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Autore: Their_Eyes    27/09/2013    15 recensioni
Ci saranno i giorni in cui crederai di non farcela.
Quelli in cui la vita ti sbatterà in faccia tutti i tuoi sacrifici e tu dovrai ingoiarli a muso duro.
Ci saranno giorni in cui nessuno crederà in te.
Ci saranno giorni in cui tutto ti sembrerà inutile.
Ci saranno giorni in cui ti chiederai perché non sei nato miliardario.
Ci saranno giorni in cui ti chiederai che senso abbia essere ancora onesti in un mondo come questo.
Ci saranno giorni in cui crederai che l'amore non basta.
Ma poi verrà il giorno in cui ti affezionerai tanto ad una persona da non lasciarla andare facilmente.
E ti accorgerai che le cose non sono così male quando accanto hai lui. 
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Call 

 
Presi le ultime cose che erano rimaste nel mio armadietto e risalii le scale fino all'uscita del ristorante. Era stata una serata dura e piena di inconvenienti e avevo una gran voglia di distendermi nel mio comodo divano e iniziare a leggere qualche libro.. magari d’amore.
"Abbie!"
"Si?"
"Grazie per domani!" disse Charlie “Insomma.. avrei trovato un altro modo se non avessi voluto disdire i tuoi appuntamenti con le tue amiche!”
“Faccio volentieri quello che mi chiedi, lo sai!” sorrisi “Anche se questa non me l’aspettavo! Dovrò passare la notte a cercare un po’ di pazienza!”
Charlie scoppiò a ridere e io con lui.
“Non avrei mai pensato che potessi diventare ai livelli di George! Con tutto il rispetto ma lui era davvero bravo! Lavorava qui da ben undici anni!”
Quello si che era un complimento.
Per Charlie, George, avrebbe dovuto possedere la laurea da cameriere se pur non esistesse. Era davvero il suo preferito e non si faceva problemi a dirlo.
“Non posso essere brava come lui, solo dopo un anno che corro in qua e in là da una stanza all’altra e faccio lo slalom tra i tavoli!” ammisi con un po’ di amarezza. La verità era che il mio scopo era quello di diventare brava come lui.
Aveva un equilibrio pazzesco, avrebbe potuto fare a corsa cento scalini con cinque piatti in mano e non ne avrebbe rotto nemmeno uno. Infatti, dopo undici anni che lavorava per Charlie, gli venne offerto un posto come cameriere in uno dei ristoranti più chic di New York e si trasferì.
“Infatti non ho detto che sei ai livelli di George, ma sei nella strada giusta per diventarlo. Ah, e sta’ attenta, non ti permetterò di andartene a lavorare in un ristorante meglio di questo!”
Risi: “Non preoccuparti! Non ti libererai facilmente di me e delle mie cazzate!”
Sorrise e dopo poco diventò serio: “Stavo pensando.. Vuoi una serata libera in questa settimana? Mi sembra poco una giornata per quello che dovrai fare domani con quel ragazzo!"
Trasalii "Non sa fare proprio niente? Nemmeno tenere due piatti nello stesso braccio?"
Scosse la testa "Proprio su quello dovrete lavorare! Mi ha detto che è bravo a intrattenere le persone ma non è esattamente il suo compito!”
Non potei fare a meno di sorridere pensando a quando ero io a dover imparare il mestiere. In una serata riuscii a rompere 7 piatti e una decina di bicchieri a calice.
"Devi solo volerlo l'equilibrio. Se pensi a altro cadrà tutto! Concentrati sulle tue braccia e non succederà niente!" mi diceva sempre George.
Ebbene si, George mi aveva insegnato il mestiere e stava per essere superato dalla sua alunna.
No, okey, non potevo esagerare. Superare George sarebbe stata una cosa alquanto ardua ma arrivare ai suoi livelli forse ce l’avrei fatta.
“Ah, per favore, spiegagli che dovrà mettersi la divisa bianca e nera e che alcune sere capiterà che dovrà stare al banco a preparare caffè e birre" mi disse Charlie.
Annuii in risposta cercando di memorizzare tutto alla perfezione. Non potevo dimenticarle.
"Ti lascio andare a dormire! Buonanotte Abbie!"
"Anche a te Charlie" risposi
Mi incamminai verso le scalette di pietra, desiderosa di raggiungere la mia macchina e immettermi nel traffico per arrivare finalmente a casa e rilassarmi, ma mi bloccai a metà quando mi ricordai che non sapevo l’ora nella quale mi sarei dovuta incontrare l’indomani con Lonis.. Lunis.. Bene, iniziavo davvero bene. Non mi ricordavo nemmeno il nome.
Mi voltai per chiedere informazioni a Charlie ma con grande dispiacerei notai che le luci erano già spente e che lui probabilmente fosse già salito nel suo bellissimo Suv.
Finalmente arrivai alla macchina; lasciai che la musica mi travolgesse e mi immisi nelle strade buie londinesi.
Vivevo da sola in una villetta a schiera nella periferia di Londra. Era di mio padre, un forte e grande imprenditore. Mi sono trasferita da sola dopo la maturità, lasciando i miei genitori nel nord dell'Inghilterra.
Mi mancavano. Mia madre è stata un punto fondamentale per la mia vita. È stata la calma dopo le tempeste. L'acqua dopo un'estenuante corsa. Una spalla in cui piangere dopo la prima cotta adolescenziale. È stata di fondamentale importanza per me.
Mio padre, non che fosse meno importante, ma era sempre impegnato con il suo lavoro e non riusciva a staccarsi da quel maledetto black berry. Lo estraeva per rispondere ad una chiamata e quando riattaccava, doveva sempre inviare un sacco di e-mail.
Arrivai a casa ben ora dopo a causa del maledetto traffico del venerdì sera. Le strade erano sempre affollate e bisognava prestare sempre più attenzione alle persone ubriache che viaggiavano così, come se fosse una cosa normale.
Mi chiedevo in continuazione cosa ci stessero a fare i famosi carabinieri.. Fanno contravvenzioni in continuazione per una macchina fuori posto e non fermano gli ubriachi quando possono creare un pericolo per la strada e per chi ne viaggia.
Mi misi il pigiama, mi struccai e poggiai il telefono nel comodino accanto alla mia testa.
Nemmeno il tempo di riassumere la giornata stessa e di darle un voto che Morfeo mi aveva già rapita.
Mi svegliai di soprassalto, lanciando un occhiata fuori dalla finestra.
Le cose erano due: o avevo attivato la sveglia e non me ne ero nemmeno accorta, o erano veramente le otto e fuori c’era un tempo da lupi.
Solo dopo pochi secondi, notai una suoneria provenire dalla mia sinistra.
Presi il telefono svogliata e irritata. Non c’era una notte in cui potessi dormire beatamente. Quando il vicino rompeva la legna sotto la mia finestra, quando suonava il telefono, quando lasciavo la finestra aperta e un gatto randagio s’intrufolava nella mia camera, quando la sveglia del forno suonava.. insomma, la notte per me era peggio del giorno.
Non ci misi molto a capire che non era la sveglia ma era qualcuno che chiamava vista la vibrazione del dispositivo.
Guardai meglio il numero. Non lo avevo in rubrica. Chi sarebbe potuto essere a quell’ora? Sicuramente un cretino a cui piaceva fare gli scherzi deficienti. Magari rispondendo, ti avrebbe detto che avevi ordinato le pizze che ti eri dimenticata di andare a prenderle, oppure che avevi vinto un concorso di bellezza o un viaggio di dieci giorni oltreoceano.
Insomma, tutte cazzate!
Lo rimisi sopra al piccolo mobiletto di legno togliendogli la suoneria e lasciandogli solo la vibrazione.
Suonò altre tre o quattro volte e alla quinta decisi di rispondere, stanca di sentire come una mosca nel mio orecchio sinistro.
"Chi minchia è che rompe il cazzo alle.." scostai il telefono dall'orecchio e guardai l'ora "tre e mezzo della notte?" chiesi quasi urlando. Per un momento mi ricordai di avere dei vicini, sia alla sinistra che alla destra della mia parte dell’edificio, poi capii che, al posto mio non si sarebbero fatti dei problemi quindi me ne fregai.
"Shhh.. Sono io.." disse l'altra voce.
"Io chi?" domandai irritata.
"Se mi facessi finire di parlare invece di interrompere sempre, te lo avrei detto!" rispose.
Dalla voce e dal modo di parlare mi venne in mente che potesse essere il tizio del ristornate.. Lunis o qualcosa del genere, ma poi pensai che era impossibile visto che conosceva solo il mio nome.
"Sono Louis.. Il tuo collega!"
Ah ecco come si chiamava: Louis!
Aspetta! Louis? Come faceva ad avere il mio numero?
"Come fai ad avere il mio numero?" chiesi dando sfogo ai miei pensieri.
"Me lo ha dato Charlie.. Mi ha detto di mettermi d'accordo con te per l'orario di domani!"
"E chiamarmi alle tre e mezzo di notte ti pare giusto? Non potevi mandarmi semplicemente un messaggio oppure chiamarmi domani mattina ad un orario decente?"
"Non fare tante storie e decidiamo per domani pomeriggio! Voglio diventare bravo almeno quanto te per portare quattro piatti in un braccio e quattro nell'altro!"
"Sei stato ad osservarmi tutta la sera?" chiesi.
Sentii il viso andarmi a fuoco. Non potevo vedermi ma ero sicuramente diventata rossa.
Era stato tutta la sera a osservarmi ed io non me ne ero accorta e neanche Charlie mi aveva avvisato.
"Dovevo guardarti.. Si inizia così, no?"
“Toglimi una curiosità: hai anche mangiato lì?” chiesi.
“Si certo! Aspetta..” disse, poi mugolò “Ero al tavolo 16”
Sorrisi. Possibile che non mi fossi accorta che c'era un tizio che mi fissava mentre correvo da una sala all'altra del ristorante?
“Ti ho servito io?” domandai un po’ titubante.
“No.. mi ha servito l’altra.. E’ molto carina.. bionda, capelli lunghi, con un sedere da favola.. era lei!” confermò.
Scossi la testa irritata. Lucy faceva sempre conquiste.
"Ehi! Ci sei sempre?" chiese. Questa volta con la voce più dolce.
"Sisi.. Scusami ma sai com'è! Non ho una mente lucida come se fossero le tre del pomeriggio!"
Non ebbi risposta. Solo una grande risata.
"E va bene. Farò qualcosa per farmi perdonare ma ti prego, decidiamo l'orario per domani così posso andarmene a letto e dormire tranquillo!"
"Ti va bene alle quattro e trenta?" chiesi mettendo in moto il cervello per pochi secondi tanto per decidere un'ora.
"Si!" confermò "Dove?"
"Dove cosa?" gli chiesi.
"Dove ci troviamo a quell'ora?" chiese dolcemente come se capisse le mie condizioni.
"Mandami il tuo indirizzo per messaggio.. Ti passo a prendere e andiamo al ristorante!" tagliai corto sperando di concludere tutto. Staccai il telefono dall'orecchio e notai che erano ben 14 minuti che ero al telefono con lui: un ragazzo che conoscevo a malapena.
"Ma di solito non sono gli uomini che vanno a prendere le donne?" chiese.
 Sbuffai esausta da tutto quello.
"Okey ho capito. Ti lascio dormire. Domani alle quattro e trenta davanti a casa mia. Buonanotte Abbie!" concluse.
"Notte Louis!" dissi prima di riattaccare.
Poggiai il telefono sopra il comodino e ributtai nel letto stronfiando.
Ancora dopo una mezzoretta, non mi ero addormentata. Scesi in cucina, bevvi un bicchiere d’acqua e mi stesi nel divano. Con le canzoni di MTV MUSIC di sottofondo, mi misi a leggere quel libro di cui tutti parlavano tanto: Cinquanta sfumature di grigio.
Me lo aveva consigliato Madison tanto tempo fa ma non gli avevo mai dato ascolto. Poi quando cominciai a girare per i social network, vidi che tutti ne parlavano così, non avendo in repertorio nessun libro da leggere, andai in libreria e ne comprai tutti e tre.
Erano diventati peggio di una droga. Inutile dire che Christian Grey è l’uomo che ognuna vorrebbe. Insomma, alto, fisico perfetto, biondo ramato e occhi azzurri. Cazzo, quanto invidiavo la piccola e indifesa Ana!
Ogni minuto che avevo libero, lo dedicavo a quel libro. A causa dei miei impegni, non ero riuscita a finire ancora il primo.
Quando tornai alla realtà e i miei occhi si stavano appassendo, guardai l’orologio di cucina. Le cinque e qualche minuto. Merda! Quanto avevo letto?
Corsi velocemente le scale e  piombai nuovamente sul letto.
Caddi in un sonno profondo in compagnia di Christian Grey e di un ragazzo, al quale non ero riuscita a riconoscergli il volto, che mi reclamava e voleva che stessi con lui.

 











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Ciao ragazzee! :) 
Mi scuso in anticipo per il ritardo.
Sono due settimane o più che non aggiorno
ma la scuola è riniziata anche per me e la quarta
superiore è un disastro. Subito compiti sopra compiti 
e la prossima settimana iniziano anche le interrogazioni.
Please, kill me! D: 
Comunque, passando a noi.. Mi fa piacere aver avuto 21 recensioni nel
primo capitolo! 
Vorrei ringraziare tutte coloro che hanno lasciato un parere e che hanno
inserito la storia tra le preferite/seguite/ricordate.
Vorrei che continuaste a farmi sapere quello che pensate con 
una recensione più lunga di dieci parole

Passiamo all'argomento BIGLIETTI.
Io non sono riuscita a trovare l'American Express.. Voi?
Li avete già presi? 
Io sono in ansia. Tanta ansia. Domani mattina sto trabiccolo di
computer mi dirà se andrò a Milano o no! :)
Per adesso è tutto. Non so che altro dire.
Fatemi sapere cosa pensate che accadrà e cosa ne pensate di questo capitolo! 

Baci, 
Their_Eyes

 
  
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