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Autore: Soffio94    19/10/2013    0 recensioni
Hope, figlia del fuoco e del male, è subito separata da sua madre Gabrielle a causa dei tentativi di Xena di ucciderla. Ma la bambina è combattuta fra le due metà del suo essere, desiderosa di riunirsi con la donna che le ha dato la vita e allo stesso tempo di realizzare i piani di suo padre. In questa storia Hope è la vera protagonista nella battaglia con se stessa e il conflitto fra il dovere e i desideri personali.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Gabrielle si svegliò all’alba, scossa da un brivido. La Principessa Guerriera dormiva beatamente, e la poetessa decise di lasciarla riposare; adorava l’odore fresco del giorno appena nato, e ne approfittò per avvantaggiarsi con il bagno mattutino. Si diresse quindi verso il laghetto vicino al quale si erano accampate, lasciò che il vento giocasse un po’ con i suoi capelli, poi si tolse la veste di iuta e scivolò in acqua. Rabbrividì al contatto con il liquido freddo ed iniziò a sfregare la pelle con cura: strofinò il ventre ancora gonfio come a voler rievocare i calci della sua bambina, tornò a pensare a lei, si ritrovò a piangere senza volerlo. Per mimetizzare le lacrime si tuffò nel lago e riemerse poco dopo, nuotò verso la riva e portò la mani al viso, cercando di riprendere il controllo. Facendo leva sulle braccia uscì dall’acqua e si asciugò con una vecchia pelle, per poi sedersi sull’erba fresca. Gettò lo sguardo sulla veste di iuta e realizzò che l’odore della sua bambina che ancora la impregnava sarebbe presto svanito; voleva goderne il più possibile, così si avvicinò e la prese tra le mani, inginocchiandosi e dando le spalle all’accampamento. La pelle le pungeva quando la stringeva al petto, i seni rabbrividivano; Gabrielle vi tuffò il viso e respirò a pieni polmoni, chiuse gli occhi e si abbandonò. Mentre si perdeva nei ricordi una violenta spinta la scaraventò nel lago, e la poetessa si trovò di nuovo in acqua, trascinando con sé la veste. Riemerse boccheggiando mentre gli occhi cerulei della sua assalitrice si accendevano di divertimento.
-Xena! - Esclamò Gabrielle. -Mi ero appena asciugat…- Nel riemergere aveva lasciato la presa, e il pesante tessuto di iuta era affondato. –No, no, no! – Gabrielle si affannava e nuotava cercando freneticamente la veste, si immergeva e strizzava gli occhi sperando di vedere qualcosa, riemergeva ed inveniva contro Xena. –No, no… - Con gli occhi gonfi la poetessa riemerse, sconfitta, e fece per uscire dall’acqua, rifiutando la mano che la Principessa Guerriera le porse per aiutarla. –Beh, che ti prende? Gabrielle?!  - La guerriera non capiva: cos’aveva fatto di tanto grave? Nel frattempo Gabrielle si era già allontanata, frenando a stento le lacrime e coprendosi con una pelle; aveva perso l’unica cosa che ancora la teneva legata a sua figlia, l’aveva persa per sempre. Sempre più furiosa si allontanò ancora, inciampò su una radice e cadde; con gli occhi rossi dal pianto e pezzetti di terra e foglie sul corpo ancora bagnato, la poetessa si sedette e gettò via la pelle, prese il capo tra le mani e pianse fino a sentire gli occhi prosciugarsi. Le ci volle un po’ per calmarsi, quindi riprese fiato e si rialzò, districò i capelli con le dita e si incamminò verso l’accampamento. Dopotutto Xena non poteva capire, e di certo non poteva spiegarle la situazione; e se avesse scoperto che le aveva mentito salvando la vita ad Hope? Non poteva permetterlo. Doveva proteggere sua figlia ad ogni costo, nella speranza di rivederla, un giorno. Tornò al campo e si sedette accanto a Xena, addentando una fetta di pane per simulare una situazione di normalità. –Sei più calma ora?  - La poetessa annuì. –Che ti è preso? - 
-Stavo…scrivendo un epigramma… - Rispose Gabrielle poco convinta –Era importante… - Xena si sentì colpevole, immaginò che l’amica dovesse essere ancora scossa dagli avvenimenti del giorno prima, così le offrì un pezzo di formaggio in segno di pace. La poetessa sorrise, consumando la sua colazione con una parvenza di normalità.
  
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