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Autore: Dangerina15    08/10/2013    1 recensioni
Avevo affrontato centinaia di battaglie, avevo visto scene orribili ma...quel giorno sembrò segnare un nuovo inizio, un inizio che avrebbe cambiato per sempre le sorti della mia vita...Mi chiamo Joe e la mia, anzi la nostra storia comincia in quel torrido giorno del 1248 a.C...
Genere: Drammatico, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Joe Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 2


POV ESIONE
 
<< Principessa, il vostro bagno è pronto.>> disse la mia ancella raggiungendomi nella camera.  Ero affacciata alla finestra che dava direttamente sul porto di Troia, mia patria e città natale, attendendo con ansia notizie provenienti dalla guerra che in quel momento mio fratello Ettore stava combattendo contro gli Achei. Ero preoccupata perché di giorno in giorno nessun messo giungeva a palazzo e in cuor mio pregavo gli dei che non gli succedesse nulla.
<< Si, Altea, grazie mille, vai pure.>> risposi sorridendo alla ragazza che, inchinandosi, mi lasciò nuovamente da sola con i miei pensieri. Tirai le tende e mi diressi prima in biblioteca per prendere un volume di poesia e uno di Astronomia e poi nella sala da bagno, dove mi aspettavano già altre due ancelle, pronte a svestirmi per permettermi di entrare nella grande vasca da bagno. Mi concedetti un lungo e rilassante bagno caldo e cercai di allontanare quante più angosce possibili, distraendomi con delle letture molto affascinanti.
<< Esione, figliola dove sei?>>.
Sentì mio padre chiamarmi ripetutamente, così ricambiai il suo richiamo e lo condussi fino a me.
<< Esione, ti ho cercata dappertutto.>> cominciò lui tirando un sospiro di sollievo.
<< Padre, state tranquillo. Ero venuta qui a rilassarmi, godendomi la lettura delle meravigliose poesie di Saffo.>> risposi sorridendo, mostrandogli il libro che avevo in mano. Gli volevo molto bene e, data la sua avanzata età, avevo la responsabilità come principessa e come figlia, di badare alla sua salute.
<< Figlia mia, quale gioia vederti per qualche momento tranquilla.>>.
Mio padre era Priamo, re di Troia. Ero la più piccola della famiglia reale, ma in casa ero considerata come “ la sapiente” perchè amavo leggere e conoscere nuove culture, nuove tradizioni e compiere nuovi studi. I miei fratelli, Ettore e Paride, mi avevano sempre protetta da ogni pericolo ed Ettore, il maggiore di noi tre, era stato sempre il mio più fedele amico e confidente; lui conosceva tutto di me come io di lui: segreti, bugie, confindenze. Ero stata la prima a sapere del suo amore per Andromaca, del suo matrimonio e della nascita del suo primogenito. Paride invece era un tipo più libero, sempre alla ricerca di nuove avventure e finiva sempre col cacciarsi nei guai; in lui avevo trovato il compagno di giochi e, quando eravamo bambini, di “ marachelle”. Una volta ci capitò di rubare il cavallo a nostro padre perchè avevamo voglia di fare una passeggiata sulla spiaggia. Ma in quel momento non eravamo più bambini spensierati. Eravamo principi e come tali dovevamo assolvere ai nostri doveri . Mi trovavo sola, a palazzo, con mio padre che cercava di consolarmi per farmi sentir meno la mancanza di Ettore.
<< Padre avete notizie di mio fratello?>> chiesi, andando subito all'argomento a cui tenevo. Mio padre mi guardò con un sorriso amaro.
<< Sta tranquilla, Esione. Vedrai che tuo fratello tornerà prima di quanto tu possa immaginare.>>. Le sue rassicurazioni mi tranquillizzarono ben poco. Sapevo che Ettore era il più grande combattente troiano, ma era pur sempre un uomo. Ad un tratto mi balenò in testa una domanda molto importante ma tentennai a lungo prima di porla a mio padre.
<< Padre, avete mai pensato a cosa succederebbe se Ettore… venisse ucciso?>> cominciai quasi tra me e me. Lui si alzò dalla panca in marmo dove era seduto e cominciò ad allontanarsi, come per uscire.
<< Certo che ci ho pensato, ma di questo vorrei parlarne un’altra volta, quando la necessità lo richiederà.>> mi rispose freddamente e si congedò, lasciandomi perplessa nella vasca da bagno. Da quel breve ma intenso dialogo, trascorsero un paio di giorni che mi sembrarono infiniti. Eseguì tutti gli obblighi formali che avevo: cerimonie religiose, pranzi, cene e quant’altro. Un pomeriggio, prima del calar del sole, feci sellare il mio cavallo e uscì dalla città per raggiungere la spiaggia; avevo bisogno di una passeggiata accompagnata dall’odore salmastro e la brezza marina. Quando arrivai in riva al mare, scesi da cavallo e, lasciate le scarpe, sollevai la veste fino alla caviglia e feci un passo verso l’acqua gelida del mare; quella sensazione di freschezza mi dava la giusta carica per andare avanti. Improvvisamente notai a distanza una fila di navi che si dirigevano verso il nostro porto. Per un attimo temetti il peggio ma riuscì, guardando con attenzione, a riconoscere la nave che stava a capo di tutte  le altre: la nave di Ettore. Il mio cuore cominciò a battere all’impazzata, avrei voluto urlare ai quattro venti la gioia di rivedere navi amiche. Non persi tempo e, rimontata a cavallo, tornai velocemente in città, gridando alle sentinelle di aprire le porte e di prepararsi all’arrivo del principe. Percorsi velocemente la strada che mi separava da palazzo e, non appena arrivai, andai da mio padre ad annunciare l’arrivo di Ettore.
<< Padre, padre, Ettore è qui. Il nostro esercito ha vinto la battaglia, sono tornati.>>
<< Siano lodati gli dei.>> rispose mio padre e mi abbracciò emozionato. Sprizzante di felicità, mi affacciai dalla mia finestra e vidi le navi che pian piano entravano nel porto.
 
 
POV JOE
 
Mi svegliai improvvisamente dopo una secchiata d’acqua gelida. Mi alzai di botto ma dovetti poggiarmi da qualche parte per via del dolore alla spalla. Non riuscivo a capire dove fossi né con chi fossi.
<< Sveglia, pelandrone.>> mi gridò uno degli uomini che mi stavano attorno. Quando riuscì a mettere a fuoco dove fossi, mi accorsi di essere in una nave che non conoscevo, con persone che non conoscevo e dietro di me si innalzava una città che non conoscevo.
<< Dove mi trovo? Cosa ci faccio qui?>> domandai ma con uno strattone fui spinto  malamente a terra.
<< Benvenuto a Troia, schiavo.>> rispose lo stesso uomo.
<< Schiavo?>> chiesi dolorante, toccandomi la spalla.
<< Ringrazia il principe Ettore se ti trovi qui. Noi avremmo preferito lasciarti in pasto agli avvoltoi insieme a tutti gli altri tuoi compagni ma il principe ha insistito che fossi condotto a Troia per lavorare al servizio della famiglia reale.>> mi spiegarono velocemente. Tentai di rialzarmi ma il dolore alla spalla persisteva.
<< Cosa ne avete fatto dei miei compagni?>>
<< Sta calmo, amico. Mi servi tutto intero a palazzo.>> disse ad un tratto una voce familiare. Mi raggiunse Ettore e si poggiò all’albero maestro. << Sei un giovane robusto e forte, molto intelligente e sicuramente preparato. Un ottimo schiavo per la mia famiglia.>> continuò sorridendo furbescamente.
<< Vigliacco, hai ucciso tutti, non è vero?>> domandai furioso.
<< Se c’è una cosa che odio fare è uccidere, amico. Ecco perché ti trovi qui. Fosse stato uno di loro a colpirti non ti troveresti qui, te lo assicuro.>>
Prima di allontanarsi per dare ordine di sbarcare, mi guardò e indicò la mia ferita.
 << Tra un paio di giorni starai bene, vedrai.>> e si allontanò. Ero davvero confuso; in meno di un paio di giorni ero passato da fante a schiavo e non avevo possibilità di ribellarmi perché se avessi tentato la fuga, avrei trovato immediatamente la morte. Potei solo sperare di tornare prima o poi un uomo libero e che la famiglia reale fosse benevola nei miei confronti.
 
POV ESIONE
 
Le navi sbarcarono presto e la città si preparò ad accogliere trionfanti gli eroi di Troia. L’esercitò sfilo sontuosamente, come si era solito fare in queste occasione e, in men che non si dica, Ettore giunse a palazzo. Mi fiondai alla porta e corsi ad abbracciarlo. Lui ricambiò prendendomi in braccio e stringendomi forte.
<< Esione, mia dolce sorella, come stai? La tua bellezza cresce ogni giorno di più. Ma guardati…sei così raggiante.>> mi disse e mi accarezzò la guancia.
<< Ettore, fratello mio, mi sei mancato così tanto.>> risposi e lo abbracciai di nuovo.
<< Sei mancata tanto anche a me, piccola.>>.
Lasciai che mio padre lo salutasse e così anche Paride.
<< Padre, Esione, Paride. Ho una piccola offerta.>> disse Ettore ad un tratto. Io e Paride eravamo emozionati all’idea, tanto che ci guardammo e sorridemmo.
 
POV JOE
Gli uomini di Ettore mi consegnarono al principe che mi mostrò alla sua famiglia.
<< E’ un soldato acheo, un uomo forte ed intelligente, sarà un ottimo schiavo per noi e di ottima compagnia per Esione, data la sua preparazione intellettuale.>>
Avevo studiato molto prima di partire in battaglia, come si addiceva ad un nobile. Alzai lo sguardo e incrociai quello del re. Ero imbarazzato.
<< Non aver  paura, ragazzo. Sarai anche un soldato nemico ma ora sarai un troiano a tutti gli effetti, schiavo o no. E poi…mi piaci, sai? Come ti chiami?>>.
Il re mi sembrò molto diverso dalle descrizioni che avevo sentito da Diomede; si dimostrò gentile e saggio.
<< Mi chiamo Joseph, ma preferisco essere chiamato Joe.>>
<< Bene, Joe, Ettore lo conosci già, ti presento mio figlio Paride e mia figlia Esione.>>
Mi voltai a guardare le due persone che il re aveva nominato e in quel momento incrociai lo sguardo di una ragazza dagli occhi azzurri e dai folti capelli neri. Portava una veste di seta molto semplice, segno che doveva essere una principessa poco ambiziosa. Le sorrisi e lei ricambiò quel gesto.
 
POV ESIONE
 
Guardai quel ragazzo con occhi pieni di tenerezza. Mi sorrise e mi accinsi a ricambiare. Odiavo dover trattare uomini o donne come schiavi perché erano pur sempre uomini.
<< E’ un piacere conoscervi, Joe.>>
Lui esitò qualche attimo; probabilmente si sorprese del fatto che tutta la mia famiglia parlasse perfettamente greco.
<< L’onore è mio, principessa Esione.>> rispose lui. Mi accorsi che era fasciato ad una spalla.
<< Ma voi siete ferito.>> dissi sorpresa.
<< Sto bene, principessa, non vi preoccupate.>> rispose ancora.
<< Bene, Ettore, conducilo agli alloggi della servitù e spiegagli le sue mansioni.>> continuò mio padre e così vidi il giovane uomo allontanarsi.
<< Finalmente avrai qualcuno con cui poter parlare di Astronomia, cara sorella.>> cominciò Paride, prendendomi in giro.
<< Smettila, Paride, almeno sarà più intelligente di te.>> risposi ridendo e cominciammo a giocare insieme, attendendo l’arrivo di Ettore che si unì a noi.
Il ritorno di Ettore era sempre una grande festa, tanto che la sera festeggiammo come richiedeva l’occasione ma non sapevo ancora che quel giorno avrebbe stravolto totalmente la mia vita.
  
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