbambolata poi le strinse la mano sorridente -Ma certo tu sei la ragazza che oggi ha suonato il pianoforte- l'altra abbassò lo sguardo -Sì, sono quella che ha fatto una brutta figura- il calore di due dita sotto il mento le fece alzare velocemente il capo -Eh no!- esclamò la castana -Tu sei stata bravissima, è quello stupido che non capisce niente di musica- sorrise rassicurante facendo una giravolta.
-Sai, anche io amo la musica, è la mia ragione di vita- si grattò il capo e ritrattò velocemente ridacchiando -Anzi no, gli animali sono la mia ragione di vita ma in questo momento non importa- la nuova coinquilina la guardò sorpresa poi sorrise divertita -Dicono che gli amanti degli animali sono persone molto dolci e gentili- vide l'altra esitare -Allora io sono l'eccezione che conferma la regola- rise buttandosi sul letto.
-Comunque sia- riprese dopo un attimo di pausa la ragazza dagli occhi marroni con sfumature ambrate -Sono felice di essere capitata con te in stanza, sembri una ragazza davvero carina e simpatica. Però il problema è un altro- Karen si fece cupa e domandò quasi con voce tremante -Quale?- Erika sghignazzò per l'ennesima volta -Se riuscirai a sopportarmi ovviamente- e scoppiò nuovamente in una vivace risata. L'altra sospirò di sollievo.
-Erika!- le due ragazze spostarono lo sguardo verso la studentessa che aveva spalancato la porta già socchiusa -Che fai, mi molli lì con la ragazza svenuta?- chiese affannata dalla corsa.
La mora si portò una mano sulla fronte con aria imbarazzata -Sinceramente sorellina me ne ero davvero dimenticata, eheh- tirò fuori dal borsone il kit e prese per mano la nuova coinquilina trascinandola verso l'angolo in cui giaceva il corpo della ragazza.
Erika iniziò a medicare la ferita bloccando il leggero flusso di sangue mentre le altre due tentavano di capire quale fosse il motivo di tale malore. Lulu, la fidata apprendista della vecchia e noiosa Camelot, che passava di lì per controllare ogni corridoio cacciò un urlo notando la figura priva di sensi. Immediatamente nove porte si aprirono contemporaneamente e da queste spuntarono le testoline di sedici ragazze curiose e un po' intimorite.
-Lulu, diamine!- protestò Altezza uscendo dalla camera -Come mai quell'urlo così all'improvviso?- domandò con tono seccato. Quando poi la studentessa aprì lentamente gli occhi osservando con sguardo incerto tutti i volti dei presenti la timidezza svanì e ognuna avanzò per poter vedere meglio, accalcandosi davanti alla malcapitata. E accadde nuovamente. Il corridoio iniziò a girare vorticosamente non appena furono tutte vicine, la sagoma di Lulu sbiadì fino a scomparire e le luci iniziarono a fare le bizze. Si spensero. Si accesero. In pochi secondi l'oscurità le avvolse completamente.
-Cosa diamine è successo?- farfugliò una di loro tastando il muro alle proprie spalle -Aspettate,  questa parete prima non c'era- un'altra mormorò preoccupata -C'è qualcosa che non quadra, non vedo niente oltre a una lucetta là in fondo-
Tutte cercarono di voltarsi verso il posto da dove proveniva la voce -Quale luce? Magari è l'uscita da questo corridoio scuro- lei indicò davanti a sé nella completa ombra -Proprio davanti a me, sembra quasi provenga da dietro una porta o una finestra coperta da delle tende nere-
-La vedo!- esclamò una ragazza -Avviciniamoci, magari scopriamo qualcosa di più su questo posto- una voce aggiunse preoccupata -Facciamo passi piccoli e avanziamo lentamente, non sappiamo cosa c'è sotto i nostri piedi. Prendete qualcuno per mano se ne avete l'occasione-
Velocemente ognuna strinse le mani vicine alle proprie, chi per paura chi per essere cauta, e con molta attenzione misero un piede dopo l'altro e arrivarono al cospetto della grande porta -Adesso la apro con calma-
Il cigolare sinistro dell'uscio tradì l'aspetto di ciò che poi trovarono davanti a loro. La stanza era molto spaziosa, bianca, adornata con palloncini colorati, tappeti rosati e mobili variopinti. Al centro un lungo tavolo colmo di dolcetti, pasticcini, torte e tazzine da thè troneggiava accompagnato da lilla sedie in plastica e legno colorato. Alla parete una grande finestra decorata con tende violetta a ghirigori bianchi e giallognoli faceva entrare la luce solare che illuminava l'ambiente. Il paesaggio oltre il vetro consisteva in un vasto prato ricoperto da corta erbetta verde, girasoli e rose di tutti i colori e un poco più in là un limpido ruscello di acqua fresca che zampillava un po' a riva.
-Che utopia- ruppe il silenzio Fine facendo un passo dentro la stanza -Sembra di essere in un altro posto- Mirlo le mise una mano sulla spalla -Fine, temo che siamo finite seriamente in un altro posto sconosciuto- ribattè affranta -Inoltre- si voltò -Perchè proprio noi?-
Tutte le presenti si lanciarono degli sguardi diffidenti, una cosa era certa, tutte e venti si trovavano in quel momento nel corridoio principale del dormitorio degli alunni appartenenti agli ultimi due anni. La loro vicinanza aveva creato chissà come quell'allucinazione che sembravo loro tanto reale.
-Io proporrei intanto di conoscerci meglio, ognuno dica in ordine il suo nome- propose Rein sorridendo amabilmente. Una ragazza dai lunghi capelli rosa però la interruppe bruscamente ponendosi al centro della stanza -Siamo finite in un posto sconosciuto quasi per magia, non ci conosciamo, non abbiamo la più pallida idea di quello che può succedere qua dentro e ci noi ci mettiamo a parlare tranquillamente per "conoscerci meglio"?- sbraitò lanciando occhiate infuocate ad ognuna di loro -Avete qualche problema cerebrale per caso?- terminò puntellando un dito sulla tempia per enfatizzare il discorso.
Altezza le si avvicinò di un passo con fare superiore, tentando di squadrarla dall'alto al basso ma con scarsi risultati vista la statura imponente della studentessa -Il modo in cui ti sei espressa è stato davvero maleducato, dovresti portare rispetto alle persone che non conosci- lei ghignò lievemente e accennò un inchino -Scusami cara- calcò l'ultima parola beffarda -Il mio nome è Hope Von Kessho e ora che mi conosci posso parlarti come voglio?-
La bionda sollevò scocciata un sopracciglio chiaro nascondendolo dietro la frangetta. Stava per ribattere quando l'amica Sophie le mise una mano sulla spalla sorridendo tranquilla -Su ragazze, la situazione è già abbastanza difficile non peggiorate le cose- poi si rivolse solo ad Altezza -Inoltre se continui così ti verranno le rughe e sembrerai ancora più vecchia- Lei esplose -Perchè, mi stai dando dell'anziana!?-
Tra le ragazze rimaste in disparte a osservare la scena in silenzio una di loro, quella con i capelli ricci e rossi, sorrise appoggiandosi al mobile che distrattamente aveva intravisto entrando. Allungò un gomito dietro di sé e si lasciò cadere dolcemente sul legno duro, che però non trovò con la conseguenza di scivolare a terra con un grande tonfo tentando di aggrapparsi disperatamente a qualcosa. Ottenne solo di intercettare con una mano lo sportello del suddetto mobile situato qualche centimetro in là, di staccare il pomello dell'anta e di far traballare pericolosamente delle boccette piene di spezie.
-Accidenti- imprecò a bassa voce massaggiandosi la schiena. Scrutò stupita una mano avvicinarsi lentamente a lei, alzò lo sguardo e incontrò due gentili occhi azzurri appartenenti ad una ragazza sorridente con i lunghi capelli neri che le ricadevano un po' sulle spalle.
-Serve una mano?- le chiese dolcemente per poi aiutarla ad alzarsi -Ti sei fatta male?- la rossa scosse il capo ridacchiando -Nono, sono semplicemente un po' sbadata ma grazie lo stesso… chiunque tu sia- rispose con una leggera nota di sarcasmo nella voce -Icaros, chiamami pure Icaros- le porse la mano che lei accettò senza esitazione -Bene Icaros, io sono Margaret-
-Cosa sono quelle boccette?- intervenne Lione notando che un po' del contenuto si era riversato a terra -Droga?- esclamò stupita Fine coprendosi la bocca con le mani -Da quando la droga è rossa?- la riprese la gemella con ovvietà, lei si accigliò -Bèh e te che ne sai se esiste, eh!-
Una studentessa raccolse con il dito un po' di granelli color porpora, era l'unica ad indossare i pantaloni tra tutte e i capelli rossi le arrivavano fino al fondoschiena. Portò alle labbra la sostanza sospetta e poi attese un momento -E' peperoncino, molto buono- constatò con tono freddo leccandosi le labbra. A quel punto Fine tirò un sospiro di sollievo e si avvicinò per poterne assaggiare qualche granello -Già, è anche parecchio piccante- Alice osservò bene la boccetta e sgranò gli occhi -Ma questo cos'è?- la sorella subito le fu accanto e sorrise sognante -Ma che carino, è un piccolo vermicello!-
Immediatamente le due ragazze sputarono i rimasugli della polverina rossa che erano rimasti sulla lingua e la guardarono con faccia schifata mentre giocava tranquillamente con l'animaletto intrappolato dalla parte di vetro -Che schifo- mormorò sempre con lo stesso tono la ragazza dai capelli rossi, la castana subito la guardò male -Guarda che anche gli animali hanno dei sentimenti!- l'altra ricambiò con un'occhiata di sufficienza -Fa schifo lo stesso-
Erika stava per aprire bocca e protestare quando una voce assai divertita la interruppe malamente. Le diciannove ragazze si voltarono verso quella che riconobbero immediatamente come la "pecora nera" della scuola, Ylenia Morales, la studentessa con il record di richiami e note nell'intero istituto. Sul viso dalla pelle abbronzata aveva stampato un leggero ghigno e gli occhi verde prato con delle sfumature grigie molto particolari trasmettevano un senso di disagio alla maggior parte delle presenti.
-Mentre voi litigate per un misero verme io vado a cercare un modo per andarmene da questo posto sconosciuto- aveva affermato a gran voce -Chi è d'accordo con me mi segua-  
Mirlo la guardò sorpresa -E come credi di uscire? La porta da cui siamo entrati conduce solamente ad un corridoio scuro e la finestra non ha nessuna maniglia per essere aperta- la ragazza sorrise -Oh, è molto semplice il modo per uscire da qua- ribattè con ovvietà. Si avvicinò al tavolo e sollevò in aria una delle sedie poi, dopo una lieve rincorsa, la schiantò contro la grande vetrata che dava sul campo verde. Con un tuonante frastuono di vetri che si rompevano l'uscita era ora libera e lei ne approfittò immediatamente per saltare fuori dalla finestra e atterrare tranquillamente sul prato. Iniziò a correre verso il piccolo torrente per riprendersi con un po' di acqua fresca dando un'occhiata ogni tanto alla stanza dietro di lei in cui le altre ancora stavano immobili a guardarla.
-Aspetta Ylenia- lei si bloccò e si voltò di scatto rivolta verso la ragazza dai capelli blu che piano piano si schiarivano fino a diventare bianchi sulle punte -Come fai a sapere il mio nome?- l'altra ghignò qualche secondo poi rispose con nonchalance -Tutti sanno chi sei a scuola, Reb-
-Allora, che vuoi da me?- ribattè la castana dopo essersi rigirata, punta nel vivo -Devi sapere che il mio intuito è molto sviluppato e sento che se arriverai a quel torrente laggiù succederà qualcosa di stran-
-Non credi che tutto ciò sia già abbastanza strano?- la interruppe rivolgendole un'occhiata veloce mentre con i pugni stretti lungo i fianchi proseguiva il suo cammino verso la fonte d'acqua cristallina -Io ti ho avvertita- sentì urlare dietro di lei con tono impregnato di sarcasmo. Non badò alle parole della compagna e continuò imperterrita, giusta nella sua testardaggine -Qualcosa di strano- mormorò quasi con rabbia -Cosa vuoi che suc-
Sgranò gli occhi quando giunta al torrente vide sull'altra sponda due ragazze all'incirca della sua stessa età. La più minuta con lunghi capelli biondo grano appena mossi e l'altra con una lunga treccia laterale rosso sangue. Entrambe giacevano sull'erbetta fresca senza muovere un muscolo, gli occhi chiusi e le mani ancorate a due libri i quali riportavano lo stesso identico titolo, solo scritto con colori diversi: Peccato.
Immediatamente Ylenia scattò verso di loro, tentò di immergere un piede nell'acqua per poterle raggiungere ma questa iniziò a muoversi bruscamente creando onde più alte che andavano a schiantarsi sui corpi inermi delle due giovani. Provò allora a fare un balzo prendendo una piccola rincorsa ma ottenne solo il risultato di cadere a terra bloccata da un sasso appena apparso di fronte a lei.
-Ragazze!- gridò cercando di risvegliarle -Mi sentite?-
E proprio come era accaduto all'inizio, piano piano le immagini del paesaggio, dei due corpi e dell'onda anomala che a breve l'avrebbe travolta divennero sfocate e scomparvero lasciandola nuovamente in quel corridoio dell'istituto, la bocca spalancata, Lulu e Camelot allarmate davanti a lei e le altre ragazze tutte intorno con la sua stessa espressione in viso: smarrimento.
-Ma…Ma cosa- farfugliò stupita Harumi sbattendo più volte le palpebre -Prima eravamo…e dopo..!-
-Harumi Myu Karisawa!- strillò la vecchietta rischiando di farle venire un colpo -Lei ci ha spaventate, se ne rende conto!?- Fine si mise in mezzo, ancora stordita -Su Camelot, non è certamente colpa sua se ha avuto uno…svenimento credo-
Uno scambio di occhiate stranite sancì la fine di quella discussione e le ragazze, chi barcollante chi sospettosa, presero ognuna una strada diversa in cerca di una spiegazione logica a quello che era sembrata un'allucinazione vissuta da tutte.




Note dell'autrice:

Hello guys!!
Dite che sono in ritardo? Ma va, cosa ve lo fa pensare? xD
Bèh... a mia discolpa dico che questo capitolo è stato un pochino più difficile degli altri per la stesura quindi... gomen T.T
Comunque sia, avete visto che bella copertina? Faccio i miei complementi a Fear (Rebecca) per avere creato un capolavoro del genere, l'adoro *ç*
Grazie Rebecca, sei fantastica e bravissima ^^
Tornando al capitolo.... spero di non aver scritto nessuno strambolotto ma non ho voglia di ricontrollare perchè sono di fretta xD Gomen anche in questo caso D:
Non amate anche voi l'arancione? *^* Questa copertina abbinata ai titoli che (d'ora in poi scriverò sempre in arancione) mi fanno sentire realizzata xD
Inoltre ho scoperto che una delle mie storie (Ti Va Di Ballare) è finita tra le storie più popolari *^* Inoltre tra le varie sottocategorie della sezione delle storie più popolari ho visto qualche altra mia One-shot o storia, boh insomma, grazie davvero!! Sono così felice *^*
Certo, quella è una sezione che cambia sempre, magari tra un mese non saranno più lì, ma per ora grazie mille davvero C:
Bene, adesso scappo ma prima... avete notato? Sono comparsi due nuovi OC!! Nella prossima saranno presentati u.u
Dunque, ecco il test del giorno xD

-Lavoro che vorrebbe fare l'OC (qualunque cosa a eccezione di lavori tipo "attrice/attore" o cose (impossibili) del genere)
-Cosa farebbe il vostro OC se si ritrovasse dei vicini troppo rumorosi/antipatici/attaccabrighe?
Per ora basta così^^

Have fun!!

A presto, ciaociao!!

Bacioni Frettolosi ma Dolci,
Erika
~
   
 
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