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Autore: Beatrix82    02/04/2008    2 recensioni
Cosa è successo tra la partenza di Goku con Shenron e l'ultimo torneo di arti marziali tra Goku Jr e Vegeta Jr? Perchè le due famiglie non si sono unite come molti si aspettavano? In questa fanfiction sarà proprio Pan a raccontarcelo...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Pan, Trunks
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2 - Il richiamo dell'ovest

 

 

Sfrecciava forte il modernissimo veicolo volante di Bikini Brief, che attraversava a gran velocità il cielo sereno al di sopra dello smog e del caos di città. Quella città che, nonostante il progresso e le sempre più nuove tecnologie diffuse durante quel lungo secolo in cui Pan non vi era più tornata, rimaneva ai suoi occhi sempre la stessa: un reticolo di palazzi, auto e gente brulicante che ora ammirava dall'alto attraverso il finestrino del velivolo.

Anche il piccolo Goku se ne stava incollato al vetro, rapito da quell'intrigante spettacolo di moderna metropoli che lui, abituato a luoghi ben più tranquilli e pacifici, non era abituato a vedere.

"Ci siamo quasi, signora Pan" avvertì la giovane donna alla guida, mentre si apprestava ad abbassare la quota del velivolo.

Ed eccola là.

Era ancora come se la ricordava, un imponente edificio semisferoidale con le classiche palme intorno ed il nome dell'azienda a caratteri cubitali.

Tutta West City, la capitale dell'ovest che da sempre rappresentava una delle città più tecnologiche ed industrializzate, era rimasta al passo con i tempi, assimilando i progressi dell'architettura e della scienza, mentre la Capsule Corporation non era cambiata di una virgola, e rimaneva come un tempo un piccolo angolo tranquillo ed indipendente in quella caotica città, a cui continuava a fornire veicoli ed altri oggetti firmati con il proprio logo.

Bikini parcheggiò il veivolo in un apposito box a qualche metro dall'edificio, invitando i suoi due ospiti a scendere per primi.

"Wow..." mormorò il piccolo Goku, affascinato. "Questa è tuta casa tua, Vegeta?".

"L'hai detto, amico" rispose con un sorrisetto il giovane Vegeta, al suo fianco. "Di sotto ci sono i laboratori dell'azienda, mentre sopra c'è l'abitazione vera e propria... Ma credo che ci sia qualcosa che possa interessarti di più".

"La Gravity Room!" indovinò Goku eccitato.

"Dai seguimi, ti porto a provarla!" propose l'altro precedendolo.

"Mi raccomando, ragazzi, andateci piano con la gravità, intesi?" gridò Bikini ai due monelli che si stavano già allontanando a corsa verso il luogo del desiderio.

Pan sorrise, apprezzando ancora una volta la repentina amicizia che si era instaurata tra i due ragazzini.

"Venga, noi possiamo accomodarci dentro, nel frattempo" propose l'azzurra donna con un sorriso invitante.

Pan esitò un secondo, poi, ricambiando il sorriso, annuì.

 

L'interno era molto diverso da come se lo ricordava. Come ci si poteva aspettare, l'arredamento e la mobilia erano cambiati sia nel tipo che nella disposizione, ma l'ambiente in se, quella tipica atmosfera tra le mura rotondeggianti, era ancora la stessa di allora.

Per un momento, a Pan sembrò quasi di esser tornata indietro nel tempo di tanti, forse troppi anni. Trovarsi in quella casa, con una donna così simile a Bulma che guardandola con la coda dell'occhio poteva quasi confonderla...

Si aspettò quasi di vedere Vegeta, in un angolo, appoggiato al muro e con le braccia incrociate sul petto... E perfino Bra, a trafficare nel salone mostrando gli acquisti della sua ultima battuta di shopping...

E poi lui...che scendeva bello ed elegante dalla sua stanza, mentre l'accoglieva con un caldo sorriso...

Chiuse gli occhi, mentre nella sua mente si materializzavano le immagini della sua memoria.

"Tutto bene, signora Pan?" le chiese Bikini, notando che la sua ospite sembrava completamente fuori dal mondo.

"Oh, certo, non si preoccupi" rispose Pan. "Stavo solo...ripensando".

"Era già stata qui, non è vero?".

"Tante di quelle volte che tutt'ora potrei ricordarmi ogni stanza di quest'enorme casa" rispose l'anziana donna con sicurezza.

"Abbiamo continuato ad abitare qui nel corso delle generazioni. Non potevamo trovare un posto migliore" soggiunse Bikini mentre si voltava verso una donna di mezza età che, vestita da governante e fermatasi di fronte a lei, aspettava ordini dalla padrona.

"Desidera qualcosa, signora Brief?" chiese educatamente la domestica.

"Oh, sì, Agnes, ci porti due tazze di tè, grazie" rispose, tornando a concentrarsi sulla sua ospite.

"Prima, al torneo, mi stava parlando dei suoi stretti rapporti con i miei antenati".

"Infatti. Erano buoni amici di famiglia, dal momento che Bulma e mio nonno si conoscevano fin da piccoli. Ma soprattutto, come lei saprà, erano anche gli altri unici sayan sulla faccia della Terra".

"Lei doveva avere più o meno l'età della mia prozia Bra, giusto?".

"Giusto. Eravamo quasi coetanee".

"Ma ho visto che è rimasta alquanto colpita quando le ho detto che ero la bisnipote di Trunks Brief, suo fratello".

Pan pensò di arrossire, ma la vecchiaia e l'esperienza ormai le avevano insegnato a mantenere il controllo.

"Lo immaginavo già, a dir la verità, ma la cosa mi fa comunque un certo effetto...forse perchè io e Trunks eravamo molto legati" rispose con naturalezza.

"Lui però doveva avere molti più anni di lei, se non sbaglio...".

"Infatti...ma ne abbiamo passate tante insieme...".

"So del viaggio nello spazio in cerca delle sfere che avete fatto voi due e suo nonno Goku. E' per questo che eravate così amici?".

"Oh, sicuramente quell'avventura ci ha avvicinato molto...ma non è stato solo quello".

Bikini osservò la donna parlare con naturalezza e obiettività, ma era impossibile non accorgersi che le brillavano gli occhi nel parlare del suo bisnonno e che le sue labbra erano inclinate in un sorriso sognante.

"Non è che per caso avete avuto una storia?" cercò di indovinare Bikini, con una punta di malizia e di impudenza.

In quel momento Pan fu sicura di arrossire sul serio.

"Noi? Oh, no...cioè, ecco, tra noi le cose erano molto più...come dire...complicate" balbettò.

"Complicate?".

"Sì...il nostro rapporto era molto di più di una semplice amicizia, ma neanche si può definire proprio una storia d'amore...".

Bikini la guardava confusa, sempre più convinta che quella vecchietta avesse qualche rotella fuori posto.

"E' difficile da spiegare..." continuò. "Anche perchè...si tratta di fatti e sentimenti di cui non ho mai parlato a nessuno...o almeno non a persone appena conosciute".

"Mi scusi signora Pan, sono stata davvero molto impertinente a farle delle domande così personali...".

"No, non c'è problema, davvero. E poi lei non è un'estranea, è la nipote di Trunks, no? Ha pieno diritto di voler sapere" rispose Pan, adesso tornata alla sua usuale sicurezza dopo aver superato l'imbarazzo iniziale.

Bikini annuì, accettando con piacere e sana curiosità di ascoltare la storia che quella vecchia signora si preparava a raccontarle.

"Non saprei proprio da dove cominciare" iniziò Pan. "Forse è opportuno partire da quando mio nonno se ne è andato con Shenron, dopo la sconfitta dei draghi malvagi...".

 

Sembrava un giorno come un altro. Sembrava che non fosse successo niente, che tutto fosse assolutamente normale.

Perchè tutti si comportavano in modo normale, come se ciò che era accaduto nell'ultimo periodo e in particolar modo quello stesso giorno fosse in realtà solo un sogno, una breve allucinazione che andava rimossa immediatamente per poter continuare a vivere.

Ma non per lei.

"Mi passi il sale, mamma?" chiese Gohan, assaporando gustosamente il suo piatto.

"Questo filetto è la fine del mondo!" esclamò Goten impegnato a tuffarsi in una succulenta abbuffata."Goten ha ragione, è veramente squisito!" confermò Gohan.

"Modestamente è una delle mie specialità!" concordò Chichi con soddisfazione, strizzando l'occhio a Videl.

Pan li guardava con disgusto, seduta al suo posto senza aver toccato cibo e aver spiccicato una parola per tutta la cena.

"Tu non mangi, tesoro?" le chiese Videl.

"Non ho fame" rispose lei seccamente.

"Guarda che è buonissimo, vero ragazzi?" chiese al marito e a Goten, che annuirono entusiasti.

"Che vuoi farci, Videl" sorrise Chichi. "Alla loro età le ragazzine sono fissate con le diete e roba del genere, non c'è verso di farle mangiare!".

"Pazienza, vorrà dire che mi sacrificherò a finire anche la sua porzione!" esclamò Goten, scatenando una risata generale.

"Ma come fate?!!" sbottò Pan alzandosi in piedi di scatto e colpendo la tavola con i pugni. "Come fate a fare finta di niente?".

Gli altri smisero di ridere, guardandola per la prima volta con espressione seria.

"Oggi il nonno se ne è andato e voi vi comportate come se non fosse successo niente" gridò con voce spezzata dalla rabbia. "Non avete detto una sola parola sull'argomento, come se si trattasse di una cosa assolutamente normale... Non ce la faccio più a stare qui!" concluse alla fine disperata, facendo cadere violentemente la sedia e correndo verso la porta.

Chichi, Gohan, Goten e Videl rimasero in silenzio, ricominciando a mangiare lentamente econ aria pensierosa, come se, dopo quel violento sfogo di Pan, si fossero risvegliati da un incantesimo che ora li costringeva, inevitabilmente, ad affrontare la realtà.

 

Volava veloce, sfidando la forza del vento che le soffiava forte contro, immersa nell'oscurità della notte e nel vuoto che provava nell'anima. Volava, senza sapere dove fuggire, dove nascondersi, dove trovare rifugio all'angoscia che sentiva crescere dentro di se e alle incessanti domande che rimanevano senza risposta.

Luci lontane le si posero finalmente davanti agli occhi colmi di lacrime, luci di una città che ora apparivano fioche e fredde al suo cuore, ma a cui inconsapevolmente quello stesso cuore l'aveva condotta.

 

Era stata una dura giornata quella. E non per il lavoro o per le solite pratiche da sbrigare. Era il giorno in cui il mondo ricominciava a vivere, ma che perdeva senza saperlo uno dei suoi eroi più importanti.

Trunks spense la luce, lasciando accesa solo la piccola lampada sul comodino. Ripose gli occhiali e le scartoffie che aveva appena esaminato con una rapida lettura per prepararsi ad affrontare, il giorno seguente, il rientro a lavoro, coricandosi poi finalmente sul letto.

Qualcuno bussava alla sua finestra.

No, forse era solo l'effetto dello stato di dormiveglia in cui era appena entrato, che lo aveva portato a confondere il rumore del vento con chissà cosa.

No, qualcuno bussava veramente al vetro della sua finestra, come potè confermare vedendo, tra il sonno, una piccola sagoma di un'ombra al di là della tenda.

Scese dal letto, avviandosi cautamente a verificare chi fosse. Scostò la tenda, notando con incredulità la figura fluttuante di Pan al di là del vetro.

"Pan" esclamò aprendola velocemente e facendola entrare. "Che ci fai qui a quest'ora?!" chiese con apprensione.

Ma Pan non rispose, si limitò a scavalcare il davanzale, con espressione gravata da tristezza e sconforto, e, istintivamente, si gettò tra le braccia di Trunks, affondando il viso sul suo petto.

Trunks rimase qualche secondo spiazzato dal gesto istintivo di Pan, poi, cominciando a comprendere cosa affliggeva il cuore della ragazzina, l'abbracciò a sua volta, accarezzandole dolcemente i capelli.

"Ehi" le sussurrò dopo un pò. "Vuoi dirmi cosa c'è?".

Pan si staccò leggermente da lui, abbastanza da poterlo guardare negli occhi.

"Il nonno se ne è andato un'altra volta e a casa tutti fanno finta di niente" rispose lei gravemente.

Trunks si sedette sul bordo del letto, invitando Pan a fare altrettanto.

"Che vuoi dire?" chiese.

"Si comportano come se per loro tutto ciò sia normale" spiegò Pan scotendo la testa.

"E a te tutto questo non va giù, vero?".

"No, per niente" esclamò decisa la ragazza.

"Lo sai che non è la prima volta che Goku se ne va da casa per un pò...".

"Sì, ma questa volta è diverso... Questa volta non sappiamo dove sia andato veramente...e neanche se tornerà mai..." concluse con lo sguardo basso e la voce tremante.

Trunks rimase in silenzio. Probabilmente ciò che diceva era vero. Si limitò ad appoggiarle affettuosamente la mano sulla spalla, in segno di conforto.

"Io vorri almeno che i miei non affrontassero la cosa con tale superficialità" aggiunse Pan.

"Probabilmente hanno scelto di reagire in questo modo per raggirare la realtà e soffrire di meno. E soprattutto, per far soffrire meno te, che gli eri così affezionata" propose Trunks con tono rassicurante.

"Ma io non voglio questo...ho bisogno di parlarne, di sfogarmi...ed è per questo che sono venuta qui da te...non sapevo dove altro andare..." dichiarò sommessamente.

Trunks la guardò con tenerezza e comprensione, accarezzandole una guancia, come per dirle che aveva fatto bene, che poteva contare su di lui ogni volta che voleva. Ma questo lei lo sapeva già.

"Posso dormire qui, stanotte?" chiese dopo un pò, con lo sguardo bisognoso di calore.

Trunks le sorrise dolcemente.

"Certo, se ti farà sentire meglio. Puoi sceglierti una delle camere degli ospiti qui vicino".

"No...voglio dormire proprio qui, con te".

Trunks rimase di nuovo spiazzato, confuso sul da farsi. Poi, guardando i suoi occhi lucidi ed imploranti, non potè fare a meno di annuire.

"Ok... Ci dovrebbe essere posto per tutti e due" disse, infilandosi sotto le coperte e spostandosi da un lato del letto, mentre Pan si distendeva al suo fianco.

"Sei più tranquilla, adesso?" le chiese premurosamente, spegnendo la luce sul comodino.

"Sì, sto meglio ora" mormorò Pan, rannicchiandosi vicino a lui.

Trunks sorrise tra se mentre lei gli appoggiava la testa sulla spalla e gli circondava la vita con un braccio, quasi in questo modo, a stretto contatto con il calore del suo corpo, si sentisse più protetta.

"Buonanotte, Pan" le sussurrò piano, posandole un delicato bacio sulla fronte, e guardandola addormentarsi in un sonno tranquillo.

 

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