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Autore: Cromatic Angel    06/10/2013    1 recensioni
Tre colpi.
Non aspettò nemmeno il permesso. Quello bastava per sapere che stava entrando, e poi era noto che quello fosse il suo modo per far capire che era lei che stava facendo la sua trionfale entrata.
Genere: Erotico, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Un tocco di mascara, un ombretto perlato e un rosa pesca come blush. Niente di più semplice per una cena con il proprio...marito? Non sapeva come dover ancora definire l'uomo che era seduto al bancone della sua cucina.

Si fissava allo specchio, si sentiva un'estranea. Tutte quelle verità l'avevano stordita, ma sapeva di dover reagire.

Aveva avuto tutta la vita per nascondersi e decidere di lasciar perdere, ma c'era qualcosa dentro che le diceva di dover rimanere lì, di dover lottare. Ed era per questo che era rimasta al fianco di Jared, perchè aveva promesso davanti a Dio che l'avrebbe protetto e accudito contro le ingiustizie della vita.

Ed era per questo che sorrideva sempre, per confortare quell'uomo dalla scorza dura, ma dall'animo fragile.

Un bambino di quarant'anni che aspetta la mano della mamma per attraversare la strada, senza che nessun auto possa metterlo sotto.

 

 

Si diresse verso la sua cabina armadio, nello stesso momento in cui il suo cellulare iniziò a squillare.

Si avvicinò alla scrivania e rispose ansiosa << Ehi! Mamma che succede? >>

<< Deve essere successo qualcosa affinché io possa telefonare alla mia unica figlia ? >> Disse fintamente offesa.

Sbuffò << Che sei polemica. Che si dice? >> Aprì l'anta della cabina armadio e vi si infilò dentro iniziando a vagliare i probabili abiti.

<< Qui sempre tutto noioso, tuo padre ha licenziato due collaboratori domestici solo perchè pensa che siano loro a bere i suoi superalcolici >> Disse in tono scocciato << La sua vecchiaia inizia già a pesarmi >>

<< Su, mamma! Non fare la tragica! Non è la vecchiaia è sempre stato così e tu lo sai. Perchè invece non andate a farvi qualche viaggio come ai vecchi tempi? Magari si svaga ed evita di licenziare anche i pilastri della casa >> Scartò l'abito porpora, troppo in tono con i suoi capelli.

<< Uh no, Alex tuo padre per ora è in una fase un po' particolare, diciamo che da quando sei andata via è un po' giù...magari ti faremo qualche visita uno di questi giorni, vediamo se riesci tu a guarire quell'orso >> Borbottò.

<< Ok >> Ridacchiò mentre tirava giù dalla gruccia l'abito grigio senza spalline << Allora vi aspetto.>> Prese l'abito attirandolo al suo braccio libero e si diresse fuori dalla cabina armadio gettando l'abito sul letto.

<< Ah! Tesoro, che sono sbadata! >> Si schiarì la voce << Tanti Auguri >> Con voce traballante le canticchiò una dolce canzone per augurarle un buon compleanno << Con Jared? Va tutto sempre bene? >>

<< Oh, beh, si! Certo >> Si sedette sul letto incrociando le gambe e trattenendole con la mano libera << Procediamo passo passo, giusto per riprenderci >> Sorrise lievemente

<< Capisco, fate bene. Ti ama, tu ami lui. Una combinazione perfetta. State attenti però...>> Una nota di tristezza velò quelle parole.

<< Mamma, tranquilla. >> Cercò di rassicurarla << Non potrebbe andare meglio di così. Spero di vedervi presto. >> Ispirò profondamente e sentì fare lo stesso a sua madre << Ti voglio bene, salutami Papà >>

<< Ti voglio bene anche io Angelo Mio >> Disse roca << Ti saluterò quell'orso, a presto! >> Riagganciò.

Chiuse anche lei la chiamata e gettò il telefono sul letto.

Pensava e ripensava a suo padre.

Pensava alle rivelazioni di Gary su tutto e qualcosa le diceva che in qualche modo c'era qualcosa non detta. Voleva parlarne con suo padre. Forse tornare a New York non era una cattiva idea.

Ne avrebbe parlato con Jared, giusto per informarlo dei suoi piani. Sapeva di avere un uomo protettivo e geloso e voleva evitare liti sciocche e banali.

<< Ancora così? >> la calda voce di Jared interruppe i suoi pensieri.

<< Mmh >> Scosse la testa << Sono quasi pronta, devo solo cambiarmi >> Si alzò dal letto tirandosi dietro il vestito

<< Potrei aiutarti >> Disse avanzando verso di lei con un sorriso malizioso stampato sulle labbra.

<< Leto inizi a essere preoccupante >> Sorrise divertita

<< Davvero? Eppure mi sento così sexy, credo di percepire l'eccitazione nell'aria >> Si guardò in giro come se vedesse le molecole scontrarsi tra loro.

<< Oh, eccitazione? Addirittura! Ma per cosa? Per la cena di questa sera? >> Lo provocò ammiccando

<< Uhm, anche...ma soprattutto >> Le posò le mani sui fianchi << perchè stasera voglio te >> Si leccò le labbra.

<< Tu già mi hai >> Sussurrò

<< Si, ma ti avevo persa e adesso sei di nuovo qui, tra le mie braccia. Io stasera ti voglio e voglio di più >> Le baciò la fronte.

<< Di più? >> chiese confusa scuotendo la testa.

<< Si, di più...stasera capirai >> Le baciò castamente le labbra << Ora sbrigati >> La lasciò andare uscendo dalla stanza.

Alex si ritrovò a stringere il vestito tra le mani e la testa confusa.

 

 

 

L'auto si fermò davanti un scalinata in marmo.

La villa imponente era illuminata da fiaccole poste ai lati dell'edificio.

Sembrava di essere ripiombati nel medioevo.

La stradina ciottolata era una garanzia per una distorsione, alla presenza di tacchi vertiginosi.

Ma il braccio attorno alla sua vita diminuiva le percentuali di eventuali slogature.

<< Ho l'impressione che tu mi abbia preparato una qualche sorpresa...>> Si morse il labbro inferiore guardando di sottecchi il marito che se la rideva sotto ai baffi.

Arrivarono all'arcata principale, un lungo corridoio illuminato da fiaccole, portava ad un grande giardino, al centro del quale prorompeva una statua di Dioniso immersa in una fontana sul cui fondo splendevano lumini dorati.

Gli alberi sul perimetro del giardino ero ricoperti di piccole luci.

In quello spettacolo Alex ritrovò l'atmosfera natalizia.

<< E' meraviglioso qui...>> mormorò avvicinandosi alla vasca per osservare la statua.

<< Vieni con me >> Jared le sfiorò il gomito ed Alex si ritrovò a seguirlo al di là della vasca, giù per delle scale di granito che conducevano su un balconcino ricoperto di azalee.

<< Cos'è questo rumore? >> chiese la donna cercando di mettere a fuoco qualcosa nell'oscurità oltre la balconata << Sembra..acqua?! >> Si girò corrugando la fronte verso Jared che l'osservava sorridente << Si, c'è una piccola cascata... ti porterò lì a breve...ma prima >> Schioccò le dita e altre luci si accesero attorno al balcone illuminando la zona sottostante e scoprendo una stretta scaletta in cemento ricoperta da rampicanti, che conduceva nel piccolo bosco dal quale si vedeva la piccola cascata.

Contemporaneamente Jared si inginocchiò davanti a lei prendendole una mano << Sono l'uomo più insicuro e testardo che esista, sono l'uomo più egoista e infantile che ci sia. Non mi fido facilmente e con il mio carattere scorbutico non attiro la gente e nemmeno a farmi apprezzare. Tutti hanno il terrore di me, ma non perchè realmente sia così, ma solo perchè sono l'uomo che ha una delle aziende più facoltose del pianeta e rompere i legami con me di certo non sarebbe sensato, nemmeno per la persona che più mi odia. Io non ho bisogno di nessuno, sono capace di fare tutto e di essere tutto...ma per essere completo ho bisogno di te. Con te sono me stesso, mi sento completo, con te non so essere meschino e sarei pronto ad gettarmi nelle fiamme pur di lasciarti illesa. Sei il mio unico amore...>> Prese un respiro e frugò nella tasca interna della sua giacca, ne tirò fuori una scatoletta rossa di pelle, lasciò andare la mano di Alex per aprire il cofanetto che conteneva un imponente solitario "Cartirer" cartirer<< Di sopra ci sono i nostri amici più cari e un prete...Alex...vorresti sposarmi il giorno del tuo compleanno ? >>

 

 

 

Sei mesi dopo...

 

<< Signor Leto? >> Brandy chiamò gentilmente l'uomo seduto alla scrivania.

<< Cosa succede? >> Non alzò il capo, continuò a picchettare sui tasti del suo computer, corrugando di tanto in tanto la fronte.

<< E' arrivato suo padre >> L'assistente quasi sussurrò.

<< Puoi farlo entrare, Brandy. Grazie >> Proclamò, continuando a scrivere.

L'assistente annuì e indietreggiò permettendo all'uomo che stava sulla soglia della porta di accomodarsi all'interno dell'ufficio.

<< Ti sarei grato se mi degnassi di un minimo di attenzione figliolo >> Gary si sedette su una delle comode poltrone poste dall'altro lato della scrivania di Jared, quest'ultimo in tutta risposta lasciò perdere ,dopo non si sa quanto tempo, il monitor del computer, rivolgendo i suoi occhi ghiaccio all'uomo che gli si presentava davanti : la sua autentica immagine del futuro, suo padre. Così uguali, ma allo stesso tempo così diversi. << Ti ringrazio di essere venuto qui in ufficio, tra meno di una settimana ci sarà la recessione della tua attività, i mie avvocati vorrebbero incontrarti e mi sembrava più giusto che prima di loro, fossi io a parlare con te. Alla fine siamo pur sempre padre e figlio e vorrei avere ulteriori delucidazioni, dal momento che hai proferito la tua scelta ai media, senza averne parlato con me. Io sono diverso, fortunatamente, e vorrei capire...anzi vorrei sentire direttamente da te le motivazioni che ti hanno portato a mandarmi sul lastrico >> Il suo sguardo tagliente non provocò terrore al padre, ma solo rammarico e immensa tristezza.

<< Immagino che sia arrivato il momento che tu sappia la verità >> Si sistemò la giacca e piantò i suoi occhi grigi in quelli del figlio << Ho le spalle al muro, consideralo un ricatto. Per uscirmene devo vendere l'azienda, tu devi ricomprarla. Ma essendo mio figlio non puoi acquistarla con il mio stesso nome, anche perchè quest'azienda l'ho intestata io stesso a te. Serviva qualcuno che mi tirasse fuori dal guaio in cui avevo cacciato tutta la mia famiglia. L'unico modo era vendere il bene al quale questo ricattatore mirava, perdonami >> Disse con rammarico

<< Non capisco, come può risollevare la nostra situazione se stai vendendo l'azienda a terzi, perderemo tutto! Cazzo!>> Sbatté il pugno sulla scrivania facendo capovolgere il portapenne << Papà perchè non mi hai detto che ti stavano ricattando? Chi è che l'ha con te? >> Era furioso.

<< Freddy Stan. Vuole, anzi ha sempre voluto l'azienda. Mi ha ricattato : se non sposerai sua figlia spiattellerà al mondo verità su di me, perderei l'azienda, perderei quel poco che mi lega a te e a tuo fratello, vostra madre ormai l'ho persa anni fa >> Abbassò lo sguardo affranto

<< Stan è stato sempre un calcolatore, vuole l'azienda e pensava che con il matrimonio tra me e Olivia si sarebbe accaparrato gran parte dell'eredità. Bastardo. >> Si grattò il mento ricoperto di barba, pensieroso << Ma...cosa sa su di te che potrebbe danneggiarti ? >> Rivolse il suo sguardo al padre, che rise nervosamente << Ci sono cose che tu non avresti dovuto mai sapere, ma si sa...le bugie hanno le gambe corte... Jared spero solo che un giorno tu possa perdonarmi...>> deglutì a fatica osservando il figlio che lo guardava ansioso << Olivia è tua sorella, o sorellastra...decidi tu come vuoi definirla >> Dichiarò pacato alzando finalmente lo sguardo verso Jared, un Jared sconvolto. Un Jared che per la prima volta nella sua vita non capiva chi fosse, un uomo al quale era stata tolta la terra da sotto i piedi, per lasciarlo sprofondare in un baratro buio e profondo dal quale non ne sarebbe uscito illeso. Almeno non questa volta.

 

 

 

 

 

  
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