CAPITOLO
2 - Il
richiamo dell'ovest
Sfrecciava forte il
modernissimo
veicolo volante di Bikini Brief, che attraversava a gran
velocità il cielo
sereno al di sopra dello smog e del caos di città. Quella
città che, nonostante
il progresso e le sempre più nuove tecnologie diffuse
durante quel lungo secolo
in cui Pan non vi era più tornata, rimaneva ai suoi occhi
sempre la stessa: un
reticolo di palazzi, auto e gente brulicante che ora ammirava dall'alto
attraverso il finestrino del velivolo.
Anche il piccolo Goku
se ne stava
incollato al vetro, rapito da quell'intrigante spettacolo di moderna
metropoli
che lui, abituato a luoghi ben più tranquilli e pacifici,
non era abituato a
vedere.
"Ci siamo quasi,
signora
Pan" avvertì la giovane donna alla guida, mentre si
apprestava ad
abbassare la quota del velivolo.
Ed eccola
là.
Era ancora come se la
ricordava, un
imponente edificio semisferoidale con le classiche palme intorno ed il
nome
dell'azienda a caratteri cubitali.
Tutta West City, la
capitale
dell'ovest che da sempre rappresentava una delle città
più tecnologiche ed
industrializzate, era rimasta al passo con i tempi, assimilando i
progressi
dell'architettura e della scienza, mentre
Bikini
parcheggiò il veivolo in un
apposito box a qualche metro dall'edificio, invitando i suoi due ospiti
a
scendere per primi.
"Wow..."
mormorò il
piccolo Goku, affascinato. "Questa è tuta casa tua, Vegeta?".
"L'hai detto, amico"
rispose con un sorrisetto il giovane Vegeta, al suo fianco. "Di sotto
ci
sono i laboratori dell'azienda, mentre sopra c'è
l'abitazione vera e propria...
Ma credo che ci sia qualcosa che possa interessarti di più".
"
"Dai seguimi, ti
porto a
provarla!" propose l'altro precedendolo.
"Mi raccomando,
ragazzi,
andateci piano con la gravità, intesi?" gridò
Bikini ai due monelli che si
stavano già allontanando a corsa verso il luogo del
desiderio.
Pan sorrise,
apprezzando ancora una
volta la repentina amicizia che si era instaurata tra i due ragazzini.
"Venga, noi possiamo
accomodarci dentro, nel frattempo" propose l'azzurra donna con un
sorriso
invitante.
Pan esitò
un secondo, poi,
ricambiando il sorriso, annuì.
L'interno era molto
diverso da come
se lo ricordava. Come ci si poteva aspettare, l'arredamento e la
mobilia erano
cambiati sia nel tipo che nella disposizione, ma l'ambiente in se,
quella
tipica atmosfera tra le mura rotondeggianti, era ancora la stessa di
allora.
Per un momento, a Pan
sembrò quasi
di esser tornata indietro nel tempo di tanti, forse troppi anni.
Trovarsi in
quella casa, con una donna così simile a Bulma che
guardandola con la coda
dell'occhio poteva quasi confonderla...
Si aspettò
quasi di vedere Vegeta,
in un angolo, appoggiato al muro e con le braccia incrociate sul
petto... E
perfino Bra, a trafficare nel salone mostrando gli acquisti della sua
ultima
battuta di shopping...
E poi lui...che
scendeva bello ed
elegante dalla sua stanza, mentre l'accoglieva con un caldo sorriso...
Chiuse gli occhi,
mentre nella sua
mente si materializzavano le immagini della sua memoria.
"Tutto bene, signora
Pan?" le chiese Bikini, notando che la sua ospite sembrava
completamente
fuori dal mondo.
"Oh, certo, non si
preoccupi" rispose Pan. "Stavo solo...ripensando".
"Era già
stata qui, non è
vero?".
"Tante di quelle
volte che
tutt'ora potrei ricordarmi ogni stanza di quest'enorme casa" rispose
l'anziana donna con sicurezza.
"Abbiamo continuato
ad abitare
qui nel corso delle generazioni. Non potevamo trovare un posto
migliore"
soggiunse Bikini mentre si voltava verso una donna di mezza
età che, vestita da
governante e fermatasi di fronte a lei, aspettava ordini dalla padrona.
"Desidera qualcosa,
signora
Brief?" chiese educatamente la domestica.
"Oh, sì,
Agnes, ci porti due
tazze di tè, grazie" rispose, tornando a concentrarsi sulla
sua ospite.
"Prima, al torneo, mi
stava
parlando dei suoi stretti rapporti con i miei antenati".
"Infatti. Erano buoni
amici di
famiglia, dal momento che Bulma e mio nonno si conoscevano fin da
piccoli. Ma
soprattutto, come lei saprà, erano anche gli altri unici
sayan sulla faccia
della Terra".
"Lei doveva avere
più o meno
l'età della mia prozia Bra, giusto?".
"Giusto. Eravamo
quasi
coetanee".
"Ma ho visto che
è rimasta
alquanto colpita quando le ho detto che ero la bisnipote di Trunks
Brief, suo
fratello".
Pan pensò
di arrossire, ma la
vecchiaia e l'esperienza ormai le avevano insegnato a mantenere il
controllo.
"Lo immaginavo
già, a dir la
verità, ma la cosa mi fa comunque un certo effetto...forse
perchè io e Trunks
eravamo molto legati" rispose con naturalezza.
"Lui però
doveva avere molti
più anni di lei, se non sbaglio...".
"Infatti...ma ne
abbiamo
passate tante insieme...".
"So del viaggio nello
spazio
in cerca delle sfere che avete fatto voi due e suo nonno Goku. E' per
questo
che eravate così amici?".
"Oh, sicuramente
quell'avventura ci ha avvicinato molto...ma non è stato solo
quello".
Bikini
osservò la donna parlare con
naturalezza e obiettività, ma era impossibile non accorgersi
che le brillavano
gli occhi nel parlare del suo bisnonno e che le sue labbra erano
inclinate in
un sorriso sognante.
"Non è che
per caso avete
avuto una storia?" cercò di indovinare Bikini, con una punta
di malizia e
di impudenza.
In quel momento Pan
fu sicura di
arrossire sul serio.
"Noi? Oh,
no...cioè, ecco, tra
noi le cose erano molto più...come dire...complicate"
balbettò.
"Complicate?".
"Sì...il
nostro rapporto era
molto di più di una semplice amicizia, ma neanche si
può definire proprio una
storia d'amore...".
Bikini la guardava
confusa, sempre
più convinta che quella vecchietta avesse qualche rotella
fuori posto.
"E' difficile da
spiegare..." continuò. "Anche perchè...si tratta
di fatti e
sentimenti di cui non ho mai parlato a nessuno...o almeno non a persone
appena
conosciute".
"Mi scusi signora
Pan, sono
stata davvero molto impertinente a farle delle domande così
personali...".
"No, non
c'è problema,
davvero. E poi lei non è un'estranea, è la nipote
di Trunks, no? Ha pieno diritto
di voler sapere" rispose Pan, adesso tornata alla sua usuale sicurezza
dopo aver superato l'imbarazzo iniziale.
Bikini
annuì, accettando con
piacere e sana curiosità di ascoltare la storia che quella
vecchia signora si
preparava a raccontarle.
"Non saprei proprio
da dove
cominciare" iniziò Pan. "Forse è opportuno
partire da quando mio
nonno se ne è andato con Shenron, dopo la sconfitta dei
draghi
malvagi...".
Sembrava un giorno
come un altro.
Sembrava che non fosse successo niente, che tutto fosse assolutamente
normale.
Perchè
tutti si comportavano in
modo normale, come se ciò che era accaduto nell'ultimo
periodo e in particolar
modo quello stesso giorno fosse in realtà solo un sogno, una
breve
allucinazione che andava rimossa immediatamente per poter continuare a
vivere.
Ma non per lei.
"Mi passi il sale,
mamma?" chiese Gohan, assaporando gustosamente il suo piatto.
"Questo filetto
è la fine del
mondo!" esclamò Goten impegnato a tuffarsi in una succulenta
abbuffata."Goten ha ragione, è veramente squisito!"
confermò Gohan.
"Modestamente
è una delle mie
specialità!" concordò Chichi con soddisfazione,
strizzando l'occhio a
Videl.
Pan li guardava con
disgusto,
seduta al suo posto senza aver toccato cibo e aver spiccicato una
parola per
tutta la cena.
"Tu non mangi,
tesoro?"
le chiese Videl.
"Non ho fame" rispose
lei
seccamente.
"Guarda che
è buonissimo, vero
ragazzi?" chiese al marito e a Goten, che annuirono entusiasti.
"Che vuoi farci,
Videl"
sorrise Chichi. "Alla loro età le ragazzine sono fissate con
le diete e
roba del genere, non c'è verso di farle mangiare!".
"Pazienza,
vorrà dire che mi
sacrificherò a finire anche la sua porzione!"
esclamò Goten, scatenando
una risata generale.
"Ma come fate?!!"
sbottò
Pan alzandosi in piedi di scatto e colpendo la tavola con i pugni.
"Come
fate a fare finta di niente?".
Gli altri smisero di
ridere,
guardandola per la prima volta con espressione seria.
"Oggi il nonno se ne
è andato
e voi vi comportate come se non fosse successo niente" gridò
con voce
spezzata dalla rabbia. "Non avete detto una sola parola sull'argomento,
come se si trattasse di una cosa assolutamente normale... Non ce la
faccio più
a stare qui!" concluse alla fine disperata, facendo cadere
violentemente
la sedia e correndo verso la porta.
Chichi, Gohan, Goten
e Videl
rimasero in silenzio, ricominciando a mangiare lentamente econ aria
pensierosa,
come se, dopo quel violento sfogo di Pan, si fossero risvegliati da un
incantesimo che ora li costringeva, inevitabilmente, ad affrontare la
realtà.
Volava veloce,
sfidando la forza
del vento che le soffiava forte contro, immersa
nell'oscurità della notte e nel
vuoto che provava nell'anima. Volava, senza sapere dove fuggire, dove
nascondersi, dove trovare rifugio all'angoscia che sentiva crescere
dentro di
se e alle incessanti domande che rimanevano senza risposta.
Luci lontane le si
posero
finalmente davanti agli occhi colmi di lacrime, luci di una
città che ora
apparivano fioche e fredde al suo cuore, ma a cui inconsapevolmente
quello
stesso cuore l'aveva condotta.
Era stata una dura
giornata quella.
E non per il lavoro o per le solite pratiche da sbrigare. Era il giorno
in cui
il mondo ricominciava a vivere, ma che perdeva senza saperlo uno dei
suoi eroi
più importanti.
Trunks spense la
luce, lasciando accesa
solo la piccola lampada sul comodino. Ripose gli occhiali e le
scartoffie che
aveva appena esaminato con una rapida lettura per prepararsi ad
affrontare, il
giorno seguente, il rientro a lavoro, coricandosi poi finalmente sul
letto.
Qualcuno bussava alla
sua finestra.
No, forse era solo
l'effetto dello
stato di dormiveglia in cui era appena entrato, che lo aveva portato a
confondere il rumore del vento con chissà cosa.
No, qualcuno bussava
veramente al
vetro della sua finestra, come potè confermare vedendo, tra
il sonno, una
piccola sagoma di un'ombra al di là della tenda.
Scese dal letto,
avviandosi
cautamente a verificare chi fosse. Scostò la tenda, notando
con incredulità la
figura fluttuante di Pan al di là del vetro.
"Pan"
esclamò aprendola velocemente
e facendola entrare. "Che ci fai qui a quest'ora?!" chiese con
apprensione.
Ma Pan non rispose,
si limitò a
scavalcare il davanzale, con espressione gravata da tristezza e
sconforto, e,
istintivamente, si gettò tra le braccia di Trunks,
affondando il viso sul suo
petto.
Trunks rimase qualche
secondo
spiazzato dal gesto istintivo di Pan, poi, cominciando a comprendere
cosa
affliggeva il cuore della ragazzina, l'abbracciò a sua
volta, accarezzandole
dolcemente i capelli.
"Ehi" le
sussurrò dopo un
pò. "Vuoi dirmi cosa c'è?".
Pan si
staccò leggermente da lui,
abbastanza da poterlo guardare negli occhi.
"Il nonno se ne
è andato
un'altra volta e a casa tutti fanno finta di niente" rispose lei
gravemente.
Trunks si sedette sul
bordo del
letto, invitando Pan a fare altrettanto.
"Che vuoi dire?"
chiese.
"Si comportano come
se per
loro tutto ciò sia normale" spiegò Pan scotendo
la testa.
"E a te tutto questo
non va
giù, vero?".
"No, per niente"
esclamò
decisa la ragazza.
"Lo sai che non
è la prima
volta che Goku se ne va da casa per un pò...".
"Sì, ma
questa volta è
diverso... Questa volta non sappiamo dove sia andato veramente...e
neanche se
tornerà mai..." concluse con lo sguardo basso e la voce
tremante.
Trunks rimase in
silenzio. Probabilmente
ciò che diceva era vero. Si limitò ad appoggiarle
affettuosamente la mano sulla
spalla, in segno di conforto.
"Io vorri almeno che
i miei
non affrontassero la cosa con tale superficialità" aggiunse
Pan.
"Probabilmente hanno
scelto di
reagire in questo modo per raggirare la realtà e soffrire di
meno. E
soprattutto, per far soffrire meno te, che gli eri così
affezionata"
propose Trunks con tono rassicurante.
"Ma io non voglio
questo...ho
bisogno di parlarne, di sfogarmi...ed è per questo che sono
venuta qui da
te...non sapevo dove altro andare..." dichiarò
sommessamente.
Trunks la
guardò con tenerezza e
comprensione, accarezzandole una guancia, come per dirle che aveva
fatto bene,
che poteva contare su di lui ogni volta che voleva. Ma questo lei lo
sapeva
già.
"Posso dormire qui,
stanotte?" chiese dopo un pò, con lo sguardo bisognoso di
calore.
Trunks le sorrise
dolcemente.
"Certo, se ti
farà sentire
meglio. Puoi sceglierti una delle camere degli ospiti qui vicino".
"No...voglio dormire
proprio qui,
con te".
Trunks rimase di
nuovo spiazzato,
confuso sul da farsi. Poi, guardando i suoi occhi lucidi ed imploranti,
non
potè fare a meno di annuire.
"Ok... Ci dovrebbe
essere
posto per tutti e due" disse, infilandosi sotto le coperte e
spostandosi
da un lato del letto, mentre Pan si distendeva al suo fianco.
"Sei più
tranquilla,
adesso?" le chiese premurosamente, spegnendo la luce sul comodino.
"Sì, sto
meglio ora"
mormorò Pan, rannicchiandosi vicino a lui.
Trunks sorrise tra se
mentre lei
gli appoggiava la testa sulla spalla e gli circondava la vita con un
braccio,
quasi in questo modo, a stretto contatto con il calore del suo corpo,
si
sentisse più protetta.
"Buonanotte, Pan" le
sussurrò piano, posandole un delicato bacio sulla fronte, e
guardandola
addormentarsi in un sonno tranquillo.
Continua...