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Autore: beky2004    30/09/2013    1 recensioni
Una vita rovinata.
Un passato oscuro.
Una decisione.
Un sogno.
Un ragazzo.
Una storia.
Anita Bloom. Niall Horan.
Una storia d'amore
Un segreto, che cambierà ogni cosa.
Genere: Dark, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Believe In Your Dreams  

Some Mistakes- Capitolo 1


-Buio.
Paura.
Una mano mi sfiora.
Urlo.
Mi tocca tutto il corpo, leggera.
Poi inizia a fare pressione, sulla coscia.
La strofina piano, prima di arrivare al linguine.
 Cacciai un urlo, dimenandomi sulla sedia.
Le corde mi facevano male, mi stritolavano.
Tremavo.
Io- ti prego, non farlo. Non farmi male-
Lo implorai distrutta.
Non mi ascoltava, continuava a tormentarmi.
Io- ti prego, non voglio- Continuai con la voce rotta dal pianto.
Stacco, le sue luride mani dalle mie gambe nude.
Mi tirò uno schiaffone, facendomi rigirare dall’altra parte.
Non dissi nulla, ero incapace di reagire.
Le lacrime ricominciarono a scendere e bruciavano al contatto con le mie guancie.
Poi con un ghigno, strinse la corda che imprigionavano le mie mani, legate dietro alla sedia.
X- Sta zitta, oppure sai che ti faccio- mi minacciò lui.
Mugugnai. Sentivo il sangue pulsare nei polsi. Me li stava lacerando.
Poi sentii un urlo, e l’immagine divenne sfocata, sempre di più, fino a diventare il nulla.
Sbattei gli occhi, uno due tre volte.
Poi chinai la testa, cercandomi di liberarmi.
Sentii spingermi, strattonarmi, colpirmi.
E poi, divenne tutto bianco, fino a scomparire-
 
-Mattino-
Sussultai, nel letto. Alzandomi di scatto,
-Anita, calmati era solo il solito incubo.-
 disse la mia testa, cercando di tranquillizzarmi.
Il mio cuore batteva all’impazzata. Sembrava che volesse scoppiare.
Sentivo, gli occhi bruciare, tremavo ancora.
Il solito incubo, che mi tormentava ogni notte.
Scossi la testa, velocemente, cercando di cacciare via quel brutto pensiero, quel brutto ricordo, che ogni notte emerge da non so quale parte della mia testa.
Mi alzai piano, stropicciandomi gli occhi. Passai davanti allo specchio, di camera mia.
Mi fermai a guardarmi. Mi facevo così schifo, mi vedevo così brutta.
I miei capelli biondi, erano raccolti in una treccia tutta disordinata.
I miei occhi, solitamente azzurri, erano rossi, gonfi dal pianto della sera prima. Circondati da due grosse e violacee occhiaie. Mi vedevo obesa, anche se non lo ero.
Ero solamente più grossa delle mie coetanee. Avevo le braccia scoperte, e subito cercai di ricoprirle. Mi vergognavo dei tagli che c’erano sopra.
Andai in cucina, barcollando per il sonno.
Sul tavolo c’era un bigliettino piegato, lo presi e lo portai vicino al naso, profumava di rose.
Lo lessi, diceva-
Ciao principessa, buongiorno. Sono al lavoro, oggi mi hanno allungato i turni. Torno verso sera, ti ho lasciato la tua colazione preferita nel microonde, ti voglio bene.
P.s ha chiamato Meddy, ha chiesto se puoi andare da lei, oggi pomeriggio. Almeno passate un buon pomeriggio, ti amo
Mamma <3
 
Ma quanto potevo amarla.
Lei era una delle uniche persone che mi hanno salvato la vita.
Letteralmente.
Sorrisi, e mangiai di fretta tutta la colazione, poi mandai un messaggio a Meddy, dicendole che sarei arrivata verso le 2 del pomeriggio. Lei era la mia migliore amica, e io le volevo un gran bene.
Andai di fretta in camera mia, feci il letto, aprii le finestre illuminando tutta la stanza, e lasciando che il venticello mi scompigliasse i capelli. Il sole splendeva alto nel cielo.
Milano era bellissima, anche se mi mancava Mullingar. Lì C’ero vissuta fin da piccola, e amavo quel posto, anche se mi faceva tornare alla mente brutti ricordi…
Ero venuta in Italia 3 anni fa, sono venuta a vivere con Susanna, la mia madre adottiva.
Il mio passato e stato orribile. Mia mamma biologica mi abbandonò appena nata, e mi lascio a quel lurido e schifoso padre. Subii violenze da lui, mi picchiava, voleva del sesso. Poi un giorno, non mi ricordo come all’età di 10 anni mi dissero, che era morto di droga, e così fui adottata da Susanna, una donna magnifica. L’amavo con tutto il mio cuore. Lei era italiana, ma viveva a Mullingar. Tre anni fa, visto che avevo 16 anni, ed ero grande decidemmo di trasferirci in qui a Milano, per dimenticare tutto quello che era successo e ricominciare una nuova vita.
Mi cambiai, e mi stesi sul letto, prendendo il mio diario.
Lessi velocemente le ultime pagine che avevo scritto, parlavano della mia vita, ma risalivano a qualche mese fa. Non avevo mai voglia di continuarlo. Lo buttai a terra, scocciata. Mi alzai sbuffando e andai di sotto, in garage. Avevo voglia di andare a fare un giro. Aprii il portone, pesante ed entrai piano in quella stanza ormai ammuffita. Mi guardai intorno alla ricerca della mia bici, ormai decrepita.
Ma dove caspita era finita?
Mi avvicinai, ad una parete piena di scatoloni. Non so perche, ma ero curiosa, insomma mi attiravano. Iniziai a sfiorare una scatola, impolverata. Non sapevo se aprirla oppure no.
Optai per un si, tanto ormai non ci perdevo nulla.
Con un colpo secco aprii quello che ormai era il rimanente di una scatola.
Con una mano, presi dei pezzi di carta, inizialmente non sapevo cos’erano,. Li guardai meglio.
Tuffo al cuore.
Iniziai a tremare.
Foto.
Lettere
Ricordi.
Tutto ciò che in questi anni avevo cercato di dimenticare.
Sbalordita mi inginocchiai, rigirando tra le mie mani quella che era una delle cose più belle, che avevo come ricordo della mia infanzia.
Foto sbiadita.
Due bambini, dietro un laghetto, che ridevano e giocavano insieme.
*Inizio FlashBack*
 Io- hei tanto non mi prendi, tanto vinco io- urlai al biondino
x- Hahaha nooo adesso ti prendo, scappa che e’ meglio
Mi prese, e ci buttammo a terra, rotolando sull’erba.
Ci alzammo in piedi e lui mi prese la manina.
X- lo sai che ti voglio bene?
Io- anche io te ne voglio- lo abbracciai, e gli diedi un bacino sulla guancia
Poi i nostri genitori ci chiamarono, e andammo a mangiare un gelato.
*Fine FlashBack*
 
Strinsi quella foto al petto.
Era uno dei pochi ricordi che mi rimanevano di lui, del mio principe azzurro. Del mio migliore amico, del ragazzo che mi faceva battere il cuore. In quella foto avremmo avuto nemmeno 5 anni, ma ci volevamo già un gran bene. Quel ragazzo, che crescendo era diventato come un fratello per me, eravamo inseparabili, ma diversi come il giorno e la notte. Quel ragazzo che amava suonare la chitarra, e aveva una voce d’angelo. Quel ragazzo che ogni volta che scriveva una canzone, se non la faceva sentire prima a me, non la faceva ascoltare a nessun altro. Ero innamorata di quel ragazzo da ben per 15 anni, ma non ho avuto mai il coraggio di dirglielo, e così adesso mi ritrovo fregata. Non ci vediamo da ben 3 anni. Colpa di quelle maledette audizioni. All’inizio ero felice per lui, quello era il suo sogno, e se era felice lui, lo ero anche io. Mi aveva promesso che non mi avrebbe dimenticata, che sarei stata per sempre la sua piccola Anita e lui per sempre il mio piccolo… Non riuscivo a pronunciare il suo nome, no. Lui mi aveva dimenticata, non ero più nessuno per lui. Ero arrabbiata con lui.
Tirai fuori dallo scatolone altre fotografie, e poi eccola, quella lettera. Colei che mi spezzo in parte il cuore. Quella lettera  che mi aveva scritto prima di partire, e prima di non tornare più. Le lacrime cominciarono a scendere, silenziose. La strinsi  al petto, come se fosse la cosa più preziosa che possedevo, e forse lo era.
Mille ricordi.
Mille emozioni
Mille avventure.
Mille cose che non torneranno mai, che non accadranno più, cose che scompariranno per sempre.
Soliti errori.
Ti accorgi troppo tardi di quanto vuoi bene ad una persona, accorgi che l’ami davvero quando ormai e’ troppo tardi, e non potrai averla indietro.
Continua…

  
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