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Autore: Scation_98    20/10/2013    1 recensioni
Ciao, mi chiamo Sam e ho 15. La mia vita è strana molto strana , questa volta vi racconto la mia storia, quella vera. Qualcosa ha mandato tutti i miei sogni in frantumi, li ha resi assurdi e irrealizzabili e così, a causa di tutto questo , sono caduta in un baratro dal quale non riesco ad uscire e la luce dell’uscita si allontana sempre di più. Ho molto amici al mio fianco: Masia, Andie , Fred e Marc. Loro sono gli unici che non se ne sono mai andati e spero che non lo faccino mai! Tutti i nomi, compreso il mio, sono un modo per nascondere il mio vero nome ma tutto quello che racconto è successo davvero a me , Sam, nonché l’autrice di questa autobiografia. Spero che vi piaccia, buona lettura ;)
-Sam
Genere: Commedia, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Continuai ad ascoltare quella canzone che suscitava in me ricordi non molto piacevoli finché qualcuno non mi sfilò una cuffia e io mi girai con il viso leggermente contorto per il disappunto e mi ritrovai davanti il sorriso di Fred con in mano il suo telefono mostrandomi il suo nuovo record a Temple Run!

“Guarda Sam, ho fatto un nuovo record!”

“Ooh bravo! “ risposi io mostrandogli la mano aperta che lui prontamente ricoprì con la sua e continuava a sorridere. Mi rimisi le cuffie e lui tornò al suo gioco.

“Scusa tu scendi qui?” mi chiese il ragazzo seduto affianco a me

“ Sisi!” dissi io alzandomi e mettendo lo zaino su una spalla

Non faci in tempo a riporre il telefono nella tasca posteriore dello zaino che l’autista aprì le porte e , travolta da gli altri passeggeri, mi incalcai nel corridoio posto tra i sedili per poi scendere. Un lieve venticello frizzante mi spostò i capelli indietro lasciando cadere un lembo della mia sciarpa che qualcuno prontamente tirò lasciandola cadere completamente.

“ Mha…” non feci in tempo a concludere la frase che il sorriso di Fred spuntò dietro la mia spalla e se ne andò dalla parte opposta.

Non dissi niente, mi rimisi bene la sciarpa mentre mi dirigevo verso Andie parcheggiata con lo scooter sul ciglio del marciapiedi dall’altra parte della strada con in mano un casco grigio che appena le fui davanti mi posò sulla mia testa.

“Attenta ai capelli idiota!” le dissi io stizzita

“ Forza andiamo a vedere il vecchietto!” disse lei sorridendomi e io salii dietro di lei per poi sfrecciare tra le strade piene di ragazzi e ragazze diretti verso le rispettive scuole.
Arrivammo a scuola con un leggero anticipo ma nonostante questo ci dirigemmo al parcheggio nel cancello laterale e ci avviammo nel cortile. Dopo poco ci raggiunse anche Masia che arrivò come sempre tutta di corsa e lamentandosi.

“Mamma mia, sto morendo di caldo!” disse lei con ancora il fiatone

“ Lo credo, corri sempre per arrivare in tempo dato che non parti mai in orario!” disse Andie trattenendo una risata

Io mi limitai a guardale mentre battibeccavano tra loro ed erano bellissime, mi avevano sempre aiutato. Ricordo ancora come se fosse oggi la prima volta in cui le vidi , era il primo giorno di scuola alle superiori : Andie mi era completamente indifferente mentre Masia mi faceva paura , molta paura, tanto che la prima volta che le parlai feci tutto quello che mi diceva….

“Sam? Tutto bene?” la voce di Masia risuonò come un eco nella mia testa

“ S-si tranquilla!” dissi io scuotendo la testa come per tornare alla realtà

Tutte e tre insieme cercammo il tesserino nello zaino per timbrare appena entrate e recarci in classe. Io e Masia eravamo vicine di banco mentre Andie era nel banco difronte a noi. Alla prima ora avevamo diritto, si preannunciava una lunga ora.
Mentre il professore spiegava la lezione sui partiti ideologici io appoggiai la testa sul banco e mi persi tra i miei pensieri.
In quel momento sarei voluta solo sparire da lì , pensavo continuamente a James, a come sarebbe stato stare insieme ma era impossibile, lui era bisessuale e per lui ero solo una buona amica.
Credo che sia venuto il momento che vi racconti di me e James.
Lo conobbi tramite un mio carissimo amico che allora era un suo grande amico, Dante. Ci salutammo al terminal e fu lì che vidi per la prima volta i suoi grandi occhi verdi e quel sorriso ancora reso imperfetto dall’apparecchio. Inizialmente non diedi importanza a tutto questo ma a quanto pare per lui non fu la stessa cosa infatti mi inviò la richiesta di amicizia su facebook e da lì iniziammo a parlare. Decidemmo di uscire il sabato successivo e così facemmo. Ad accompagnarmi c’era Fred insieme alla mia ex migliore amica , Done, e , dopo aver visto che io e James avevamo preso confidenza, se ne andarono lasciandoci soli. Ci baciammo e ci mettemmo insieme ma la nostra storia durò solo 15 giorni, lui non si sentiva pronto ad affrontare una nuova storia e io ci stetti malissimo. Caddi in un baratro dal quale ancora oggi non riesco ad uscirne… l’autolesionismo. Iniziai col procurarmi piccoli graffi per poi giungere a veri e propri tagli. Non smisi mai di essere autolesionista ma devo ammettere che sono stata davvero brava a nascondere tutto grazie alle mie felpe.

“Ooh ?” sentii la mano di Masia premere contro il mio braccio e così mi girai verso di lei

“Mmh.. “ risposi io

“Tutto okkey? Mi sembri triste oggi, cos’hai?”

“Tutto bene, tranquilla.” La rassicurai così, non volevo che lei si prendesse carico anche dei miei problemi.

Passarono veloci quelle 5 ore in classe e quando suonò la campanella tutti corremmo fuori…..

“Sam, aspetta..” disse la mia professoressa di italiano

“Si prof?”

“ Cos’hai? Ti vedo assente durante le lezioni, l’anno scorso eri sempre così attenta, partecipavi molto alla lezione, cosa ti succede quest’anno?”

“ Nulla prof, è solo un periodo un po’ così, scusate ma devo scappare a prendere il pullman , buona giornata!”
Scesi velocemente le scale prima che tornasse di nuovo a tartassarmi di domande a cui io non potevo e non volevo rispondere. Era vero, non ero più la stessa ragazza dell’anno scorso, ero cambiata. Percorsi il tragitto dalla scuola al terminal da sola, con le cuffie alle orecchie e la musica che mi inondava il cervello. Vidi James venirmi incontro da lontano con un sorriso smagliante, cazzo com’era bello.

“ Saaaam ! “ disse lui venendomi incontro a braccia aperte pronto per accogliermi in uno dei suoi abbracci

“ Hey Jay !” dissi io fiondandomi tra le sue braccia per sentire il suo profumo inondare di piacere i miei sensi.

Io e Jay, nonostante la rottura, eravamo rimasti molto amici, sapevamo tutto l’uno dell’altra o meglio quasi tutto. Nessuno sapeva che io ero autolesionista. A volte mi capitava di pensare come era la mia vita prima di iniziare a distruggermi, cerco di immaginare il mio corpo senza tutte quelle cicatrici, senza sangue secco, senza tagli freschi. Immagino il mio viso quando non era ancora costantemente rigato da lacrime o quando ancora sorridevo non per nascondere la mia infelicità ma perché ero davvero felice e piena di motivi per farlo. Spero davvero un giorno di tornare ad essere come una volta, sorridere, giocare , scherzare, tornare bambina.

“Scusa Jay devo scappare, il pullman parte tra poco !” gli lasciai un bacio sulla guancia per poi rinfilarmi le cuffie ma faci in tempo a sentire la sua voce gridarmi :

“Rispondimi ai messaggi!”

Salii sul pullman giusto in tempo e trovai già Fred seduto e appena mi vide tolse lo zaino dal sedile affianco al suo per permettermi di sedermi, come sempre stava giocando a Temple Run.

Chissà cosa mi aspettava al ritorno a casa?
  
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