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Autore: Fifth P The Catcher    16/10/2013    2 recensioni
Stargate SG1, 10a stagione, 12° episodio. Line in the Sand. Sam viene ferita gravemente da un soldato Ori. Sappiamo tutti come è andata a finire. Io vi mostro come sarebbe potuta andare diversamente, con tutte le conseguenze del caso. Preparate i fazzoletti & I hope you'll enjoy the story! :)
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Samantha 'Sam' Carter
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Proprio oggi doveva svolgersi la cerimonia? Mitchell era furioso. Era appena uscito dall’ufficio del generale, dove si era sentito dire che era troppo tardi per annullare la cerimonia in programma per quella sera - occasione per mostrare il progresso del programma Stargate ed, allo stesso tempo, per fare qualche promozione - e che già molti degli illustri ospiti, tutti militari di alto rango, erano già arrivati, dopo lunghi viaggi, da tutte le parti d’America. “Eviteremo di mandarla troppo alle lunghe, ma va fatto oggi, non abbiamo scelta.” aveva detto Landry. Il generale gli aveva anche detto che l’sg3 aveva già riportato indietro il dispositivo di Merlino ed il corpo di Sam, insieme ai ringraziamenti ed alle condoglianze di Thilana e degli abitanti di p9c822.
Nella testa del colonnello turbinavano la rabbia ed il dolore, così, sovrappensiero, per poco non andò a sbattere contro il generale O’Neill.
- Piano Mitchell. Non ammazzarmi cadendomi addosso. Ehi, tutto bene? Mi sembri strano, ragazzo.
Doveva essere una battuta spiritosa, vero? Jack, non puoi capire. Non sai. Ma non ce la faccio a dirtelo. Stai andando da Landry, vero? Se sapessi, non saresti così felice. Oh, quanto vorrei che non lo sapessi mai. Non posso…
Mitchell sentì le lacrime gonfiarsi negli occhi; doveva andarsene in fretta, o sarebbe stato costretto a dare spiegazioni. Non sarebbe stato lui a dire della morte del colonnello alla persona che voleva più bene a Sam.
Biascicò un “Scusi, signore, ho da fare. Ci si rivede.” e poi passò oltre Jack, quasi correndo.
Non avrebbe voluto, ma le gambe lo condussero nel laboratorio di Sam, dove erano stati da poco riposti tutti i marchingegni di Sam. Sopra ad una pila di libri, svettava il portatile. Quel portatile. Era ancora macchiato di sangue, il sangue di una Sam che, pur morente, stava salvando lui e tutto il villaggio dalla distruzione totale. Si ricordò delle lettere, gli sembrò quasi di sentire la voce di Sam, che mormorava la password con un filo di voce..ed ecco che già si ritrovava seduto per terra, nell’angolo più nascosto del laboratorio, con il portatile sulle ginocchia: aveva un compito, doveva esaudire l’ultima volontà di Sam.
Le lettere erano tante: per Cassandra, Jacob, Hammond, Mark (solo in seguito Cam seppe che era il fratello di Sam), Jack, ma anche per Landry, Daniel, Teal’c, Vala e per lo stesso Mitchell. Il colonnello aveva appena aperto la sua lettera, quando sentì dei passi; non fece in tempo ad alzare la testa che vide il generale O’Neill. Il cuore gli balzò in gola: Jack sapeva, sicuramente sapeva, ovvio, era appena stato da Landry. Nei suoi occhi, Cam lesse la stessa rabbia che lui aveva avuto al villaggio, lo stesso sguardo gelido con il quale aveva freddato prima Thilana, poi Landry. Cam provò paura per la reazione di Jack: tutti alla base sapevano, e anche Mitchell, dopo qualche tempo alla base, aveva sentito le voci sui due.
“Non posso scappare.”: fu questa la prima  cosa che Cam pensò. Doveva dare spiegazioni, anche se non aveva nessuna colpa. Doveva dire a Jack come era morta. Doveva raccontare le ultime ore di Sam.
- Jack, signore..mi dispiace per quello che è successo - non riesco ad essere meno banale? - e..sono pronto a dirle..sì, beh, ecco..cosa è successo.. - quanto sono patetico.
Cam si stava per alzare, quando, invece, Jack si inginocchiò.
- Chi?
- Un soldato Ori. Lei stava lavorando sul macchinario di Merlino, che non funzionava bene..a quanto mi ha raccontato, ha sentito un fruscio, si è girata ed ha visto il soldato, già pronto a spararle..poi è successo tutto in fretta, lei ha cercato di evitare il colpo, ma è stata raggiunta comunque..poi sono arrivato io ed ho ucciso quel bastardo…
Se Jack stava soffrendo, non lo dimostrava. Gli occhi erano duri come pietra, fissi, immobili. Era facile pensare che fosse abituato a perdere i compagni, per quanto ci si possa abituare a queste situazioni; in fondo era un militare di grande esperienza, che prima del progetto Stargate era stato in tutto il mondo, dalla Germania all’Iraq, e sicuramente ne aveva visti di compagni morire.
-…grazie all’aiuto di Sam, sono riuscito ad attivare quell’arnese, ma solo per la nostra stanza..fuori gli Ori hanno conquistato il villaggio. Non so, quanto le ha detto il generale?
- Continua.
- Ho subito medicato la ferita, ma era profonda, troppo profonda. Le assicuro, ho fatto il possibile..ma..- ecco, già mi scendono le lacrime - ..per terra era pieno di sangue e..
- Quindi..è morta subito?
- No..è passato del tempo..non ricordo quanto. Per quello che vale, sappia che è morta dopo aver salvato molte vite; è solo grazie a lei se sono riuscito ad attivare il macchinario su tutto il villaggio..Saranno passate un paio d’ore..non stava bene, per la maggior parte del tempo è stata svenuta..mi ha detto di avere delle lettere..e qui ce ne è una anche per lei..senta, lo so quanto ci teneva a lei, anche per me è una grave perdita e non sa quanto…
- Basta Mitchell. Lei non sa NIENTE!
Così Jack si alzò e prese il portatile dalle ginocchia di Cam.
Ha ragione. Non riuscirò mai a capirlo.
 
Quella sera alla base l’aria era tutt'altro che felice, tutti gli ospiti erano stati avvisati, tutti gli uomini della base sapevano, nessuno aveva voglia di festeggiare. Però tutti, ligi al dovere ed affascinati dalle personalità che sarebbero intervenute quella sera, tutti c’erano quella sera.
L’SG1 era stata esentata dal partecipare, ma Mitchell aveva deciso di esserci. Dopo aver parlato con O’Neill, si era rinchiuso nella sua stanza, per evitare di dover sentire gli occhi compassionevoli di tutti puntati su di lui; aveva persino disobbedito ad un ordine, quello di andare da Landry per raccontare cosa era accaduto sul pianeta, ma, d’altra parte, il generale non lo aveva nemmeno mandato a cercare. Solo che verso le 20, quando si stava per dare il via alla cerimonia, Cam cambiò idea: ormai gli sembrava che quelle quattro mura lo volessero uccidere soffocato, un minuto in più in quella stanza ed avrebbe vomitato. Così si tolse i vestiti della missione e si infilò la divisa blu, tutta pulita, tutta scintillante..tutta apparenza. Come apparenza era il suo viso inespressivo, mentre dentro avrebbe voluto continuare a gridare ed a piangere come quando aveva cinque anni.
Arrivò nella sala dello Stargate quando già Landry era sulla rampa, e stava salutando quell’illustre generale, quell’onorevolissimo sottosegretario e così via.
D’istinto cercò con gli occhi i suoi compagni, ma non c’erano, come era prevedibile; d’altra parte non erano nemmeno soldati, nessuno li avrebbe obbligati a stare lì nemmeno in un giorno normale.
Poi cercò il generale O’Neill, ma anche lui non c’era; godeva della fama di non rispettare sempre le regole e gli ordini, e sicuramente dell’intervento alla cerimonia ormai non gliene fregava niente, non gli importava di quello che avrebbero pensato gli altri. Ma anche lui, come biasimarlo?
Mitchell si chiese cosa stava facendo lì e provò l’impulso di tornarsene nel suo appartamento, ma era troppo tardi: un paio di tizi in divisa blu e con svariate stelline sulle spalle già lo avevano “puntato” e gli stavano esprimendo le loro condoglianze e dicendo quanto fossero rattristati e bla bla bla..
Aveva voglia di rispondergli come Jack aveva fatto poco fa con lui e come avrebbe sicuramente fatto se si fosse trovato al posto suo, magari mandandoli anche a quel paese, ma si frenò all'ultimo, aiutato dall'arrivo provvidenziale di Landry.
Poco dopo la cerimonia iniziò, Landry salì sul podio, posizionato proprio al centro della rampa, e fece gli “onori di casa”, dispensò benvenuti e ringraziamenti qua e là a nomi sconosciuti e, sinceramente, poco importanti. Poi parlò di Sam, come era giusto fare. Cazzo, quei generali se ne stavano seduti nei loro uffici senza muovere mai il culo, tranne per andare a cene e cerimonie, e ora stavano lì senza neanche sapere veramente quanto lei  avesse fatto per tutta l’umanità, compresi loro.
La cerimonia proseguì, altri discorsi, medaglie, promozioni..Cam non ricordava quello che era successo dopo. Forse per colpa di tutta la birra che si era scolato al pub della città vicina, violando tutti i regolamenti, che gli impedivano di ubriacarsi in servizio.
Ma, sinceramente, poco gli importava.
  
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