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Autore: perrysplugs    09/10/2013    4 recensioni
[Pierce The Veil, Sleeping With Sirens]«Sto per entrare, devo stare calmo, salire su quel maledetto palco e cantare. Nessuno se la prenderà con me e saremo tutti felici.» si ripetè Kellin. Stava per sfiorare un attacco di panico e lo sapeva, l’idea di scappare si insinuò nella sua mente un paio di volte, ma non poteva, era scappato per troppo tempo.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Allora, in genere non mi faccio sentire sopra, ma sotto, e anche stavolta non sarà diverso. Sono qui solo per consigliarvi di leggere il capitolo con "Deja Vu" degli sws di sottofondo. Ok, torno nel mio angolino, scusate per la distrazione. Buona lettura c: (?)

Fuentes ti conviene chiudere le finestre se non vuoi che tutto il quartiere ti veda ballare le canzoni degli All Time Low senza dignita dal marciapiede di una delle più prestiogiose strade di Portland.
 
Aspetta Kellin ma che cazzo? Dove sei?
 
Affacciati ballerino.
 
Dopo questo confuso scambio di messaggi Vic si affacciò alla finestra e quasi cadde dal primo piano nel vedere Kellin giù, che lo salutò con il gesto di due dita dalla tempia. Diamine, era bellissimo. I suoi capelli erano cresciuti ancora, gli arrivavano praticamente alle spalle ora, se solo li avessi tinti di nuovo tutti di nero sarebbe stato ancora più mozzafiato, ma per fortuna le ciocche castane quasi non si vedevano più. Aveva il cappello nero che aveva indossato in un’intervista insieme e con la Jardine, Vic ricordava di avergli consigliato personalmente di indossare quel cappello.
 
«Sei bellissimo oggi Kellin, ma con la maglia a righe io ci vedo .. uhm – disse frugando nella borsa con i cappelli del pià giovane – questo! Ti starebbe benissimo. » e glielo passò delicatamente.
 
Era vestito in maniera semplicissima, pantaloni stretti attillattissimi, maglia scollata azzurra e toms. Aveva sempre trovato quelle scarpe orribili, ma su Kellin, oh su Kellin avevano un fascino particolare. Il suo ex ragazzo gli sorrideva come se sapesse qualcosa che non dovrebbe sapere, sembrava una versione moderna e più figa della Giocanda, l’avrebbe chiamato Kellin Lisa Quinn. Ok, Vic si ricompose e gli regalò lo sguardo più interrogativo che gli riuscì sporgendosi forse un po’ troppo dalla ringhiera del balcone.
«Allora stronzo, mi fai salire o vuoi che ti canto la serenata?» chiese il giovane ridendo.
«N-no, puoi salire, chiedi della camera 311. Dovrebbero darti la seconda chiave. T-ti aspetto.»
Che cazzo ci faceva lì Kellin? Non lo sapeva, si aspettava che non l’avesse mai più voluto vedere, eppure era lì, bellissimo, sorridente. E .. Jaime era partito. Cazzo, ora era tutto chiaro. Adesso Kellin sapeva tutto perché il suo bassista aveva deciso che non gli andava bene quello che faceva. Aveva trent’anni e ancora non poteva prendersi le responsabilità delle sue decisioni: il fratellino che gli faceva la morale sulla sincerità, un ventisettenne che “rimediava ai suoi errori sentimentali”. Amici miei, e fatevi un po’ i cazzi vostri.
Nel frattempo però si calmò perché qualcuno stava entrando e lui stava ancora girando in tondo con la faccia incazzata.
«Kellin io .. » esordì, pensando a qualcosa di geniale da dire per esordire, ma un lungo dito affusolato gli si posò sulle labbra carnose. «Lascia parlare me.» disse il più giovane, per poi continuare: «So tutto, e la colpa è solo mia, non ero ancora pronto, credevo di esserlo, e ho scaricato tutto su di te. Non lo meriti. Ora sono più forte, questa “rottura” mi ha fatto rialzare quando non credevo nemmeno di essere caduto, e ancora una volta devo ringraziare te Vic. Posso essere l’unica speranza per te? Perché tu sei l’unica speranza per me.»
«Beh Kell, il punto però è che non volevo, non voglio e mai vorrò farti del male. Non possiamo strare insieme, anche se tu lo vuoi, anche se io lo voglio, noi non possiamo. Ti sei già dimenticato come piangevi senza motivo quando eravamo insieme? Come ti estraniavi dal mondo quando non ero con te? Le prove saltate, i concerti andati male, le telefonate perse. Io non posso farti questo.»
«Sta diventando più dura andare avanti Vic, senza di te non mi reggo in piedi quando sono solo, mi sento piccolo e tremo, tremo senza un perché. A questo punto però dovresti dirmi qualcosa del tipo Ti stringerò forte e ti mostrerò che non sei distrutto o qualcosa di simile, non so, tanto per dirne una.» concluse cantando e ridendo Kellin.
«Devo cantarti la tua intera discografia Kellin?» rispose l’altro scherzando a sua volta.
«Non lo so, potresti, ma non so come ricambiare, io la tua non la conosco molto bene.» disse Quinn continuando lo scambio di battute e avvicinandosi pericolosamente al ragazzo e sorridendogli a due centimentri dal volto.
«Mmh no, non posso, meriti molto di meglio.» e si voltò sensibilmente dall’altro lato.
«Sai cosa? Sembra di essere tornati all’inizio, a quando non ero abbastanza semplice per te. E sai un’altra cosa? Avevi ragione, è per questo che hai mollato. Ma non mi arrabbio, non posso, perché il mio cuore è con te, ti amerò fino alla vera fine. Ricordatelo e basta, così magari ti accorgi che per te è lo stesso, lo ammetti, vieni da me e chiariamo una volta per tutte. Io non ho voglia di rimanere con te a discutere di cose che vuoi evitare. A quando caccerai le palle Fuentes.» concluse con un inchino Quinn, dimostrandosi ancora una volta un uomo coraggioso, orgoglioso e onorevole, nonostante le sembianze da ragazzina e ciò che le malelingue dicevano e avrebbero sempre detto. “Kellin Quinn la checca viziata.” Oh no, lui non aveva bisogno di questo tipo di finti fan, lui aveva bisogno dei ragazzi che lo avrebbero sempre sostenuto, anche quando ci sarebbe stato da correggerlo. I suoi fan, la sua famiglia, la sua band, e anche Victor, ci sarebbero sempre stati per lui. Lo sapeva. Nel frattempo era arrivato alla porta e stava per aprirla, ma delle braccia lo inchiodarono lì, lasciandolo incapace di muoversi e riflettere.
Vic lo fissava serio, e dopo aver preso un lungo respiro gli chiese forte e chiaro: «Perché scappiamo dalle cose da cui siamo spaventati?».
«Non lo so Fuentes, sei tu che devi dirmelo, sai che fuggire non è nel mio stile.» rispose il giovane accentuando la malizia nei suoi occhi con la voce.
E Vic si sporse, avvicinando il naso a quello di Kellin, inclinò la testa e rimase così per un secondo, respirando piano, fissandolo con gli occhi chiusi e le labbra contratte, pronte per quel bacio. In quel momento era come se nella sua mente ci fosse un coro di gente soddisfatta di quello che stavano per fare, una melodia celestiale fatti dalle chitarre e dalle tastiere delle loro serenate improvvisate, dai rumori della pioggia misti a risate di quando erano fuori a passeggiare e fare gli stupidi e iniziava a diluviare e dovevano correre all’albergo con le scarpe da ginnastica zuppe, dai bicchiere che tintinnavano di quando brindavano in compagnia, dalle parole incomprensibili ma piene di amore che Kellin sussurrava nel sonno. E in quel momento le loro labbra si schiusero, le loro lingue si cercarono, i loro sospiri si sincronizzarono e tutto fu perfetto.


e rieccomi! ok, scusate l'assenza prolungata, ma y'know, la scuola cc
bene ehm, allora io non so cosa commentare sotto questo capitolo, solo "BITCHES, THEY'RE TOGETHER AGAIN!"
detto questo ehm, ho messo davvero troppe citazioni, i'm so sorry, ma stavo sentendo With ears to see and eyes to hear e volevo condividere la perfezione di quell'album con voi perciò di nuovo sorry. Continuo a ringraziare tutte voi, per le letture, le recensioni e tutto, davvero. Al prossimo capitolo, Vì :3
  
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