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Autore: mikybiky    07/04/2008    5 recensioni
Perfetto. Il controllore ci ha buttati giù dal pullman, perché siamo sprovvisti di biglietto.
Meraviglioso.
E ora cosa faccio?
Non so dove sono, non ho idea di come cavolo farò a tornare a casa, ho pochi soldi con me e per di più sono qui con un austriaco che sa giusto spiccicare tre parole di italiano!

Cosa fareste voi se vi trovaste bloccati in una città ignota con un ragazzo che parla solo il tedesco??
Le cose che succcedono nella fic sono un po' improbabili, ma è un'opera di fantasia.
Genere: Generale, Commedia, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Una giornata di peripezie'
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22. Gelosia? Mah…


Quando sono le sei il taxi arriva. Accidenti, a quest’ora mia mamma sarà arrivata a casa! E se per caso facesse un salto a casa di Arianna per vedere come sto e non mi trovasse? Devo dire ad Arianna di dirle che sono in bagno e che sto male. Si, arriverà proprio quando sto vomitando (la cosa fa ribrezzo pure a me!). E dirà alla mamma di andarsene a casa perché lei ha dovuto cambiare già sei maglie. No, questo fa troppo schifo.
Mi rimane comunque il dubbio del perché Arianna fosse a scuola: l’ho vista io andare a casa! Mhm… sarà stata la sua gemella cattiva!
Il taxista scende per vedere se abbiamo bagagli da trasportare.
- Siamo a posto - dico io.
Allora saliamo tutti in macchina, l’autista davanti, io e Stefan dietro.
- Dove volete andare? - domanda il signore.
- A Brescia - rispondo io.
L’autista annuisce, mette in moto la macchina e parte.
Finalmente! Sono così emozionata! In realtà sto solo tornando a casa, ma… sono così emozionata comunque!
Come consuetudine, Stefan estrae il suo maledettissimo i-pod e inizia ad ascoltarlo. Uff! Quanto lo odio!
Io mi metto comoda e realizzo di avere detto al taxista che la nostra destinazione è Brescia.
- Mi scusi - mi correggo.
L’autista mi guarda attraverso lo specchietto.
- Ci porti sulla strada per Brescia, finché bastano ventidue euro. -
Il signore annuisce, poi procede.
Torno ad appoggiarmi con la schiena allo schienale e ripenso a tutto ciò che è successo oggi. Ho ancora risentimenti per Michele. Ora sarà in questura. Forse lo arresteranno e lo accuseranno di omicidio! Magari mi starà odiando per averlo lasciato lì da solo. Odio non poterlo sapere! Ma quei ragazzi… erano poco più grandi di me e sono morti! Spero che Jasmin venga arrestata e tenuta dentro per un bel po’! Scommetto che lei darà tutta la colpa a Michele. Oddio, sono disperata!
E chissà invece come starà Elena… mi sembra passata un’eternità, invece è passata solo qualche ora…
I miei pensieri sono interrotti dallo squillo del mio cellulare. E adesso chi sarà?

ARIANNA

Arianna!
- Pronto? Arianna! -
Alice! Finalmente! Ma dove sei? Stai bene? Non sarai mica scappata di casa?”. Arianna è esagitata
- Arianna! Rilassati! - dico, facendole prendere fiato.
Alice, mi preoccupi!”
- Lo so - dico - lo faccio sempre. -
Mi stai prendendo in giro?” sta per avere una crisi di nervi.
- No! - ribatto. - Tu sei sempre perennemente in pensiero per me! -
Solo quando le combini tutte!”
- Non è vero, la settimana scorsa sei partita in tromba e corsa a casa mia come un diavolo della Tasmania con il terrore che mi stessi per tagliare le vene dopo avere preso 1 in matematica; così hai anche reso conscia mia mamma del brutto voto, e io ho dovuto mentirle, dicendole di avere preso 5, e se ora non prendo almeno sette per recuperare mi trancia la testa. Come credi che le dirò del 4? ‘Mamma, è stato un miglioramento passare dall’uno al quattro!’ -
Sei ancora arrabbiata con me per questa storia?” Arianna sembra mortificata.
- Potrei esserlo - rispondo io - ma in questo momento ho un altro problema a cui pensare, credimi, il quattro in matematica è il minore dei miei problemi. E comunque mi hai salvata, se non fosse stato per te ora sarei già all’obitorio. -
Già, spiegami! Mi hai fatto prendere un colpo!”
- Ehm… hai presente l’altro problema a cui pensare? Ecco… proprio quello è la causa della tua preoccupazione. -
Alice!” esclama Arianna “devi smetterla di prendermi in giro!”
- Ma è la verità - ribatto, innocente.
Ci stai girando intorno! Vieni al sodo. Hai presente che sono stata in pena per tutto il santo giorno?”
- Posso immaginare - rispondo. - Ma solo perché mi hai chiamato una volta e non ho risposto? -
Mi viene il magone a pensare che se non ho risposto alla sua chiamata è perché probabilmente stavo fuggendo dalla polizia.
No!” replica lei. “Mi sentivo in colpa per il tuo brutto voto, così ti ho chiamata a casa, ma non rispondevi. Allora ti ho chiamata sul cellulare, e neanche lì rispondevi. Sono venuta a cercarti a casa, magari, con la musica a tutto volume, non avevi sentito il telefono. A casa non c’eri, allora ho chiesto ai tuoi vicini se ti avevano vista, ma mi hanno detto di no. Sono tornata a scuola, visto che non sei salita sul pullman, ma nessuno ti aveva vista tornare, dopo che sei scesa. In quel momento mia ha chiamata tua mamma, che confermava che neanche lei riusciva a mettersi in contatto con te. Allora le ho detto che eravamo a scuola e che tu eri stata male.”
- Lo so - dico - mi ha chiamata. -
Ehm… Alice, c’è un problema.” dice Arianna, con voce flebile. “In quel momento Camilla, che aveva appena terminato il corso di danza, era dietro di me e…”
- Ha detto dell’interrogazione - concludo. - Lo so, mia mamma me l’ha detto. -
Si è arrabbiata?”
- No, perché le ho detto che non aveva ancora terminato l’interrogazione. -
E ti ha creduta?”
- Sì, grazie al cielo. -
Bé, per fortuna. Ma adesso dimmi di te, dove diavolo ti sei cacciata?”
- Ehm… è una storia lunga. -
Ho tempo.”
Tzè! Perché con lei queste scuse non funzionano?
- Bé, dunque… vedi, stamattina, quando siamo uscite da scuola, siccome ero arrabbiata, quando sei salita sul pullman, siccome non volevo salire con te, quando io sono rimasta alla fermata, siccome il pullman era affollato, quando il pullman è ripartito, siccome… -
Alice!”
- Io? -
Smettila con questo assurdo giro di parole! Vieni al sodo e dimmi dove sei finita!”
- A Bergamo. -
Scusa?”
- A Bergamo. -
“…”
- Arianna? -
È uno scherzo?”
- No. -
“…”
- Arianna? -
Mi stai dicendo che sei scappata di casa?”
- No! -
E allora come diavolo ci sei finita a Bergamo?”
- Ehm, ecco… ho preso il pullman sbagliato. -
Si può sapere come hai fatto a prendere il pullman sbagliato che va dalla parte opposta, e soprattutto in un’altra città?”
- Ho preso il Milano. -
Il Milano?”
- So che sarai un scettica, ma… -
Alice” mi blocca Arianna.
- Sì? - rispondo io.
Come hai fatto a salire su un pullman diretto a Milano se dovevi salire su un pullman interno di Brescia?”
Bella domanda… se solo io avessi sbagliato davvero a prendere il pullman.
- Ecco… c’è stato un piccolo imprevisto. -
Che tipo di imprevisto?”
- Hai presente l’austriaco che oggi era seduto accanto a Camilla? -
Sì.”
- Ecco… ho tentato di dirottarlo in un posto sbagliato. -
Perché?”
- Perché pernotta da Camilla. -
E questa era una buona scusa per mandarlo fino a Milano? O forse solo un pretesto perché ci volevi andare tu?”
- Io non volevo andare a Milano! È stata colpa sua! -
E com’è che siete finiti a Bergamo?”
- È salito il controllore. -
Alice, non ho parole… veramente.”
Credo che Arianna abbia intenzione di citarmi al Guinnes dei Primati perché sono la ragazza più stupida. E non ha tutti i torti. Io mi citerei solo per avere mandato in carcere un ragazzo innocente… questo non ho intenzione di dirlo ad Arianna.
Ad un certo punto, il taxi si ferma e l’autista dice:
- Siamo arrivati. Sono venti euro. -
- Arianna, ti saluto. - dico, dando i soldi al taxista e scendendo.
Vedi di non fare altre stupidate” dice lei.
- Non le farò, ciao. -
Chiudo la chiamata e osservo il taxi che se ne va.
- Bene - dico a Stefan. - Dove siamo? -
Lui mi guarda torvo.
- E lo chiedi a me? -
- Giusto - rispondo - ti ho sopravvalutato. -
- Verrückt - borbotta Stefan, guardando da un’altra parte.
In quel momento, una ragazza bionda, alta e magra si gira di scatto, guardando Stefan con un sorriso irradiante. Ha due bellissimi occhi azzurri. Stefan la osserva incuriosito. Povera lei, non sa che Stefan non parla italiano.
- Puoi rinunciarci in partenza - dico, sbuffando. - Stefan è austriaco. -
- Ho sentito bene allora? Tu tetesco? -
E questa cos’è, imbranata? Ho detto a-u-s-t-r-i-a-c-o.
Con mio sommo orrore, posso distinguere un nitido “Ich bin Deutsche!”
No. Non può essere! Non un’altra!
Lei e Stefan iniziano a parlare animatamente in tedesco. Sembra che si conoscano da anni. Ora sono io a non capire neanche una parola. È così fastidioso!
- Scusate! - dico, dopo dieci minuti.
Stefan mi lancia un’occhiataccia, mentre la ragazza mi sorride.
- Oh, scusa. Che maletucata! Non mi sono neanche presentata! Io sono Marianne, piacere. -
- Alice - rispondo, stringendole la mano. Almeno lei sa parlare l’italiano.
- È molto carino il tuo amico! -
Io sgrano gli occhi.
- Ehm… tu sei tedesca? - cerco di cambiare discorso.
- Sì, sono tetesca! Sono qui con delle mie amiche, vengo ta Brema. -
Sto per dire qualcosa, ma Stefan mi interrompe.
- Bremen? - chiede, affascinato.
- Ja. Kennst du Bremen? -
- Ach ja, natürlich! -
Oddio, mi gira la testa! Questo è il mio incubo peggiore! Dopo altri cinque minuti, dico:
- Scusate, non per interrompervi - in realtà sì - ma dovremmo tornare a casa adesso. -
Marianne sorride.
- Sì, Stefan mi ha parlato tel vostro problema. Birichina, l’hai caricato sul pullman sbagliato, eh? -
Vorrei tirare uno schiaffo prima a Stefan e poi alla ragazza.
- Ora dobbiamo veramente tornare a casa. -
- Non ti preoccupare! - dice raggiante Marianne. - Mi sono proposta ti accompagnarvi per un piccolo pezzo. -
Mi sto innervosendo.
- Non so cosa Stefan ti abbia detto, ma a casa di fisso non ci torniamo a piedi! -
- Lo so, non sono stupida! Ma io so la strada. Siamo a Chiari. -
Chiari! Non ci credo! Siamo di nuovo in provincia di Brescia!
Senza che io abbia possibilità di contestare, Stefan e la ragazza si avviano. Non so quello che stanno dicendo, ma noto che Marianne ci sta spudoratamente provando con Stefan e Stefan ci sta spudoratamente con Marianne. Ci sta e basta. Vengo assalita da un attacco di gel… ehm, ira. A Stefan non può piacere Marianne, perché… ehm… perché io piaccio a Stefan, e anche se lui non mi interessa affatto io non sopporto che mi scarti per provarci con una stupida del genere. Non la conosce neanche!
Dopo poco ci fermiamo e Marianne afferma:
- Siamo arrivati. -
- Dove? - chiedo io.
- In piazza. -
- E ci serve a qualcosa? -
Marianne sorride.
- Qui ci sono le mie amiche che mi aspettano. -
Questa qua sta giocando col fuoco?
- Tedesche anche loro? - chiedo.
- Tetesche al cento per cento! - risponde lei.
Mi sento male.
Due ragazze, più oche di lei, ci trotterellano incontro.
- Britta! Karola! -
- Marianne! -
Il loro sguardo si perde subito su Stefan.
- Marianne, ma tove l’hai trovato un ragazzo kosì karino? -
Marianne sorride.
- Lui è Stefan, ed è pure austriaco! -
La ragazza si scioglie e inizia a profondersi in stupide smancerie. Bleah, che schifo! Perché Stefan accondiscende che una cosa del genere accada?
- E lei è Alice - continua Marianne. - Alice, lei è la mia amica Britta, e l’altra è Karola. -
Ma le due amiche sono troppo concentrare a leccare i piedi a Stefan e a riempirlo di abbracci. Vorrei proprio dargli del Don Giovanni!
La cosa più tremenda è che siamo in cinque e quattro parlano il tedesco, mentre la quinta, che sarei io, non capisce niente.
Sto per urlare. Ancora un po’ e stacco Britta dal suo collo per poi scaraventarla sotto ad un treno. Per fortuna Karola si rivolge verso di me e mi dice.
- Abbiamo un’idea: io ho appena preso la patente, così ora stiamo aspettando il pullman per tornare a casa mia. Dopodiché, vi caricheremo tutti in macchina e vi riporteremo a Brescia! -
Marianne si volta verso l’amica e dice:
- Stefan si siede tietro in metzo! -
Le tre ragazze scoppiano a ridere. Poi tornano tutte a parlare con Stefan.
Giuro, non ce la faccio più… perché diamine mi sto comportando in questo modo? Dovrei essere contenta di essermelo tolta dai piedi, dopo che ha tentato di baciarmi. Va bé, non ha proprio tentato, però voleva.
Le tre ragazze continuano a corteggiare Stefan, il quale sembra piuttosto soddisfatto. Quella che lo attira di più è Britta, me ne accorgo, e Britta è quella che osa di più. Ha un braccio attorno al suo collo e con l’altro gesticola. Mi verrebbe voglia di strattonarle tutte e baciare Stefan, solo per dimostrare loro che lui vuole me, e loro sono solo uno spasso. Ma a me Stefan non piace, non deve piacere! Non mi devo lasciare influenzare da delle stupide oche! Assomigliano a Camilla!
Un’incredibile mal di stomaco mi prende. Che cos’è questa sensazione? Gelosia… l’ultima volta che l’ho provata è stato quando ho sorpreso il mio ragazzo con un’altra.
Ah, santo cielo! Scuoto la testa e caccio quegli stupidi pensieri.
- Alice! - mi chiama Marianne - vieni, è arrivato il pullman. -
Io sono più che risoluta a non muovermi, ma quando Karola prende Stefan per mano e lo fa salire sono presa da un motto di ira. Mentre le porte si stanno chiudendo, afferro Stefan per un braccio, lo strattono e lo faccio cadere dall’autobus. Lui, spaventato, urla, mentre Marianne, Karola e Britta guardano con rammarico e tristezza le porte che si chiudono.






Verrückt: pazza.
Ich bin Deutsche: sono tedesca.
Bremen: Brema.
Ja. Kennst du Bremen?: sì. Conosci Brema?
Ach ja, naturlich!: sì, naturalmente!

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Eccomi!! Dunque, ho scritto questo capitolo solo in un giorno =D e ora lo posto prima di andare al concerto dei Simple Plan, quindi vi lascio velocemente che fra poco parto. Vi adoro tutti!! <3
Jess_91;
Shio;
La_LaUrEtTa;
Kokky.
Grazieeeee!!!

  
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