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Autore: remsaverem    04/04/2008    4 recensioni
Un pericoloso s.i. torna dal passato di Gideon e rapisce Reid.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jason Gideon, Spencer Reid
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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[FANFICTION SCRITTA DA GLENDA E REM]

[FANFICTION SCRITTA DA GLENDA E REM]

“GIDEON!”

Reid si era svegliato di colpo, facendo sobbalzare Morgan, che si era assopito con il capo appoggiato alla parete.

Io ho sentito la voce di Gideon! Era lì...e...e c’era anche l’SI!”

Facendo leva su un gomito, cercò di tirarsi su, ma Derek lo bloccò prontamente, costringendolo a rimanere disteso. Il suo sguardo era lucido, ora: per quanto fossero passate solo alcune ore, sembrava essere ben presente, e, a dedurre da ciò che aveva appena detto - si disse Morgan - ricordava anche particolari che a loro erano ignoti.

Particolari che potrebbero aiutare Gideon - pensò. Ma l’amico era ancora debole: i medici lo avevano salvato per miracolo, e Hotch gli aveva raccomandato di aver cura di lui. Doveva stare fermo e riposare.

“Non è il momento, Reid”

“Certo che è il momento.” sentenziò il giovane, fissandolo deciso negli occhi e tirandosi di nuovo su a sedere “Lui gioca con il tempo. Non possiamo sprecarlo”

Morgan si domandò come facesse a dare così per scontato che Bird fosse libero, che non fossero riusciti a prenderlo, benché lui fosse lì, sano e salvo. Per un momento desiderò chiederglielo, ma poi di disse che doveva averglielo fatto capire lui: con il suo atteggiamento, coi suoi sguardi. Reid era un profiler eccezionale. Quanto Gideon. Forse anche di più. Da quando lui se ne era andato, era come se si fosse assunto l’incarico di prendere il suo posto, e lo faceva con quella genialità tutta sua, che riusciva sempre a lasciarli a bocca aperta.

“Dov’è Gideon?”

Si aspettava quella domanda. L’aveva prevista nel momento stesso in cui l’amico si era svegliato. Mentirgli sarebbe stato inutile. Forse anche ingiusto. E, comunque, Reid avrebbe scoperto la verità nel giro di qualche minuto.

“Bird...” si interruppe, ricordando che il collega non conosceva il nome dell’uomo “l’S.I...Gideon lo ha convinto a lasciarti libero con l’offerta di uno scambio di ostaggi. E’ con lui, adesso. Da qualche parte. Hotch e gli altri lo stanno cercando”

Reid rimase un attimo in silenzio, lo sguardo pensoso, come quando si concentrava su qualcosa e poi saltava su con una delle sue citazioni. Non ebbe reazioni emotive, non si spaventò, non cambiò espressione, non divenne triste.

Guardò Morgan negli occhi e disse:

“Bene. Allora troviamolo”

Prima che il collega avesse il tempo materiale di accorgersi del gesto e di fermarlo, afferrò l’ago della flebo e se lo sfilò dal braccio, poi riservò lo stesso trattamento ai cavi di monitoraggio.

“REID!” Morgan lo afferrò per le spalle “SEI IMPAZZITO?”

“Per niente” sentenziò lui “mai stato più lucido. E tu adesso mi porti fuori di qui ed andiamo da Hotch e gli altri”

“SPENCER!” la voce di Morgan era un misto di risolutezza e di sorpresa “STAVI PER MORIRE! Ti rendi conto che sei vivo per miracolo?!? So bene che sei preoccupato per Gideon, ma non c’è nulla che tu possa fare, che non siamo in grado di fare anche noi!”

Reid afferrò i polsi di Morgan: le sue mani erano ancora serrate sulle sue spalle.

“E’ qui che ti sbagli” disse, fissandolo con una sicurezza di sé che lo spiazzò “Voi avete bisogno di me. Io posso...Io ho fatto il suo profilo

Stavolta, le mani di Derek scivolarono inermi lungo i fianchi.

“Tu...hai...?”

“Ho fatto il suo profilo” ripeté Reid, deciso “So perché uccide, e credo di sapere cosa ha scatenato tutto. Se mettiamo insieme le informazioni, credo di...” socchiuse gli occhi. Gideon aveva bisogno di lui. Gideon. “...sono sicuro di trovarlo”

Morgan lo guardò con una dolcezza profonda, e al tempo stesso con un’ombra di timore: con che coraggio lo avrebbe aiutato ad alzarsi, sostenuto per quei corridoi, fatto salire in auto, portato al quartier generale...a lavorare...in quelle condizioni? Sembrava così fragile, così debole, ancora...

Ma d’altra parte, negargli questo avrebbe significato venir meno a tutto ciò in cui credevano: il loro spirito di squadra, la fiducia che si concedevano reciprocamente, ed anche...anche il principio per cui bisognava fare tutto il possibile per riuscire a salvare un collega. Se poi il collega era Gideon, Derek sapeva di non poter addurre una sola motivazione per tenere fermo Reid.

Avrebbe avuto cura che non si affaticasse...sarebbe stato attento a lui...e poi lo avrebbe riportato in ospedale prima possibile...

“D’accordo, ragazzo, vieni qua...” disse, afferrandolo da sotto le spalle e aiutandolo a tirarsi in piedi “facci vedere quanto sei geniale!”




Quando riaprì gli occhi si trovò al buio. L’oscurità lo avvolgeva completamente, ma non era bendato.
Era ammanettato questo sì.
Cercò di calcolare quanto tempo era rimasto incosciente, ma era impossibile e rinunciò in fretta. Ad ogni modo, se Bird aveva rispettato i patti adesso Reid era al sicuro. Solo questo contava.
E inoltre poteva contare sulla sua squadra, erano bravi e adesso avevano a loro favore il tempo, l’avrebbero trovato, altrimenti…
In quel momento udì uno scricchiolio e un fascio di luce inondò la stanza.
“Buongiorno Gideon, come stai?” domandò Alan Bird con un vassoio in mano.
“Poteri risponderti se sapessi che è davero giorno, ma così sai...” e con la testa accennò all’oscurità circostante “dimmi Alan, tratti così tutte le tue vittime o io sono un caso speciale?”
“Tu non sei una vittima Jason” rispose Alan serafico, depositando a terra il vassoio.
“Ah no?’”.
“No” ribattè Bird convinto.
“Hai intenzione di uccidermi Alan?” fece Gideon osservandolo attentamente.
L’uomo non rispose, continuando a trafficare col vassoio.
“Se non ti darò le risposte che vorrai…” continuò Gideon per stuzzicarlo “farai come con Reid!”.
Bird si tirò su “adesso smettila! Non ho intenzione di parlare ancora di quel…quel…”.
“Spencer Reid, un agente del nostro dipartimento, un…”
“Smettila, basta” gridò di nuovo Alan.
, allora, cosa volevi dirmi?” riprese Gideon dopo un momento di silenzio “adesso sono qui, a tua disposizione. Hai fatto tanto per avermi. Dovevi avere qualcosa di molto importante da chidermi”.
“devi mangiare” bofonchiò Bird.
“cosa c’è? Hai paura di farmi quella domanda? O forse hai paura della risposta eh?”
“No, non ho paura” rispose deciso Alan. Detto questo chiuse la porta dietro di sé con un gesto secco.

  
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