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Autore: Sayumi    08/04/2008    4 recensioni
Lei odia suo padre, gli uomini e nasconde dietro una maschera un carattere che nessuno conosce insieme ad un amore viscerale per l'arte. Lui ama le donne, è un maschilista convinto e ha una vita perfetta fino a che il destino non deciderà di farli incontrare...
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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capitolo 10 Eccoci all'ultimo capitolo... o almeno in teoria... se vi dovesse capitare di leggere il mio profilo noterete che ho aggiornato giusto qualcosina... Tra le varie ulizie ci sarà in programma la ristesura di questa storia. Come avevo già detto non ne sono soddisfatta, cerco ancora quel qualcosa che in questa storia manca, per cui prossimamente la sostituirò con una versione nuova (almeno in parte, sicuramente alcune cose resteranno le stesse).
Non posso soffermarmi molto questa volta, sono di fretta con una montagna di lavoro da fare.
Ringrazio come sempre tutte quelle lettrici che hanno commentato! Non avete idea di quanto i vostri commenti riescano a migliorare le mie giornate ^^ GRAZIE MILLE!!!!
Adesso vi lascio al capitolo... so che molti potrebbero rimanerne delusi... ma non finirà così :P sappiatelo.

Alla prossima

Sayu

Quello che sta dietro la maschera

Capitolo 11

-Epilogo-


Claudio ebbe diverse difficoltà ad accettare molte cose da quella sera. Prima tra tutte il fatto che Agatha in realtà nascondeva tante di quelle cose che nemmeno si sarebbe immaginato.
Passarono i giorni successivi a parlare di lei, non fu particolarmente facile farle scucire tutte le informazioni, soprattutto all'inizio doveva ricattarla per farla parlare.
-Per noi è fondamentale mantenere il "Silentium"- ripeteva ogni volta quando voleva evitare una risposta.
-Ti prego, faccio già fatica ad accettare un tu, per me un noi, è del tutto impensabile- rispondeva prontamente.
Ben presto però capì che effettivamente Agatha era innocua, certo, rimase piuttosto sorpreso nello scoprire tutti i libri che nascondeva, tra cui erbolari di vario genere e anche testi di antropologia dall'aspetto vagamente sinistro, che nel leggerli in realtà avevano un approccio scientifico. La maggior parte dei libri però raffigurava opere d'arte sconosciute dai significati nascosti o simboli di vario genere che non aveva mai visto.
Ebbe come l'impressione che non stava confessando proprio tutto, ma dandole tempo rivelava le cose più spontaneamente. Spesso capitava che litigassero sui più svariati concetti e si beccava spesso e volentieri del bigotto, specialmente quando accennò al discorso dello "yoga" e dei principi della Filosofia Orientale che spesso seguiva.
Lei del resto, diveniva intrattabile e capricciosa, ma poi bastava un bacio per cancellare tutto e trasformarli in una coppia come tutte le altre.
Per la gioia di Claudio, non parlavano solo di magia e spiritualità, ma sfioravano argomenti di ogni genere, quelli che più lo preoccupavano erano gli argomenti riguardanti la sua famiglia, non sempre piacevoli.
Aveva poi scoperto che studiava in una scuola di restauro, ma non appena le chiese cosa intendeva fare dopo lei cambiava subito discorso.
Erano sdraiati sul letto di Agatha quando Claudio decise di farla confessare per l'ennesima volta.
-Perchè non vuoi dirmi cosa vuoi fare dopo la scuola?- stava sfiorando una ciocca di capelli rossi, la muoveva tra le dita distrattamente, mentre gli occhi erano puntati sul soffitto bianco.
Agatha rimase in silenzio, il suo sospiro non sfuggì a lui. -Intendo andare a lavorare in qualche cantiere...- disse infine, suonando fin troppo vaga.
-E dove?- insistette lui.
Lei rimase in silenzio per l'ennesima volta prima di parlare. -In Francia-
Questa volta toccò a Claudio rimanere in silenzio. -Quando intendevi dirmelo?- il tono era piatto, si sollevò a sedere e la guardò dall'alto. Non ricambiò il suo sguardo, lei aveva gli occhi puntati sul soffitto.
-Dopo l'esposizione della tesi- commentò. -Tra un paio di mesi- il tono glaciale e impassibile di lei lo fece andare su tutte le furie.
-Hai pensato anche solo per un momento a quello che potrei pensare io?- chiese acido, le afferrò il polso costringendola a guardarlo. Lei si voltò verso di lui, di nuovo una sensazione di gelido in quegli occhi scuri.
-Sono anni che studio per potermene andare da qui, non butterò tutte le mie fatiche al vento, non voglio ridurmi a sfornare quattro marmocchi e fare la casalinga.- fece una pausa, nella quale fissò convinta Claudio. -E' quello che ho sempre desiderato da che avevo sei anni- concluse in fine, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
-Ma quando avevi sei anni non c'ero io!- protestò sovrastandola. -Non conto niente?!- avrebbe voluto urlare, ma la strana calma gelida di Agatha l'aveva contagiato.
Lei abbassò lo sguardò per un secondo, poi i suoi occhi marroni si puntarono negli occhi di Claudio, un leggero sorriso le increspò le labbra. -Certo che conti, ma cerca di capirmi, anche i miei genitori si sono impegnati tanto per permettermi di continuare con i miei sogni, proprio perchè hanno capito che io volevo di più che una persona come tutte le altre.- abbassò di nuovo lo sguardo.
La presa sul polso di lei divenne più salda, Claudio scese a sfiorare la pelle delle guance di Agatha. A fior di labbra sorrise amaro. -Mi fai paura, perchè ho sempre la sensazione che qualsiasi cosa dirò non basterà a trattenerti qui- le labbra si sfiorarono appena. -Mi fai paura perchè più passo del tempo con te e più diventi come un veleno che brucia...- continuò.
-Parli come se per te fossi indispensabile, ma nessuno con la testa a posto si avvelenerebbe da solo...- lei sollevò le braccia circondandogli il collo. Chiuse gli occhi e posò la fronte contro quella di lui. -Credevo avessimo stabilito che quella pazza fossi io... non tu- sorrise maliziosa, per poi sfiorargli le labbra con le proprie.
-Ti odio...- sussurrò lui.
Poi si baciarono, un bacio lento che via via si faceva più intimo.
Non appena si staccarono lei sorrise -Io di più-
E di nuovo si baciarono. In pochi minuti i loro vestiti finirono sul pavimento, abbandonati ad un contatto rischioso e allo stesso tempo inevitabile.
Quando riuscirono a staccarsi, in un groviglio di lenzuola Claudio si puntellò sui gomiti e divenne serio.
-So che può sembrare smielato, ma credo di amarti-
-Non dire stupidaggini, tu non sai amare... non sai nemmeno che cos'è l'amore...- lei sorrise triste, mentre guardava il soffitto sopra di loro, giocherellando con una ciocca dei suoi capelli.
-Forse hai ragione, ma posso sempre imparare...- lui la guardò, con occhi di un bambino immaturo che crede di sapere tutto ma non ha ancora scoperto la vita. -Dimmi cosa si prova ad amare?-
Agatha rimase in silenzio per qualche secondo, ascoltando la musica dei Sex Pistols di sottofondo, la casa era vuota e solo il silenzio faceva loro da testimone.
-Non te lo saprei descrivere a parole, è qualcosa che si prova senza volerlo, che sai che c'è ma non sai perchè-
-Se è così allora temo d'amarti sul serio...- scoppiò a ridere. -Perchè vedi, sei la persona più odiosa, acida e insopportabile che abbia mai conosciuto, non sei nemmeno il mio tipo, non hai i capelli biondi, non hai le gambe lunghe e snelle, nè tanto meno gli occhi verdi... sei testarda, orgogliosa e presuntuosa, una vera palla al piede...- Lei gli lanciò un'occhiataccia ma lui la zittì prima di aprire bocca. -Ma sfortunatamente per me ho scoperto che non riesco ad immaginare la mia vita senza di te...-
-Per tua informazione...- Agatha lo guardò scettica, poi sorrise. -In realtà non sono rossa... ma bionda... e comunque tu sei anche peggio di me- incrociò le braccia seccata.
-Ma mi adori comunque...- commentò lui sarcastico.
-Certo, come il latte scaduto... chi non adora bersi un bel bicchierone di latte raggrumato, magari con una spruzzatina di muffa sui bordi della tazza?-
-Ha parlato il limone acerbo...-
-Ad alcuni però il limone acerbo piace...- sogghignò Agatha guardandolo.
-Touchè- cadde il silenzio per diversi secondi. -Vuoi davvero partire per la Francia dopo la Tesi?- chiese preoccupato.
Lei inspirò lentamente, sfiorò con la punta dell'indice la guancia di lui e sollevò gli occhi scuri nei suoi. Un sinistro luccichio si formò ai lati delle ciglia, senza riuscire a parlare annuì con la testa.
Claudio sbuffò, poi sorrise. -Temo che mi toccherà chiedere a mio padre di creare qualche società affiliata all'estero, magari a Parigi...- sorrise appena e poi la baciò di nuovo...
  
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