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Autore: pallina90    12/10/2013    4 recensioni
Con quella stretta nel pugno, mi portai la mano al petto, quasi volessi trattenere il cuore che pulsava come un matto: ero agitata, sapevo di stare per infrangere tutte le regole della casa, ma ero anche curiosa. Ero indecisa, non riuscivo a capire cosa era giusto fare, ma se non mi fossi sbrigata a pendere una decisione, loro sarebbero tornati prima che avessi combinato qualcosa.
Con il cuore che mi rimbombava nelle orecchie, decisi di salire quei gradini, e ad ogni passo le gambe sembravano diventare sempre più pesanti; quando arrivai al pianerottolo, mi trovai davanti solo due porte e non sapevo a quali delle due appartenesse la chiave, così mi avvicinai a quella che si trovava di fronte a me.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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CAMBIAMENTI

< Qualcosa in lui si trasformò,
era sgarbato un po' volgare ora no:
è timido, piacevole,
non mi ero accorta che ora è incantevole. > La bella e la bestia.

 

 

Avevo freddo, tanto freddo. Ma contemporaneamente mi sentivo accaldata, sudata. Brividi mi attraversavano continuamente il corpo, facendomi battere i denti e tremare tutta, ma non avevo le forze per alzarmi e prendere una coperta, speravo che qualcuno si accorgesse di come stavo e mi aiutasse prima che morissi di freddo.
C’era confusione intorno a me, sentivo delle voci, ma erano lontane, non capivo da dove provenissero né tantomeno a chi appartenessero.
Ero tanto stanca, volevo solo dormire per sempre, e qualcuno parve dar retta al mio pensiero, perché le voci smisero di disturbarmi e l’oblio mi avvolse nuovamente.

 

Quando ripresi nuovamente conoscenza, sentii qualcosa scorrere lungo la mia guancia: non capii subito cosa fosse, ma quando rimase in bilico sul profilo della mia mandibola, capii essere una gocciolina d’acqua colata da qualcosa di freddo che era poggiato sulla mia fronte; la gocciolina era indecisa se proseguire la sua corsa lungo il mio collo o arrestarsi lì, ma qualcuno prese la decisione al posto suo, asciugandola con un dito.
“ Quanto tempo è passato, William? ” Riconobbi subito la voce di Edward e cercai con tutte le mie forze di non muovere un solo muscolo per fargli capire che ero più o meno cosciente.
“ Trentasei ore signore. ”
Da cosa erano passate tutte quelle ore?
“ Forse è il caso di portarla in ospedale. ”
“ Il dottore ha detto che il peggio è passato, dobbiamo solo aspettare che si svegli, abbia fede. La febbre è scesa, non ha più convulsioni, deve solo recuperare un po’ le forze. ”
“ Se anche lei dovesse… ” Il signor Cullen non riuscì a finire la frase, la voce gli si spezzò prima, pregna di dolore.
“ Non accadrà signore, vedrà. ” Lo rassicurò William, ma a quel punto ero già per metà nel mondo dei sogni, troppo stanca per stare a sentire altro.

 

Nel momento in cui aprii le palpebre vidi buio fitto intorno a me, tanto che pensai di stare ancora dormendo e quello fosse solo un sogno. Poi una debole luce proveniente dalla mia sinistra attrasse la mia attenzione e voltando lo sguardo vidi che era la luna che risplendeva da dietro la finestra.
Provai a muovermi, avevo la gola secca e volevo bere, ma quando cercai di sollevarmi, notai che qualcosa me lo impediva: era Edward, mi teneva la mano e si era addormentato con la testa sulle mie gambe; non doveva essere una posizione comoda, ma dormiva tanto profondamente che non sapevo bene cosa fare.
La sete però era parecchia, mi sentivo la gola in fiamme, cosi cercai di spostarmi senza scuoterlo troppo, ma a quanto pare aveva il sonno leggerissimo, perché bastò solo che allentassi la stretta della sua mano per farlo svegliare di colpo.
“ Che succede? ” Chiese senza capire, con la voce ancora impastata di sonno.
“ Mi scusi, io… ”
“ Bella, sei sveglia. ” Mi interruppe, senza lasciarmi il tempo di parlare. “ Come ti senti? ”
“ Meglio grazie, avrei bisogno di bere però. ”
“ Devo accendere la luce, forse è meglio se socchiudi gli occhi. ”
Stavolta non me lo feci ripetere due volte e ascoltai subito i suoi ordini; poco dopo sentii una sua mano aiutarmi a sollevare il capo e avvicinarmi il bicchiere alle labbra. Bevvi tutto d’un fiato, come un’assetata che trova un’oasi nel deserto dopo miglia e miglia di camminata sotto il sole cocente.
“ Ne vuoi ancora? ”
Scossi semplicemente la testa, certa che lui mi avrebbe vista, infatti mi aiutò a sorseggiare un altro bicchiere, e finalmente la mia gola cessò di bruciare, alleviata dalla frescura dell’acqua.
“ Come sono finita qua? ” Chiesi, dopo qualche secondo, curiosa di sapere chi mi ci avesse riportato: pensavo che avrebbero trovato un ghiacciolo invece che me ancora viva.
“ Isabella, puoi anche aprire gli occhi, ti avevo detto di socchiuderli per non farti infastidire dalla luce. ” La sua frase mi spiazzò parecchio, non credevo possibile che mi stesse dando il permesso di osservarlo liberamente: è vero che lo avevo già visto, ma non credevo che le regole potessero cambiare.
Aprii gli occhi lentamente, prima uno e poi l’altro, e solo quando lo vidi guardarmi rilassato, mi decisi ad aprirli del tutto.
E in quel momento accadde: Edward si aprì in un bellissimo sorriso, uno di quelli che ti scaldano il cuore anche quando senti il gelo dentro di te, uno di quei sorrisi che ti viene voglia di ricambiare, anche se non sai il motivo, perché sono talmente dolci che ti costringono a farlo.
“ Temevi che ti urlassi nuovamente contro? ” Mi chiese sereno e io non potetti smentirlo.
“ Un po’. ” Ammisi, stringendomi nelle spalle.
“ Hai ragione, sono stato imperdonabile, e ti porgo le mie scuse. Non avrei mai dovuto reagire così, sono stato un mostro, non mi sono controllato; quando sei fuggita via mi sono sentito sollevato per un attimo, ma poi ho capito l’enorme errore che avevo fatto, il modo ignobile in cui ti avevo trattata e le accuse, infondate, che ti ho lanciato contro. Sono sceso a cercarti, ma tu ti eri allontanata più del previsto, considerando quanto io possa essere veloce – indicò la sua sedia a rotelle, sottolineando quanto fosse difficile per lui muoversi – e  la neve stava ricominciando a cadere, coprendo le tue orme, e nelle mie condizioni non mi è possibile fare molto da solo, così ho chiamato William, gli ho detto di tornare indietro e di osservare con attenzione il bosco per vedere se riusciva a scorgerti. Ti ha trovata lungo il sentiero, quasi in stato di ipotermia, e quando ti ho vista svenuta tra le sue braccia, mi sono sentito morire: ero io la causa di tutto quello che ti era successo, era solo mia la colpa di ogni cosa accaduta. ”
“ Shh, basta Edward, si calmi. Adesso sto bene, non c’è bisogno di fare così, è andato tutto bene. ” Lo interruppi, perché ad un certo punto stava iniziando ad incolparsi per cose che lui non avrebbe potuto controllare, per vecchi scheletri nascosti nel suo armadio.
“ Solo a mente lucida ho capito che se eri entrata in camera mia, lo avevi fatto solo perché eri veramente in pensiero per me, per avermi sentito urlare. E quando sono andato di sopra a controllare cosa avessi fatto, ho avuto la prova che le tue parole erano vere, perché se davvero fossi entrata lì dentro, ci sarebbero state le impronte dei tuoi piedi sullo strato di polvere, e invece era tutto esattamente come lo avevo lasciato. ”
“ Allora perché mi avete accusata? ” Lui non era in casa, non poteva sapere che io fossi salita sopra, non avevo lasciato nulla fuori posto. Forse, spaventata, mi ero data la zappa sui piedi ammettendo qualcosa che lui non sapeva? O c’erano delle telecamere e io non ci avevo fatto caso?
“ Perché avevo trovato la chiave posata nell’armadio dal verso opposto rispetto a come la poso sempre io. ”
“ E’ vero, ho sbagliato a frugare nei vostri effetti personali, ma vi giuro che quando sono arrivata davanti a quelle porte mi sono sentita davvero uno schifo per quello che stavo facendo, non potevo tradire così la vostra fiducia, avrei dovuto tenere a freno la mia curiosità. Se ora non mi vorrete più al vostro servizio, lo capirò, non preoccupatevi. ” Conclusi, non riuscendo a guardarlo più negli occhi perché mi vergognavo profondamente per quello che avevo fatto.
“ Isabella, sono io a doverti chiedere se vuoi rimanere ancora qua dopo quello che ti ho fatto. ” Mi mise due dita sotto il mento, costringendomi a sollevare con delicatezza il volto e a guardarlo negli occhi.
“ Non mi piace lasciare le cose a metà, quindi rimarrò a lavorare qui. ” Risposi subito.
“ Allora è tutto apposto. ” Sorrise nuovamente, e stavolta ricambiai anche io, sentendomi più tranquilla.
“ Potrò continuare a sperare che vi comporterete in maniera gentile con me? Voglio dire, non dovete risparmiarmi il lavoro, ma solo trattarmi in modo giusto e magari consentirmi di parlarvi alla luce del sole e non più solo ad un’ombra. ” Parlai con tono volutamente scherzoso, ma lui dovette capire dalle mie parole e dalla serietà del mio sguardo che non stavo affatto scherzando, che non avrei più tollerato un comportamento del genere da parte sua, e volevo la sua parola che ciò non accadesse più.
“ Non ho più motivo di nascondermi, ma per quanto riguarda il mio carattere, farò del mio meglio per essere più gentile, ma non vi posso promettere nulla. ”
“ Mi basta il vostro rispetto. ” Ribattei decisa e lui annuì.
Rimanemmo per un po’ in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri, quando io non riuscii a trattenere uno sbadiglio.
“ Sei stanca? ” Mi chiese premuroso.
“ Un po’, anche se ho dormito parecchio. In effetti, quanto sono stata addormentata? ”
“ Quasi due giorni. ”
Lo guardai con una faccia sconvolta. “ E come faccio ad essere ancora stanca? ”
“ Il dottore ha detto che è normale. Su, ora riposa. ” Dicendo ciò si allontanò leggermente con la sedia dal bordo del letto e attese che io mi rimettessi sotto le coperte, poi spense la luce.
“ Buonanotte signore, e grazie. ” Sussurrai nel buio.
“ Buonanotte Isabella. ”

 

Il giorno dopo mi svegliai decisamente più in forze e anche affamata, a giudicare dal brontolio del mio stomaco. Mi accorsi che era parecchio tardi, se non mi fossi sbrigata il signor Cullen non avrebbe trovato niente in tavola; feci una doccia al volo e dopo aver indossato la divisa, scesi in cucina a preparare la sua colazione. Tutto fu pronto nel momento esatto in cui Edward fece il suo ingresso nel salone.
“ Ecco a lei la sua colazione. ” Gli dissi, sistemando tutto perché fosse a sua portata di mano.
“ Isabella, non pensavo di vederti già stamani a lavoro. ” Rispose, piacevolmente sorpreso, zuccherando il suo caffè.
“ Sto bene, non volevo rimanere oltre a poltrire nel letto inducendola così a pensare che fossi una scansafatiche. ” Ammisi sincera.
“ Non lo avrei assolutamente pensato, per cui nel momento in cui dovessi stancarti interrompi pure quello che stai facendo. ”
Nel momento in cui lui stava per addentare la sua fetta di pane e marmellata, il mio stomaco decise di brontolare in maniera così rumorosa che pensai lo avesse potuto sentire anche William dal piano di sopra; rimasi perfettamente impassibile, sperando che il signor Cullen non ci facesse caso, ma il rossore del mio viso mi tradì subito non appena lui voltò lo sguardo verso di me, e non avevo bisogno di altre conferme per capire che lui aveva sentito tutto.
“ Hai mangiato Isabella? ” Indagò subito, e io scossi semplicemente la testa, troppo imbarazzata per rispondere.
“ Sei in piedi senza aver toccato cibo da più di quarantotto ore? ” La sua voce diventava sempre più furiosa.
“ La sveglia non ha suonato e se avessi fatto colazione non sarei riuscita a preparare per tempo la sua. ”
“ Siediti. ”
“ Come? ”
“ Ho detto siediti, faremo colazione insieme. ”
“ Ma? ”
“ Vuoi disobbedire ancora ai miei ordini? Non voglio vederti nuovamente svenuta per colpa mia, quindi, per favore, siediti: divideremo la mia colazione, tanto ce n’è in abbondanza per sfamare un esercito. ”
Non me lo feci ripetere due volte e mi accomodai di fianco a lui,
“ Burro e marmellata? ” Mi chiese, prendendo una fetta di pane.
“ Solo marmellata, grazie. ” Pigolai, in tremendo imbarazzo per trovarmi allo stesso tavolo del mio padrone: non mi era mai capitato prima, al massimo nelle precedenti famiglie in cui avevo lavorato potevo mangiare insieme ai bambini, al tavolo in cucina, ma mai potevo permettermi di mangiare nel salone.
“ Ecco a te. ”
“ Grazie. ” L’afferrai e l’addentai subito, incapace di resistere oltre con quel ben di Dio in mano: solo ora mi rendevo pienamente conto di quanto fossi affamata e di come le forze mi avrebbero abbandonata da un momento all’altro.
“ Non voglio più che salti la colazione a causa mia, intesi? Posso benissimo aspettare se dovessi fare tardi. ”
“ Grazie, ma le assicuro che non succederà più. Posso? ” Chiesi, indicando la spremuta d’arancia davanti a me.
“ Lascia, faccio io. Posso farti una domanda? ” Annuii mentre lui mi passava il bicchiere. “ Cosa spinge una ragazza di ventiquattro anni a chiudersi in una casa sperduta tra i boschi per venire a fare la cameriera ad un vecchio orso come me? ” La sua domanda mi soprese parecchio, soprattutto per il modo con cui si era descritto; mi presi un attimo per rispondere, bevendo un sorso di aranciata.
“ Il mio sogno era quello di laurearmi in lettere, ma la pensione di papà non sarebbe bastata per pagarmi gli studi, così ho deciso di iniziare a lavorare per mettere da parte i soldi necessari per il college. Ma le famiglie da cui ho lavorato prima non mi hanno mai pagata per le effettive ore di lavoro che ho svolto da loro, non avevo nessun contratto a cui potessi appellarmi, così il college è rimasto solo un sogno e sono rimasta a fare la cameriera. ” Conclusi, abbassando gli occhi che si erano riempiti di lacrime al ricordo del mio sogno nel cassetto: era un rimpianto che mi sarei portata dietro a vita, ma ormai era troppo tardi, il momento dei sogni era finito e dovevo fare i conti con la realtà, in fondo con una laurea non era detto che avrei trovato un lavoro migliore, ero già fortunata ad averne uno.
“ Sono sicuro che il tuo sogno si avvererà. ” Edward si era avvicinato a me, sollevandomi il viso con due dita sotto il mento, e mi guardava con una tale intensità che, per un attimo, credetti anche io che il mio sogno si sarebbe potuto avverare.

 

 Buongiorno ragazze, come va?
Ecco il tanto atteso cambiamento di Edward: dai tutto sommato c'è voluto poco per farlo redimere. Da adesso la storia prenderà un nuovo corso, ci sarà maggiore interazione tra lui e Bella, quindi... 
Ilenia si sta divertendo a fare varie copertine, per cui anche in questo capitolo ne abbiamo una nuova e perfetta direi: grazie mille cara :3
Ringrazio di cuore anche tutte voi, chi mi lascia il proprio parere e anche solo chi legge, è sempre un piacere vedere i numerini crescere!
Alla prossima e forse, se fate le brave, anticipo l'aggiornamento a metà settimana visto che il capitolo è quasi finito :)
A presto, Paola

   
 
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