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Autore: Mignon    30/09/2013    1 recensioni
Saranno cinquanta piccole e semplici storie su Harry e Draco.
Per strappare un sorriso e far lavorare la fantasia.
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40/50
Genere: Generale, Malinconico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto, Più contesti
Capitoli:
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#11 PARCO
 
«Come va con Blaise?» Pansy rise a quella domanda, accarezzandosi il pancione fasciato nel vestito blu.
«Presto Benjamin avrà una bella sorellina.» disse mentre controllava il figlio che giocava sull’altalena con gli altri bambini.
«Draco, perché sei venuto in questo parco colmo di bimbi? Non ti facevano venire il mal di testa?» gli chiese celando la crescente curiosità.
L’ex Serpeverde tossicchiò sfiorando con le dita la pancia della migliore amica, ridendo quando la piccola futura Zabini scalciò al loro passaggio. Era sicuro che quella signorina avrebbe dato filo da torcere alla mamma, una volta nata.
Tornò a prestare attenzione all’amica che ormai lo guardava torvo, prese coraggio e parlò.
«Voglio chiedere a Harry di sposarmi.»
Pansy si lanciò tra le sue braccia, abbracciandolo forte e di nuovo la piccola Zabini scalciò; a quel punto Draco non poté che ricambiare l’abbraccio, lasciandosi andare alla gioia di ciò che stava per succedere.
 
 
#12 FONTANA
 
Era primo viaggio insieme ai suoi migliori amici, senza contare i mesi che avevano passato insieme in quella tenda alla ricerca degli Horcrux.
Hermione aveva scelto la meta: Roma.
Nessuno faceva caso a quei tre, erano semplici amici in vacanza. Harry non poteva desiderare di meglio.
«Dovrebbero metterne una anche a Hogwarts!» esclamò Ron continuando a scrutare la Fontana di Trevi, gremita di gente impegnata a lanciare monetine nell’acqua.
«Che cosa fanno Hermione?»
«Lanciano una moneta ed esprimono un desiderio. Tutti sperano in qualcosa.» strizzò l’occhio al moretto, che arrossì ripensando al discorso che avevano fatto la sera prima, seduti in bar dell’albergo.
Trafficò nelle tasche, trovando una moneta, e domandandosi se avrebbe funzionato nonostante fossero soldi babbani.
Si avvicinò al bordo della fontana, giocando un po’ con l’acqua prima di girarsi e chiudere gli occhi. Quando la moneta cadde in acqua con il tipico suono ovattato, Harry non poté più mentire a se stesso.
In quel preciso momento aveva visto l’immagine chiara di quei capelli biondi che gli facevano tanto battere il cuore.
 
 
#13 LAGO
 
«Harry torna qui!» la voce di Ron echeggiò, ma il ragazzo non tornò indietro, continuò a camminare a passo spedito verso le rive del Lago Nero.
«È andato vero?» Hermione raggiunse il rosso, e insieme guardarono Harry camminare a passo ancora più spedito.
«Vieni, torniamo nella torre. Aspettiamolo lì.» prese per mano Ron, strattonandolo un po’ per muoverlo da lì.
«Certo, se non lo butta nel lago per darlo in pasto alla piovra gigante.»
 
Nel frattempo Harry aveva raggiunto l’oggetto delle sue attenzioni. Ancora ansimante per aver percorso di corsa gli ultimi metri.
Draco Malfoy lo guardava, gli occhi stretti in due piccole fessure e i pugni chiusi. Aspettava l’attacco per ricambiare. Ma non arrivò.
Qualcos’altro lo colpì - e fece quasi più male di un pugno – sorprendendolo.
Harry era vicinissimo al suo viso, poteva sentire il suo fiato caldo e gli occhi verdi puntati nei suoi, ora ben aperti.
«Vieni ad Hogsmeade con me!» glielo disse tutto d’un fiato, senza interrompere in contatto visivo.
 
Harry tornò in Sala Comune un po’ spettinato e con la divisa sgualcita, non l’aveva lanciato nel lago, ma alcuni incantesimi non glieli aveva risparmiati – per avergli fatto prendere paura, disse Draco – ma era riuscito a rimediare il tanto agognato appuntamento per sabato prossimo.
Nemmeno si accorse che stava sanguinando.
 
 
#14 ANGELO
 
Ormai era corrotto. Corrotto fino all’ultima piega dell’anima. Corrotto da quel corpo bianco come la luna.
Draco lo guarda divertito, disteso tra le lenzuola, un braccio sotto la nuca e le labbra rosse aperte in un sorriso.
Harry è corrotto da quel diavolo mascherato.
Un diavolo dalla pelle d’angelo.
 
 
#15 OCCHIO
 
La Sala Comune di Serpeverde era testimone di una crisi. In corso in quel preciso momento.
Quando capitava una cosa del genere, anche i primini avevano imparato a rinchiudersi nelle proprie camere, lasciando a chi di dovere lo spazio per intervenire. In quel caso gli esperti erano Pansy e Blaise, che cercavano inutilmente di calmare Draco.
«No Pansy! È un disastro! Non vorrà più vedermi!»
Un Incarceramus dopo, e un quasi Schiantesimo – bloccato appena in tempo da Blaise – Draco era “seduto” sul divano.
«Parla.» Pansy non ne poteva più. O parlava in quel momento o gli avrebbe tirato fuori lei le parole a forza di incantesimi.
«Beh, ecco… io ed Harry eravamo nella Stanza delle Necessità, ci stavamo baciando… le mani di qua, le mani di là, io gli tolgo gli occhiali… lui mi- » la tosse convulsa di Blaise lo fermò.
«Ti prego, arriva al sodo!» decisamente imbarazzato, Zabini guardò Pansy che ridacchiava di cuore.
«Si insomma, mentre stava… dai avete capito.» prese respiro, deciso a raccontare che cosa lo aveva sconvolto così tanto. «Gli ho messo un dito nell’occhio! Ha cominciato a lacrimare e gonfiarsi! Non sapevo che fare! Ho menomato il Prescelto! Se perderà la guerra sarà solo colpa mia!»
Silenzio. Troppo silenzio. Le facce dei due amici tutto ad un tratto divennero funeree, alternando sprazzi di pura rabbia e istinti omicidi trattenuti.
Si alzarono di colpo, lasciando un Malfoy confuso, senz’altro colore nel viso e gli occhi strabuzzati.
«Pansy, Blaise. Tornate qui!»
 
La mattina seguente la Sala Comune di Serpeverde era testimone dell’ennesima crisi. Questa volta parecchie persone erano rimaste ad osservare la scena, che includeva un Draco Malfoy ancora legato da invisibili funi al divano, rimasto lì dalla sera prima.
Mai nessuno aveva visto un esemplare del genere reso innocuo, e tutti si prodigarono a toccarlo con un dito e ad avvicinarsi per osservarlo meglio – sotto incoraggiamento di Pansy – a bocca aperta.
Qualcuno poteva testimoniare che la Parkinson si fece pagare un Galeone dagli studenti delle altre case, venuti in visita solo per lui.
 
 
#16 MADRE
 
“Cara madre,
alla luce della nuova piega che ha preso la mia vita, mi sento in dovere di renderti partecipe della mia felicità.
Tu sei sempre stata l’unica a comprendere fino in fondo la paura che avevo dell’amore, ma hai sempre cercato di farmi ragionare, accettando tuti i miei errori e insegnandomi a guardare avanti e rimediare al tutto.
Sono lieto di annunciarti che finalmente ho trovato la mia strada. Mai avrei immaginato di trovare una persona disposta a camminare al mio fianco, a tenermi per mano, che mi permettesse di guardare il mondo attraverso i suoi occhi.
Harry ed io ci sposeremo.
In primavera, nella stagione che tu preferisci, quella dei fiori che sbocciano.
Ti voglio bene,
per sempre tuo.
Draco.”
 
Ripiegò la lettera, disponendola insieme con le altre, chiuse in quel cassetto.
Fece scattare la serratura, e di nuovo posò la chiave intarsiata nella sua scatolina vicino alla foto di Narcissa.
Draco continuò a scrivere a sua madre per tutti gli anni seguenti alla sua morte, raccontandole la sua vita come faceva nei giorni passati al Manor.
 
 
#17 PROMESSA
 
«Ma ha i capelli rossi.»
«Dicevo, siamo qui per chiedervi una cosa molto importante.»
«Harry, ha i capelli rossi.»
All’ennesima interruzione, Hermione passò il fagottino a suo marito e puntò la bacchetta contro Draco, che continuava a guardare la testa del bambino.
Harry spazientito da entrambi si sistemò accanto a Ron che nemmeno li guardava.
«Dai Herm, continua.»
Tornata in sé, l’amica si sedette di nuovo nella poltrona di casa sua.
«So che sei già padrino di Teddy, per questo ti chiedo -» sospirò «vi chiedo, se volete fare da padrini anche a Hugo.» il suo sguardo si addolcì quando si posò su suo figlio che giocava con il naso di Ron.
Draco per poco non cadde dalla sedia, ma cercò di ricomporsi al meglio.
«Certo, nemmeno da chiedere. Vero, Draco?»
Una gomitata ben assestata al suo fianco lo riportò alla realtà.
«Promettete?» entrambi annuirono, facendo tranquillizzare i due genitori.
«Al massimo esistono molti incantesimi per farlo diventare biondo.»
A quel punto la bacchetta di Hermione era già sguainata, purtroppo anche Harry aveva avuto la stessa idea.
Draco si ritrovò Schiantato da entrambi, disteso lungo il muro.
 
 
#18 MACCHIA
 
Come potevano amarsi durante la guerra?
Stringevano i denti e sopportavano, sicuri che alla fine di quel buio tunnel avrebbero finalmente trovato la calda luce di un’accogliente casa.
L’ennesima missione, e lui doveva partecipare. Si guardava allo specchio, passando le dita su quella minuscola macchia di sangue sulla camicia.
Fare la spia insieme a Severus non era una cosa che aveva mai pensato di fare. Invece, ora, si trovava immerso in quel compito.
Harry era così fiero di lui, e non se la sentiva di deluderlo ammettendo di avere paura.
Doveva andare, aiutare l’Ordine era ormai la priorità. Nessuno sapeva che la sua vera priorità era tornare a casa per rivedere i suoi occhi verdi.
Gli stessi che ora erano davanti ai suoi. La cicatrice spiccava tra quell’ammasso indistinto di capelli corvini, così indisciplinati ma talmente morbidi.
«Non moriremo.»
Un leggero cenno, uno sfiorarsi delle mani.
Era un nuovo giorno lì, a Grimmauld Place.
 
 
#19 FIORE
 
«Paura Potter?»
«Ti piacerebbe.»
Non c’era nessuno a guardare quello spettacolo.
Il campo da Quidditch era deserto. C’erano solo loro due pronti a sfidarsi a duello.
Solo una persona assistette alla sconfitta di Malfoy, mentre Harry gli porgeva la mano per aiutarlo e lui la rifiutava.
Solo Silente, dall’alto della sua torre si accorse del fiore che stringeva Harry tra le dita, dietro la schiena. Draco non lo ricevette e non lo vide mai, ormai troppo lontano da lui.
 
 
#20 OCCHIALI
 
Un dolce profumo che gli ricorda gli anni d Hogwarts, riportandolo a camminare per quei corridoi di pietra grezza.
Ma il sogno finisce e la realtà è ancora più bella.
Draco lo guarda sorridente, seduto sul bordo del letto con un vassoio tra le mani. La torta alla melassa è tagliata perfettamente, accompagnata dalla piccola forchetta in argento. Rigorosamente decorata con un fine serpente intagliato nel metallo.
«Buongiorno Potty»
Lo vede sfocato, ma sente la sua leggera risata.
Si stropiccia gli occhi con le mani, inforca gli occhiali e li sistema sul naso. Finalmente lo vede bene, e finalmente gli lascia un leggero bacio sulle labbra.
«Buongiorno Furetto.»
Il vassoio viene poggiato sul comodino e improvvisamente la pelle fresca di Draco è a contatto con la sua.
È decisamente il più bel compleanno della sua vita.








 
  
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