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Autore: I_MissYou    16/10/2013    2 recensioni
Immaginatevi una Hinata estroversa, sfacciata e coraggiosa ma con un cuore d'oro mandata a Villa Uchiha per un viaggio studio di un anno... ma sicuri che sia solo per questo?
Dal capitolo 8 :
Andarono alla fontanella del parco e Hinata si inginocchiò vicino ad essa. Sasuke fece lo stesso e dopo che il piccolo getto d'acqua le colpì le mani piene di sangue sporco e raggrumato, il ragazzo prese le mani della corvina e cominciò a lavare via la sporcizia. Mentre le toccava le mani si accorse di quanto, in confronto alle sue, erano piccole e delicate. Gliele massaggiava delicatamente sotto l'acqua finchè la pelle risultò diafana e pulita come quella di sempre. Lei lo guardò con gli occhi persi, lui sapeva che stava ancora pensando a quello che successe. Glielo leggeva negli occhi.
Si accorse che la guancia destra di Hinata era un pò sporca, così con la mano umida, le passò il pollice sopra togliendo via quello che rimaneva del sangue.
Genere: Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Altri, Hinata Hyuuga, Itachi, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Sasuke
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Allora ragazzi, intanto scusate per il ritardo ma ho avuto da fare ç_ç
Questo capitolo è lunghetto eheh e spero che tutti gli altri saranno così, detto ciò buona lettura :3




 
Action.


 

- Pronto? - una voce maschile rispose al telefono e gli occhi di Hinata s'illuminarono sentendo quella che per lei era una dolce melodia. Erano passati giorni e ancora non aveva avuto il tempo di chiamarlo. - Papà! - il tono di voce della ragazza, già molto alto di suo, fece sorridere il padre e anche se era dall'altra parte della cornetta era come se lo vedesse lì accanto a leià quel sorriso spensierato che aveva anche nei momenti più difficili fu trasmesso alla figlia sin dalla prima volta che l'aveva tenuta in braccio. Anche se era cresciuta senza una figura femminile al suo fianco, suo padre le aveva insegnato tutto. "Soprattutto lotta per le cose che ami, amore mio" le ripeteva sempre.
Per loro vivere era stato difficile, ma lo facevano godendosi ogni momento, ogni attimo con il sorriso sulle labbra pur avendo problemi economici. Cresciuta solo dal padre, non poteva che avere il carattere da maschiaccio ma lei era contenta di come l'aveva tirata su. - Principessa! Come stai? - Principessa. Solo suo padre poteva chiamarla in quel modo. Sin da piccola odiava le principesse e odiava chiunque la chiamasse così. Tranne il suo adorato papà, quando quelle parole uscivano dalle sue labbra era come se la stesse abbracciando. - Bene papà, tu? - chiese intimorita. Qualcosa doveva andare storto, sempre. Ma ormai ci aveva fatto l'abitudine.
- Bene, adesso che sento la tua voce -
- Sicuro? - insistette. - Si, non ti preoccupare -
- Ascolta, al più presto cercherò di mandarti un pò di soldi... -
- No! Non ti azzardare a farlo. Ti sei portata quei pochi soldi con te e... - Lo interruppe - No, ho trovato dei lavoretti da fare e te ne manderò un pò - mentì spudoratamente ma non poteva certo dirgli " Sai papà, faccio la spia da quando avevo undici anni e mi pagano pure". - Adesso devo andare a fare i compiti, ti voglio bene -
- Anch'io principessa - Fece una smorfia guardando il telefono. - Hey, eccomi - Itachi si sedette sul divano accanto a lei.
- Allora cominciamo? - fece per prendere il quaderno di matematica quando notò la sua espressione preoccupata - Che succede? -
- Beh, ho chiamato New York - disse.
- Oh, i tuoi genitori. Come stanno? - le chise semplicemente, non sapendo che le sue parole avrebbero in qualche modo riaperto una ferita nel cuore di Hinata.
- Genitori? Oh no, io ho solo papà -
Itachi si pentì della domanda che aveva appena fatto. Un silenzio di tomba scese tra i due.
- Mia mamma... - deglutì - Mia mamma è morta mettendomi al mondo - abbassò lo sguardo per un attimo. - Mi ha cresciuta papà da solo - alzò gli occhi per guardare il ragazzo mostrando un sorriso a trentadue denti - E direi che ha fatto un bel lavoro! -
- Allora vuoi questo voto alto in matematica si o no? - chiese ricambiando il sorriso.
- Ovviamente! - rise.
Itachi l'aiutava con i compiti di matematica perchè lei era una schiappa in questa materia. Continuava ad accompagnarla a scuola nonostante avesse imparato la strada e poteva tranquillamente andare sola. Ma la cosa che più non capiva era come una persona tanto buona e carismatica voleva diventare un poliziotto così che suo padre potesse avere affari interni e soprattutto il via libera con il corpo della polizia, davvero non lo capiva. 

- Finito! Grazie mille Itachi - diede velocemente un bacio sulla guancia al ragazzo e, prendendo le sue cose, si diresse in camera per finire la lista delle spie. Sentì l'orecchio vibrare leggermente così scostò i capelli e premette il minuscolo pulsante - Agente H, codice 037. 2 minuti e 50 secondi di tempo -
Di fretta e furia si vestì dando un occhiata all'orologio che segnava '10.03'. Sgattaiolò furtivamente fuori nel grande terazzo della sua camera che condivideva con la camera di Sasuke.
- Cazzo. Credo che dovrò misurare l'altezza e sapere precisamente quanti metri sono - disse sporgendosi. Saltò atterrando sulle due gambe e su di una mano.
40 secondi.
Corse fino alla fine del vialetto verso il furgone nero bussando - Codice 037 - disse.
Salì. Asuma e Kurenai erano lì ad aspettarla - Agente H, tre macchine partite dalla dimora Hozuki hanno superato il limite di velocità. Li ha intercettati la polizia giapponese. Sono due macchine e un furgone blindato. Hanno messo fuori gioco quattro macchine della polizia. Dobbiamo fermarle. Il signor Hozuki è ricercato da tempo e dalle nostre fonti sappiamo che ha avuto a che fare con gli Uchiha. È la nostra occasione - Asuma fissava attentamente i vari monitor con l'auricolare nell'orecchio destro mentre Kurenai era al volante.
- E' rimasta solo un auto della polizia e si stanno dirigendo verso nord-ovest -
Hinata nel frattempo si era messa il giubottino anti-proiettile e due cinture nere con le due rispettive pistole e i vari lacrimogeni. Kurenai aveva parcheggiato in un angolo - Hanno fatto fuori anche l'ultima auto -
Qualcuno bussò - Codice 037 -
Hinata aprì e Gaara salì nel furgone sorridendole
- Come ai vecchi tempi? - chiese. La ragazza annuì abbracciandolo - Quanto tempo -
Asuma li riportò alla realtà - Palazzo di tre piani con rispettivi boxe al piano terra, ci sono guardie all'entrata, se li superate è fatta -
Hinata e Gaara presero le rispettive mitragliatrici e indossarono una specie di maschera nera che gli fasciava la testa fino alla punta del naso.
- Andate ragazzi, ci terremo in contatto - Scasero furtivamente dal veicolo e si diressero verso la base.
- Le guardie sono tre e a quanto pare c'è anche una telecamera di sorveglianza - la ragazza aveva visto bene e in due avrebbero potuta farcela, ci voleva un piano. - Gaara, tu vai all'angolo e li distrai mentre io entro dentro - Il ragazzo annuì e si diresse nel posto prestabilito. Le guardie sentirono uno sparo e due di olro andarono a controllare mentre Hinata con un colpo secco alla nuca fece cadere la terza guardia a terra esanime per poi infiltrarsi nel palazzo. Scattò l'allarme quando arrivò alla porta e quattro uomini dentro la stanza cominciarono a raccogliere immediatamente le centinaia di buste sparse sopra il tavolo infilandole in un borsone marronee pronti per svignarsela. La corvina fece irruzione nella stanza, sfondando la porta con un colpo di piede, seguita a ruota da Gaara, che avendo sentito l'allarme si era precipitato dentro.
- Fermi! Polizia! - gridò la ragazza puntando la pistola verso i quattro uomini. Si fecero avanti e cominciarono a sparare nascondendosi dietro ad un grande pilastro mentre uno dei uomini scappava con il borsone.
- Porca puttana! Sta scappando! Gaara ci pensi tu quì? -
- Vai tranquilla! - le coprì le spalle mentre si dirigeva fuori dalla sparatoria.
Si fermò a guardare da che parte del corridoio fosse scappato.
Desta o sinistra?
Notò una busta gialla alla sua sinistra, la raccolse frettolosamente e piegandola la mise nella tasca del pantalone nero. Prese la rincorsa verso l'uscita. Sentiva l'adrenalina percorrerle tutto il corpo. Le goccie di sudore in ogni cellula della sua pelle e i capelli bagnati.
Lo vide - Fermati! - gridò. Lui sparava colpi a caso sperando di centrarla ma non ci riuscì e finì presto tutte le palottole. Cercò di colpirla di nuovo tirandole l'arma in testa ma la schivò. Era senza speranze. Hinata accelerò sentendosi i polmoni esplodere dentro il torace e i battiti cardiaci alle stelle. Fece l'ultimo sforzo.
- O la và o la spacca - sussurrò ansimante. Si gettò a capofitto sul suo abiettivo schiacciandolo con il suo peso e facendolo girare verso di lei. Gli puntò la pistola sul pomo di adamo.
- Fatti vedere! - urlò.
L'uomo si tolse lentamente la maschera così gli mise la pistola sulla fronte. Sorrideva.
- Che cazzo ridi figlio di puttana?! - Prese velocemente le manette e gliele mise sui polsi.
- Buon la voro agente H - Gaara l'aveva raggiunta - Tutto apposto, possiamo andare -
- Codice 037 annullato. Missione 616 compiuta - Asuma, tramite l'auricolare, dimostrò il suo orgoglio ai suoi agenti - Ottimo lavoro ragazzi -
Uscirono fuori con l'uomo consegnandolo alle forze armate, che nel frattempo erano arrivate, e si diressero verso l'auto.
- Ti accompagno io, poi andrò da Asuma a fargli rapporto - disse il rosso sedendosi comodamente nel posto guida.
L'unica risposta di Hinata fu un "bene" affaticato.







Dopo essersi concessa una doccia rilassante, Hinata aveva bisogno di un bel bicchiere di latte per addormentarsi. Aveva notato che il corridoio era deserto e buioà tutti dormivano. Così, controllando per sicurezza che nessuno fosse in piedi a quell'ora, si avviò verso la cucina con passi lenti e incerti. Passò davanti la stanza del corvino accorgendosi che la sua porta era leggermente aperta. Un ghigno malefico le spuntò in quel viso apparentemente innocente e senza fare rumore entrò di soppiatto.
Ancora non gliela fece pagare per come l'aveva trattata male giorni fà ma adesso lei sapeva come rivendicarsi. Aveva deciso di non esagerare troppo ma era curiosa di come lui avrebbe reagito a questo scherzo per bambini di cinque anni. Fece scorrere le mani lentamente sulla scrivania non trovando quello che le serviva e, pensando a quanto in certe occasioni il ragazzo era maledettamente ordinato ( anche se non voleva farlo notare ), aprì lentamente la cartella ed estrasse il quaderno. Ripose tutto al suo posto e sgattaiolò fuori dalla stanza. 






Ancora la campanella non era suonata e tutti gli studenti si godevano gli ultimi minuti della pausa pranzo. Hinata era seduta comodamente a gambe incrociate su di una panchina ad ascoltare un pò di musica. In quelle ultime settimane aveva parlato morto e in un certo senso aveva anche legato con il ragazzo del disegno. Lo stava aspettando come sempre, ormai era un abitudine pranzare insieme a lui. Al ragazzo faceva piacere parlare con qualcuno senza essere preso in giro. Ancora non si era fatto vivo e a Hinata le venne il dubbio che quel giorno si fosse assentato da scuola.
- Hey bomba sexy, dovresti evitare di sederti in quel modo. Il mio amico laggiù potrebbe eccitarsi più del previsto -
- Kiba, una sola parola: sparisci - disse seccata.
Si fece avanti il corvino - Sei seduta sulla nostra panchina -
Lo guardò - Oh scusa, ma non ci ho visto il tuo nome scritto sopra così mi sono seduta lo stesso. E poi la pausa pranzo sta per finire, solo adesso ti ricordi che è la "vostra" panchina? -
Quella ragazza sapeva bene come irritarlo. Suigetsu si fece avanti - Sai per caso dov'è il tuo amico? - disse con ironia e la ragazza aveva capito tutto. Gli avevano fatto qualcosa, per questo non era venuto.
- Cosa gli avete fatto? - si alzò per andare a cercarlo, tanto lo avrebbe trovato senza il loro aiuto ma Sasuke si mise di fronte a lei con uno scatto - Tu hai qualcosa che mi appartiene - disse fissandola con odio.
- Ah davvero? E te ne accorgi dopo aver preso un bel due in matematica? - ghignò divertita - Hai visto? Tutti i tuoi esercizi erano giusti in fondo. Non ti preoccupare, recupererai la prossima volta -
- Non prenderti gioco di me Hyuga o potresti pentirtene - la fece indietreggiare facendo aderire la schiena della ragazza con un albero e mise il proprio avambraccio a contatto con le clavicole di lei premendo con forza.
- Sei troppo sicuro di te, Uchiha - sorrise falsamente.
Avvicinò il suo viso a quello della ragazza - Mh... Lo so ma non si direbbe il contrario di te - sentiva il respiro caldo di lei sul suo collo e qualcosa lo fece scattare indietro. La guardò - Dammi ciò che è mio -
Rovistò nello zaino e gli porse il quaderno con quella finta aria da innocente. Lo scostò facendosi strada per andare a recuperare Sai.
- Andiamo - fece il corvino cenno con la mano ai suoi amici.
Hinata era già lontana, doveva cercare il suo amico adesso e vedere in che condizioni fosse.
Ma quei tre l'avrebbero pagata.
















Allora ragazzi, spero vi sia piaciuto. Lo so, non ho scritto molto di Sai, ma nel prossimo capitolo credo che si scoprirà molto sulla vita di questo personaggio.
Detto questo vorrei ringraziare
  
Lita97 per aver recensito il capitolo precedente.
hinatayhea e MileyCyrus per averla inserita tra le preferite.
Demenzial Hachune e MileyCyrus invece nelle ricordate e infine  animaaminaastro_e_fiocchi, Dark_moon UchihaEvelyn Hope, fede95, FeverSkating, frisifraGround, Itachi66uchiha, KusHi_na, Lita97malefica89MileyCyrus, Sasuhina_95, Soly Dea e vampiretta_92 per averla inserite nelle seguite.
Grazie a tutti di cuore,
I_MissYou
  
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