CAPITOLO 11
Love's the funeral of hearts
And an ode for cruelty
When angels cry blood
On flowers of evil in bloom
Funeral of hearts,
HIM
Quando
fummo a poco più di un metro di distanza da Bella sentii il
mio
sangue esageratamente caldo gelarsi nelle vene. Non poteva essere.
Gli
occhi grandi e tristi che di fronte a me fissavano il vuoto erano
solcati
da due profonde ombre violacee, che contrastavano in modo evidente con
la
carnagione chiarissima. Mi stupii di non provare repulsione fisica,
oltre che
psicologica e morale, per la creatura spregevole che mi trovavo di
fronte. Quel
giorno Bella sembrava proprio un vampiro.
Senza
parole, fissò a lungo il pavimento prima di degnarci di uno
sguardo.
Sperai che le piastrelle sotto i suoi piedi si dileguassero e che il
vuoto la
inghiottisse, facendola scomparire per sempre.
Poi,
finalmente, quell'inestinguibile fonte di dolore smise di mordersi il
labbro inferiore ed emise una voce cupa, metallica.
«Jake, che cosa ci fai qui?».
L'assoluta
mancanza di riguardo nei miei confronti mi indispettì ancora
di più.
Jacob
sorrise.
Di
fronte al suo silenzio, Jake le si avvicinò, stringendole le
grandi mani
bollenti attorno ai polsi. Istintivamente, feci un passo indietro,
mentre un
brivido fastidioso scivolò lungo la mia schiena.
«Bella, smettila di fingere. Ho capito
tutto».
Lei
sollevò lo sguardo, fissandolo con occhi carichi di
apprensione. Non mi
sfuggì la sua espressione sconcertata e terrorizzata.
Jake
inspirò profondamente prima di riprendere a parlare.
«Mi hai mentito. Ti conosco meglio di
quanto tu
stessa ti conosca e lo sai». Si interruppe un attimo. Scorsi
uno strano
luccichio sulla guancia di Bella prima di tornare a guardare Jake.
«I tuoi sentimenti nei miei confronti non
possono essere cambiati. Non posso credere che tu abbia deciso
seriamente di
chiudere in uno sgabuzzino la possibilità di vivere
felici...insieme. Bella,».
Jake le scostò una ciocca di capelli che le copriva viso,
tempestato da quelli
che sembravano piccoli diamanti lucenti.
«Dimmi la verità. Dopo il
nostro ultimo incontro
ho riflettuto ininterrottamente per circa un'ora su quello che mi hai
detto e,
incapace di prestarvi fede, ti sono corso dietro nella speranza che ti
rimangiassi tutto».
Bella
si passò una mano sul viso e sembrò sforzarsi nel
tentativo di darsi
un contegno. Dopo qualche interminabile secondo rispose con voce
stranamente
calma, utilizzando parole caute e ponderate.
«Jake,
io non ti ho
mai mentito. Non mi rimangio nessuna delle parole che hai udito il mese
scorso.
Vedi...», deglutì. «Credimi se ti dico
che vorrei renderti felice. Sei
una persona meravigliosa e ti meriti tutto l'amore di questo
mondo». Mi
trattenni dal tirarle un pugno su quella bocca menzognera.
«Ma...Non posso. Ho
già violato troppe
volte le leggi della natura. E' meglio non approfittare troppo della
sua
pazienza».
Un'improvviso
tremore scosse Jake, che strinse i polsi di Bella con forza
ancora maggiore. Sembrava incredulo.
«Maledizione, Bella, smettila! Sei stata
per tre
anni insieme ad un dannatissimo succhiasangue e adesso fai la
santarellina
dicendo che bisogna fare solo ciò che è giusto e
razionale?».
Non
ascoltò la mia preghiera di abbassare la voce.
«Tu non sei la Bella che ho conosciuto.
Che ne
hai fatto di lei?», disse con tono rabbioso.
«Restituiscimela!».
Bella
non si sforzò più di contenere le lacrime.
«Jake,
lasciami, mi
fai male!», gemette. «Ti prego, Jacob,
vattene».
Lui
stupito di fronte a tanta noncuranza per i propri sentimenti, la
lasciò
andare. Lei si tolse uno dei due braccialetti che aveva al polso destro
e
glielo porse. Riconobbi il ciondolo che Jake aveva intagliato con tanto
amore
qualche tempo prima.
«Tieni Jake, questo è tuo.
Dimenticami e non
cercarmi mai più, te ne prego».
Né
a me né a Jacob sfuggì il grosso cuore di
ghiaccio che ancora
abbracciava la sua pelle diafana.
Jake
riprese il suo braccialetto, ma con esso non recuperò il
pezzetto del
suo cuore che le aveva donato. Bella recuperò i suoi bagagli
e si voltò,
esitante.
«Grazie per tutto quello che hai fatto
per me,
Jake. Non lo dimenticherò mai. Addio».
Un
foglio appallottolato le scivolò dalla tasca mentre si
allontanava.
Percepii ancora quel nauseante odore dolciastro.
Jacob
si fiondò subito fuori dall'aeroporto, dileguandosi in un
piccolo
bosco vicino.