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Autore: Bradamantee    08/10/2013    2 recensioni
Ciao a tutti questa è la mia prima sotria che pubblico e spero possa interessarvi
Dal capitolo 3
“Non devi sentirti così, Eva. È giusto distrarsi in situazioni del genere. Pensare troppo a quanto accaduto ti farà soffrire ancora di più. Cerca di pensare a qualcosa di positivo. Dai vieni a ballare, così magari sul tuo volto ritornerà quel sorriso che amo tanto” quando si rese conto delle ultime parole che aveva detto, Caleb cambiò espressione, assumendone una da scocciato per così dire.
Eva invece sembrò non accorgersene poiché pensava a quando le aveva detto prima e, dopo pochi secondi, si ritrovò fra le forti braccia del principe sulla pista da ballo.
Strano descrivere le sensazioni che provò in quel momento: si sentiva protetta, al sicuro tra le sue braccia. Si sentiva in un certo senso a casa.
Genere: Drammatico, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Storico
Capitoli:
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Dopo tre giorni di cammino, Eva e quei pochi cavalieri al suo seguito videro davanti ai loro occhi il regno di Grosen.
Finalmente dopo tutto quel vagare erano arrivati a destinazione.

Davanti a loro si mostrava in tutto il suo splendore la città alta, la parte ricca del regno.
A dominare era l’immenso palazzo di pietra che si ergeva dalla cima di una rocca estendendo la sua bellezza e la sua potenza agli edifici circostanti, appartenenti alla nobiltà del luogo.
Al di fuori delle mura si allargava a perdita d’occhio la campagna completamente innevata, intervallata da piccole macchie scure sparse qua e là: erano i villaggi dei sudditi del reame.
Senza perdere troppo tempo ad ammirare il panorama, il gruppo percorse l’ultimo tratto di strada che li separava dal palazzo.
Arrivati davanti al portone, vennero annunciati e fatti entrare nel cortile interno.
Ad attenderli vi erano il re con la moglie e i due figli, il maggiore e la secondogenita.
Eva si ricordava bene di tutti loro, soprattutto del ragazzo, che non smetteva di fissarla.

Ogni estate, quando era più piccola, trascorreva le sue vacanze fra queste mura giocando insieme a lui e, più avanti, anche con la ragazza. Questa però non le era mai stata tanto simpatica: interpretava alla perfezione lo stereotipo della principessa viziata che comandava su tutto e su tutti e che otteneva sempre quello che voleva quando lei lo richiedeva.
Per questo preferiva mille volte la compagnia del fratello, il quale ricambiava a sua volta.
Insieme i due ragazzi si divertivano come non mai: andavano a cavallo, si rincorrevano e combattevano fra di loro perfino!
Già, perché Eva non era mai stata la classica principessa che trascorreva i suoi pomeriggi chiusa in camera a ricamare e cucire. No, lei preferiva l’aria aperta, la sensazione del fango addosso, il rumore delle spade che si scontrano.
Fu questo che colpì Caleb, sin dalla prima volta che la vide.

E da quel giorno non riuscì più a non pensare a lei.

Aspettava con ansia la stagione estiva per poter trascorrere con lei tutti i caldi pomeriggi e passare le giornate a ridere e scherzare. Era troppo preso da quella ragazza.
Ma col tempo quei sentimenti mutarono, poiché la sua età non gli permetteva più di trascorrere le giornate a gozzovigliare. Lui era un principe e come tale doveva comportarsi.
Fu così che finirono i bei giorni della loro infanzia.

“Sono lieto di vedervi sana e salva principessa Eva”  la accolse il re, Thoris “Sono anni che non ci si vede, siete diventata davvero una bellissima donna” disse baciandole la mano.
Osservò subito gli sguardi della moglie e della figlia farsi più cupi mentre quelli del principe non la perdevano di vista nemmeno per un secondo.
La mettevano quasi in soggezione ma non cercò di non pensarci.

“Il piacere è tutto mio, maestà, e grazie per la vostra generosa ospitalità che mostrate nell’accogliere me e i miei fidati nel vostro castello”

“E’ il minimo che ho potuto fare per un mio caro vecchio amico che spero di rivedere al più presto”

Nel sentir nominare suo padre, Eva non poté che rattristarsi perché le parole pronunciate dal re erano il suo pensiero costante ma dentro di sé sapeva che si trattava solamente di un sogno, una mera speranza. Si ricompose subito, non volendo mostrarsi debole davanti a coloro che l’avrebbero ospitata e salutò il resto della famiglia reale.

“Piacere di rivederla, principessa Eva” disse Caleb col sorriso sulle labbra. Non poteva nascondere di essere felice e turbato allo stesso tempo di rivederla.
La sua voce profonda provocò dei brividi lungo tutto il corpo di Eva.
“P-piacere mio, principe Caleb. Ho sentito molto parlare di voi a palazzo e di quanto siate un abile combattente. Non siete cambiato da quando eravate solo un ragazzino”.

Invece era cambiato eccome ed Eva l’aveva notato subito: era divenuto un uomo alto con delle spalle davvero possenti, gli occhi, chiari come il ghiaccio, ti ipnotizzavano sin dal primo sguardo, la mascella era ricoperta da un leggero strato di barba e quella piccola cicatrice sul labbro inferiore non chiedeva altro se non di essere baciata.
Accorgendosi della linea che stavano percorrendo i suoi pensieri, un rossore ricoprì le guance della principessa che cerco subito un argomento per sviare l’attenzione.
“Questi sono i più fedeli cavalieri del regno di Brudure e questo è Malcom, il primo cavaliere del regno” presentò Eva il suo seguito e Michaela, la sua dama di compagnia.

Dopo le presentazione, venne ordinato ai servitori di mostrare ad Eva e al suo accompagnamento le loro stanze.
“Stasera si festeggerà il vostro arrivo con un banchetto, principessa. Adesso andate nelle vostre stanze a prepararvi. Sarete l’ospite d’onore” e con questo si congedò assieme al resto dei suoi familiari.
Eva non voleva altro se non un letto caldo dove dormire, ma i piani non lo prevedevano ancora, per il momento; sarebbe stata una lunga serata.
 
All’ora di cena, Eva fece il suo ingresso nella sala dove era stato allestito il banchetto per la sua venuta.
Non appena varcò la soglia, tutti gli occhi vennero puntati su di lei e si sentirono alcuni sospiri di ammirazione.

Indossava un lungo abito blu stretto in vita e il corpetto era di un azzurro tendente al celeste, le maniche ricadevano lunghe e strette fino ai polsi, la gonna ricadeva sulle gambe come una fluente cascata e in vita portava una cinturina d’oro. I capelli corvini erano raccolti in una crocchia, con delle ciocche che ricadevano sulla spalla destra. Infine il viso: non serviva del trucco per far risaltare la sua bellezza, bastavano i suoi occhi smeraldo.
Andò a sedersi al fianco del re e dall’altro lato stava Caleb.
Non appena tutti si furono seduti arrivarono le prime portate.

“Vi siete sistemata bene nelle vostre stanze” cominciò a conversare Caleb, senza abbandonare il suo sorriso.
Era una domanda facile, ma ad Eva mancarono le parole, troppo intenta a perdersi in quegli occhi di ghiaccio.
Si limitò ad annuire.
“Avete perso la parola? Strano, eppure non vi ricordavo così timida” la stuzzicò un po’ il ragazzo.
“Scusatemi, avevo la testa da un’altra parte. Certo che non è cambiato nulla in questo posto. Quand’è stata l’ultima volta che sono venuta qui, cinque anni fa?” cercò di difendersi Eva.
“Possiamo anche darci del tu, Eva? Ci conosciamo da quando eravamo bambini”
“Certo, Caleb. Ad essere sincera faceva un po’ strano anche a me”
Sorrise e si rilassarono entrambi.
Non si era accorta che Caleb si stava trattenendo, non notava ancora l’effetto che la sua persona aveva su di lui.

Iniziarono a parlare dei tempi passati, delle loro estati nel castello e di quello che avevano fatto finora, finché non si raggiunse l’argomento sensibile.
“Ho saputo quello che è successo al tuo regno, sono davvero dispiaciuto. Avessi potuto avrei dato una mano ma quel giorno ero lontano da casa a combattere un’altra battaglia”
Eva non voleva parlare di quanto accaduto nei giorni precedenti, non voleva aprire ferite non ancora chiuse ma non poteva evitare di rispondere, sarebbe sembrato scortese.
“Mentirei se dicessi che sto bene. Ho appena perso tutto quello che mi rappresentava: la mia famiglia e il mio regno. Mi sento in colpa anche ad essere seduta a questo banchetto a ridere e scherzare spensieratamente con tutti voi. Non mi sembra giusto nei confronti del mio popolo”. Infatti i cavalieri di Brudure non sembravano apprezzare ciò che vi era sotto i loro nasi e non prestavano attenzione nemmeno a quello che li circondava.
Solo Malcom di tanto in tanto scambiava qualche parola con i vicini e la osservava da lontano. Gli altri rimanevano in silenzio.
Eva era l’unica tra i nuovi ospiti a sorridere e parlare apertamente.

“Non devi sentirti così, Eva. È giusto distrarsi in situazioni del genere. Pensare troppo a quanto accaduto ti farà soffrire ancora di più. Cerca di pensare a qualcosa di positivo. Dai vieni a ballare, così magari sul tuo volto ritornerà quel sorriso che amo tanto” quando si rese conto delle ultime parole che aveva detto, Caleb cambiò espressione, assumendone una da scocciato per così dire.

Eva invece sembrò non accorgersene poiché pensava a quando le aveva detto prima e, dopo pochi secondi, si ritrovò fra le forti braccia del principe sulla pista da ballo.
Strano descrivere le sensazioni che provò in quel momento: si sentiva protetta, al sicuro tra le sue braccia. Si sentiva in un certo senso a casa. Sulle sue guance si diffuse un lieve rossore che non sfuggì agli occhi di Caleb che sorrise di fronte al suo imbarazzo.
Nemmeno si resero conti degli occhi degli altri invitati puntati contro. Alcuni erano sorpresi di vedere il principe Caleb in quello scambio di effusioni, sereno e rilassato al tempo stesso. Non l’avevano mai visto in questo modo.
Per loro lui era il principe sanguinario che non esitava di fare stragi tra le masse dei nemici.
Davanti a quella ragazza sembrava assumere un aspetto più umano.

Ad incenerirli con lo sguardo era la madre di lui, Isma, che non approvava questo scambio di carezze fra i due.
Ma ai diretti interessati tutto ciò non importava.
Erano persi l’uno negli occhi dell’altra.
 
Trascorse così la prima serata a palazzo per Eva e quando andò a coricarsi, si ritrovò a sognare due grandi pozze azzurre.



ANGOLO AUTRICE:
Ciao a tutte! Con largo antcipo pubblico il terzo capitolo della storia.
Finalmente è avvenuto l'inconro tra i due protagonisti e da adesso in avanti non mancheranno colpi di scena fra i due!
Anyway, spero che il capitolo vi sia piaciuto e sarei più che felice se lasciaste una recensione come simbolo del vosro aprezzamento.
Detto questo ne approfitto per ringraziare i due angeli che hanno recensito il capitolo precedente: light10 e Sheloveslife
Vi saluto tutte con un grossissimo bacio e al prossimo capitolo che dovrei pubblicare nel weekend scuola e partite permettendo :)
Alla prossima

alinalaali
  
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