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Autore: Holkay    08/10/2013    8 recensioni
Si chiamava Harry, l’avevo scoperto una sera grazie al suo amico biondo che entrò e gridò per richiamare la sua attenzione.
Era sempre ricurvo sui fogli di quella agenda, con la penna stretta tre le sue lunghe dita.
Scriveva. 10, 100, 1000 pagine a sera.
Holkay xx
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Amavo le collane che si intrecciavano tra loro sfiorando il suo collo per poi cadere sul petto, amavo quella parte di tatuaggio che spuntava dal colletto della maglia, amavo le clavicole così evidenti e il solco che si creava naturalmente tra queste, amavo le rughe che gli uscivano intorno al suo sguardo quando sorrideva, la luce che emanavano i suoi occhi, amavo il modo in cui gli cadeva la maglietta sulle braccia, le maniche corte arrotolate che stavano larghe anche se avesse le braccia muscolose.
Passava lì ormai tutte le sere, entrava quasi sempre alla stessa ora, da solo oppure in compagnia di un amico.

Lo guardavo da dietro al bancone tra un ordine e l’altro.
Il bar in cui lavoravo non era tanto frequentato, riuscivo a ricordare la maggior parte dei clienti abituali e lui era uno di quelli.
Ogni volta che oltrepassava quella porta, stringeva in un’unica mano l'agenda di pelle marrone e il telefono di ultima generazione.
Potevo rimanere lì a fissarlo per ore se avessi potuto.
Mi affascinava troppo, come nulla al mondo
Per tutte le volte che era stato lì seduto ore su ore, aveva incrociato il mio sguardo giusto un paio di volte; a me non interessava, mi bastava che potessi guardarlo io.
Non conoscevo niente di lui, se non il suo nome.
Si chiamava Harry, l’avevo scoperto una sera grazie al suo amico biondo che entrò e gridò per richiamare la sua attenzione.
Era sempre ricurvo sui fogli di quella agenda, con la penna stretta tre le sue lunghe dita.
Scriveva. 10, 100, 1000 pagine a sera.
Le uniche pause che prendeva era per dare un sorso all’unica birra che ordinava oppure per portarsi indietro i capelli che gli ricadevano sulla fronte per colpa della posizione della testa.
Mia…Mia!!”
La voce di Emma, la mia collega, mi riportò alla realtà facendomi distogliere l’attenzione da quel ragazzo.
Ancora a fantasticare su quello lì?!?! Mia ne abbiamo parlato tante volte; se non fai la prima mossa tu quello lì non lo avrai mai. Te l’ho detto, secondo me è gay” sentenziò ripetendo quello stupido pensiero.
Emma ma lo vedi?! Tutto quel ben di Dio sprecato ad essere gay?! No non credo proprio”.
E allora come lo spieghi: viene qui tutte le sere, un bar gestito da due donne bellissime e non fa nulla per abbordarne una. Boh!!”
Forse è timido oppure fidanzato, che ne puoi sapere” dissi cercando una risposta a quei dubbi che mi aveva messo in testa “ e poi non metterci il pensiero, se dovesse scegliere una delle due sarò io, chiaro????” la minaccia puntandole contro il dito.
Un uomo appoggiato al bancone alzò la testa attirato dal mio tono di voce forse troppo altro; con uno sguardo di fuoco gli feci passare la voglia di impicciarsi dei fatti altrui e tornò a guardare il liquido color caramello che aveva nel bicchiere.
Emma uscì da dietro al bancone per fare il giro dei tavoli, quello che era il suo compito.
Tornò con dentro al vassoio qualche bicchiere sporco e posò il foglietto con le ordinazioni sul bancone.
C’erano scritti solo un cocktail e una birra.
La birra è per lui, gliela vai a portare tu” disse mentre caricava la lavastoviglie.
Cosa?!?! Non se ne parla proprio Emma!!! È compito tuo quello” le feci notare, volendo evitare quella situazione che mi avrebbe messo sicuramente in imbarazzo.
Lo vuoi conoscere o resterai zitella a vita continuando a fissarlo appoggiata al bancone??”disse ancora piegata.
La osservai alzarsi, stappare la birra, versarla nel bicchiere e porgermela.
Vai!” mi intimò.
Scossi la testa in disapprovazione.
No non ci pensare proprio, vai tu” le dissi posando il bicchiere nel vassoio accanto al cocktail che era già lì.
Allora cara Mia, tu ora vai lì sbatti un po’ le tue ciglia sui tuoi occhioni neri, smuovi questi bei boccoli scuri e lo fai cadere ai tuoi piedi” recitò mettendomi tra le mani il vassoio e dandomi una leggera pacca sul sedere.
Ridacchiai, mi feci coraggio ed uscii dal bancone.
Portai prima il cocktail al signore in fondo alla sala poi tornai indietro fermandomi accanto al suo tavolo.
Ecco la tua birra” dissi appoggiando il boccale sul legno scuro.
Avevo la voce tremante, sembravo una ragazzina al primo appuntamento eppure di anni ne avevo 23 e di appuntamenti ne avevo avuti tanti.
Grazie” mi rispose.
Aveva una voce mai sentita, così bassa, cupa ma anche suadente e calda; di quelle voci belle che se venissero sentite di primo mattina lascerebbero i brividi addosso per tutto il giorno.
Incrociò gli occhi con i miei e la sensazione che provai fu la più bella che io avessi mai provato in tutta la mia vita.
Il mio cuore si bloccò, oppure era stato fermo fino a quel momento e aveva ripreso a battere.
Le gambe non mi reggevano più e il petto mi sembrò quasi sul punto di esplodere.
Quegli occhi da vicino erano ancora più belli e particolari.
Non erano i semplici occhi verdi di un qualsiasi ragazzo, i suoi erano speciali sembravano urlare bellezza.
Li riabbassò subito sul foglio pieno di scritte; alcuni pezzi erano ordinati altri invece confusi, intrecciati come i ricci che aveva alla base del collo.
Comunque piacere io sono Mia” dissi, cercando di controllare il tono e tenerlo più neutro possibile.
Harry” rispose rialzando la testa e stringendomi la mano che gli avevo porto.
Sembrò freddo, quasi infastidito da quella mia audacia ma forse fu solo una mia impressione dato che subito dopo mi fece un sorriso.
Risposi con lo stesso gesto, sentendo il viso andarmi in fiamme e tornai al mio lavoro.
Allora cos’ha detto?” domandò subito eccitata Emma che aveva assistito alla scena da lontano.
Io continuavo a guardarlo, sembrava non essere scosso, ne provare nessun altro tipo di emozione, da quello che era appena accaduto; era tornato nella sua posizione, quasi come una statua.
Avrei potuto pensare che non fosse vivo se non avesse continuato a muovere la mano per scrivere.
Mia che ha detto??” domandò di nuovo con tono quasi duro.
Cose che già sapevo” risposi secca.
Cioè?” chiese ancora lei.
Che si chiama Harry”.
E tu non gli hai chiesto nient’altro??” si stupì.
Scossi la testa.
In effetti qualsiasi altro ragazzo avrebbe attaccato bottone, anche solo per fare due chiacchiere; invece lui era diverso, sembrava volesse rimanere solo nel suo mondo fatto di lettere e parole.
Avrei scoperto con il tempo tutto di lui, sfidai me stessa.
Il suo fare misterioso mi intrigava troppo, mi eccitava la mente a sapere di più su di lui senza che scoprisse il mio interesse.
Il mio passo l’avevo fatto.
Avrei indagato su di lui.
Non ero fatta per essere rifiutata, avrei scoperto i suoi punti deboli e l’avrei colpito proprio lì.
Mi serviva solo tempo e quel riccio sarebbe diventato mio!




Mia *lo so è in bianco e nero, usate un po' di fantasia xD*:

 

Writer's Corner:

Si l'ho fatto :D
Ho scritto una storia su Harry.
FINALMENTE!!!
Ne avevo il bisogno, vitale proprio!
Vi avviso, questo non sarà il solito Harry tutto cuoricini&sesso xD
Sarà diverso ma poi lo scoprirete da sole :3
Cosa ne pensate?! Lo so è solo l'inizio ed è corto ma spero di avervi incuriosito almeno un po' :3
Ditemi qualcosa in una recensione, anche negativa accetto tutto :D
Grazie mille per l'attenzione xD
Much Love!!!

 

Holkay xx

 

   
 
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