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Autore: beky2004    11/10/2013    0 recensioni
Una vita rovinata.
Un passato oscuro.
Una decisione.
Un sogno.
Un ragazzo.
Una storia.
Anita Bloom. Niall Horan.
Una storia d'amore
Un segreto, che cambierà ogni cosa.
Genere: Dark, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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FF- Belive in your Dreams
Capitolo 3-  I LOST
I giorni passavano.
L’angoscia saliva.
Avevo paura di quel 28 Giugno.
Paura di non so cosa.
Continuavo a ripetermi di stare calma. Di rilassarmi.
Infondo sarebbero stati solo 2 giorni, e poi sarebbe ritornato tutto alla normalità, Giusto?
Non sapevo cosa rispondermi. Ero nel panico totale.
 
Una mattina mi alzai più presto del solito. Mi cambiai cercando di non far rumore per non svegliare Susanna. Erano ormai gli ultimi giorni di scuola, e poi sarebbe iniziata l’estate.
Già. Gli ultimi giorni di Carcere.
Quell’edificio brutto, grigio, spento.
Quell’edificio dove ,più di 400 ragazzi, passavano mattine intere a studiare ad imparare.
Già. La scuola.
Per me era un inferno, ecco perche la chiamavo -Carcere-
Tutti Lì dentro mi odiavano. O almeno io credevo mi odiassero.
Non so se sinceramente si trattava di odio, so solo che per tutti io non esistevo.
Anita Bloom?
era solo un nome, comune, come tutti gli altri.
C’era chi non mi considerava, e chi invece mi torturava.
Soliti bulli, soliti ragazzini idioti che non avevano nulla da fare, se non rendermi la vita un inferno, più di quello che era già.
Ero al terzo anno, al liceo linguistico.
Amavo le lingue, ero molto brava a scuola. Parlavo inglese, e Francese, e stavo studiando tedesco e spagnolo.
 
 
Quella mattina, erano le 6.30.
L’autobus passava alle 7.00, così andai piano verso la cucina, temporeggiando
Mi preparai una colazione veloce, misi la merenda dentro lo zaino, e mi sedetti sul divano.
Presi una rivista di Gossip.
Sfogliai, disinteressata quelle nuove pagine, fresche di stampa.
Riuscivo a vedere a mala pena qualche immagine, e qualche titolo, ma non di più.
Ad un certo punto mi soffermai a guardare una pagina con un titolo bello grande, e con una foto immensa al centro.
PRONTI PER IL GRANDE CONCERTO?
TANTO ATTESO PER LE FANS, IL 28 GIUGNO.
GRANDE GIORNO PER CHI AMA GLI ONE DIRECTION.
 
Tu-tum
Tu-tum.
 
Il mio cuore perse due colpi. Restai meravigliata. Non potevo credere che avevano riscontrato così tanto successo in pochi anni.
-Mi fate schifo- Pensai tra me e me.
-Piccola, non dire così, mi offendi sai?-
Eccola la sua voce.
Quella voce che mi tormentava.
-Lasciami in pace-
Dissi secca. Mi sentivo così stupida a parlare da sola.
-Perche non dici mai il mio nome?- Mi chiese lui
-vuoi sapere il perche? Mi fai così schifo che a pronunciarlo mi viene la nausea-
Tutte cavolate.
In realtà non volevo dire il suo nome, perche quando lo dicevo mi sentivo male.
quel nome mi distruggeva, non lo pronunciavo da 3 anni, e non avevo intenzione di ricominciare a rifarlo.
In nostro era un segreto. Un segreto banale, inutile.
Nessuno sa che io e lui eravamo migliori amici. Nessuno. Nemmeno lui, perche se ne era dimenticato.
-Anita, perdonami.- mi implorò
-No, Troppo tardi. Dovevi pensarci prima. E poi sei solo una stupida voce nella mia testa, non sei reale, non ti incontrerò mai.-
Dissi io, cercando di convincere più me stessa che lui.
-Ti sbagli. Dai il tempo al tempo, e vedrai che diventerò il tuo presente.- Sussurrò piano
-anche tu ti sbagli, tu sei solo il mio passato. Un lurido, e odioso passato.- Gli risposi io.
Restai lì a fissare il vuoto di fronte a me, fino a quando a farmi tornare nella realtà ci penso un fastidioso Clackson.
 
Mi presi un mezzo accidente.
Mi girai di colpo lasciando cadere la rivista.
Dalla grande e luminosa finestra della sala, si vedeva uno sporco Pullman giallo, in moto di fronte alla fermata davanti a casa mia.
-Oh cazzo- pensai.
Mi alzai di scatto, con una corsa fulminea, piombai in camera mia, afferrai lo zaino appoggiato sul letto.
Lo tirai con forza, e per sbaglio feci cadere la scatola, con tutte le foto.
Buttai un occhio a terra, e vidi una fotografia di quando io e lui eravamo piccoli, a Mullingar. La raccolsi e la infilai frettolosamente dentro lo zaino. Poi volai giù dalle scale, e uscii fuori .
Iniziai a correre come una matta per raggiungere quello stupido Pullman, sbracciandomi e urlando.
Riuscì a salire, mentre tutti mi fissavano e ridevano
Mi vergognavo troppo.
Avanzai per lo stretto corridoio, tra le poltrone,cercando disperatamente un posto libero. Lo trovai quasi in fondo. Perfetto.
Mi buttai esausta su quel vecchio sedile.
Sbuffai.
Infilai la mani nella taschina del mio zaino. A tastoni cercai l’ipod.
Misi le mie amate cuffie, e premetti il tasto Play.
In un secondo tutto ciò che c’era intorno a me svanì, nel nulla totale.
La musica.
Ecco ciò che mi rendeva felice.
Ecco ciò che guariva parte delle mie ferite.
Appoggiai la testa al vetro, mentre canticchiavo nella testa il ritornello di una vecchia canzone.
Chiusi gli occhi e sospirai.
 
Dopo nemmeno cinque minuti, il pullman si bloccò di colpo, facendomi rimbalzare in avanti.
Classico.
L’autista lo faceva sempre.
Quello era un matto.
Nessuno gli rivolgeva mai la parola, tutti avevano paura di lui.
A me più che altro faceva pena.
Era un vecchio, solitario, che parlava da solo.
Delle volte pensavo a quanto ci si possa sentire soli, nelle sue condizioni.
E pensavo che  forse da una parte potevo capirlo.
Riguardai fuori.
Non mancava molto.
Dal vetro sporco potevo intravedere quella vecchia e malinconica scuola.
Un brivido mi percorse la schiena.
Non volevo andarci.
Avevo paura.
L’autista, con un cigolio, bloccò il pullman.
Tutti iniziarono ad uscire, facendo un grande chiasso.
-3,2,1 Ecco che inizia l’inferno-  pensai tra me e me.
Sbuffando uscii anche io, in quella grande confusione.
 
Procedevo dritta, senza voltarmi, con passo svelto e deciso.
Il mio obbiettivo? Era quello di arrivare in classe senza incontrare ne Alissa,ne Zayn i miei miglior nemici.
Impossibile purtroppo.
Avanzai per il grande cortile, pieno di persone che chiacchieravano allegramente.
Cercai Maddy con lo sguardo, in mezzo a quel mare di studenti.
Non la trovai.
Continuai a camminare in direzione dell’ingresso,sperando di arrivarci il prima possibile, senza incontrare nessuno
Una richiesta troppo grande forse, perche mentre stavo per entrare una voce femminile, che conoscevo fin troppo bene e che odiavo,mi chiamò.
x- oh, eccola qui… ma buongiorno Bloom- mi disse.
Feci finta di nulla, cercando di rimanere calma e di contare fino a 10. Non mi voltai nemmeno. Quella voce si riconosceva anche a chilometri di distanza. Era Alissa.
Ragazza ricca, bella, popolare, piena di ragazzi, piena di amiche, rifatta dalla testa ai piedi
Alissa- be, perche non rispondi? Adesso oltre ad essere diventata cieca sei anche sorda?- ci fu un ridolino da parte di tutto il gruppo che si era creato intorno a noi
Lei mi prendeva sempre in giro perche portavo gli occhiali.
Mi aveva rotto con tutte quelle sue battutine del cavolo.
Mi girai stringendo i pugni, perche la voglia di tirargli uno schiaffone era tanta.
Io- Mi lasci in pace? Oppure la chirurgia plastica ti ha dato alla testa?-
Gli chiesi ironica, guardando tutta la gente intorno a noi. Accanto a lei c’era Zayn. Alzò un sopracciglio. Faceva paura, da quanto era alto, muscoloso.
Z- Bloom, ti conviene stare calma, altrimenti sai che fine fai vero?- Disse lui cercando di farmi paura.
Un brivido mi percorse la schiena, al ricordo di quella volta che mi avevano chiuso nel bagno per quasi due ore.
Non risposi.
Mi girai dall’altra parte e avanzai un passo verso l’ingresso della scuola.
Iniziai a camminare.
Ero a metà, mancava poco e sarei entrata.
Mancava poco e sarei stata finalmente in pace.
Avanzavo a passo lento, ignorando i vari commenti delle persone.
Ad un certo punto sentii strattonarmi per un braccio.
Una stretta, dolorosa e forte.
Mi voltai di scatto.
A pochi centimetri da me c’era Zayn, quello sbruffone.
Il suo profumo mi avvolse, lasciandomi senza fiato.
Lui era del quinto anno.
Era il ragazzo più temuto della scuola ed era fottutamente carino.
Aveva i capelli corti, castani scuro, quasi neri, con un ciuffo lungo e biondo.
Mi fissava, pieno di odio.
Era a pochi centimetri dal mio viso.
Mi persi in quei suoi occhi color nocciola.
Iniziai a tremare.
La sua stretta era decisa, forte.
Mi ricordava tanto quell’idiota dei cantati dei One Direction, si chiamavano allo stesso modo, ed erano deficienti allo stesso modo.
Z- Dove credi di andare?- mi chiese con voce secca.
Non riuscivo a parlare, ero bloccata.
Non facevo altro che fissarlo negli occhi.
Strinse la presa attorno al mio braccio, facendomi urlare dal dolore.
Io- CRETINO MI FAI MALE MOLLAMI-
Urlai dimenandomi.
Ma cosa avevo detto?
Troppo tardi.
Quelle parole mi uscirono d’istinto.
Lui digrignò i denti e strinse i pugni.
Mi faceva paura.
Alissa, dietro di noi, fissava la scena divertita.
Zayn fece un sorrisetto e con forza mi spinse indietro, facendomi cadere di schiena, e calciando il mio zaino per aria, che sia aprii facendo volare per aria. tutte le mie cose.
Mi sbucciai un ginocchio, e tutto il braccio.
Volevo scoppiare a piangere.
Tutti iniziarono a ridere, prendendomi in giro.
Z-  Prova un’altra volta a dire quello che hai appena detto, e ti spacco la merda di faccia che ti ritrovi.- Urlò insultandomi.
Pugnalata al cuore.
Ci ero abituata ormai.
Mi dicevano anche di peggio alle volte.
Ansimavo a terra.
Chiusi gli occhi.
Le ferite mi facevano un gran male, ma non quanto la ferita che si era aperta sul mio cuore, quando vidi volare a terra la fotografia mia e del mio ex-migliore amico.
Alissa avanzò verso il mio zaino, si chinò e raccolse la foto.
Sgranai gli occhi, incredula.
Io- LASCIALA A TERRA- gridai.
Alissa- Oh, perche?
Intanto Maddy mi raggiunse aiutandomi ad alzarmi.
Andai piano verso Alissa.
Io- Lasciala- dissi con tutta la calma che riuscì a trovare dentro di me
A- Perche dovrei? E’ così importante per te?
Io- Cosa ti interessa?
A- Oh nulla. Dato che non vuoi dirmi cos’e posso anche strapparla allora- Disse con aria di sfida, Sventolandomi la foto davanti agli occhi.
Non potevo dirglielo.
Era un segreto, non volevo.
Sentii raggelarmi il sangue.
Alissa- quindi, mi dici chi sono questi dolci bambini in un parco?- disse ironica, afferrando la fotografia con due mani.
Io- N-nessuno, non sono nessuno- balbettai io.
Alissa-  Bugiarda, dimmi chi sono-
Io-NO
Lei mi fece l’occhiolino, e poi iniziò a strappare il bordo, di quella che era la cosa più importante che possedevo.
Io- NOOO FERMA- Urlai saltandogli letteralmente  addosso.
Tutti i presenti si zittirono, Maddy si precipitò su si me, trattenendomi per le braccia e tirandomi indietro.
Troppo tardi.
Alissa Iniziò a strappare quel ricordo in mille pezzi, davanti ai miei occhi.
Ogni volta che un frammento della foto cadeva a terra, un pezzo del mio cuore si staccava, dolorosamente.
Iniziai a piangere.
Alissa-  Ops, non l’ho fatto apposta.-
 Disse lei incrociando le braccia.
Io- TI ODIO- Urlai, singhiozzando
Lei si fece seria e con aria di sfida si avvicinò a me.
Maddy- Allontanati deficiente, non vedi cosa hai fatto? Hai frantumato una foto, per lei importante.- Le disse Maddy difendendomi.
Alissa- oh, poverina, mi dispiace… Ora mi dici chi c’era in quella foto?
Non avevo parole. Avevo gli occhi chiusi, mentre le lacrime mi scorrevano veloci per il viso.
Maddy mi lasciò andare.
Feci un passo avanti.
Mi inginocchiai, e provai a raccogliere quei frammenti, ormai andati perduti.
Una raffica di vento mi scompigliò i capelli.
I pezzi rimasti a terra, volarono via, insieme a tutti i ricordi che mi rimanevano di lui.
Dai pochi ritagli che avevo tra le mani, potevo distinguere ancora il suo dolce viso angelico, i suoi occhi infiniti, il suo bellissimo sorriso e I suoi fantastici capelli biondi.
Mi alzai piena di odio.
Piena di rabbia.
Strinsi i pugni,
Alissa-  Dimmi chi e’- mi ordinò con aria dura
Io- Vuoi sapere chi e’?- Urlai con tono di sfida.
No, non potevo dirglielo.
La mia testa mi diceva una cosa, mentre il cuore un’altra.
Sentivo rimbombare il suo nome, sentivo voci su voci che mi ripetevano di urlare al mondo intero come si chiamava il mio migliore amico.
Alissa- oh, comunque posso immaginare chi era. Era uno dei tuoi stupidi amichetti quando anche da piccola eri una troia, come tua madre.-
Non ci vidi più.
Ma come si permetteva?
Sentii la rabbia salire, e da quel punto scoppiai.
Ricominciai a piangere.
Io- SEI TU LA TROIA, SEI TU UNA DEFICIENTE. MI FAI SCHIFO. TI AUGURO IL PEGGIO, DOVRESTI SCOMPARIRE DAL RESTO DELLA TERRA. TU NON SAI NULLA DI  ME, NIENTE. NON MI PUOI GIUDICARE. NE ME, NE MIA MADRE.
 LUI CHI ERA? ME LO CHIEDI? VUOI SAPERLO? LUI ERA NIALL JAMES HORAN.
urlai con tutto il fiato che avevo.
Quelle parole mi rimbombavano in testa.
L’avevo detto.
Avevo detto tutto.
Avevo pronunciato il suo nome.
Quel odioso nome, quello che non pronunciavo da anni.
Quello Sarebbe stato l’inizio di un incubo, lo sapevo.
Avevo rivelato ciò che doveva rimanere segreto, ciò che era proibito.
Alissa spalancò al bocca.
Zayn- c-cosa? Quel frocio dei One Direction? HAHAHAHA-
Zayn scoppiò a ridere, continuando a prendermi in giro.
Io non lo ascoltavo nemmeno.
Fissavo il pavimento in cemento, sotto di me.
Fissavo il vuoto, alla ricerca di una risposta, di un segno, di un qualcosa.
Nulla.
Nemmeno la sua voce.
Continua…
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Spazio alla scrittrice.
Ciao a tutti <3 ecco il nuovo capitolo della mia FF-
Se avete piacere, lasciate una recensione, a me farebbe più che piacere <3 Grazie
-Rebecca
  
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