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Autore: belongtomusic    05/10/2013    2 recensioni
Margherita Marchesi, sognatrice, studia all'università di lingue e lavora al "Mayflower" quando non studia. Veste rigorosamente bene, un peperino quando serve, soprattutto se le sue mura sono sotto attacco.
Bionda, nasino all'insù e dall'aspetto fragile, capace però di rizzare i capelli al diavolo.
Tom Werner, sta per laurearsi in lettere antiche, fidanzato per abitudine ed in cerca di nuove avventure, con la passione del disegno.
Entrambi legati da una festa e dal treno delle 19:36, che parte ogni sera dal binario 21.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Binario 21 - Tra sogno&realtà


Capitolo 1
 Quando indossi una maschera, parli di verità


«Questo è perfetto!» Squittisce Alex, guardandomi attraverso lo specchio. Avevo provato il decimo vestito per la festa dove Alex mi aveva invitato -costretto- ad andare. 
Guardo il mio riflesso, «lo hai detto anche per gli altri dieci abiti!» Dico. Solitamente non ero così insicura riguardo ad un abito, ma quello non era un abito qualunque, e quello, non era un negozio qualunque. La guardo, il suo vestito blu le calzava a pennello. Risaltava le sue forme e si sposava perfettamente con la sua pelle olivastra. Riuscivo già ad immaginarla con quel vestito e i suoi lunghissimi capelli castani boccolati e molti occhi puntati su di lei. 
Sorrido involontariamente, «prendi questo» le dico. Lei si guarda con fare insicuro, lisciando la gonna lunga di quel vestito, come per convincersene. «Credo che lo farò.» Afferma. Rimaniamo per un po' in silenzio, io intanto mi chiedevo se mai avessi trovato un abito che mi convincesse davvero. 
«Come va con Andrea?» Le chiedo poi. Lei sorride arrossendo, Andrea è il tipo di persona che già dal primo momento sai che sarà la persona perfetta per la tua migliore amica. E' il prototipo del principe azzurro, anche se ha gli occhi marroni. 
«E' così perfetto!» Esclama, arrossendo ulteriormente, «ed è il motivo per cui mi hai invitato alla festa?» Chiedo. Lei infondo aveva un cavaliere, ed io? Lei mi guarda, per poi voltare lo sguardo come se fosse alla ricerca di qualcosa. «Margherita» dice, «ho trovato il tuo abito.» 
Deglutisco.


Esco dall'università, sentendomi stranamente di buon umore. Forse sarà stato lo shopping con Alex, o forse il fatto che stasera sarei andata a quella festa. Cammino verso la stazione, canticchiando un motivetto che non voleva proprio abbandonare la mia testa. Mi stupisco di me stessa quando arrivo al binario 21 con tre minuti di anticipo. Entro, sentendo chiacchierii a volte anche di lingua diversa. «Ed io che mi ero portato un imbottitura per proteggermi!» Una voce con uno strano accento mi fa sussultare. Mi giro, sospirando alla vista di Mister Permaloso del secolo. Sentivo già che la tranquillità di poco fa se ne stava andando. Porto il mio sguardo su di lui, ma non mi guarda. Se ne sta appoggiato alla porta della toilette -che poi chiamarlo toilette è un eufemismo- leggendo un libro, con un ghigno stampato sul viso. «Peccato, la prossima volta inserirò sulla mia lista la voce 'urtare accidentalmente persone fastidiose sul treno'.» Dico, fingendomi dispiaciuta. Lui chiude il libro, guardandomi. L'altro giorno non avevo notato che i suoi occhi erano così blu, o forse era solo una mia impressione. Scrollo le spalle, come per riprendermi. Come si era permesso?
Calma Margherita, non vorrai arrivare alla festa stressata? 
Non fa a tempo a rispondere, «sei sempre così scontroso o soltanto verso quest'ora?» gli chiedo. Lui mi guarda stizzito, «scusami se sono un po' scortese con qualcuno che mi ha quasi fatto cadere a terra. Non era mia intenzione di rovinarle la giornata con le mie insulse lamentele.» 
Ci mancava che uno sconosciuto mi prendesse in giro! «E' per le persone come te che odio svegliarmi la mattina.» Dico, è ufficiale, quello sconosciuto è la persona più irritante che io abbia mai conosciuto. E ne ho conosciute molte di persone in ventidue anni di vita. Quello sconosciuto vuole la guerra? E guerra sia.  


«Sei sicura che è l'indirizzo giusto?» Chiedo ad Alex. Lei annuisce, guardando Andrea al volante della sua macchina, in cerca di un parcheggio. Dato che lui è il cavaliere della mia migliore amica, si è offerto di darci un passaggio con la sua nuovissima carrozza cilindrata. Almeno non si sarebbe trasformata in una zucca. Io mi trovavo nei sedili posteriori e mi sentivo come una bambina eccitata per il carnevale. Scendo, sentendo i brividi percorrere tutto il mio corpo. L'autunno era appena entrato ed io ero una tipa piuttosto freddolosa. Perché mi è venuta la geniale idea di indossare un abito così? Fortuna che è lungo, almeno. 
Tutti e tre ci dirigiamo verso il castello. Rimango incantata. 
Il calore mi invade appena entro, ringraziando chiunque avesse acceso i riscaldamenti. L'interno era arredato meravigliosamente, tutto sull'oro e sul rosso. Le luci erano calde, come tutte quelle persone mascherate e sorridenti. 
Credevo che i giovani d'oggi preferissero le discoteche puzzolenti e rumorose, e che preferissero strusciarsi addosso piuttosto che sfiorarsi in un ballo casto. Infatti, mi aspettavo che la festa fosse isolata, ed invece per mio stupore, c'erano molte persone. Sorrido, amando per la prima volta in vita mai una festa. C'era un tavolo lunghissimo con vari cibi e bicchieri colorati d'oro. C'erano tappeti e lustrini ovunque, «Non vorrei sbagliarmi ma... Hai tutti gli occhi su di te.» Commenta Andrea prendendo per mano la sua donzella. Mi sistemo meglio la maschera, tornando alla realtà, per poi prendermi il vestito con delicatezza come farebbe una nobil donna d'altri tempi. Per una sera fingere non guasta, no?
Sono seguita da Andrea e Alex, entrambi abbinati e meravigliosi. «Da qualche parte dovrebbero esserci i miei amici.» Dice Andrea alzando un po' la voce per farsi sentire. La musica c'era, ma non era poi così alta. I balli non erano ancora iniziati. Annuisco, seguendoli. Come avrebbe fatto a riconoscerli con tutte queste maschere? Arriviamo vicino ad un gruppo, io non riesco ancora a vederli dato che Andrea era quasi due metri d'altezza. Quando mi avvicino sento i chiacchierii svanire. «E lei è...?» Un ragazzo si rivolge a me, incantato. 
Sorrido, sfoggiando uno sguardo ammiccante. 
Per una sera fingere non guasta, no? 








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Buongiorno! :D
Sono contenta che la storia vi sia piaciuta, davvero. Ringrazio tutte quelle che mi hanno scritto, significa molto per me. 
Che dire? Questo capitolo è solo l'inizio della festa, ci sarà molto altro! 
Comunque questo è il vestito di Margherita è questo, e la sua maschera questa! Ed Alex è lei! :D

Detto questo io vi ringrazio ancora, al prossimo aggiornamento. 
Un bacio <3

   
 
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