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Autore: BlueSkied    23/10/2013    1 recensioni
Leggono Shakespeare, hanno una band che s'ispira alle correnti alternative del rock e del pop inglese tra la fine degli anni Ottanta e l'inizio dei Novanta, vivono a Londra, ma nessuno di loro è completamente inglese, sono amici da sempre anche se uno diverso dall'altro.
Alle soglie della vita adulta, i Midwinter's Nightmare devono imparare a uscire dal mondo dei sogni, e che l'amore mette in crisi, molto di più di quanto s'immagini il teatro o la musica.
Note: ideata insieme a miss lovett e a lei dedicata, è un'operazione amarcord. Spero che mi si sapranno perdonare piccole ingenuità, ma forse, a ventiquattro anni suonati, si sente il bisogno di tornare ad essere adolescenti, una volta tanto.
BlueSkied
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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8.  Mesmerism


Non a caso gli antichi romani rappresentavano la Fama come una donna alata che suonava una lunga tromba: rendeva perfettamente l'idea di un gran chiasso, che si diffondeva in lungo e in largo. Allo stesso modo, la notizia che Jerome Dampton era amico dei Midwinter's Nightmare percorse il liceo St. James come un urlo, arrivando presto ad ogni orecchio, interessato o meno.
Nelle settimane successive a quel timido tavolo rotondo avvenuto nel parcheggio del Green Fairy, tutti poterono notare come tale novità fosse perfettamente evidente: ormai Dampton sedeva allo stesso tavolo dei ragazzi a pranzo, studiava con loro in biblioteca, era un'ombra sempre presente alle loro esibizioni.
Da subito, circolò la leggenda che la schizzinosissima Morris fosse di nuovo impegnata, spezzando più o meno segretamente decine di cuori maschili, e ancor più tacitamente anche qualcuno femminile. Di contro, la voce che l'ambito nuovo studente fosse stato accalappiato dalla ragazza più popolare della scuola, creò mugugni ed entusiasmi forse maggiori: i più insistenti amanti del gossip della scuola braccarono il gruppo per giorni, cercando di cogliere i due di sorpresa, o come minimo, di farsi rivelare qualcosa dagli amici. Ma tutto taceva.
Nessuno di loro era tanto lontano da simili sciocchezze quanto Shannon, la più riservata e impenetrabile del gruppo. In realtà, come tutti quelli che parlano poco, aveva da tempo intuito come si dipanasse la fitta ragnatela di sentimenti che legavano i suoi amici l'uno all'altro: l'inconfessata passione di Sebastian per Rebecca, il rapporto simbiotico tra Leroy e Melissa, la storia fra Javesh e Viola che andava avanti da tempo, senza che non lo sapesse nessuno. Per quanto riguardava Jerome, di una sola cosa era certa: Becky non gli interessava affatto, ma non per curiosità era voluto entrare nel loro gruppo. Prima o poi si sarebbe svelato, qualunque cosa stesse tenendo nascosta, e allora sarebbero stati guai per tutti. Shane, come la chiamavano in casa, aveva un talento particolare nel fiutare problemi in vista.
Per questo non si sorprese quando, un venerdì, uscendo dalla biblioteca con Becky e Mel, si trovarono faccia a faccia con Stonehall e l'ultima delle sue odalische, Jennifer Lewis. Shannon si chiese intimamente come mai ci avessero messo così tanto a farsi vivi.
Se comunque avevano esitato, in quel momento non persero tempo: la Lewis si mise a girare intorno alle tre ragazze con una risatina insulsa, mentre Stonehall, tranquillamente appoggiato a un armadietto, osservava la scena, impassibile. Chiaramente, stava lasciando solo che la sua oca si divertisse un po' per conto suo. Lui non si abbassava ai livelli del suo corteggio.
Jennifer versò nelle orecchie di Rebecca una scontata sequela di battute sul sesso, di facili insulti, di stupide osservazioni, poi Robert la richiamò all'ordine:
- Direi che così può bastare, Jen. Vattene - le ordinò, con voce annoiata. Quella provò a protestare, ma lui non mutò espressione, e lei dovette arrendersi, sparendo in un tintinnio di bigiotteria scadente. Fu solo quando se ne fu andata che Stonehall mise una faccia vagamente imbarazzata:
- Scusa, Becca. Devo farli contenti in qualche modo - si giustificò, con un mezza risata.
- è quello che hai voluto - replicò lei, che non aveva ascoltato una sola parola della diffamatoria, ma aveva tenuto tutto il tempo gli occhi fissi su di lui - Quando avrai deciso di crescere un po' ne riparliamo, eh? -
- Io forse devo crescere, ma tu devi essere un po' meno ingenua. Ogni tanto un compromesso va accettato, e tu non l'hai mai fatto - ribatté Robert.
- Che diavolo vorrebbe dire? -
- Vuol dire che devi pensare che ogni tanto qualcosa sfugga al tuo controllo, non vorrai davvero pensare di poter sempre fare a modo tuo, no? -
- Chi me lo impedisce, tu? -
- Te lo stai impedendo da sola. Vedi e non guardi, senti e non ascolti. Come potevamo andare avanti? -
- Sei tu che te ne sei andato e hai preferito loro a noi, idiota. Non puoi dare la colpa a me! -
- No, infatti. Il mondo non gira intorno a te, Becca -
- Se è per questo, nemmeno intorno a te -
- Vedo che ci siamo intesi -
E detto questo, Robert si voltò e se ne andò, lasciando le tre perplesse e senza parole.
Melissa fu la prima a riprendersi:
- Che cavolo ha detto? - chiese, e Becky si strinse nelle spalle:
- Sta solo recriminando ancora perchè ci siamo lasciati e perché ora pensa che Jaime stia con me - rispose.
Shannon, però, aveva sentito altro in quel discorso: di certo c'entrava Jerome, sembrava sapere qualcosa che loro ignoravano. Ma cosa, era impossibile saperlo.

 
  
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