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Autore: Yasha 26    27/09/2013    21 recensioni
Storia ambientata in epoca vittoriana, Londra 1850 circa.
InuYasha è un killer che agisce solo su commissione. Gli viene chiesto di uccidere Kagome di Hannover Duchessa di Kent. Al momento di pugnalarla, però, qualcosa lo blocca.
****
- Perché non mi avete uccisa? Eravate qui per questo, non è così? E so anche chi vi ha chiesto di farlo. Si tratta di mio zio Naraku. -
InuYasha non rispose. Di certo, non avrebbe confessato ad anima viva chi era ad avergli commissionato il lavoro.
- Oh su, potete anche dirmelo!. Dubito potrò andare in giro a dirlo, considerato che a breve sarò all’altro mondo, no? - scherzò lei.
- Per caso, a vostra signoria, manca qualche rotella? Siete di fronte un assassino, venuto a privarvi della vita, e ve ne state lì tranquilla a ridere? -
- Se piangessi mi risparmiereste? Non credo proprio. E poi, aspettavo da un po’ la vostra visita. Sapevo che prima o poi sarebbe successo, quindi… -
- D’accordo, ma non capisco perché siate così tranquilla. - domandò sempre più incuriosito.
- La verità? -
- Certo! -
- Mi farete un favore uccidendomi. -
- Mi spiace per voi Milady, ma non morirete questa notte! -
IN REVISIONE GRAMMATICALE
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Squadra dei Sette, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Svegliarsi con Kagome tra le braccia era la cosa più piacevole che ci fosse per InuYasha.
Non avrebbe mai pensato che provare amore fosse così bello.
Erano diverse settimane che si svegliava così, ma ogni giorno era sempre come il primo.
Lui, che l’amore non lo conosceva, aveva sempre sentito un vuoto dentro. Vuoto che provava a colmare in molti modi, ma mai nessuna delle cose da lui tentate aveva smorzato quel senso di incompletezza nel suo cuore.
Solo adesso capiva di cosa necessitava per essere realmente felice…una donna che lo amasse senza se e senza ma.
Lei lo accettava pienamente. Accettava il suo passato e la sua bizzarra natura, anche se non riusciva a vederla in verità. Ma InuYasha era sicuro che se anche avesse potuto vederlo non ne sarebbe rimasta minimamente impressionata, perché la sua Kagome era diversa da quelle conosciute negli anni.
Una mentalità aperta, senza ombra di pregiudizio per nessuno. Una donna tenace e coraggiosa che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno per le sue idee femministe. Che si batterebbe con le unghie e con i denti per l’uguaglianza tra ricchi e poveri.
Perso a contemplare le doti della sua donna non si accorse che si era già svegliata. Solo la sua mano, scivolata verso il suo viso, lo riscosse dai suoi pensieri.
-Buon giorno amore.-       lo salutò lei sorridente
-Buon giorno a te mia regina.-         rispose lui baciandole il palmo
-Da quando il mio titolo di duchessa si è innalzato a quello di regina?-       domandò lei ridendo divertita
-Da quando hai conquistato il mio cuore!-        disse lui baciandola e facendola scivolare sotto di sé
-Ma come? Solo il tuo cuore? Pensavo di avere conquistato di più. Il titolo di regina non mi basta!-        brontolò lei finta imbronciata
-Ah no? E che altro titolo posso darti più importante di regina?-
-Quello di imperatrice no?-      
-E che differenza c’è tra i due scusa? Non regnano entrambi su tutti?-      chiese scettico l’albino
-Eh no mio caro. La differenza c’è. Il re governa il suo regno, mentre l’imperatore comanda più regni e stati sotto il suo dominio. Nel nostro caso…la regina governa il tuo cuore, ma l’imperatrice comanda tutto il tuo corpo! Tu sei tutto mio capito? E non solo il tuo cuore.-         rispose  maliziosamente la giovane duchessa, facendo scorrere le mani sulla schiena nuda dell’uomo tra le sue braccia
-Ah…ora ho capito la differenza. Quindi se tu sei la mia imperatrice, io sono il tuo imperatore…e questo mi appartiene.-         disse lui baciandole e leccandole il collo
-E anche questo…-        disse poi portando la mano sul suo seno e stringendolo delicatamente, stuzzicandone le estremità già turgide, mentre la ragazza si lasciava andare già ai sospiri
Sapeva benissimo dove voleva arrivare, e questo la eccitava moltissimo.
-E queste…-        ripeté baciandole con possessione le labbra
Lei ricambiò quel bacio passionale come fosse la prima volta. Amava baciarlo, non si sarebbe mai stancata di farlo.
-E soprattutto questa mi appartiene!-      ribadì portando l’altra mano fra le gambe di Kagome, sfiorandone l’intimità
Lei sospirò sul suo collo. Fremeva nell’attesa di quel tocco che sapeva già sarebbe arrivato.
-Sì…ti appartiene tutto InuYasha.-         rispose lei aggrappandosi alle spalle dell’albino, mentre le sue dita l’accarezzavano profondamente, fin dentro l’anima
In breve le dita di InuYasha vennero sostituite dalla sua virilità, unendoli nuovamente in una danza di cuori scalpitanti, respiri affannati, carezze impetuose e baci incandescenti.
 
-Kagome?-     la chiamò InuYasha mentre passava le mani tra i suoi lunghi capelli
-Mmh?-       rispose semplicemente lei, con la testa poggiata al suo petto muscoloso, intenta a godersi le carezza rilassanti del suo uomo
-Mi sposeresti se te lo chiedessi?-
La ragazza scattò subito a sedere, come se le avessero detto che la casa era in fiamme.
-Ch…che hai…detto?-          chiese lei col cuore in gola
-Ti ho chiesto se…se io te lo chiedessi un giorno, tu mi sposeresti? Sposeresti un delinquente assassino ladro truffatore come me?-     domandò esitante lui temendo in un diniego della giovane
Se avesse voluto sposarlo? Ovvio che sì, ma lei per tutta risposta iniziò a piangere. Un pianto disperato nato dai mille pensieri che in quei giorni le affollavano la mente.
Avrebbe tanto voluto dire subito di sì, ma come avrebbe potuto? Kagome Hannover non esisteva più, agli atti lei risultava morta. Non avrebbe mai potuto sposarsi non avendo documenti.
-Kagome perché stai piangendo? Non devi rispondere se non vuoi. Tranquilla non me la prendo, infondo ti capisco.-      le disse lui amareggiato, cercando di consolarla, sedendosi accanto a lei
-Non…hai…hai capito invece. Io…non esisto! Sono morta…per tutti. Non…non posso…non posso sposarti!-      iniziò a singhiozzare disperata fiondandosi tra le braccia del ragazzo
-E’…solo questo?-        chiese lui stupito
-Solo? Ti…sembra…poco? Non potrò…mai sposarti senza…firmare a nome mio!-        continuò piangendo disperata
InuYasha provò un’infinita tenerezza per lei. Il suo unico problema erano i documenti, non lui, non la sua natura, il suo essere oscuro e malvagio…no…era una stupida firma su un inutile foglio.
-Ehi piccola calmati. Ti ricordi cosa ti ho detto tempo fa, la notte in cui ti ho fatto passare per morta?-       le chiese accarezzandole la testa e cullandola tra le braccia
Lei tirò su col naso smettendo di singhiozzare…sembrava davvero una bambina in quel momento.
-Sì…mi ricordo.-     rispose triste
-E cosa ti ho detto?-     le domandò lui dolcemente
-Che al momento risultavo morta, ma che un giorno sarei potuta resuscitare dalla tomba per chiedere indietro i miei soldi.-       ripeté lei ricordando ancora chiaramente le parole pronunciate qualche mese fa dall’uomo
-Esatto amor mio. E quel giorno è arrivato non credi?-       spiegò calmo
-Cosa? Vuoi che sappiano che sono viva? E se mio zio per ripicca ti denunciasse come il killer dei ricchi? No ti prego InuYasha! Non è così importante il matrimonio in fin dei conti! Mi basta stare con te!-        chiarì subito la ragazza
-Non è solo per il matrimonio Kagome. Devi riprenderti ciò che ti spetta. Il tuo titolo e i tuoi possedimenti. Non voglio lasciarli a quel viscido di tuo zio. E comunque non ci metto molto a farlo fuori prima che apra bocca. Non gli conviene minacciarmi o provarci contro di me. So troppe cose su di lui. Compresa la recente richiesta che mi ha fatto.-        spiegò lui rimettendosi sdraiato e portando con sé la sua donna
-Ti ha ricontattato? E che ti ha chiesto stavolta?-       domandò sorpresa lei
-Vuole far salire al trono suo figlio al posto della Regina Vittoria.-
-Ti ha chiesto di uccidere mia cugina?-         chiese allarmata
-Me lo ha fatto ben capire. Come sai in questi anni la Regina ha subito diversi attentati, tutti andati male per sua fortuna. Sono sicuro che sia lui il mandante. Ti ricordi il caso di quell’ Edward Oxford? I due colpi di pistola andarono a vuoto perché non aveva mira, quell’imbecille. Lo fecero passare per pazzo, ma io lo conoscevo bene e ti assicuro che non lo era affatto. Poi ci furono John Francis e John William Bean. Anche i loro tentativi fecero un buco nell’acqua però.(1)-
-Se non sbaglio si vociferava che fu nostro zio, il Re di Hannover, colui che le avrebbe successo se lei fosse morta.-
-Così si diceva dieci anni fa. Ma io sono convinto che fosse stato tuo zio Naraku. Ma da allora la Regina ha avuto diversi figli. Dovrebbe ucciderli tutti per poter ereditarne il titolo.-
-A parte i figli di mia cugina ci sono gli altri eredi per ordine di successione. Dopo Vittoria e i suoi figli, vengono il Re di Hannover e i suoi figli, poi mio cugino il Duca di York, io, che però risulto morta, altri parenti e infine mio zio Naraku. Come può sperare di scalare tutta questa gerarchia? E’ pazzo!-     esclamò la ragazza
-Se volesse potrebbe anche far morire tutti i membri della famiglia reale in una volta sola.-      spiegò titubante l’albino
-InuYasha a che ti stai riferendo? Che ti ha detto mio zio di preciso?-     domandò preoccupata la duchessina
-Fra tre mesi si terrà un incontro organizzato da tua cugina con il giovane Principe Friedrich di Prussia futuro Imperatore di Germania, con la scusa di mostrargli “La Grande Esposizione Universale” al Crystal Palace. Vuole invece presentargli la figlia più grande e organizzare un matrimonio combinato, per rafforzare ulteriormente l’alleanza tra la Germania e il Regno Unito. *-
-E quindi?-     chiese lei non capendo dove volesse arrivare
-E quindi…in quell’esposizione vi saranno diversi esponenti della famiglia reale, sia inglese che tedesca. Riesci ad immaginare che accadrebbe se “casualmente” si sviluppasse un incendio all’interno del Crystal Palace?-
-Oh mio Dio! Ti ha chiesto di dare fuoco al palazzo con tutta quella gente dentro? Ma…è assurdo! È impazzito davvero!-
-Io ho accettato.-
-Che cosa hai fatto tu?-        chiese lei con tono di accusa
Aveva capito male o il suo uomo aveva accettato di far fuori mezza stirpe reale?
-Non pensare male Kagome. Ho accettato per non fare organizzare la cosa da altri. Se è convinto che ci penserò io, tuo zio non penserà ad ingaggiare altri assassini, così nel frattempo potremo trovare il modo di far sapere a tua cugina la verità.-      le spiegò prontamente lui
-Aaah…ecco. Mi pareva. Per un attimo ho temuto che ti fossi ammattito. Ma come hai intenzione di fare scusa? E poi cosa c’entra tutto questo col farmi “ritornare in vita”?-     domandò scettica la ragazza
-Se tuo zio viene arrestato e giustiziato per alto tradimento alla corona te lo togli una volta per tutte dai piedi e potrai riprenderti i tuoi averi. Potrei risolvere tutto io uccidendolo, ma tu non vuoi.-      sospirò il giovane
-Esatto! Non voglio che uccidi ancora, a meno che non ne dipenda la tua vita.-        gli ripeté ancora una volta lei
-Tranquilla…non lo farò. Però in mancanza di quello posso farlo anche uccidere da tua cugina per tradimento no? In fondo se lo merita per quel che voleva farti.-
-Lo lasceremo decidere alla legge questo ok? Non voglio saperti nei guai.-     rispose lei accoccolandosi sul suo petto
-Va bene piccola. Da qui non mi muovo.-       le disse lui accarezzandole nuovamente i capelli
Doveva pensare a come incastrare il Duca di Clarence una volta per tutte, e questa era la volta buona.
 
 
Se c’era una cosa che InuYasha odiava di più al mondo, oltre i ricchi chiaramente, erano i mal di testa di Kagome. Vederla soffrire era straziante.
Stavano insieme da diversi mesi ormai e in quel periodo lui pareva abituato ai malori della ragazza. Ma negli ultimi tempi le emicranie della giovane parevano farsi più frequenti.
Avevano ipotizzato che con l’arrivo della primavera, quindi col cambio di clima, la cosa sarebbe migliorata e invece oltre al dolore si erano aggiunte forti nausee e svenimenti.
InuYasha sperava che quei sintomi fossero dovuti a qualcosa di piacevole, ma la visita effettuata da Suikotsu aveva escluso categoricamente che Kagome fosse in dolce attesa. Quindi il problema era altro.
-Suikotsu sei un medico dannazione! Possibile che non capisci che diavolo ha Kagome?-     imprecava l’oramai ex assassino
Solitamente sapeva ben mantenere la calma e il sangue freddo degni dell’assassino che era,  ma davanti a Kagome questa maschera cadeva in mille pezzi, lasciando posto al tormento dell’impotenza.
-Ti faccio presente che non pratico più un corso di aggiornamento da quasi dieci anni! La scienza ha fatto passi da gigante e io non sono informato su tutte le novità. Tutto però mi lascia pensare che i mal di testa di Kagome siano dovuti ai suoi occhi, ne sono certo.-     affermò sicuro il medico
-I suoi occhi? Come sarebbe? Che intendi?-    
-Kagome ci ha detto di essere nata cieca e che questi malesseri sono sempre stati presenti. Ora…non trovi strano che un cieco abbia degli occhi così perfetti? Lei non mostra affatto segni classici di una cecità. Le sue iridi sono vivissime e le sue pupille non sono paralizzate, si dilatano. Oltretutto i suoi occhi sono perfettamente simmetrici.-      spiegò il dottore
-Suikotsu non ti capisco! Parla chiaro per la miseria! Io non mastico la tua lingua da dottore!-       sbottò furioso il giovane, più confuso che convinto
-InuYasha…hai mai visto un cieco?-     chiese Suikotsu
-Certo che sì! Che domande!-
-E i suoi occhi com’erano?-
-Beh…strani, spenti.-        constatò l’albino pensandoci
-Appunto. E gli occhi della tua compagna come ti sembrano invece?-
-Decisamente diversi. Ma con questo che vuoi dire? Che finge di essere cieca?-         ringhiò adirato verso l’amico
-Ma assolutamente no! Quello che voglio spiegarti è che per me Kagome non è cieca. Semplicemente non vede.-
-…ok ora sono più confuso di prima!-
-E se gli occhi di Kagome non fossero malati?-        disse Suikotsu più a se stesso che all’amico
-Che intendi? Che potrebbe guarire e riacquistare la vista?-
-Non lo so. Potrebbe. La mia è un’ipotesi.-
-Ipotesi che voglio assolutamente conoscere! Subito! Che cosa stai pensando?-
-Vedi…in questi giorni si dovrebbe tenere un convegno che coinvolge diversi medici di tutto il mondo. Ho sentito che tra questi vi è il medico Sir William Bowman(2), specializzato in chirurgia ed oftalmologia. Magari se riuscissi a parlargli di Kagome, forse…-
-Forse potrebbe operarla e ridarle la vista?-     chiese InuYasha pieno di speranze
-Potrebbe, sempre che la cosa fosse fattibile. Tutto sta al motivo per cui Kagome non vede.-
-Se esiste anche una sola possibilità di poterle ridare la vista stai pur certo che la tenterò!-     esclamò l’albino al settimo cielo
-Sempre che non muoia prima sotto i ferri…-         osservò Suikotsu
-Cosa?-
-InuYasha…hai idea di quanto possa essere pericolosa un’operazione agli occhi? Johann Sebastian Bach è morto per togliersi la cataratta. Cosa ben più semplice del problema di Kagome.-
-Il fatto che quel compositore, vecchio per altro, sia morto non vuol dire che succeda anche a Kagome che è giovane! E poi è successo cento anni fa! Le cose sono decisamente diverse da allora no?-
-Un’ operazione è sempre un’operazione. Rifletteteci prima di prendere decisioni.-
-Riflettere su cosa?-         chiese Kagome appena entrata nel salone dove i due erano intenti a parlare
-Kagome come ti senti? Passato il mal di testa?-        domandò preoccupato l’albino
-Sì, sto meglio adesso. Di che parlavate? Spero non di un assassinio.-
-Ma certo che no mia cara. Senti dovrei parlarti però.-       le disse facendola accomodare su una poltrona
-E di cosa?-     chiese lei curiosa
-Kagome…vorresti avere la possibilità di riacquistare la vista?-      le domandò InuYasha serio
-Eh?-         disse la ragazza sorpresa
 
Di tutto si era immaginata che potessero parlare quei due, ma non certo di quello che le stavano spiegando adesso.
La possibilità di vedere le cose che conosceva solo per sentito dire. Osservare com’era fatto un oggetto sferico, com’erano fatti gli abiti che indossava, o il cibo che mangiava. Poter vedere lui finalmente. Il volto dell’uomo tanto amato e smettere di essere un peso per la sua condizione.
Sì, avrebbe provato. Lo doveva a se stessa, alla sua amata madre e a InuYasha.
-Sì! Voglio provarci InuYasha! Ti prego!-      lo supplicò lei
-Non devi pregarmi Kagome. Appena si terrà quel convegno andremo a parlare con quel medico. Ti porterò in capo al mondo se serve, te lo giuro!-
-In realtà non serve. Sir Bowman vive qui Inghilterra.-     spiegò il medico
-E allora perché dovremo cercarlo a quel congresso se possiamo farlo quando vogliamo?-
-Perché lì sarà pieno di medici. Quale occasione migliore per attirare l’attenzione di diversi luminari? Se le mie ipotesi sono corrette troverete lì anche dei chirurghi, magari Bell, con cui poter parlare insieme a Bowman.-
-Ti riferisci al dottore Joseph Bell?(3)-     chiese Kagome stupita
-Esattamente lui Kagome. Lo conosci?-
-Non di persona ma ho sentito parlare molto bene sia di lui che della sua famiglia di chirurghi.-
-Esatto. Quali migliori di questi medici potrebbe aiutarti?-
-Suikotsu, capisco un medico specializzato in oftalmologia, ma quel chirurgo a che dovrebbe servire se già Bowman è un chirurgo?-
-InuYasha…più consulenze ricevete migliore sarà la diagnosi. Non credi?-
-Suikotsu ha ragione. Sarebbe bellissimo se qualcuno di quei dottori potesse curarmi.-    
-Faremo tutto ciò che sarà necessario amore mio. Sono sicuro che qualcosa fuori uscirà. Quando si terrà questo convegno?-     chiese InuYasha
-Lunedì prossimo al Cafè Royal di Regent Street.(4)-        rispose il medico
-E noi saremo lì! E speriamo in bene.-        disse InuYasha baciando Kagome sulla fronte
 
Il giorno tanto atteso era finalmente arrivato. InuYasha, Kagome, Suikotsu, Miroku e Sango si trovavano nella hall del grande e lussuoso albergo già da diverse ore in attesa che il convegno finisse.
Kagome era la più tesa tra tutti, non solo perché avevano dovuto camuffarla con una parrucca bionda per evitare che qualcuno la riconoscesse, ma soprattutto perché temeva il responso del medico che avrebbero dovuto incontrare.
E se si fosse rifiutato? E se non avesse potuto guarirla? E se invece fosse morta durante l’operazione? Questi erano i pensieri che albergavano nella mente della giovane, che non poteva far altro che stringere nervosamente la mano del suo compagno, che non faceva altro che sussurrarle parole confortanti per tranquillizzarla.
Finalmente il congresso medico era giunto al termine. Uno dopo l’altro i medici si apprestavano a lasciare l’enorme sala che avevano occupato, dirigendosi ognuno verso la propria camera.
Al suo arrivo InuYasha aveva pagato profumatamente il direttore dell’albergo in modo da annunciarli al dottor Bowman al termine del congresso, e così fece.
Un uomo giovane e dal portamento distinto si avvicinò a loro, accompagnato dal direttore.
-Signori, sono stato informato che volevate parlarmi. In cosa posso esservi utile?-         chiese il medico che dopo aver guardato velocemente i giovani di fronte a sé non poté non puntare il proprio sguardo su quello di Kagome
-Dottor Bowman è un onore poterla conoscere. Io sono un suo collega, ritiratosi però alcuni anni orsono. Siamo qui a chiedere un vostro prezioso consulto.-     si presentò  Suikotsu
-Immagino che la paziente sia la signorina.-         disse il medico indicando Kagome
-Sì dottore, si tratta proprio di me. Kagome, piacere di conoscervi.-       rispose lei inchinandosi leggermente in segno di rispetto
-Voi siete cieca Milady?-       domandò il medico osservando i suoi occhi fissi nel nulla
-Già…-
-Siamo qui per sapere se lei può guarirla dottore.-         intervenne InuYasha sbrigativo
-Dovrei visitarla per capirlo, però i vostri occhi sono strani Milady. Da quanto avete perso l’uso della vista?-      chiese il medico guardandoli da più vicino
-Sono nata così dottore. Non ho mai visto la luce del giorno purtroppo.-
-Che altri sintomi avete avuto dalla vostra nascita ad ora?-
-Nausea e forti mal di testa. Oltre quello non ho avuto altri problemi.-
-Mmmh…allora credo di non essere io a dovermi occupare di voi.-      asserì lapidario il medico
-Cosa? E perché mai non volete occuparvene?-      chiese adirato InuYasha guardandolo malamente
-Non ho mai detto che non voglio occuparmene. Ho solo detto che non credo avrete bisogno di me. Il suo male non dipende dagli occhi. È ciò che c’è nella sua testa che mi preoccupa. Ovvero ciò che non si vede.-        spiegò Bowman
-Avete già capito di cosa può trattarsi non è così?-       chiese Suikotsu
-E’ prematuro per dirlo. Forse sarà meglio che vi consultiate con un altro mio collega. Il dottore Broca (5) saprà di sicuro indirizzarvi sulla giusta via da seguire.-         disse il medico pensieroso
-Come facciamo a parlargli?-         chiese Miroku
-Andrò io stesso a chiamarlo. Aspettatemi qui.-
-Grazie dottor Bowman.-         disse Kagome
-Di nulla Milady. Mi spiace solo di non poterla aiutare personalmente.-
 
-Paul, questa è la paziente di cui vi ho parlato pocanzi.-      spiegò Bowman dopo aver condotto il collega da InuYasha e gli altri
-Piacere di conoscervi Milady, Paul Broca. In cosa posso aiutarvi?-       si presentò il medico, con un marcato accento francese
-Vogliamo sapere se lei può curare la cecità della mia compagna dottore. Il vostro collega dice che non dipende da lui, ma da voi.-
-Beh credo che il mio amico William mi sopravvaluti molto. Non so se sarò in grado di curare la vostra signora. Non so neppure cos’abbia guardandola così.-
-E quindi non ci aiuterete nemmeno voi?-        chiese Sango infastidita dai continui giri di parole dei due uomini
-Assolutamente Milady. Vi aiuterò come posso, ma qui in Inghilterra ho le mani legate. Domani ritornerò in Francia quindi non posso nemmeno visitare la vostra amica. Sarebbe molto più comodo se veniste nel mio studio all’ospedale di Beaujon a Paragi. Lì potrò certamente visitarla accuratamente con tutti gli strumenti in mio possesso.-          spiegò il medico
-Allora se non avete nulla in contrario partiremo con voi dottore. Prima la potrete visitare e meglio sarà.-       affermò InuYasha più che convinto
-Cosa? Subito? Non ti sembra di esagerare InuYasha? Dobbiamo preparare le valigie e…-
-E niente Kagome! Metteremo il minimo indispensabile in valigia e poi il resto lo compriamo a Parigi.-
-Per me non vi è alcun problema. Il vapore partirà nel pomeriggio da Dover.-       informò il medico
-Da Dover? Oh cielo quindi dovrò ritornare nelle mie terre!-         si lasciò sfuggire Kagome agitata
-Le vostre terre?-      ripeté il dottor Bowman perplesso
-Forse è inutile girarci intorno signori. Tanto prima o poi lo avreste scoperto comunque. Vi prego solamente di mantenere il più assoluto riserbo su ciò che sto per rivelarvi.-       iniziò InuYasha, conscio del fatto che mentire non avrebbe certo aiutato
-Non capisco, ma a che vi state riferendo?-     domandò Broca
-Vedete illustri signori, quella che avete difronte è Sua Altezza Reale Kagome Hannover, Duchessa di Kent.**-       la presentò Miroku con fare teatrale
-Smettila con tutte queste onorificenze! Non siamo in presenza di mia cugina.-       lo rimproverò Kagome
-Che cosa? Ma io ho saputo che è stata trovata morta, vittima di un incendio sviluppatosi nella sua residenza di campagna.-        esclamò Bowman sorpreso
-Abbiamo fatto credere si trattasse di lei. Il corpo ritrovato nella sua abitazione era ovviamente carbonizzato e nessuno ha potuto riconoscerlo. Ciò è servito a preservare la vita di Lady Kagome da coloro che ne vogliono la morte.-         spiegò InuYasha
-E perché mai dovrebbero voler morta una fanciulla come Sua Grazia?-        chiese ancora Bowman
-E’ stato mio zio. Lui voleva mettere mano nei miei possedimenti. Le terre di Kent adesso gli appartengono. Per questo ho paura ad attraversarle per raggiungere Dover. Qualcuno potrebbe riconoscermi o chiedermi i documenti per oltrepassare la frontiera.-
-Beh…non se viaggerete come mia nipote.-        intervenne Broca
-Viaggiare come vostra nipote? Ma come?-
-Quando i gendarmi ci chiederanno i documenti per oltrepassare le frontiere inglese vi presenterò come mia nipote, e il vostro compagno come vostro marito, così nessuno farà domande.-         spiegò il medico
-Davvero fareste una cosa del genere?-        domandò sorpresa Kagome
-Ma certamente. E poi ad essere sincero voglio scoprire cosa avete Duchessa. Sarà un ulteriore sfida da superare per me.-
-Vi faccio notare che quella che voi chiamate “sfida” è la vita della mia futura consorte, dottore!-         lamentò InuYasha irritato dalla leggerezza del medico
-Senza ombra di dubbio signore, lo è. Ma per me è anche un’esperienza di vita, che non farà altro che accrescere il mio sapere in ambito medico. Mi occuperò seriamente della vita della vostra sposa, non temete.-
-Me lo auguro!-      
-InuYasha! Non essere scortese col dottor Broca ti prego!-           lo ammonì la giovane
-Non preoccupatevi Vostra Altezza. Ho ben intuito le paure del vostro promesso.-
-Vi prego dottore, non usate tutta questa formalità. Non ho mai voluto utilizzare quei titoli altisonanti. Chiamatemi semplicemente per nome.-      chiese Kagome infastidita dal suo predicato d’onore
Accettava quei pomposi titoli solo quando andava a far visita a sua cugina Vittoria. L’etichetta di corte imponeva che così fosse presentato un membro della famiglia reale in visita a Sua Maestà.
-Come desiderate Lady Kagome. Ci vediamo allora domani pomeriggio per prendere la diligenza che ci condurrà a Dover. Non temete, nessuno vi riconoscerà. Non per vantarmi ma il mio nome è un ottimo lasciapassare.-           disse il medico sorridendo
-Non so davvero come ringraziarvi dottore.-
-Non ringraziatemi finché non capirò cosa avete e se posso curarvi.-
-Amico mio se non vi infastidisce la mia presenza mi piacerebbe unirmi a voi in questa impresa. Sono molto curioso di capire cosa toglie la vista a questa splendida ragazza dagli occhi di cristallo.-       chiese Bowman, prendendosi un’occhiataccia truce da parte di InuYasha
A ben pensare anche lui aveva fatto la stessa constatazione la prima volta che vide quelle iridi blu e dorate, così irreali da sembrare appartenessero ad un essere ultraterreno, ma lui era lui, era il suo compagno  e nessuno doveva guardare con troppa dedizione la sua amata.
-Tranquillo sarà deformazione professionale!-      gli sussurrò Miroku notando la sua espressione omicida dopo la frase del medico
-Me lo auguro per la sua vita.-       rispose sottovoce all’amico affianco
 
Dopo ore di carrozza per le strade impervie delle vie periferiche della città e dopo altrettante ore fastidiose e noiose di traghetto, erano finalmente giunti sulle coste francesi del comune di Calais. Adesso non restava che raggiungere Parigi in treno.
-Certo sarebbe stato più comodo prendere il treno anche a Londra per arrivare a Dover. Le strade erano così piene di fosse e avvallamenti che ancor prima di arrivare al vapore ero già col mal di mare.-       si lamentò Kagome lasciandosi finalmente cadere sul letto della camera che avevano appena preso all’albergo più vicino all’ospedale dove il dottor Broca operava
-Lo sai che sarebbe stato rischioso prenderlo. Avrebbe potuto esserci qualcuno che ti conosce e non possiamo farci scoprire adesso. Non prima di sapere se puoi o no riacquistare la vista. E se tutto andrà come mi auguro…la Duchessa di Kent farà il suo ritorno dal regno dell’oltretomba più in forma che mai!-        le disse InuYasha abbracciandola possessivo
-Ho paura.-    rivelò lei nascondendo il viso sul petto dell’ amato
-E perché?-
-Se non potesse guarirmi? O se invece mi operasse e morissi?-
-Per prima cosa…tu guarirai! Me lo sento! E seconda cosa tu non morirai, altrimenti dovrò sciogliere la promessa che ti ho fatto e uccidere sia quel dottore che il suo collega, poi insieme a loro tutti quelli che lavorano in quell’ospedale, infine andrò a far fuori tuo zio e pure Suikotsu che ci ha consigliato questa cosa. Quindi se non vuoi che diventi più spietato di quello che sono stato vedi di non morire capito?-      le disse serio
-Sembra una minaccia…-     disse lei preoccupata
Sapeva bene che ne sarebbe stato capace se fosse malauguratamente accaduta una disgrazie del genere.
-E’ un avvertimento al tuo corpo. Deve farcela a tutto quello che farà quel medico capito? Voglio che mi guardi, che guardi il tuo abito da sposa, che veda quanto saranno belli i nostri figli, che spero prendano da te e non da me. Voglio che guardi tuo zio il giorno in cui verrà messo in cella per aver tentato di uccidere sia te che la Regina!-
Kagome era piacevolmente colpita dalle parole del giovane. Mai le aveva parlato così apertamente sul loro futuro. Un matrimonio, dei figli, una vita insieme…
-E’ la minaccia più bella che mi sia mai stata fatta amore mio!-       rispose lei tra le lacrime
-Ne sono felice. Ora vedi di riposare. Domani ci aspetta una lunga giornata.-     le disse lui stringendola a sé
-Ok…’notte InuYasha. Ti amo.-
-Ti amo anche io mia Imperatrice.-       rispose baciandole la fronte
Aveva paura anche lui. Un’immensa paura di perderla. Piuttosto che saperla morta avrebbe preferito dare la vita al posto suo.
Se davvero le fosse accaduto qualcosa la sua vita sarebbe finita insieme a quella di Kagome.
Ma di una cosa era sicuro, prima di seguire la sua amata nel regno dei morti si sarebbe vendicato sul dottore e su tutti quelli che ne avrebbero causato la morte. Quella di prima non era una battuta. Era tremendamente serio. Non avrebbe risparmiato nessuno di quella struttura ospedaliera, luogo di morte per la cosa più preziosa che avesse mai avuto dalla vita.
Si augurava per sé, ma anche per gli altri, che Kagome sopravvivesse a qualunque pratica medica volesse sottoporla quel medico e magari che recuperasse la vista. Lo sperava ardentemente.
In tutta la sua vita aveva sempre ambito a cose materiali, procurandosele come meglio credeva, uccidendo o rubando.
Ma adesso l’unica cosa che desiderava era dare la vista alla donna che si era appena addormentata tra le sue braccia.
L’albino non era mai stato un credente, anzi. Aveva sempre rinnegato il Dio di cristiani e anglicani che lo voleva sicuramente morto per via della sua natura “diversa”, eppure per la prima volta in vita sua si ritrovò a pregare qualunque forza divina esistesse al mondo, anche quel Dio che rinnegava, chiedendo di proteggere e guarire la sua Kagome.
Avrebbe rinunciato a tutto per lei, ma non ad averla accanto. Era tutto ciò che gli serviva per vivere.
I soldi, i divertimenti coi fiumi di alcool, i sollazzamenti tra le gonne delle meretrici, le terre acquistate col sangue versato di chi odiava…erano così lontani da quello che lui adesso riteneva “importante”.
Importante era l’amore che quella piccola ma forte creatura nutriva per lui, importante era vedere il suo sorriso, importante era perdersi nel profondo oceano dei suoi occhi, importante era sentirle dire che lo amava, importante era stringerla così come stava facendo adesso.
Lei era “l’importante” di cui aveva bisogno.
 
L’indomani arrivò velocemente. Kagome e InuYasha si trovavano allo studio del dottor Broca.
Assieme a loro vi era anche il dottor Bowman, curioso di conoscere il responso del collega, che misurava la circonferenza del cranio di Kagome, ne scrutava minuziosamente ogni singola parte, ne misurava le distanze tra naso e cavita oculari…non lasciava nulla al caso.
-Allora dottore?-      chiese InuYasha quando il medicò tornò a sedere
-Non credo vi piacerà ciò che sto per dirvi.-     sentenziò il medico guardando il collega, che già aveva intuito
-Che significa dottore?-       chiese Kagome ansiosa
-Dalla vostra anamnesi e dalla visita appena conclusa l’unica cosa che posso concludere è che la vostra cecità non è dovuta ad un problema oculare, ma a qualcosa che ne impedisce il funzionamento.-
-Ovvero?-       chiese InuYasha
-L’ipotesi più probabile che sono riuscito a formulare è che vi sia una massa che ostruisce l’apparato visivo e che questa massa sia posizionata proprio sopra l’incrociarsi dei due nervi ottici.-
-Sul chiasma ottico?-      intervenne Bowman
-Esattamente William. Altro non saprei spiegarmi.-
-Il chias…che?-        chiese InuYasha
-Chiasma ottico. Deve sapere che i nostri occhi vedono perché all’interno vi sono dei filamenti chiamati nervi. Questi nervi, il destro e il sinistro, si incrociano, creando il chiasma ottico, per poi dividersi nuovamente e attaccarsi al cervello.-       spiegò l’oftalmologo
-Quindi voi pensate che qualcosa prema nel punto in cui i nervi ottici si incrociano se ho ben capito?-     
-Esattamente Lady Kagome. La pressione sul nervo vi impedisce di vedere perché è come se non fossero collegati al vostro cervello.-
-E cosa è che impedisce quei nervi di farla vedere?-        chiese InuYasha confuso
-Sicuramente un tumore alle meningi, uno di quelli a lento sviluppo che non sono mortali (6)-    spiegò Broca
-E’ possibile rimuoverlo?-       domandò Kagome
-Si può tentare, ma non è facile. Gli unici che ho visto sono quelli a cui praticavo l’autopsia. Il cervello è un’area molto delicata da toccare. Un errore e potreste perdere alcune facoltà motorie, o nel peggiore dei casi la vita.-         spiegò Broca
-Ma può vivere anche con questo coso in testa?-         chiese InuYasha preoccupato
-In teoria sì ma con l’ingrandirsi le porterà maggiori emicranie. Ha un decorso molto lento e quasi mai porta alla morte.-
-Allora se lo può tenere ancora. Se l’operazione è così pericolosa è meglio non rischiare.-     sentenziò InuYasha
-Voglio fare l’operazione!-         rispose invece Kagome con voce tremante
-Che cosa? Ma sei impazzita Kagome? Lo hai sentito che ha detto? Potresti morire!-      
-Ho sentito. Ma se esiste anche solo una possibilità di poter vedere voglio tentarla.-
-E se dovessi morire invece? Io come farei?-
-InuYasha…ti prego. È già difficile prendere una decisione del genere. Lo capisci che lo faccio soprattutto per te? Per noi?-
-A me non importa nulla che tu non veda perché non mi sei di peso! Preferirei mille volte portarti in giro in braccio che non doverti portare i fiori al cimitero!-
-Ma lo capisci che per me è umiliante anche sentirti dire che mi porteresti in braccio? Ti prego InuYasha appoggiami, perché non so per quanto potrò essere sicura come in questo momento, per poi magari pentirmene per tutta la vita di non aver tentato. Per favore…-
-Signori…capisco che la scelta non è delle più facili. Posso comunque dirvi che nel caso Lady Kagome voglia sottoporsi all’intervento sarebbe seguita da uno staff preparatissimo e sarei onorato se anche il dottor Bowman volesse presenziare all’operazione dato che è sicuramente molto più preparato di me riguardo la struttura dei nervi ottici, in modo da constatare se hanno subito danni in tutti questi anni di inattività.-         
-Ne sarei onorato Paul.-       rispose l’oftalmologo
Adesso la scelta rimaneva : fare o no l’intervento?
Kagome avrebbe voluto rischiare. Anche solo una possibilità era comunque migliore di nessuna.
InuYasha invece non approvava la scelta della compagna. Perdere la vita era un pegno troppo grande da sopportare, ma difronte l’aria supplichevole della ragazza non poté che acconsentire e affidarsi a tutti gli Dei esistenti.
-Va bene. Se vuoi sottoporti all’operazione ti appoggerò Kagome. Mi auguro solo che vada tutto bene.-         disse infine il ragazzo rassegnato
-Grazie amore mio!-          rispose lei abbracciandolo
-Molto bene. Farò preparare il tutto per domani stesso se siete d’accordo.-        chiese Broca
-Per me va bene.-       disse Kagome, felice ma impaurita allo stesso tempo
Voleva poter vedere anche lei e Dio sembrava le stesse fornendo finalmente un’opportunità, proprio come le diceva sempre l’adorata madre.
Se questo miracolo fosse avvenuto davvero per mano di quei medici avrebbe ringraziato soprattutto la madre che tanto aveva fatto per lei, nella sicura convinzione che la figlia avrebbe abbandonato il mondo dell’oscurità grazie alla moderna medicina. Se solo fosse stata ancora in vita, lei l’avrebbe spronata senza esitazione a rischiare l’operazione. Il prezzo da pagare sarebbe stata la vita se le cose fossero andate male, ma non tentare per codardia sarebbe stato il più grande rimpianto che l’avrebbe accompagnata fino alla fine dei suoi giorni.
L’infelicità e l’amarezza nel chiedersi “e se…” sarebbe stato un peso troppo pesante per lei.
 
La notte passata per InuYasha fu la più brutta e devastante di tutta la sua vita.
Nemmeno quando da piccolo i suoi tutori gli avevano spezzato un braccio a suon di bastonate aveva sofferto così.
Adesso a soffrire non era il suo fisico, ma il suo cuore. Un dolore lo attanagliava da dentro come una morsa. Era terrorizzato dall’ipotesi che Kagome morisse. La sua vita non avrebbe più avuto alcun significato senza quella dolce creatura conosciuta pochi mesi prima.
Già, pochi mesi gli erano bastati per stravolgere la sua vita e cambiarla. Mesi bellissimi in cui aveva conosciuto l’amore. Nessuno lo aveva mai amato.
Pensava che fosse una punizione voluta dal cielo per il suo aspetto. Una dannazione perenne che doveva portarsi dietro per scontare una colpa che neppure aveva, quindi a quel punto tanto valeva comportarsi come meglio credeva. Stare sulla retta via di certo non gli avrebbe dato l’amore. Questo lo spinse a diventare ciò che era.
Ma la ragazza che adesso teneva possessivo tra le braccia aveva stravolto del tutto quei pensieri.
Mai si era pentito del suo passato e in realtà neppure adesso.  Ciò che era lo aveva portato da Kagome.
Però il pensiero che lei lo reputasse un terribile assassino lo feriva. In realtà, col tempo, capì che mai lei avesse tenuto riprovevole il suo passato. Mai aveva giudicato ciò che era.  Mai aveva fatto domande riguardo ciò che faceva. L’unica cosa che aveva chiesto era che smettesse di fare quel “lavoro”.
Compromesso più che accettabile pur di averla accanto.
Kagome era una ragazza fuori dal comune. Lo aveva capito subito, fin dal primo istante che l’aveva vista.
Nei suoi occhi si nascondeva un mondo pronto ad accoglierlo così com’era.
Nel suo cuore, quello che avrebbe dovuto trafiggere con un pugnale, c’era un abisso infinito d’amore in cui avrebbe potuto perdersi talmente ne era pieno. Il suo corpo invece richiamava l’aria di una casa, di una famiglia amorevole. Tenerla abbracciata, farci l’amore, accarezzarla, guardarla, risvegliava in lui la voglia di famiglia che aveva da bambino, quando ancora le sue innocenti mani non erano sporche del sangue di vite altrui.
Voleva passare tutta la vita con lei, avere dei figli e sposarla. Era diventata tutto per lui e pensare di poterla perdere lo stava uccidendo. Ma capiva il suo bisogno di tentare di riavere la vista. Era rischioso ma voleva tentare ugualmente.
L’unica cosa che avrebbe potuto fare era confortarla e darle coraggio, appoggiandola nella sua scelta.
Il sole era sorto. Kagome era già sveglia da parecchio. Aveva dormito molto poco quella notte.
Era terrorizzata all’idea di sottoporsi a quell’intervento. I dottori le avevano spiegato che per prima cosa le avrebbero rasato i capelli, poi le avrebbero praticato una craniotomia tagliando le ossa del suo cranio, facendosi spazio nel suo cervello con vari strumenti per cercare e rimuovere la massa che le schiacciava i nervi ottici. Dopo avrebbero richiuso il tutto con delle placche e con fili di seta. Era pericoloso, molto pericoloso.
L’ansia l’attanagliava mentre si recava in ospedale con InuYasha. Lui le teneva la mano facendole coraggio. Capiva benissimo che anche lui era spaventato, ma non poteva rinunciarvi.
La voglia di poter vedere il viso dell’uomo che amava alla follia era più forte della paura della morte stessa.
In sala operatoria era già tutto pronto. Kagome era già stata preparata. Si attendeva solo l’arrivo dei due medici.
-Devo essere orribile senza capelli non è così?-      chiese Kagome toccandosi la testa liscia dopo aver detto addio alla sua bellissima chioma
-Non per me amore. Comunque ricresceranno in fretta non preoccuparti. La cosa più importante è che tu stia bene.-       la consolava l’albino
-Eccoci qui. Scusate per l’attesa. Allora Lady Kagome…pronta per fare un bel pisolino? Al vostro risveglio tutto vi sembrerà diverso.-        disse il dottor Broca arrivando col collega già pronti col camice
-Insomma ho un po’ paura. Farà male?-      chiese Kagome nervosa
-No affatto. Grazie all’etere volerete nel mondo dei sogni e vi risveglierete a lavoro già ultimato, non preoccupatevi. Sono passati i tempi in cui si dava una botta in testa al paziente per addormentarlo.-     scherzò il medico
-Lo spero.-
-Coraggio ora andiamo. Ci aspettano un bel po’ di ore di duro lavoro.-       disse Bowman
-Abbracciami InuYasha!-         chiese Kagome in procinto di piangere
-Kagome…non piangere. Sono sicuro che andrà tutto bene. Sei una ragazza forte e supererai anche questa.-      cercò di rassicurarla l’albino
-Ti amo.-
-Ti amo anche io piccola. Ora va. Quando ti sveglierai io sarò lì.-       la salutò lui
Vederla allontanare con quei medici sapendo che forse era l’ultima volta che la vedeva gli faceva venire una gran voglia di afferrarla per un braccio e trascinarla fuori da quell’ospedale, ma non poteva. Kagome non glielo avrebbe mai perdonato accusandolo di essere la causa della sua cecità, che magari la preferiva cieca per puro egoismo, perché era così che si sentiva, egoista.
Avrebbe voluto privare Kagome della vista solo per se stesso, perché non voleva vivere senza di lei.
L’amore a volte diventa puro egoismo. Si pensa più al proprio bene che a quello dell’altro.
Non poteva commettere questa crudeltà nei confronti di Kagome. Lei era la persona più altruista che conoscesse e lui non poteva esserne da meno.
Restò per interminabili ore a fare avanti e indietro per l’ospedale. Il sole stava ormai calando e di Kagome nessuna notizia. I suoi nervi erano giunti al limite. Se entro breve nessuno fosse venuto a dargli notizie sarebbe entrato in sala operatoria con la forza. E al diavolo gli infermieri che gli chiedevano di pazientare.
Come se avessero letto i suoi pensieri e per scongiurare la probabile morte di qualcuno, il dottor Bowman uscì dalla sala operatoria raggiungendolo con un bel sorriso che ben lasciava presagire.
-Dottore! Allora come sta Kagome?-        chiese immediatamente InuYasha col cuore in gola
-La vostra compagna oltre ad essere molto forte fisicamente è stata anche molto fortunata. Tutto è andato  nel migliore dei modi. Il tumore è stato rimosso. I nervi ottici sembrano in buono stato anche se sono stati compressi per tutti questi anni. Lo definirei un miracolo. Ci sono buone possibilità che possa vedere, ma per questo dovremmo aspettare il suo risveglio.-        spiegò il medico soddisfatto
-La ringrazio infinitamente dottore!-
-Non deve ringraziare me. Io ho solo assistito e controllato la salute dell’apparato visivo. Ha fatto tutto il dottor Broca, è lui che deve ringraziare..-
-Lo farò sicuramente. Ma è lei che ce lo ha presentato. Le dobbiamo tanto!-
-Non mi dovete nulla. Noi medici viviamo solo per realizzare piccoli miracoli come questi, che quando avvengono ci ripagano delle nostre fatiche. Ora ritorno dentro. Il dottor Broca sta terminando le ultime suture, poi potrà vederla.-       spiegò il medico prima di rientrare in sala operatoria
Per InuYasha era ufficiale, Dio esisteva! Non sapeva di preciso quale dato che li aveva nominati tutti, di qualunque religione, ma comunque qualcuno esisteva e lo avrebbe ringraziato per tutta la sua vita.
Un paio d’ore dopo poté vedere la sua Kagome. La testa totalmente fasciata, il viso pallido, ma era viva.
Per tutta la notte ci fu un andirivieni di medici e infermieri che la venivano a controllare su richiesta di Broca, ritornato a casa per riposare dopo quasi otto ore di intervento chirurgico.
Kagome riposò tranquilla fino al mattino successivo, vegliata da InuYasha che non si allontanò da lei per un secondo.
Temeva quasi che allontanarsi significasse perderla. Preferiva vederla sveglia prima di poterla dire fuori pericolo. Molte volte aveva sentito di pazienti operati con successo ma morti poche ore dopo l’intervento per via di infezioni sopraggiunte dalle ferite. Solo quando la sentì mormore qualcosa scattò in piedi e le si avvicinò…si stava svegliando.
-Ehi…ben svegliata dormigliona.-     scherzò lui per alleggerire la tensione
-Inu…Ya…sha.-        rispose lei faticando a parlare
-Tesoro…è andato tutto bene. Riesci ad aprire gli occhi?-      le chiese impaziente
Lei, ancora intontita dall’effetto dell’anestetico, tentò di riaprire le palpebre. Dopo esservi riuscita con grande fatica le tenne spalancate a lungo nella speranza di poter vedere qualcosa, ma al momento ciò che vedeva, o non vedeva, era solo il buio. Lo stesso che l’accompagnava da vent’anni.
-Riesci a vedere nulla?-      
-No!-      rispose iniziando a piangere delusa
-Non piangere Kagome! Può essere pericoloso sforzarti così! Forse ci vuole un po’ prima di riuscire a vedere. Aspettami, vado a chiamare Bowman e Broca.-        le disse precipitandosi a chiamarli
Rimasta sola Kagome si tirò un po’ su a sedere. La testa le doleva tremendamente. Ma forse era normale avendola prima perforata a poi tagliuzzata.
Ciò che faceva più male però era sapere che ancora non vedeva nulla. Sperava almeno di poter vedere delle ombre, qualcosa di indistinto, invece solo buio.
Era triste e delusa. Aveva rischiato la vita per nulla forse?
-Lady Kagome…ben risvegliata. Come vi sentite?-       domandò Broca appena arrivato
-Come se mi avessero dato una botta in testa.-       rispose lei cercando di sdrammatizzare
-E’ normale che vi sentiate così per adesso. Ma ditemi, riuscite a vedere nulla?-
-No. Nulla.-
-Tranquilla non è strano che ancora non riusciate a vedere. Il nervo ottico è stato non funzionante per molto tempo. Dovete lasciargli il tempo di rimettersi in sesto. Appena l’affluenza di sangue riempirà perfettamente i bulbi comincerete a vedere le prime immagini sfocate, finché non diventeranno nitide via via che vi rimetterete. Per adesso avete subito un intervento molto delicato, quindi prima ristabilitevi perfettamente. Io resterò ancora qualche giorno qui per controllare l’andamento dei vostri occhi. Più tardi se ve la sentite vorrei controllarli con l’oftalmoscopio (7).-       spiegò Bowman
-E cos’è?-       chiese InuYasha che mai lo aveva sentito nominare
-E’ uno strumento che permette di vedere meglio fin dentro l’occhio. Non è così dottore?-       domandò Kagome
-In poche parole possiamo definirlo così. Vedo che già lo conoscete.-        disse Bowman
-Mi sono sempre tenuta informata sulle nuove tecniche oftalmologiche. L’anno scorso un medico lo ha utilizzato sui miei occhi ma non ha visto nulla.-
-E’ impossibile vedere un tumore con quello ovviamente. Comunque se quel medico fosse stato più sveglio e preparato avrebbe potuto dedurre facilmente che i vostri occhi non presentano patologie e quindi la causa era da ricercarsi altrove.-     intervenne Broca
-Evidentemente quel medico non era preparato quanto voi.-         rispose Kagome
-Chissà. Adesso però riposate e non fate sforzi. Se avvertite un senso di nausea è assolutamente normale quindi non preoccupatevi. Cercate di mangiare e bere molto. Sono sicuro che entro due giorni i vostri occhi torneranno come nuovi, così come la vostra testa.-     avvertì il chirurgo prima di accomiatarsi per fare il giro degli altri pazienti
 
Erano passati tre giorni dall’operazione e come preannunciato dal dottor Bowman, Kagome cominciò a notare un diradamento del buio che da sempre avvolgeva i suoi occhi. Nulla di che, solo delle ombre scure e qualche leggera luce, ma già questo faceva di Kagome la ragazza più felice della terra. Già pregustava il momento in cui i suoi occhi avrebbero ripreso a funzionare mostrandole il suo InuYasha finalmente.
Ma oltre lui avrebbe visto per la prima volta il sole, il cielo, gli alberi, gli animali, le persone. Avrebbe saputo dare un senso, un volto, una forma, ai colori che conosceva solo di nome.
Il cielo è azzurro, l’erba è verde, il sangue è rosso, la neve è bianca. Lei avrebbe conosciuto per la prima volta quei colori che tante volte aveva sperato di poter vedere. Nemmeno quando sognava poteva immaginarli. Non puoi sognare una cosa che non conosci come sia fatta.
Adesso avrebbe sognato a colori, perché avrebbe potuto vederli.
Il sorriso non abbandonava un secondo le sue labbra e InuYasha ne era immensamente estasiato. Trovava che quel sorriso la facesse ancora più bella, malgrado l’assenza dei capelli.
Certo vedere per la prima volta la propria immagine, senza capelli, non doveva essere il massimo, pensò l’albino, ma sarebbe stato un problema facilmente risolvibile.
Mentre Kagome riposava lui usciva per fare compere nella bellissima capitale francese. Ovviamente la prima cosa che si premurò di comprare furono una dozzina di parrucche dalle più diverse acconciature, tutte fatte con capelli veri ovviamente. Erano le più care ma a lui i soldi non mancavano, e per la sua Kagome questo ed altro.
Non si fece mancare nemmeno abiti pregiati e sfarzosi per il loro prossimo rientro a Londra nella corte di quei nobili abietti.
Quando Kagome si sarebbe totalmente ristabilita avrebbero dovuto affrontare una bella “guerra”.
La più importante era comunque stata vinta…Kagome stava bene e giorno dopo giorno sarebbe stata meglio.
 
-InuYasha?-
-Dimmi…-
-Faccio impressione senza capelli?-
-Eh? Perché impressione?-
-Sono brutta vero?-
-Per niente Kagome! Per me sei sempre bellissima. E poi ricresceranno tranquilla.-
-Ma nel frattempo non mi troverai più affascinante. E se non ti piacessi più?-
-Ma che idiozie! Piuttosto mi chiedo cosa penserai tu di me quando mi vedrai per la prima volta, così diverso da tutti. Occhi rossi, capelli e peli bianchi, pelle di un bianco cadaverico…mi chiedo se non sarai tu quella che mi lascerà.-       rivelò triste l’albino
In quei giorni l’idea che Kagome potesse vederne l’aspetto lo terrorizzava. Fino a qual momento lei non aveva mai visto né lui né altri quindi non poteva fare paragoni. Ma se a lei non fosse piaciuto ciò che vedeva? Se anche lei lo avesse reputato troppo “strano”? Orrendo?  Ripugnante? Che avrebbe fatto? Lo avrebbe abbandonato per cercare qualche altro uomo più bello di lui? Più “normale” di lui?
Finché lei non vedeva era facile pensare che sarebbe rimasta al suo fianco pur vedendolo, ma ora che la cosa era concreta aveva paura del suo giudizio.
-Che stupido che sei InuYasha! Non ti lascerei per nulla al mondo! Anzi sapere che sei qualcosa di unico mi piace. Non mi piace seguire la massa lo sai. Avere un marito così bianco e puro sarà un privilegio che avrò solo io! Sai quante donne mi invidieranno a corte? Soprattutto per il fisico che ti ritrovi! I nobili so che sono tutti brutti, panciuti, baffuti e bassi. Tu sei il loro esatto opposto. Ma se anche fossi come loro c’è una cosa di cui non hai tenuto conto…io ti amo InuYasha e non potrei mai lasciarti. Ne andrebbe della mia vita. Morirei senza di te al mio fianco.-      
-Lo stesso vale per me Kagome. Non sai quanto sarò fiero di avere una moglie come te al mio fianco. Non vedo l’ora di andarcene da qui e fare ritorno in Inghilterra. Voglio urlare ai quattro venti che sei viva e sposarti subito. E chiunque proverà a toccarti anche solo con un dito giuro che lo scuoio vivo!-       affermò serio l’albino
-Speriamo non  ce ne sia bisogno invece.-        rispose lei pensierosa
Sapeva benissimo che ne sarebbe stato capace.
 
Le settimane si susseguivano una dietro l’altra. Gli occhi di Kagome cominciavano a vedere distintamente le persone e gli oggetti.
Vedere per la prima volta il volto dell’uomo tanto amato fu una gioia. Inizialmente lo vedeva sfocato ma quando riuscì a delinearne bene i tratti lo aveva trovato bellissimo, molto più di quello che aveva immaginato.
Facendo un paragone con il volto e l’aspetto degli altri uomini che vedeva in giro era sicurissima che il suo InuYasha fosse l’uomo più bello che avesse visto. I suoi profondi occhi rossi avevano un qualcosa di ipnotizzante. I suoi lunghi capelli argentei invece riflettevano tutti i colori assumendo sempre sfumature diverse.
Ogni cosa che il ragazzo le faceva vedere e conoscere era per Kagome una felicità immensa.
Vedere tutte quelle cose finora a lei sconosciute era una festa. Le vetrine dei negozi, le strade, tutta quella gente in giro, gli uccelli che volavano…era tutto meraviglioso. Aveva scoperto che il suo colore preferito era il rosso. Il suo fiore preferito le orchidee viola.
Un’altra cosa che aveva scoperto le piacesse molto era il fisico nudo del suo uomo. Lo trovava affascinante, eccitante.
Appena dimessa dall’ospedale non aveva perso occasione per ammirarne la bellezza. Certo era stato imbarazzante la prima volta che avevano fatto l’amore. Non era abituata a vedersi in quella prospettiva, in quei momenti così particolari, ma tutto sommato era eccitante osservare le mani e la bocca di InuYasha venerarne a tal modo il corpo, come lei certo non si faceva mancare di venerare quello del compagno.
Era passato più di un mese dal loro arrivo a Parigi. Era il momento di tornare a casa.
-Dottor Broca la ringrazio di vero cuore! Lei mi ha fatto dono di una cosa bellissima! Non la ringrazierò mai abbastanza!-      disse Kagome emozionata
-E’ stato un dovere oltre che un piacere Lady Kagome. Tenetemi informato sulla vostra salute mi raccomando. E salutatemi William.-        rispose il medico
Il suo collega aveva lasciato Parigi da un po’. Kagome lo avrebbe rivisto a Londra al suo ritorno.
Sarebbe rimasto di sicuro il suo medico e a lui avrebbe portato tanti ottimi pazienti facoltosi che di sicuro bene si sarebbero trovati nelle sue mani. Per la sua operazione nessuno dei due medici aveva preteso un pagamento, ma sicuramente appena riottenuto il suo patrimonio, dopo aver sposato InuYasha, avrebbe fatto un regalo alquanto sostanzioso ad entrambi i medici, per agevolarli nelle loro continue ricerche.
 
Il rientro in Inghilterra fu molto divertente per Kagome. Osservare dal treno tutte quelle immagine scorrere veloci era entusiasmante. Il viaggio in traghetto poi fu il migliore. Vedeva per la prima volta il mare. Era davvero bello come glielo descriveva la madre. Ancora però non capiva bene come mai il mare fosse blu dato che l’acqua era incolore. Questo lo avrebbe approfondito in seguito coi libri, dopo aver imparato a leggere.
Messo piede a Dover poté vedere per la prima volta come erano le sue terre. La contea di Kent era abbastanza grande.
Man mano che si avvicinavano nel cuore della capitale però l’atmosfera mutava decisamente. Si diceva addio alle bellissime colline verdi per fare spazio alle industrie che coloravano il cielo di grigio a causa dei loro fumi e le loro ceneri. La città appariva triste rispetto Parigi che sembrava sempre così assolata e piena di vita. C’è anche da dire che Londra non fosse affatto famosa per le sue giornate limpide e piene di sole. La pioggia accompagnava per oltre metà dell’anno il suo cielo plumbeo.
Ma la cosa più terribile fu ritornare a casa. Le strade degradate, le case ridotte a catapecchie, la gente mal vestita.
Sapeva che l’East End non era ben messa, ma vederlo coi propri occhi le straziava il cuore.
-Rieccoci a casa amore mio.-       le disse InuYasha scendendo dalla carrozza
Kagome osservava la loro casa. Era di lusso rispetto quelle dei dintorni. Ovviamente nessuno si apprestava a mettervi piede per derubarne i proprietari. La gente del luogo sapeva benissimo a chi appartenesse la casa e nessuno avrebbe mai provato a portare via un sassolino da quell’abitazione, se ci teneva alla propria vita.
-Io ti uccido se ci riprovi, brutto idiota che non sei altro!!!-      si sentì urlare da dentro l’abitazione
Subito dopo l’urlo si udirono rumori di piatti rotti.
-Ahi mi fai male così!-
-E’ quello che spero!-
-Sango e Miroku!-      esclamarono entrambi all’unisono ridendo
 
-Ma Sango che ho fatto di male? Che sarà mai una palpatina?-       si giustificò il ragazzo massaggiandosi il capo colpito da tutto quello che la ragazza trovava sotto mano
-Per te forse non è nulla, per me invece sì! Non mi devi toccare o giuro che ti taglio le mani!-       urlò lei brandendo pericolosamente un coltello da macellaio
-E finitela voi due! Non vi sopporto più! Fatevi una sana scopata e smettetela di rompere con questi battibecchi!-           si intromise uno dei loro amici, con le orecchie massacrate dalle loro liti giornaliere
-Bankotsu ma cosa dici? Ti pare che io possa andare a letto con questo maniaco?-    esclamò lei isterica
-E che ho che non va Sanguccia?-
-Non chiamarmi Sanguccia imbecille!!-
-Ehm…scusate…-      intervenne Kagome rimasta a guardare la scena in silenzio
Tutti si girarono verso la porta d’ingresso vedendo finalmente la ragazza che sorrideva loro allegra e divertita.
-Kagome? Kagome!!! Sei ritornata e stai bene! Sia ringraziato Dio!-      urlò Sango gettandole le braccia al collo
-Sì sto bene. E riesco a vedere finalmente.-        rispose commuovendosi
-Che bella notizia Kagome! Sono davvero felice per te e InuYasha.-      
-Grazie Miroku.-
-Ma il capo dov’è?-  
-Sono qui Bankotsu. Aiutami con le valigie fuori.-       disse l’albino entrando dentro casa con tre valigie
-Ma quante valigie avete?-       chiese Sango osservando le altre tre entrate da Bankotsu
-Abbiamo fatto parecchie compere a Parigi. Ovviamente abbiamo portato un pensierino anche a tutti voi.-       rispose Kagome
-Wow un bel corpetto per me vero?-     chiese Jakotsu allegro
-A me invece  avete portato una bella e formosa cocotte (8)?-          domandò Miroku con occhi sognanti
-Idiota!-       gridò Sango colpendolo con una valigia alla nuca
-Ahi! Violenta!-
-Stupido maniaco depravato!-        rispose lei indispettita
-Cos’è Sanguccia? Non dirmi che sei…gelosa?-      domandò lui malizioso massaggiandosi la testa
-Nemmeno se fossi l’ultimo uomo sulla faccia della terra sarei gelosa di te cretino!-  
-Per favore state zitti! Non riesco a ripos…InuYasha! Kagome! Siete tornati. Com’è andata?-       domandò Suikotsu sorpreso di vederli
-Tutto bene amico! Adesso Kagome vede!-       rispose di buon umore InuYasha
-Ne sono davvero felice! Ma cosa avevi?-     chiese il medico alla ragazza
-Un tumore che schiacciava i nervi ottici. Mi hanno fatto una craniotomia per rimuoverlo.-      spiegò lei
-Davvero? Evidentemente non doveva essere un carcinoma o saresti già morta da tempo.-
-No infatti non lo era. Il dottor Broca lo ha esaminato al microscopio dopo averlo rimosso, era un meningioma che non da metastasi per fortuna.-       ripeté lei le parole del chirurgo che le aveva spiegato di cosa si trattava
-Ottima notizia. Vuol dire che non si ripresenterà.-
-E’ la stessa cosa che ha detto il dottor Broca. Ma dimmi un po’ Suikotsu, tu avevi previsto che si potesse trattare di un tumore non è così?-      domandò InuYasha
-In effetti è così. Certo non immaginavo che si trattasse di un meningioma e che schiacciasse il nervo ottico, però immaginavo che si potesse trattare di qualcosa di simile dato che gli occhi di Kagome non presentavano difetti o patologie tali che spiegassero la cecità.-
-Per me è stato un vero peccato che tu ti sia ritirato dal fare il medico. Sei un bravissimo dottore Suikotsu. Hai capito prima di tutti ciò che aveva Kagome osservandola solamente senza strumenti particolari. Dovresti ritornare a praticare la tua professione invece di perdere tempo dietro dei ladri nullafacenti!-           espresse Sango
-Ehi grazie!-         ribatté Bankotsu offeso
-Di nulla mio caro.-         rispose Sango facendogli la linguaccia
-Anche io lo penso. Sango ha ragione. Perché non torni a praticare la medicina Suikotsu?-        domandò Kagome
-Non credo che me la sentirei. Da quando mia moglie è morta non riesco più ad immaginare di poter operare qualcuno senza lei accanto ad assistermi.-      spiegò il medico rabbuiandosi
-Tanto meglio vecchio mio! Vorrà dire che ti occuperai di noi nel migliore dei modi non dovendoti dividere con nessuno!-          esclamò Bankotsu per cercare di sdrammatizzare
Lo sapevano tutti che quando pensava alla moglie Suikotsu diventava malinconico. Anche se erano un gruppo di ladri e assassini tra di loro si era instaurato un bel rapporto di amicizia e ognuno accorreva in aiuto agli altri. E proprio come adesso, ogni volta che il medico parlava della moglie, lo distraevano in ogni modo.
-Ma sì dai…a me non dispiace avere un medico personale da chiamare in ogni momento della notte!-        disse Miroku
-Io ne farei volentieri a meno di essere svegliato nel cuore della notte per curare le ferite che ti lascia Sango ogni volta che provi ad intrufolarti in camera sua! Prima o poi ti lascerò morire!-        dichiarò il medico
-Eh no mio caro! Il giuramento di Ippocrate ti impone di soccorrermi sempre!-
-Non se ho abbandonato la professione…idiota!-     rispose Suikotsu
-Mentre voi continuate i vostri litigi io e Kagome saliamo in camera nostra a riposare.-        intervenne InuYasha stanco di ascoltarli
Il viaggio li aveva stancati molto. Dovevano riprendere le forze perché ciò che li aspettava adesso era qualcosa di estremamente complicato.
Il giorno della prima Grande Esposizione Universale al Crystal Palace (9) si avvicinava sempre di più. Vi sarebbero stati milioni di visitatori da tutto il mondo. Durante quella fiera si sarebbe deciso il futuro non solo di Kagome ma anche dello zio.
La prima cosa da fare era andare a parlare con la Regina…ma come? Soprattutto come fare a non mettere InuYasha nei guai? Sicuramente sapere che lui era il killer dei ricchi lo avrebbe condannato a morte certa.
 
Kagome pensava che la mania di InuYasha di comprarle parrucche le sarebbe senz’altro tornato utile per camuffarsi. Ne aveva comprate alcune di colori decisamente lontani dal suo color corvino naturale. Oltretutto lei non era più cieca e poteva muoversi quasi indisturbata tra la gente ricca che mai avrebbe pensato fosse la defunta Duchessa di Kent.
Entrare a palazzo non era facile però. Le guardie non lasciavano passare nessuno senza presentazione. L’unica possibilità era intrufolarsi come cameriera.
InuYasha aveva parecchie amicizie a corte tra le cameriere, molte delle quali erano le bambine salvate da lui anni prima dall’orfanotrofio e dai loro aguzzini. Riuscita ad entrare indisturbata, Kagome vestita da cameriera, si dirigeva verso le stanze della cugina, nella speranza di non incontrare nessuno che potesse riconoscerla.
Il piano di InuYasha era molto semplice ma efficace…rivelare alla Regina tutta la storia della sua finta dipartita e avvisarla dei piani loschi del Duca di Clarence ai danni della famiglia reale. Unica omissione : rivelare che colui che l’aveva salvata era il killer assunto per ucciderla. Solo Naraku conosceva la sua identità, e neppure molto bene dato che l’assassino aveva l’abitudine di mostrarsi col volto coperto. Certo i suoi occhi rossi lo tradivano alquanto, ma era il caso di rischiare il tutto per tutto.
Entrata velocemente nella camera dove sapeva di trovare la Regina, la chiuse velocemente a chiave per non essere disturbate.
-Che fate serva? Come vi permettete?-       esclamò Vittoria osservando la scena
-Vostra Altezza perdonate la mancanza di rispetto, ma avevo bisogno di parlare con voi privatamente. Sono Kagome di Kent non mi riconoscete?-      chiese Kagome mostrandosi da vicino
-Siete…Kagome? Non può essere, mia cugina è morta. No è assurdo! E poi avete i capelli rossi oltre ad essere vedente! Andatevene o chiamo le guardie, truffatrice!-
-Per favore cugina ascoltatemi! Sono io. Guardate… indosso una parrucca per coprire la testa priva della mia chioma nera. Ho subito un intervento che mi ha donato la vista. Ho solo fatto finta di essere morta. Lasciate che vi spieghi.-         disse la ragazza togliendosi la parrucca per mostrare alla cugina la cicatrice dai contorni ancora rosei
-Kagome…siete davvero voi? Mi sembra assurdo. Ma cosa vi è successo? Per quale motivo avete fatto credere di essere perita in quell’incendio? Non immaginate nemmeno il dolore che ho provato per voi, cugina.-
-Mi spiace davvero Maestà. Ma quando vi avrò spiegato le mie ragioni sono sicura che capirete cosa mi ha spinta ad agire a tal modo.-  
-Parlate pure. Vi ascolto.-
Vittoria ascoltò tutto il racconto di Kagome con interesse e con indignazione. Il sapere che anche la sua famiglia era minacciata dal Duca di Clarence la faceva tremare di rabbia.
-E’ spregevole! Alla fiera ci sarà tantissima gente proveniente da ogni dove, non ci sarà solo la mia famiglia, ma lui non si fa problema della morte di tanti innocenti pur di perseguire il suo ignobile scopo! E’ terribile ciò che mi avete rivelato cugina!-     esclamò la Regina
-Lo so Maestà. Per questo ho ritenuto giusto avvisarvi per tempo.-
-Ma voi come fate a sapere tutte queste cose Kagome? Chi ve le ha rivelate?-      domandò Vittoria sorpresa dalle informazioni piuttosto dettagliate della ragazza
-Le ho avute da un informatore che lavora per il killer assoldato da nostro zio. Lavora per l’uomo che mi ha salvato quella notte e con cui adesso condivido la mia vita, Vostra Altezza.-      spiegò Kagome come le aveva suggerito InuYasha
-E perché il vostro uomo ha questo genere di informatori?-    chiese sospettosa
Le cose si complicavano. La Regina era una donna molto sveglia e iniziava a fare un po’ troppe domande.
-Cugina vi supplico, non fatemi altre domande alle quali non posso rispondere. Vi basti sapere che avete sia la mia che la sua lealtà, ora e per sempre. Vi siamo fedeli entrambi e mai faremo qualcosa che possa nuocere alla famiglia reale.-      rispose Kagome chinando la testa
-Ho capito. Quindi fingerò di non aver capito che l’uomo con cui state è proprio l’assassino assunto sia per uccidere voi che me. Mi basta poter preservare la vita della mia famiglia. Non vi farò altre domande, purché giuriate fedeltà alla corona.-          disse la Regina mostrando ancora una volta la sua perspicacia
Passarono diverso tempo a parlare e a definire il piano ideato da InuYasha. Anche alla Regina sembrava andasse bene.
-Vi ringrazio di cuore per il vostro tempo Vostra Altezza. Col vostro permesso io andrei.-        disse Kagome inchinandosi
-Andate pure Kagome. Ci rivedremo alla fiera quindi.-       la congedò Vittoria
 
-Allora com’è andata con tua cugina?-     chiese InuYasha appena Kagome abbandonò Buckingham Palace
-Le ho raccontato tutto e mi ha creduto senza esitazione. Peccato che abbia capito che tu sei il killer assunto per uccidere me e la sua famiglia.-
-Che cosa???-        chiese l’albino allarmato
-Tranquillo le ho spiegato che non sei un pericolo per loro o non sarei certo andata ad avvisarla dei piani di nostro zio. Ha detto che farà finta di non sapere chi sei e che si atterrà al piano che le ho proposto.-
-Speriamo.-
-Non preoccuparti amore. Se ha detto che non farà nulla contro di te puoi stare pur certo che manterrà la parola. Vittoria non è tipo da fare il doppio gioco. Siamo praticamente cresciute insieme e mi fido di lei.-
-Va bene. Ora torniamo a casa. Non riesco più a resisterti così vestita da cameriera!-      esclamò il giovane baciandola con impeto
-Rivedere Miroku ti ha fatto male mi sa.-    disse ridendo divertita
-Credo che non ti dispiacerà poi molto…vedrai.-        rispose malizioso lui
-Dai finiscila e torniamo a casa. Dobbiamo sistemare ancora molte cose.-
-Come vuole Vostra Altezza Reale.-       
-Non prendermi in giro, anche perché quando ci sposeremo anche tu ti avvarrai del mio stesso titolo di Altezza Reale** diventando un Hannover.-        spiegò lei quasi con dispetto
Sapeva che al giovane stavano stretti quei titoli ridicoli.
-Come come? Cos’è questa storia?-         
-Diciamo che ho chiesto a mia cugina di darti un titolo nobiliare, in questo caso il mio. Così quando ci sposeremo tu diventerai InuYasha di Hannover Duca di Kent.-
-Ma io non voglio diventare Duca!-    si lamentò l’albino
-Lo so amore ma pensa ai nostri figli. Se non mi sposo con un nobile non posso ereditare tutti i miei soldi ed è un peccato lasciarli alla famiglia reale che già naviga nell’oro. Alla nostra morte andrà tutto ai nostri eredi.-         cercò di convincerlo la ragazza
-Stupide leggi! Ma guai a te se mi trascini ai ricevimenti di corte intesi?-         sbraitò furioso
-Non piacciono nemmeno a me lo sai. Ce ne staremo tranquilli nella residenza della mia famiglia nel Kent.-
-Tranquilli…con la nostra dozzina di figli!-
-Dozzina?-      ripeté lei sconvolta
-Eh sì mia cara. Voglio una famiglia numerosa. Io non ho potuto averne una, ma adesso voglio rifarmi facendomene una tutta mia, con te.-
Kagome avrebbe voluto inveirgli contro per aver pensato di farle subire tutte quelle gravidanze, ma in fondo lo capiva. InuYasha non aveva avuto una famiglia. Era cresciuto troppo presto e in una realtà orrenda, quindi la voglia di famiglia era chiaramente comprensibile, anche se non capiva perché volere tanti figli. Sua cugina Vittoria ne aveva sette e già le sembravano troppi. (10)
Ci avrebbe pensato in seguito. L’unica cosa che fece al momento fu assecondarlo.
-Come vuoi tesoro. Quando andrai da Naraku per tenerlo informato del piano che hai ideato?-     chiese per cambiare discorso
-Domani. Gli farò credere che l’incendio si svilupperà nel momento in cui il Principe Alberto terrà il discorso di apertura della fiera. Invece quel giorno non vedrà altro che le sbarre delle prigioni.-
-Me lo auguro.-
-Andrà tutto bene non temere.-
 
Il giorno tanto atteso era infine giunto. Tutti erano pronti a svolgere il loro ruolo.
InuYasha era già al Crystal Palace da un pò, Kagome doveva solo raggiungerlo.
Aveva indossato una parrucca del tutto simile ai suoi veri capelli in modo da non dubitare che si trattasse proprio di lei. Si era anche vestita di tutto punto per non passare inosservata.
Era terribilmente nervosa mentre sfilava in mezzo quella miriade di nobili che si voltava ad osservarla. I mormorii non  mancavano di certo…l’avevano già riconosciuta.
Mentre chi la conosceva si domandava come potesse essere così bello e reale  il fantasma della Duchessa di Kent, altri, che ancora non ne avevano avuto l’onore, si domandavano chi fosse quella bellissima dama dagli occhi blu, dalla pelle nivea e dalla chioma corvina, avvolta in un elegantissimo e pregiato abito, adornata di gioielli. La tiara diadema di diamanti presente sulla sua testa indicava l’appartenenza ad una nobile famiglia.
C’era chi la guardava sconvolto, chi con paura, chi con stupore, chi con invidia, ma una persona in particolare la guardava con rabbia. La stessa che ne aveva decretato la morte mesi orsono.
-Kagome. Siete davvero voi?-      la chiamò una voce
Eccola…la voce che aspettava di sentire, quella del Duca di Clarence, suo zio.
Si voltò con estrema lentezza. Non conosceva il volto dello zio ma ne riconosceva la voce.
-Duca…che piacere incontrarvi dopo tanto.-      rispose mentendo con fatica
Aveva un istinto omicida verso quell’uomo, ma avrebbe dovuto mantenere il controllo per il bene della riuscita del piano.
-E’ un miracolo vedervi qui, “in buona salute”. Vi sapevamo morta nell’incendio che ha distrutto la vostra casa.-     sputò lui velenoso
-Già. Devo avere qualche santo protettore lassù…caro zio. Sono riuscita a scampare all’incendio per fortuna. Non sono mai stata meglio di adesso. Come potrete notare ho riacquistato perfino l’uso della vista.-
-Un vero miracolo…nipote adorata. Certo vorrei conoscere anch’io questo “santo” protettore che vi ha salvato la vita.-      
-Mi spiace deludervi zio, ma i santi non si mostrano su presentazione e richiesta alcuna.-      rispose lei mantenendo un tono distaccato
Il volto di Naraku era livido di rabbia. Kagome credeva che la potesse strangolare da un momento all’altro. Ma ovviamente con tutta quella gente presente non poteva farlo. Sicuramente l’avrebbe condotta da InuYasha per chiedere spiegazioni sul perché fosse ancora viva. O almeno è questo che si aspettavano tutti.
-Mi chiedo come mai vi mostriate solo adesso, dopo tutti questi mesi. Vi abbiamo pianto disperati Kagome, mentre voi invece eravate viva e vegeta. La vostra è stata una grande mancanza di rispetto sapete?-
-Me ne dolgo zio. Non era mi intenzione recarvi dolore, ma sono stata impegnata nel riprendermi dall’operazione che mi ha donato la vista.-
-Quindi avete subito un intervento, superato magnificamente a quanto vedo.-         rivelò dispiaciuto
Kagome ribolliva di rabbia. Non riusciva più a contenersi. Avrebbe tanto voluto togliersi una delle sue pesanti collane d’oro e stringerla attorno al collo di quell’essere ripugnante.
Finalmente in momento dell’ingresso del Principe Alberto e della Regina Vittoria era giunto. Ora poteva liberare la frustrazione che aveva dentro.
-Non avete nemmeno il ritegno di fingere che ne siate interessato. Potete anche dirlo che mi volevate morta e che vi spiace vedermi qui di fronte a voi, perché con il mio ritorno dovrete rendermi tutte le mie terre…Duca!-           buttò fuori finalmente
-Non credo proprio che riavrete un bel niente…Duchessa!-         grugnì l’uomo afferrandola per un braccio avvicinandola a sé e puntandole una pistola al fianco
-Ora silenziosamente verrete con me!-       ordinò trascinandola fuori dal palazzo mentre l’incendio prendeva campo all’interno del palazzo
Kagome era terrorizzata. Non dovevano andare così i piani.
Avrebbe dovuto attirare la sua attenzione e attendere che il principe Alberto iniziasse il suo discorso di inaugurazione, momento in cui sarebbe dovuto divampare un incendio pilotato. Naraku credendo fosse vero  l’avrebbe trascinata via approfittando della confusione creatasi portandola da InuYasha per chiedergli spiegazioni, invece la stava conducendo alla sua carrozza in tutta fretta.
Tutti i visitatori erano intenti ad uscire il prima possibile dal palazzo, mentre la famiglia reale abbandonava tranquilla l’edificio, consapevole del fatto che quell’incendio non avrebbe arrecato danno alcuno.
InuYasha attendeva di veder uscire Kagome e Naraku dall’uscita secondaria, dove quest’ultimo sapeva trovarsi il bandito avendo appuntamento proprio con lui al divampare dell’incendio. Invece di loro nessuna traccia.
 
-Mi fate male così! Non avete nemmeno un po’ di delicatezza!-        sbraitò Kagome all’ennesimo spintone dello zio
Dopo averla gettata all’interno della carrozza l’aveva portata in una casa disabitata. La fece entrare in una stanza spoglia e semi buia. Il legno marcio e tarlato indicava che erano anni che nessuno vi metteva piede.
-Sapeste quanto me ne importa stupida mocciosa! Non mi metterete i bastoni tra le ruote! È proprio vero il detto : chi fa da sé fa per tre! Appena troverò quel maledetto killer inutile giuro che uccido anche lui!-         urlò furioso
-E perché dovreste ucciderlo?-     chiese preoccupata la ragazza
Che avesse capito tutto?
-Mi prendete per stupido Kagome? E’ ovvio che voi siate d’accordo con quel sicario o non sareste viva! Cos’è…ve lo scopate da brava sgualdrina quale siete o gli avete offerto una cifra maggiore di quella che gli ho dato io?-          inveì a un soffio dal suo viso
-Nessuna di quello che avete detto! Noi siamo innamorati e ci sposeremo presto!-      rispose sicura cercando di apparire coraggiosa
-Sposarvi? Questa è bella! Volete sposare un maledetto criminale ma avete rifiutato me! Siete una sporca puttana!-
-Ma come vi permettete?-         rispose lei schiaffeggiandolo
Lui furioso le restituì lo schiaffo, facendola finire per terra.
-Vi pentirete di questo gesto, maledetta! Ma prima mi tolgo lo sfizio di divertirmi con voi finalmente!-       disse strappandole la scollatura dell’abito, mettendo in mostra la biancheria intima del corpetto
-Lasciatemi brutto porco! Non mi toccate! Preferisco morire!-     urlò lei dimenandosi e dandogli un calcio allo stomaco
Approfittando del fatto che l’uomo fosse chinato a tenersi lo stomaco si rialzò uscendo dalla stanza correndo verso le scale, ma Naraku più veloce di lei l’afferrò per la gonna dell’abito gettandola nuovamente a terra.
-Siete peggio di una puledra selvaggia! Mi sarebbe piaciuto domarvi sotto le lenzuola a colpi di frustino! Scommetto vi sarebbe piaciuto! Ora il tempo dei giochi è finito…dite davvero addio alla vita Kagome!-          disse Naraku puntando la pistola al petto di Kagome pronto a sparare
-Fossi in voi non lo farei…-       sussurrò una voce all’orecchio di Naraku, che avvertì la fredda canna della pistola dietro la nuca
 
Quando non vide uscire i due dall’uscita posteriore, InuYasha si allarmò intuendo che quel folle avesse capito che lo aveva tradito.
Preso un cavallo iniziò a seguire i segni di una carrozza, l’unica che invece di andare verso la strada principale si dirigeva verso la fitta vegetazione. Per fortuna il suo intuito non lo aveva tradito portandolo ad una casa abbandonata,  al cui esterno vi era una carrozza, quella del Duca.
Kagome guardava InuYasha quasi in lacrime. Temeva che non lo avrebbe più rivisto.
Adesso era alle spalle di suo zio pronto a sparargli.
-Sparatemi pure, ma prima che io senta premere il vostro grilletto le avrò già sparato!-       lo minacciò il Duca
-Chi vi dice che io voglia spararvi?-       rispose InuYasha cogliendolo di sorpresa mozzandogli quasi la mano con un pugnale, lasciando cadere a terra l’arma puntata contro la sua donna, che nel frattempo lo aveva raggiunto
-Ma…maledetti! Morirete entrambi!-       ringhiò il Duca tenendosi l’arto dolente contro al petto e prendendo la pistola con l’altra mano
Non riuscì neppure a puntare l’arma che già InuYasha gli aveva colpito anche all’altra mano sparandogli.
Il suo urlo si udì anche fuori la casa dove i cavalli impennarono irrequieti.
-Bene ora non avete più mani per sparare. Stanno venendo le guardie della Regina per portarvi in prigione, sempre che non moriate dissanguato. Avete finito di fare i vostri comodi.-          dichiarò InuYasha soddisfatto
-Se sarò processato rivelerò che siete voi il killer che ha ucciso tutti quei ricchi!-
-Provatelo!-      rispose Kagome
-Esatto. Non ci sono prove a mio discapito. Non si può dire altrettanto di voi invece.-
-A quali prove vi riferite?-
-Ai vostri servi ovviamente o avete dimenticato di avermi rivelato tutti i vostri piani di fronte a loro? Il fatto che li trattiate come schiavi non fa di loro dei sordi sapete? Ci sentivano benissimo!-       spiegò l’albino
-Siete un vero bastardo!-       affermò il Duca
-E voi siete un santo per caso? Non mi pare proprio!-      
-Voi siete un lurido assassino! Un criminale da quattro soldi! Io invece sono un Duca, con sangue di nobili origini! Non la passerete liscia. Dichiarerò che è stata un’idea vostra e di questa puttana! Crederanno a me non a voi!-
-Ok, allora mi spiego meglio. Tenete alla vita dei vostri figli Duca? Se non erro facevate tutto questo per mettere sul trono uno di loro. Se li squartassi, uno per uno, portandovi poi come cena le loro interiora?  Che ne dite?-       minacciò InuYasha tranquillo ma con sguardo gelido
-Non ne sareste davvero capace!-
-Non mettetemi alla prova! Se qualcuno, anche per conto vostro, dovesse anche solo sfiorare Kagome o la mia famiglia giuro che lo farò! Dovesse anche scendere in terra il Dio che tanto pregate!-         precisò freddo
A quella minaccia Naraku non rispose. Non poteva permettere che la sua dinastia restasse orfana di eredi.
Si lasciò trasportare silenziosamente via dalle guardie reali arrivate poco dopo, che lo condussero alle prigioni.
Era finalmente finita.
 
Alcuni giorni dopo il Duca di Clarence fu processato dalla Camera dei Lord e dichiarato colpevole di alto tradimento alla corona, venendo esiliato a vita dalle terre del Regno Unito.
La Regina convocò poco dopo Kagome e InuYasha per insignire quest’ultimo del titolo di Duca.
-Odio queste cose, maledizione!-    si lamentò il giovane, scomodo nel suo pomposo abito cerimoniale
Era stanco di stare fermo e composto come uno stoccafisso, in posa come una bambola. Inchini, riverenze, etichetta da seguire…non facevano per lui.
-Tesoro adesso fai parte della parìa britannica. E’ normale osservare tutte queste cerimonie. Tra l’altro dobbiamo attendere per ricevere il nuovo stemma araldico del tuo casato. Pensavo acquisissi il mio invece mia cugina ti ha fatto dono delle terre confinante col Kent. Da adesso sei il Duca di Surrey. Non ne sei felice?-
-Sapessi cosa me ne importa della parìa Kagome! Lo sai quanto io odi gli aristocratici ed essere camuffato in uno di loro non mi da piacere. Mi consola il fatto che usciti da qui potrò sposarti senza rompimenti da parte di nessuno! Solo per questo lo faccio!-
-Ma che amore che sei!-       rispose lei baciandolo sulle labbra di fronte a tutti, rompendo l’etichetta delle buone maniere
-Lo sai che ti hanno visto tutti vero?-      mormorò lui al suo orecchio, ridendo malizioso
-Sì, ma non me ne importa nulla. Non ho mai seguito il cerimoniale. Dovresti saperlo no?-
-Per questo sei l’unica nobile che mi piace!-      le disse dandole un bacio sulla fronte
-Grazie per l’onore.-      scherzò lei
 
Ricevuti titoli e onori i due si trasferirono nelle terre del Kent, dove si sposarono. Le terre ricevute dalla Regina vennero lasciate agli amici di InuYasha che si ritirarono dal loro “lavoro” di  criminali svolgendo una vita più onesta.
Gli anziani servitori di Kagome, Kaede e Myoga, felici del ritorno della giovane, andarono a vivere con lei nella sua nuova residenza.
Al contrario da ciò che si pensava Miroku e Sango si sposarono l’anno successivo, ma le liti tra i due non erano affatto cessate, per disgrazia dei loro amici che dovevano sopportarli.
Suikotsu invece si era deciso a riprendere il ruolo di medico, andando in Francia per affiancare il dottor Broca e imparare da lui come maestro.
Nei mesi successivi Kagome diede alla luce una bellissima bambina dai capelli bianchi e gli occhi azzurri, per la gioia del padre che ne era estasiato.
-Ha il colore dei tuoi occhi.-        osservava InuYasha tenendola tra le braccia
La piccola era nata da pochi giorni e InuYasha non poteva fare a meno di bearsi di quegli occhi.
-E il colore dei tuoi capelli. Non potrebbe essere più perfetta non credi?-       rispose Kagome coprendo un po’ di più la bambina con la copertina
Si trovavano fuori in giardino a prendere un po’ di tiepido sole autunnale, ma le correnti erano sempre dietro l’angolo.
-Io avrei preferito fosse normale. Che non prendesse nulla da me.-    
-Io non sono d’accordo. Mio marito e mia figlia sono normalissimi per me. Se per la gente non è così è affar loro! A me importa che la mia bambina sia in perfetta salute. Il colore dei suoi capelli o dei suoi occhi non è importante. E per te?-      
-Nemmeno. Solo vorrei non passasse quel che ho passato io.-        disse l’albino guardando la piccola che cercava di combattere contro il sonno, intenta a tirargli una ciocca di capelli argentei
-Nessuno l’abbandonerà InuYasha. Se anche noi morissimo ci sono Sango e Miroku e tutti i tuoi amici…non sarebbe mai sola. Nessuno permetterà le accada nulla. Lei stessa non dovrà permettere a nessuno di farsi mettere i piedi in testa. Dovrà capire che non è nata sbagliata, è così e basta. E’ la gente che è idiota.-    affermò lei
-Hai ragione. E comunque ci saranno i suoi fratelli e sorelle insieme a lei.-      precisò lui ritornando sull’argomento “famiglia numerosa”
Non era riuscita a fargli cambiare sul dimezzare il numero dei figli da lui desiderati. Era meglio armarsi di forza e coraggio.
-Sì…ci saranno pure loro.-         confermò Kagome alzando gli occhi al cielo
Cielo che la ragazza notò limpido e sereno. Persa nell’osservare quel tappeto azzurro e infinito non poté non pensare per l’ennesima volta alla madre.
Ora aveva tutto. La vista, un uomo che l’amava, una bellissima bambina, degli amici fidati anche se un po’ strani.
Adesso che anche lei era madre capiva il cuore della sua nel saperla priva di uno dei sensi più importanti.
Il grande desiderio di sua madre si era avverato e avrebbe tanto voluto averla vicino per condividere con lei quella gioia.
Ma in fondo era convinta che la madre fosse a conoscenza già di tutto, osservandola dal cielo e che magari, chissà, fosse stata lei a mettere sul suo cammino InuYasha.
-Kagome, rientriamo. Inizia a far freddo per la piccola.-        la richiamò il marito riportando la sua attenzione su di loro
-Sì andiamo. Credo sia anche ora di allattarla.-       rispose alzandosi dalla poltrona su cui era seduta
Si incamminò verso casa sorridente. Prima di entrarvi si voltò un’ultima volta verso il cielo che iniziava a prendere un colorito arancio-rosa.
-Grazie.-       sussurrò chiudendo la porta e avviandosi verso la sua famiglia
Chi in quel momento osservava il cielo poteva chiaramente notare una strana conformazione di nuvole che somigliava ad un volto femminile che sorrideva. A volte la natura crea strani effetti ottici, o forse no, chissà…













 
 
 
 
 
 
Angolo spiegazioni ^_^   parte la musichetta di Superquark  
 
 
*L’incontro tra la giovane figlia di Vittoria e il principe di Prussia è realmente accaduto nel periodo del ’51, proprio in cui si teneva La Grande Esposizione di Londra. Lei 11 anni e lui 20. Si dice che il loro fosse un matrimonio d’amore oltre che di convenienza, buon per loro ^_^

**Per chi si fosse chiesto… perché chiamare una duchessa Sua Altezza Reale…ebbene…anche ai nobili ci si riferiva così con tali onorificenze, soprattutto agli Hannover appartenenti alla famiglia reale.
 
(1) Negli anni dopo la sua incoronazione la Regina Vittoria subì parecchi attentati, andati sempre male. I nomi citati sono quelli dei suoi attentatori più conosciuti.

(2) William Bowman era uno dei più importanti oftalmologi dell’epoca. Ha fatto scoperte molto importanti riguardanti gli occhi e la loro struttura, dando il suo nome ad una membrana appartenente alla cornea.

(3) Joseph Bell fu l’ultimo di una grande famiglia di chirurghi che per 150 anni ha “operato” ( è il caso di dirla la battuta ^_^ )  in campo medico. Si era specializzato grazie alla sue ricerche sul cancro epiteliale. Bell, uomo molto sveglio e deduttivo, era anche stato l’insegnante di medicina di Conan Doyle, il quale si ispirò proprio a lui per il personaggio di Sherlock Holmes. Nei suoi anni di carriera gli sono morti sotto i ferri solo 3 pazienti su 70, ciò fa capire quanto fosse bravo come chirurgo per l’epoca.

(4) In quei periodi i congressi erano tenuti in alberghi di lusso o in club esclusivi. Non vi erano le sale adibite a tale scopo come oggi. Indi per cui ho pensato al Cafè Royal come luogo d’incontro.

(5) Il dottor Paul Pierre Broca è stato un bravissimo antropologo e neurochirurgo che fece molte scoperte sia sui tumori che sul cervello. Vi è una parte nel nostro cervello scoperta proprio da questo medico e che porta il suo nome ovvero l’Area di Broca che riguarda il linguaggio. Il danneggiamento di quest’area provoca la perdita della parola, ovvero l’Afasia di Broca.

(6) Riguardo ai tumori non so dirvi se all’epoca li classificassero come maligni e benigni come facciamo oggi, quindi mi limito a chiamarli “mortali” e “non mortali”.

(7) L’oftalmoscopio, così come l’otoscopio, il microscopio, il laringoscopio ecc…erano già tutti presenti in quel periodo. Il primo era stato inventato pochi anni prima, nel 1847. Il microscopio invece fu inventato nel 1600 e migliorato nei secoli da vari medici e studiosi. Perfino Galileo vi mise mano.

(8) La cocotte, oltre che essere una casseruola di coccio e una pentola a pressione (cocotte-minute), era il termine usato per le prostitute francesi.

(9) La prima Esposizione Universale si era tenuta nel 1851 a Londra. Per l’occasione su costruito il Palazzo di Cristallo. La fiera era stata voluta dal marito della Regina Vittoria, il Principe Alberto.

(10) In realtà la regina Vittoria e il suo consorte ebbero 9 figli. Ma nel 1851 ne avevano ancora 7. Gli altri due nacquero, uno nel ’53 e l’altro nel ’57, per questo ne nomino solo sette.
 
 
 
 
Chiedo umilmente scusa per l’assenza ma ho avuto un po’ da fare ( soprattutto con la fisioterapia al collo. Ricordate lo stiramento? Ebbene non se ne va quindi mi faccio martoriare amabilmente il collo dal medico) e non ho avuto proprio tempo nemmeno per leggere le vostre storie. Mi sono dedicata solo alla storia nel tempo libero. Mi rifarò nei prossimi giorni ^_^
 
Ok…se qualcuno mi avesse chiesto : Faby com’era la medicina 100 anni fa? Io avrei risposto : i medici curavano tutto con salassi e sanguisughe…MA QUANTO MI SBAGLIAVO!!!! Ammetto la mia ignoranza!
Sinceramente non credevo che fossero così avanzati in campo medico. La scoperta del cancro risale addirittura al 3000 a.c. Io pensavo fosse una scoperta più recente a dir la verità.
In questi giorni di ricerche mi sono fatta una vera e propria cultura con la storia della medicina.
Anche se devo confessarvi di essermi data una grossa zappa sui piedi con questa storia perché le ricerche erano più ardue del solito dato che il periodo trattato non è dei più facili. L’800 è stato il bum delle rivoluzioni scientifiche. Trovare i medici che mi servivano, le diagnosi e le cure dell’epoca, credetemi…mi ha portato via parecchi giorni ( e pazienza ). Ma tutto sommato credo di essere riuscita a farcela senza sparare castronerie. Certo ammetto che una craniotomia in quell’epoca era parecchio pericolosa ( lo è tutt’oggi)  ma consentitemi la tipica botta di cu** per Kagome ^_^ infondo in molti sopravvivevano ^_^
Perfino la craniotomia è più vecchia di quel che pensassi. La si praticava già nella preistoria come rito propiziatorio, e pensate che oltre il 90% delle persone sottoposte a tale rito sopravviveva tranquillamente. E pensare che oggi si muore perché ti ficcano dentro una bambina di due anni un catetere di dimensioni sbagliate, oppure per il parto, oppure per togliere delle tonsille…mah. Invece di progredire, regrediamo…
Eh beh…dopo aver come sempre esposto i miei pensieri benevoli (???) sulla nostra “bella e giusta” società vi lascio.  Devo riprendere con le altre storie, e magari studiare un po’ di criminologia per Perfect Romance. Devo pensare bene come incastrare l’elettricista pedofilo ^_<
Grazie per aver seguito anche questa storia.
Baci baci Faby <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 



 
   
 
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