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Autore: Critti    11/04/2008    2 recensioni
Il tempo passa. I giorni galoppano come cavalli che corrono lontano, portando con sè l'oblio di una promessa che in un modo o nell'altro deve essere mantenuta. Riusciranno i Cullen a soddisfare la parola data ai Volturi? La loro decisione sarà priva di conseguenze? Lo scoprirete in questa ff, che prende avvio nel momento esatto in cui la Meyer aveva interrotto la narrazione di Eclipse.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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CAPITOLO 11

Love's the funeral of hearts
And an ode for cruelty
When angels cry blood
On flowers of evil in bloom

Funeral of hearts, HIM


 

Quando fummo a poco più di un metro di distanza da Bella sentii il mio sangue esageratamente caldo gelarsi nelle vene. Non poteva essere.

Gli occhi grandi e tristi che di fronte a me fissavano il vuoto erano solcati da due profonde ombre violacee, che contrastavano in modo evidente con la carnagione chiarissima. Mi stupii di non provare repulsione fisica, oltre che psicologica e morale, per la creatura spregevole che mi trovavo di fronte. Quel giorno Bella sembrava proprio un vampiro.

Senza parole, fissò a lungo il pavimento prima di degnarci di uno sguardo. Sperai che le piastrelle sotto i suoi piedi si dileguassero e che il vuoto la inghiottisse, facendola scomparire per sempre.

Poi, finalmente, quell'inestinguibile fonte di dolore smise di mordersi il labbro inferiore ed emise una voce cupa, metallica.

«Jake, che cosa ci fai qui?». L'assoluta mancanza di riguardo nei miei confronti mi indispettì ancora di più.

Jacob sorrise.

«Me lo chiedi anche?».

Di fronte al suo silenzio, Jake le si avvicinò, stringendole le grandi mani bollenti attorno ai polsi. Istintivamente, feci un passo indietro, mentre un brivido fastidioso scivolò lungo la mia schiena.

«Bella, smettila di fingere. Ho capito tutto».

Lei sollevò lo sguardo, fissandolo con occhi carichi di apprensione. Non mi sfuggì la sua espressione sconcertata e terrorizzata.

«C-cosa hai capito?».

Jake inspirò profondamente prima di riprendere a parlare.

«Mi hai mentito. Ti conosco meglio di quanto tu stessa ti conosca e lo sai». Si interruppe un attimo. Scorsi uno strano luccichio sulla guancia di Bella prima di tornare a guardare Jake.

«I tuoi sentimenti nei miei confronti non possono essere cambiati. Non posso credere che tu abbia deciso seriamente di chiudere in uno sgabuzzino la possibilità di vivere felici...insieme. Bella,». Jake le scostò una ciocca di capelli che le copriva viso, tempestato da quelli che sembravano piccoli diamanti lucenti.

«Dimmi la verità. Dopo il nostro ultimo incontro ho riflettuto ininterrottamente per circa un'ora su quello che mi hai detto e, incapace di prestarvi fede, ti sono corso dietro nella speranza che ti rimangiassi tutto».

Bella si passò una mano sul viso e sembrò sforzarsi nel tentativo di darsi un contegno. Dopo qualche interminabile secondo rispose con voce stranamente calma, utilizzando parole caute e ponderate.

«Jake, io non ti ho mai mentito. Non mi rimangio nessuna delle parole che hai udito il mese scorso. Vedi...», deglutì. «Credimi se ti dico che vorrei renderti felice. Sei una persona meravigliosa e ti meriti tutto l'amore di questo mondo». Mi trattenni dal tirarle un pugno su quella bocca menzognera.

«Ma...Non posso. Ho già violato troppe volte le leggi della natura. E' meglio non approfittare troppo della sua pazienza».

Un'improvviso tremore scosse Jake, che strinse i polsi di Bella con forza ancora maggiore. Sembrava incredulo.

«Maledizione, Bella, smettila! Sei stata per tre anni insieme ad un dannatissimo succhiasangue e adesso fai la santarellina dicendo che bisogna fare solo ciò che è giusto e razionale?».

Non ascoltò la mia preghiera di abbassare la voce.

«Tu non sei la Bella che ho conosciuto. Che ne hai fatto di lei?», disse con tono rabbioso. «Restituiscimela!».

Bella non si sforzò più di contenere le lacrime.

«Jake, lasciami, mi fai male!», gemette. «Ti prego, Jacob, vattene».

Lui stupito di fronte a tanta noncuranza per i propri sentimenti, la lasciò andare. Lei si tolse uno dei due braccialetti che aveva al polso destro e glielo porse. Riconobbi il ciondolo che Jake aveva intagliato con tanto amore qualche tempo prima.

«Tieni Jake, questo è tuo. Dimenticami e non cercarmi mai più, te ne prego».

Né a me né a Jacob sfuggì il grosso cuore di ghiaccio che ancora abbracciava la sua pelle diafana.

Jake riprese il suo braccialetto, ma con esso non recuperò il pezzetto del suo cuore che le aveva donato. Bella recuperò i suoi bagagli e si voltò, esitante.

«Grazie per tutto quello che hai fatto per me, Jake. Non lo dimenticherò mai. Addio».

Un foglio appallottolato le scivolò dalla tasca mentre si allontanava. Percepii ancora quel nauseante odore dolciastro.

Jacob si fiondò subito fuori dall'aeroporto, dileguandosi in un piccolo bosco vicino.

  
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