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Autore: Foxi93    12/10/2013    0 recensioni
Cosa c'è di meglio di uno sfogo su una pagina di diario? Niall ne sa qualcosa..
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Caro diario,

mi ritrovo qua a scriverti di un brutto momento che sto passando. Tutto aiuta a peggiorare il mio stato d'animo; fuori piove, nessun amico ha tempo di vedermi e, a dirla tutta, non ho voglia di fare niente nemmeno io. Il mio umore è alquanto uno schifo da un paio di mesi. Non dovrei nemmeno lamentarmi dato che la colpa è esclusivamente mia. Mi sono lasciato sfuggire una ragazza bellissima e temo che non potrò più rivederla. Mi sento un verme. Non passa giorno che non pensi almeno un istante a lei e se per caso riesco a dimenticarla, per qualche momento, mi aiuta la mia famiglia a ricordarla. “Avevate così tante cose in comune”, “Quanto era carina?”, “Vi siete baciati?”, sono solo alcune domande che mia mamma continua a pormi. Ma io rispondo con un mezzo sorriso, fingo di averla ormai dimenticata eppure dentro mi rodo il fegato e ricominciano i film mentali su quei pochi attimi passati insieme. “Perché l'hai lasciata?” mi chiede spesso. Già. Bella domanda. Che cosa mi è passato per la testa? Ripenso ancora al messaggio che le ho scritto l'ultima volta:
“Cara Jane. ...Ci ho pensato molto negli ultimi giorni. ...e ne sto veramente male....lo so che non stiamo assieme anche se mi sarebbe piaciuto molto ....però come avrai capito io non sono un uomo paziente e incontrandoci così poco mi riesce molto dura pensar di costruire un qualcosa di speciale tra noi...inoltre io a settembre non avrò nemmeno un weekend libero quindi a me non sta bene illudere una persona alla quale voglio cosi bene....e non poterci passare del tempo adeguato con lei....credimi non mi è facile però sto troppo male per non dirtelo e mi è anche molto squallido scrivertelo. Anche in questi giorni mi sarebbe piaciuto venirti a trovare però ho sempre problemi. Il mio lavoro richiede un sacco di dedizione e sacrifici. Perdonami Jane, ti chiedo scusa e del tempo per riflettere. Scusa, sappi che sei una persona fantastica. Scusa....però dovevo essere sincero ....non ce la faccio a impegnarmi in una cosa senza saper di poter metterci tutto me stesso. ....Scusami. ...”

                                                                                                                                              Niall

 

Non lo sa lei che per scrivere quelle poche righe ci ho messo un'intera mattinata. Una decina di parole e gli occhi si inumidivano, cominciavano a scendere le lacrime e dovevo appoggiare la penna e gettarmi sul letto per la paura di far cadere qualcuna di quelle goccioline salate sul foglio che stava sotto. Penso sia stata la cosa più difficile che abbia mai affrontato nella mia vita. Ho lasciato una ragazza che amavo, anche se non eravamo insieme, solo per poter portare avanti il mio lavoro. E allora spesso mi chiedo se ho fatto la scelta giusta. Se il denaro sia più importante dell'amore, se troverò un'altra come lei, se fosse stata solo una cotta... ma quello che mi tormenta di più è il fatto di non sapere se anche lei stia soffrendo quanto me. Se mi pensa, se ogni tanto mi sogna, se qualche volta le sfugge un sorriso nel nominare il mio nome. Magari invece mi odia, vorrebbe non aver mai incrociato il mio cammino e maledice la sera in cui, per caso, ci siamo conosciuti.

Io quel giorno lo ricordo come fosse ieri. C'era una festa in città. Un'amica comune ci aveva invitati ma nessuno dei due aveva mai visto l'altro. Eravamo circa una decina di amici ma io, fin dal momento delle presentazioni, non avevo avuto occhi che per lei. Il profumo dei suoi capelli che mi inebriava ogni volta che mi passava affianco, la sua risata cristallina e il suo sorriso così dolce. Il sorriso più bello che avessi visto in tutta la mia vita. Eppure sembrava non avermi neanche considerato. I miei amici erano molto più estroversi di me quindi io ero passato in secondo piano. Ma mi accontentavo di far da sfondo, ormai mi ci ero abituato. Qualche battutina ogni tanto, un sorriso qua e là e poi me ne stavo a fissarla per conto mio. Dopo la festa ho passato gran parte della notte a pensarla. Due giorni dopo mi sono fatto coraggio e le ho scritto su Facebook. Con le mani tremanti e il cuore che batteva a mille attendevo la sua risposta. Quei pochi secondi che ci mise per rispondermi sembrarono un'eternità. Dopo quel messaggio ce ne furono molti altri. Scrivere con lei era qualcosa di meraviglioso. La sua ironia e la sua dolcezza riuscivano a distrarmi dal lavoro, rendevano le mie giornate piene di gioia. Tutti avevano notato il mio cambiamento d'umore. Ogni giorno mi svegliavo col sorriso stampato in faccia e ogni minuto libero che avevo correvo al cellulare per poter scrivere con lei. Jane era la cosa più bella che mi stava accadendo da un bel po' di tempo. Circa un mese dopo dal primo incontro trovai il coraggio per invitarla ad uscire. Non so se accettò per cortesia o perchè anche lei ci teneva a me ma comunque passammo l'intera serata insieme, prima in gelateria e poi al parco. Per una volta il cielo era dalla mia parte regalandoci il chiarore di una luna meravigliosa e il luccichio di milioni di stelle. La mia eccessiva timidezza non mi permise di rubarle un bacio ma poter star seduto accanto a lei e sentire il suo calore mi bastava per sentirmi bene. Era davvero speciale. Le conversazioni online e i messaggi che ci scambiavamo aumentavano di giorno in giorno. Cominciavamo a conoscerci sempre più. Arrivò anche il giorno in cui conobbi i suoi genitori. Non potevo non nasconderlo, ero terribilmente agitato. Le mani mi tremavano provocando una leggera onda lungo le braccia . Quando salì le scale e la vidi sorridermi dal pianerottolo, felice di vedermi, mi sentì un tuffo al cuore. Parlare coi suoi genitori fu la cosa più naturale del mondo. Da due persone così meravigliose non poteva che nascere una figlia stupenda come lei. Le cose sembravano procedere al meglio. La fase più complicata era stata portata a termine. Ero riuscito a superare il colloquio coi suoi. Una settimana più tardi la portai al mio paese. La presentai orgoglioso a gran parte dei miei amici ma soprattutto alla mia famiglia. Tutti sembravano pendere dalle sue labbra. Persino il nonno, un vecchio un po' burbero e solitario si fece avanti per stringerle la mano con un gran sorriso tra le rughe del viso. Con lei dentro, la casa sembrava risplendere di una nuova luce. La sua semplicità, la sua lieve timidezza ma soprattutto quel sorriso che mi aveva ammaliato fin dal primo giorno, l'avevano trasformata in una sorta di apparizione davanti ai miei famigliari. Tutti la guardavano pieni d'adorazione passando poi, con sguardo incredulo, a me. Qualcuno si chiedeva come poteva una come lei aver scelto lo sfigato Niall, mentre altri erano entusiasti all'idea di vedermi finalmente con una ragazza. Sembravamo fatti l'uno per l'altra. Le settimane passavano, gli incontri erano purtroppo sempre di meno ma comunque intensi. Parlavamo senza problemi, scherzavamo come vecchi amici. Qualche volta la circondavo con un braccio per tenerle caldo altre volte la guardavo solamente e ringraziavo il Cielo per avermela fatta incontrare. La gioia più grande fu durante una passeggiata insieme quando, quasi avessero deciso di testa loro, le nostre mani si intrecciarono e si tennero strette per un bel pezzo. Nessuno dei due era imbarazzato. Ormai ci stavamo avvicinando sempre di più e tutto veniva naturale. Dopo due meravigliosi giorni passati sia da soli che in compagnia dei miei amici mi ammalai. Febbre alta, mal di gola e tosse mi avevano colpito nei giorni più belli della mia vita, gli unici che avrei avuto per passare del tempo con lei. La dottoressa mi aveva costretto a rimanere a letto per una settimana. I sette giorni più lunghi di tutta la mia vita. Inizialmente Jane mi teneva buon umore attraverso i numerosi messaggi che ci scambiavamo ma dopo pochi giorni tutto cambiò. Il nervosismo per la costrizione a letto mi fece decidere di non scriverle quasi più e iniziai a riflettere sul mio futuro. Cercai di immaginare la mia vita al suo fianco ma non ci riuscivo. Dovevo essere obiettivo. Sarebbe stato impossibile. Le nostre vite erano molto diverse. La mia lo era davvero troppo. L'avrei vista probabilmente una volta ogni due mesi e ciò non mi bastava. Fu così che presi la difficile decisione di scriverle quella lettera. Poche frasi per dirle che tutto doveva finire ancor prima che qualcosa di serio fosse iniziato. La sua risposta fu fin troppo carina ma tra quelle parole leggevo la sua tristezza. Avevo deluso lei ma soprattutto me stesso. I giorni seguenti furono i più dolorosi dei miei vent'anni.

Ancora adesso, a distanza di mesi, mi ritrovo a pensarla. A volte piango nel silenzio dei miei pensieri, altre volte sorrido ricordando i nostri momenti. È inutile provare a dimenticarla eppure non riesco a spiegarmi perchè non ci riesco. Non eravamo fidanzati, non ci eravamo nemmeno scambiati un misero bacio. Ma lei continua a vivere dentro la mia testa e non vuole andarsene. È dura vederla tra gli amici online e non avere il coraggio di scriverle, rivedere le foto che ci eravamo scattati ma non essere in grado di eliminarle per non soffrire ancora. Nonostante tutto, non trovo giusto cancellare il passato per quanto possa avermi fatto del male. È strano che la persona che poco tempo prima ti rendeva il ragazzo più felice del mondo possa farti sentire uno schifo poco dopo. Scusami Diario per questa stupida confessione ma poter parlare con qualcuno che sai che non ti giudicherà mi conforta un sacco.

 

 

                                                                                                                             Niall Horan

  
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