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Autore: Kurei Scarlet    12/10/2013    1 recensioni
Due ragazze di Shibuya, Scarlet e Kurei, si devono trasferire ad Ikebukuro per problemi finanziari. Ma è proprio lí che la loro vita cambierá: incontrano diversi personaggi che sono di nostra conoscenza...
Genere: Avventura, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Izaya Orihara, Nuovo personaggio, Shizuo Heiwajima, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era passata ormai la mezzanotte. Scarlet attendeva ancora la sua amica nell'appartamento. Forse non riusciva a trovarlo? Continuava a pensare, ma era certa di averle descritto chiaramente nell' sms di quattro ore prima. Stava pensando di andare a cercarla. Dopo un rapido cambio di vestiti, stava per aprire la porta quando invece ci sbattè contro. Kurei era arrivata, tutta sorridente e con gli occhioni che sbrilluccicavano.

- HO TROVATO UN LAVORO!! – urlò a pieni polmoni.

Restò delusa quando, guardandosi intorno, non trovò nessuno.
- Scarlet...sei in casa? – domandò. Come risposta ebbe un grugnito.

- Sono qui sotto, genio…!  -
Kurei abbassò lo sguardo.

– Ah. Chiedo perdono! –

Scarlet si rialzò lentamente con la fronte gonfia e dolorante. Non ci vollero che pochi secondi per togliersi uno sguardo omicida dalla faccia, cambiandolo con il solito "kawaii".

– Che genere di lavoro hai trovato? –

- Non è proprio un lavoro. Diciamo che… a volte non è nemmeno molto legale… -

- Ah… E quindi? –

Kurei sbuffò e raccontò l'accaduto all'amica, ma non fece in tempo a finire perché Scarlet si addormentò sulla poltrona del soggiorno, con aria beata.

- E vabbè – pensò Kurei con aria contrariata, mentre coprì l'amica con una coperta.

- Vorrà dire che non lo scoprirai mai… eheh –

 

                                                                                    ***

 

Kurei poteva dirsi piacevolmente sorpresa: era passato soltanto un giorno dalla sua nuova  decisione di lavoro e già aveva un cliente. A quanto pare il tipo misterioso incontrato nel vicolo era rimasto soddisfatto delle sue informazioni e l’aveva consigliata a un amico.
La cosa che non la convinceva per niente però era questa: come aveva fatto il nuovo cliente a rintracciarla?
Lei non aveva dato né email, né cellulare. Pensò che probabilmente il tipo del vicolo aveva detto al cliente di cercare una ragazzina sui sedici anni.
Ma cosa aveva lei di diverso dalle altre ragazze?
Capelli lunghi e neri? Ce li avevano quasi tutte.
Fisico abbastanza slanciato? Di nuovo, quasi tutte lo avevano.
Forse gli occhi eterocromici: uno verde e uno marroncino, tendente al rosso.
Scacciò via tutti quei pensieri con una scrollata di spalle. L’importante è che aveva un cliente. Quella mattina si era svegliata presto, con l’intenzione di fare un giro per Ikebukuro. E con “ fare un giro per Ikebukuro” intendeva conoscere quanto più possibile i segreti sulla città e i suoi abitanti.
- Ma prima – si disse, - Caffe! –

Entrò quindi un bar alla fine della strada che conduceva al suuo appartamento. Non c’erano molti clienti, e dai pochi presenti Kurei riuscì a capire che erano tutti abituali.
Due vecchi che parlavano di sport al tavolo in fondo all’edificio, una donna tutta agghindata che parlava della sua vita sentimentale con quella che doveva essere una sua amica, che più che ascoltare si guardava le unghie.
Un altro tavolo era occupato da un uomo di mezza età, mentre al bancone c’era soltanto un ragazzo con un cappotto pieno di pelliccia marroncina.
Kurei si avvicinò per ordinare.
- Un caffè semplice da portare, grazie- chiese alla commessa.
- Arriva subito! – rispose pimpante lei, e sparì nella porta dietro il bancone.
Il ragazzo col cappotto affianco a lei scosse lievemente la testa.
- Fossi in te l’avrei preso macchiato. Molto meglio. -
La ragazza si voltò verso di lui, ma questi aveva il volto in gran parte coperto dalla pelliccia. Comunque dal fisico e dalla voce, riuscì a capire che si trattava di un ragazzo sulla ventina.

- Sarà per la prossima volta. – promise infine lei.
-  Perfetto. -

Proprio in quel momento, la porta a vetri del bar si aprì ed entrò un uomo grassoccio e affannato sulla cinquantina. Si guardò spaesato intorno, come se cercasse qualcosa di preciso, finchè i suoi occhi porcini non si posarono sulle due figure al bancone. Si diresse velocemente verso i due ragazzi, fermandosi proprio dietro di loro e franeticando qualcosa tipo:
- Ho bisogno delle informazioni. Ci mettiamo d’accordo per l’incontro? -
Entrambi i diretti interessati si voltarono.
- Dica- dissero all’unisono.
Silenzio imbarazzato di due minuti. Poi il tipo con il cappuccio si voltò verso Kurei e lei vide.
Vide i suoi occhi di un rosso intenso e uno sguardo furbo e manipolatore, un sorriso malevolo appena accennato. La pelle era di un bianco chiarissimo e il viso sottile e ben delineato.
Se la perfezione non esisteva, lui ci andava vicino.
Eppure la ragazza riuscì a riprendersi.
- Scusi probabilmente avrà scambiato questa persona per un suo conoscente, ma vede, lui è un mio…ehm…cliente. – Disse in tono più convincente possibile.
Il ragazzo sorrise. Perché rideva?
- Siete carini voi umani quando cercate di nascondere qualcosa. -
Kurei ricambiò il sorriso e si appoggiò con i gomiti al bancone.
- E dimmi… chi ti dice che io sia umana? -
Mr. Pellicciotto avvicinò il suo viso a quello della ragazza che , ovviamente, fece di tutto per non arrossire.
- Umana o no- le sussurrò, - quello è un mio cliente. -
Fu una fortuna che il grassoccio parlo perché era rimasta inibita.
- Ehy, Ehy, non sono venuto qui per litigi di coppia. Se ne avessi voluti sarei corso a casa d amia moglie.- Entrambi gli informatori cercarono di dimenticare la parte “ litigi di coppia”, o almeno Kurei.
- Ho contattato entrambi- spiegò l’uomo. – Ho bisogno di più informazioni possibili.
L’incappucciato si rivolse di nuovo alla ragazza.
- Tu sei un’informatrice? -
Si vedeva lontano un miglio che cercava di trattenere una risata. Fu così che la nuova arrivata in campo di  informazioni esplose.
Prese per il colletto del giacchino il ventenne e scandendo bene le parle, mormorò a pochi centimetri dal suo bel visino:
- Questo-ti-crea-problemi? -
Lui non parve affatto spaventato, anzi sembrava compiaciuto.
- Certo che no. -
- Bene!-

Solo in seguito si ricordarono che avevano un cliente davanti a loro.
- Perfetto! Avete finito la litigata. Beh dalla scenetta di oggi ho capito che è meglio se lavorate da soli. Conoscete già luogo e orario. –

Detto ciò, si avviò di nuovo di corsa fuori dal bar.
- Tsk…ma chi si crede di essere quel tipo?- borbottò Kurei.
- Un cliente è un cliente. A proposito, non ci siamo ancora presentati- ricordò l’incappucciato.
- Hmm…vero.- La ragazza tese una mano verso il ragazzo. – Piacere, Kurei. -
- Kurei cosa? Non hai un cognome? -
- Oh, mi sorprende che un informatore del tuo calibro non lo sappia… Beh, in ogni caso lascerò che sia tu a scoprirlo. – Sorrise maliziosamente.
Solo allora il ragazzo ricambiò la stretta di mano.
- Izaya Orihara. -
- Bel nome-
- Anche il tuo-
- Beh, ci vediamo, Izaya. -
Kurei prese il caffè e si avviò all’uscita.
Izaya rimase per un po’ a fissarla finchè non sparì completamente dalla sua visuale.
Sorseggiò un po’ del suo caffè macchiato, rimasto sul bancone.
- Ragazza interessante. -
Sorrise fra sé e sé.
Lo stesso sorriso maliziosamente sadico di Kurei.


                                                 ***

 

                                                                                

Scarlet si era completamente dimenticata che quel giorno doveva iniziare a lavorare. Appena un'ora prima si buttò nella doccia, si vestì praticamente alla velocità della luce.



 

Arrivò fradicia per la pioggia e affannata per la corsa. Bel modo di presentarsi il primo giorno, di fronte allo sguardo stupito del proprietario del bar.

- Bene, sei tu Nakamura ? Ti consiglio di prendere una divisa asciutta dal magazzino qui dietro, appena arriva Tsumiya. Sai… non vorrei che i clienti si eccitino guardando una barista… -

Scarlet abbassò lo sguardo. La camicia bianca era diventata trasparente per colpa dell'acqua, mostrando ancora di più le forme del suo corpo. Imbarazzata, fece per coprirsi incrociando le braccia.

C'era un silenzio ancora più imbarazzante, fu allora che Scarlet chiese al proprietario del locale il perché della ristrutturazione e del cambio di personale.

- Vedi – iniziò l'uomo – Diversi anni fa qui lavorava un uomo, tale Shizuo Heiwajima, come barista. Come tutti sanno, almeno da queste parti, questo tizio ha una forza mostruosa. Se pensi che provocarlo sia uno scherzo puoi dire addio alla tua vita. Pensa che ha fatto danni quasi irreperibili al locale, solo perché dei teppistelli discutevano sul suo modo di vestire… Sai che ha sempre indosso una divisa da barista che gli regalò il fratello? Non è certo il tipo che ha l'imbarazzo della scelta la mattina riguardo ai vestiti, mi ricordo che ne ha ben venti, tutte uguali! Un consiglio: se incontri Heiwajima, scappa all'istante. –

Scarlet ascoltò affascinata il racconto del barista. Si rivedeva in quell'uomo. Anche lei aveva una forza tremenda, che l'ha sempre costretta ad isolarsi da tutti per evitare che potesse fare loro del male.

- Hey gente! Ha appena smesso di piovere!  – un tipo dai capelli tinti rosso fuoco era appena entrato nel locale.

- Ah,  Tsumiya, accompagneresti questa ragazza nel magazzino? È una dei nuovi baristi, ha bisogno di una divisa asciutta. –

Scarlet seguì l'uomo nel magazzino. Sentiva molto freddo con gli abiti bagnati, perciò sperava di non prendersi un raffreddore.

- Visto che ci sei, non è che potresti prendere una di quelle bottiglie rosse? Io ora esco, qui ci sono le divise. Cambiati e vedi di fare presto, a Kenzaburo non piace aspettare. O almeno, solitamente fa così. Sembra che ti abbia preso in simpatia. O forse semplicemente ha gradito la visuale… - disse abbassando lo sguardo.

- OK! ORA ESCI. GRAZIE. –

Scarlet stava per perdere la pazienza, e non voleva fare la fine di Shizuo Heiwajima. Dopo un cambio veloce, si sentì più a suo agio. Prese una di quelle bottiglie indicategli da Tsumiya, e la portò nel bar.

Non appena posò la bottiglia sul tavolo, notò che c'era troppo buio. Le si avvicinò Kenzaburo:

- Senti  Nakamura, oggi non si può lavorare. Non funziona l'impianto elettrico, bisogna chiamare un tecnico. L'inaugurazione è spostata a domani, okay? –

Scarlet si sentì delusa. Non vedeva l'ora di dimostrare la sua bravura dietro il tavolo da cocktail.

Indossò la giacca, prese la borsa e si avviò per l'ingresso sul retro. Non osava sfidare una folla di giovani che voleva entrare in quel locale a tutti i costi.

Chiusa la porta, sentì che c'era qualcuno che la stava osservando. Girandosi, notò tre uomini che le si avvicinarono.

- Hey, tu – disse il più alto – Che ne dici se ci facciamo un giro? –

- Già – iniziò un altro – Il locale oggi è chiuso, no? –

- Dai bellezza – riprese il terzo – si vede che vuoi fare qualcosa di divertente –

Scarlet non rispose. Il suo pugno parlò da sé. E anche gli altri cinque, con cui stese a terra, letteralmente, i tre uomini.  Uno di loro non fece nemmeno in tempo ad estrarre il coltello che aveva in tasca, Scarlet era stata più veloce.

Scarlet era letteralmente incazzata. Cercò di riprendersi, quando sentì ancora una presenza.

La stava guardando un uomo alto, con i capelli tinti, e… la divisa da barista.

- Devi proprio avere problemi di rabbia – disse l'uomo.

- E tu chi saresti? – urlò Scarlet con un tono rabbioso.

- Heiwajima Shizuo, perché? –

- Proprio tu parli! –

Scarlet si gettò sull'uomo, voleva colpirlo. Non sapeva perché, semplicemente il suo corpo lo voleva.

Stava per sferrare un pugno, quando l'uomo bloccò il braccio della ragazza. Solo allora iniziò a calmarsi. E solo allora si accorse di essere molto vicino a Shizuo. Si alzò il vento, che portò delle foglie cadute a svolazzare intorno ai due.

- S-s-scusami… - disse la ragazza, tutta arrossita, liberandosi di scatto dalla presa del barista.

La stava fissando, e lei guardava a terra, sperando che il rossore sparisse dalle guance.

- Senti… mi spieghi come ha fatto una ragazza tutta sola, a sconfiggere tre uomini? –

- Bè, ecco.. non so nemmeno io come faccia… Penso semplicemente di… essere … un mostro…. –

Scarlet si sentì scendere delle lacrime dal viso. Lo aveva fatto di nuovo. Davanti ad una persona. L'uomo le si avvicinò, e le accarezzò la testa. D'istinto la ragazza la sollevò e vide, sotto gli occhiali, compassione negli occhi di Shizuo. Anche lui sapeva cosa si provava.

- Senti… - iniziò il barista – Vorresti che ti accompagnassi a casa? Non è bene che una ragazza cammini da sola a quest'ora –

Negli occhi di Scarlet si accese una luce. Un uomo "supersexy e supercomprensivo" (parole sue) voleva percorrere a piedi alcuni isolati con lei. Camminando, Scarlet si era fatta rossa come un peperone, perchè era la prima volta che camminava al fianco di qualcuno che non fosse Kurei.

- Oh, ecco, io abito qui – la ragazza stava per ringraziare Shizuo, quando, frugando nella borsa, si ricordò di una cosa: le chiavi. Le aveva lasciate sul tavolo quando era rientrata per prendere l'ombrello.

- Umh? Problemi? –

- Sì! La mia amica non è a casa, non è raggiungibile sul cellulare e sono chiusa fuori di casa! Non potrebbe andare peggio! –

- Bhè – rispose il barista – potresti essere anche sola, non trovi? – avvicinandosi

Scarlet era agitata, si era tremendamente innamorata di uno come lei.

  
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