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Autore: EgoBrain    09/10/2013    0 recensioni
Sapete quel cassetto in cui archiviate tutti i pensieri?
E' dentro di voi, proprio come è dentro di me.
In fondo a destra, forse.
Contiene tratti di voi spesso dimenticati, o caduti nel pozzo dell'oblio.
Contiene ricordi amalgamati con la fantasia.
A volte ascoltando la musica si riesce a intercettarli prima che raggiungano questo posto nascosto e lontano.
Poi saranno pensieri liberi e non incatenati.
Saranno ricordi sereni e non turbati.
Saranno idee alate.
Una racconta di emozioni, sentimenti, frutti esotici e realtà distanti.
Semplici pensieri catturati prima che si liberassero dalla catena astuta della memoria.
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Tutto cominciò a diventare freddo intorno a me,come se il mondo intero stesse morendo. 
Ed effettivamente era proprio quello che stava accadendo. Dentro. 
Ma quello che si stava frantumando, compresi, non era mondo che eravamo abituati a vedere, ma l'altra sua faccia, quella che l'uomo aveva imparato a nascondere, seppur inconsciamente. 
Mi resi conto che tutto ciò che vedevo ogni giorno sarebbe rimasto, ciò che sarebbe scomparso erano i sentimenti, e l'amore, la purezza. Era proprio la caratteristica fondamentale del mondo in cui mi sarebbe piaciuto vivere, quella che si stava affievolendo fino a scomparire.
 
Riemersi del vortice di oscurità che mi aveva catturato, aprendo gli occhi. 
Eppure tutto era come pochi istanti prima. 
"Ti voglio bene" pronunciai quasi al vento.
E sentii un calore bramato ma pungente avvolgermi. 
Lui lo sapeva.
Lui si rendeva conto di ciò che pensavo, lo sapeva. 
Nonostante tutto, però, continuava a stare in silenzio.
Ogni volta che mi mostravo turbata lui taceva, semplicemente.
E mi lasciava parlare da sola, talvolta piangere, e non fiatava. Mai.
Sembrava fosse soltanto capace di dite 'ti amo', perchè lo ripeteva come un mantra appena smettevo di parlare. Poi mi baciava la fronte, e mi abbracciava. Faceva sempre così.
Per questo avevo cominciato a non parlare più di questi pensieri con lui.
Tuttavia loro mi cercavano, mi rincorrevano, mi asfissiavano. 
E così, ogni volta che ero con lui non riuscivo a pensare ad altro.
 
Io lo amavo. Ne ero certa. 
Perchè lui per me c'era sempre, anche se in silenzio, anche se ricolmo di frasi fatte, anche se sembrava non ascoltarmi. E ogni volta che ripeteva di amarmi io, come una debole, sorridevo.
Perchè lui era la mia ancora. Lui era la corda alla quale mi aggrappavo disperatamente per risalire dalle profondità del pozzo in cui ero sprofondata. Ma il suo silenzio mi stava annientando. 
Lentamente e inconsciamente, aveva innestato in me un meccanismo di autodistruzione.
Per questo era allo stesso tempo la mia salvezza e la mia condanna. 
"Ti amo" mi guardò dolce e mi baciò la fronte, come di consueto.
Richiusi gli occhi.
 
Questa volta ciò che mi risultò chiaro era cambiato. 
Il nero intorno a me era infinito e mi inquietava. Era la prima volta che ci facevo caso. 
Tutto il vuoto urlava silenziosamente una frase. 
Per la prima volta, dopo tutti quegli anni di caotica oscurità, riuscii a leggere il labiale di quella massa di tutto e nulla. In quel momento compresi di aver sempre dato un'interpretazione sbagliata a ciò che ero. 
Poi tutto tornò a essere freddo intorno a me, e finalmente capii che non era il mondo intero che stava morendo, ma solo ed esclusivamente io.
  
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