La guerra e la felicità. Nessuna delle due può
convivere con l’altra. Spesso la guerra era stata la felicità di molti, ma con
lo scorrere del tempo quest’ultima era svanita, lasciando al suo posto
solamente il vuoto. Nessuno si poteva dire vincitore di una guerra, perché
anche quando ottenevi la vittoria, la pagavi a caro prezzo. Forse l’unico essere
che può sopravvivere alla guerra è l’amore. Molti lo credono indissolubile,
indistruttibile, ma quando la guerra ti mette di fronte ad una scelta, è
proprio in quel preciso istante che la sicurezza e il coraggio che l’amore ti
dona barcollano e spesso cadono, come granelli di sabbia in balia del vento. Ed
è in quel preciso istante che l’ennesima domanda che la guerra ti pone, ti
assale, come un improvvisa tempesta di sabbia. Molti si chiedono cosa fare,
altri si chiedono cosa accadrà, ma la vera domanda a cui noi e il nostro cuore
dobbiamo rispondere dinnanzi alla guerra è una sola… Continuerà? nessuno è mai
riuscito a ricordare ciò che era della propria vita prima della guerra,
dell’amore, dei desideri, perché la guerra lascia solo il vuoto dietro di se,
infondo però, la speranza è l’ultima a morire…
Due ragazzi ignari di ciò che stava per accadere
camminavano, mano nella mano, per i lunghi e bui corridoio del palazzo del
Kazekaghe. Per quanto Suna potesse essere situata nel bel mezzo del deserto,
molti la definivano la perla del villaggio della Sabbia e il palazzo dell’uomo
più potente di quella città, era il simbolo del dominio di Suna su tutti i
territori circostanti.
Un potente boato aveva scosso le mura impenetrabili
delle città. Shikamaru e Temari che fino ad allora avevano ignorato tutto
quello che stava per accadere, adesso sembravano domandarsi l’un l’altro cosa
stesse succedendo. Decisero di dirigersi verso il cancello centrale del grande
palazzo del Kazekaghe, mentre molte guardie del palazzo armate, scattavano come
tigri sui tetti, alla ricerca degli aggressori. Arrivarono nel cortile centrale
del palazzo, da dove spesso il Kazekaghe parlava alla gente della città durante
le occasioni importanti, e lì si fermarono quasi stupiti ad osservare lo
spettacolo che si mostrava dinnanzi ai loro occhi.
Un gruppo consistente di ninja del paese del fuoco si
trovava nel cortile del palazzo. A comandare quel gruppo c’era Tsunade. La
donna conosciuta per la sua mirabolante forza, se ne stava con le mani lungo i
fianchi a fissare astiosa il padre di Temari, nonché Kazekaghe del villaggio
della Sabbia. Al suo fianco Kankuro e alcune guardie di Suna osservavano la
scena in un rispettoso, quanto duro, silenzio, che fu rotto solamente dalla
voce solenne e quasi tagliente del nobile Kazekaghe.
-
Cosa vuoi Tsunade? Voglio delle spiegazioni, adesso! –
la donna lo osservò di sbieco, mentre i suoi occhi cominciavano ad ingaggiare
una dura lotta con quelli severi dell’uomo dinnanzi a lei.
-
Dovrei essere io a chiederti spiegazioni, non
credi…Hirokumi?
-
Io non ho nulla da dirti, se non di abbandonare
immediatamente il mio paese!
-
Sei un codardo! Cosa vuoi ottenere? Il paese del
Fuoco? Il villaggio della foglia? Cosa vuoi? Parla!
-
È inutile che ti agiti tanto mia cara Tsunade, sai
benissimo che prima o poi il tuo paese e il tuo villaggio saranno
miei…ritornatene a casa, potrei anche decidere di lasciarti libera se lo
facessi!
-
Preferisco uccidermi con le mie mani che vivere nelle
mani di una serpe come te!
-
Allora ti sei decisa…
-
È guerra Hirokumi!
-
Fa come credi, ma se vuoi la guerra farai meglio a
portarti via tutti gli abitanti del tuo paese o faranno una brutta fine…
L’uomo si voltò ghignando verso Shikamaru, che ancora
vicino a Temari assisteva alla scena senza fiatare. Temari che ancora stringeva
la mano di Shikamaru osservò suo padre come per supplicarlo, non voleva perdere
un'altra persona a cui teneva, non in quel modo, non in quel momento. E mentre
lo guardava come per supplicarlo, Shikamaru distaccò la mano da lei, imprimendole
un tenero bacio sulla fronte e sussurrandole delle parole all’orecchio. Lei
ormai incerta sul da farsi si voltò verso di lui, che lentamente si avvicinava
al Kazekaghe.
Gli si avvicinò come se lo conoscesse da tempo, lo
guardò negli occhi mentre lo sguardo gelido del Kazekaghe gli faceva intuire le
sue intenzioni, per poi fissare pensieroso Tsunade che di fronte a lui gli
faceva segno di incamminarsi.
-
Io non posso tornare a Konoha…- gli disse mentre si
voltava sorridendo verso Temari, che dall’alto delle scalinata lo fissava
triste.
-
Shikamaru, la tua famiglia, la tua casa e i tuoi amici
sono a Konoha e proprio in un momento come questo non posso permetterti di
compiere una simile follia, non ti lascerò nelle mani di questa vipera del
deserto!
-
Tsunade io amo Temari, noi dobbiamo…
-
Shikamaru non accetto repliche o vieni con me a Konoha
o puoi considerarti un ninja traditore e non metterai mai più piede a Konoha,
sono stata chiara?
Tsunade lo fissò severa, mentre lui ancora stordito da
quella affermazione si voltava a guardare il Kazekaghe. L’uomo ghigno
divertito, mentre Kankuro deciso come non mai si avvicinava a Shikamaru. Una
mano sulla spalla lo costrinse a distogliere lo sguardo dalla figura severa del
nobile Kazekaghe. Kankuro proprio di fianco a lui, gli aveva dato uno spintone
verso le truppe nemiche, mentre gli sorrideva teneramente. Un debole sussurro
giunse alle orecchie di Shikamaru, mentre Tsunade lo incitava ad andare. Lo
shinobi si voltò a guardare Temari, che ancora ferma sulle scale gli sorrideva
speranzosa, abbassò lo sguardo per poi liberarsi della catenina che portava al
collo.
-
Va adesso, vedrai che le passerà anche questa volta..-
gli disse Kankuro, mentre si voltava a guardare il padre, che ridendo divertito
gli voltava le spalle e saliva le scale del cortile per poi incamminarsi lungo
il corridoio del palazzo.
-
Dalle questa e dille che…
-
Sta tranquillo, so già cosa devo dirle, vai adesso o
ne soffrirà ancora di più…
Shikamaru diede un ultima occhiata a Temari che
sorrideva, lo sguardo della bionda di Suna mutò non appena ebbe visto le truppe
di Konoha allontanarsi e Shikamaru sparire tra la sabbia che si alzava a causa
del vento. Dopo pochi secondi di quel ragazzo non era rimasta che l’ombra che
si perdeva confusa tra le sabbie e tra il rumore del vento, che lambiva quel
cortile ormai desolato.
Cadde a terra priva di una qualsiasi forza di volontà,
mentre le sue lacrime si mischiavano ai granelli di sabbia sul terreno del
cortile. Pianse come una bambina a cui viene negato l’amore dei genitori.
Pianse come durante il funerale di sua madre, mentre urlava il nome dell’unico
uomo da cui avrebbe potuto ottenere la felicità. Anche quell’ultima promessa si
era sbriciolata nel vento, lasciandola come sempre da sola in quel mare
sconfinato e desolato che la circondava da sempre.
Un ombra alle sue spalle si mosse decisa verso di lei,
mentre una mano le sfiorava il viso ormai bagnato dalle lacrime. Temari sollevò
gli occhi speranzosa di rivedere il volto di Shikamaru sorriderle, gli occhi
gelidi e stranamente determinati di suo fratello Gaara le diedero un minimo di
coraggio e determinazione. Il giovane rosso le afferrò il viso tra le mani,
mentre con uno sguardo tanto dolce quanto deciso la fisso negli occhi verdi
divenuti dopo tanto tempo nuovamente tristi e vuoti.
-
Non piangere… non ne vale la pena…
-
… Shikamaru… se .. se ne è andato… anche lui… - gli
riuscì solamente a dire, mentre ancora in lacrime si gettava a singhiozzare tra
le braccia di Gaara.
Lui la strinse forte a se, dandole un tenero bacio sulla
testolina bionda, illuminata dal sole del deserto. Fissò il cancello del
palazzo per poi osservare il cielo divenuto dorato per la tempesta di sabbia
che stava per arrivare. Una scintilla di rabbia si accese negli occhi di
ghiaccio del giovane principe di Suna.
-
Ti prometto che non soffrirai mai più... te lo
prometto, Temari!
Il vento prese a soffiare più forte che mai tra le
dune del deserto che come enormi cavalloni si alzavano fino al cielo, per poi
infrangersi con enorme potenza sul terreno sabbioso del deserto. Un ondata più
forte delle altre si scagliò contro il confine sud del paese del fuoco,
inondando le foreste che circondavano il villaggio della foglia. Il deserto
sembrava carico di rabbia o forse era solo l’ira del suo padrone…
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Note dell’autrice:
Salve a tutti! Eccomi ritornata con una nuova storia!
Vi avverto che sarà un po’ complicata, ma spero ugualmente che la seguirete in
tanti come in tutte le mie storie! Spero tanto che questo nuovo e primo chappy
vi piaccia! Devo ammettere che a questa storia ci tengo particolarmente dato
che ho ricevuto un grande aiuto dalla mia adorata Saretta( Lily_90)! Vi
ringrazio anticipatamente per leggere e commentare questa storia! Ditemi che ne
pensate e che impressione vi ha fatto vedere questi primi personaggi! Adesso vi
saluto…
Un bacione grandissimo dalla vostra Shikatema…
Chiaretta!