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Autore: CowgirlSara    28/10/2004    1 recensioni
Un ragazzo e una ragazza, degli amici un po’ bastardi, un appuntamento non voluto, che si trasformerà in una serata indimenticabile.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Elijah Wood, Orlando Bloom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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GRAZIE

GRAZIE! Sono molto contenta che questa storia vi stia piacendo! Spero che il seguito non vi deluda, adesso vi lascio al capitolo nuovo e aspetto i vostri commenti! See you!

Sara

 

3. Lungo il fiume

 

Finita la cena, i due ragazzi uscirono dal ristorante; Orlando, alla fine, siccome era stato bene, aveva deciso di pagare tutto lui, ma non lo disse a Sunny.

Scesero dalla passerella affiancati, l'aria era fresca, ma non pungente; arrivati sul marciapiede, la ragazza si frugò in tasca, tirando fuori qualcosa.

"Oh, accidenti, sono finite!" Imprecò, gettando il pacchetto vuoto in un cestino dei rifiuti; si girò verso Orlando. "Hai una sigaretta?" Gli chiese.

"Hem..." Tossicchiò lui, grattandosi un orecchio. "...ecco, in teoria, io non fumerei..."

Sunny fece un'espressione strana, aggrottando la fronte. "Ma, in realtà fumi?"

"Beh, sì... ma poco..." Rispose il ragazzo.

"Insomma, hai una sigaretta o no?" Orlando annuì, tirando fuori il pacchetto. "Ecco, ci voleva tanto?!" Continuò avvicinandosi.

"No, è solo che il mio agente preferisce che non si sappia, sai per l'immagine." Spiegò il ragazzo, porgendole le sigarette.

"Che me ne frega, se fumi oppure no?" Ribatté lei, allargando le braccia. "Io non devo essere politicamente corretta, sono la figlia di un rocker sopravvissuto all'epoca d'oro del sesso, droga e rock'n'roll!" Concluse, mentre prendeva una sigaretta; Orlando gliela accese ridacchiando.

Finì che se ne accese una anche lui e si misero a fumare appoggiati al parapetto, lungo il fiume. A New York non si vedono le stelle, sempre che non si sia in cima ad un grattacielo, ma era lo stesso una sera molto bella.

"Hey..." Sunny lo richiamò, dopo qualche minuto di silenzio; Orlando si girò a guardarla interrogativo. "...che ne dici di camminare un po'?" E gl'indicò il marciapiede che seguiva l'argine. "Sempre se non devi rientrare."

"No." Rispose l'attore scuotendo il capo. "Ho tutto il tempo che voglio." Lei gli sorrise e s'incamminò, lui le andò dietro.

"Senti." Fece Sunny, dopo che si erano allontanati qualche centinaio di metri dal ristorante. "Ma perché ti hanno organizzato questa cosa con me?" Gli chiese, appoggiandosi contro il parapetto.

Orlando piegò il capo di lato, con un sorrisino furbo. "Potrei farti la stessa domanda..." Mormorò.

La ragazza puntò l'indice. "Rispondi prima tu." Gl'intimò allegramente.

L'attore sospirò rassegnato; sorrideva, anche se non era proprio entusiasta di cimentarsi in una confessione in piena regola. Si avvicinò alla spessa ringhiera, sbattendoci sopra le mani con energia, poi si spenzolò avanti e indietro per qualche secondo; stava cercando il modo giusto per introdurre l'argomento. Girò appena il capo verso Sunny, e la trovò piegata all'indietro che lo guardava con espressione rilassata; le sorrise, capendo che non c'era nulla di cui preoccuparsi, dopo quella serata probabilmente non l'avrebbe rivista più.

"Quest'estate mi è successa una cosa." Esordì infine, poi si voltò del tutto verso di lei, mettendosi di lato rispetto alla ringhiera. "Avevo una storia che andava avanti da un bel po'."

"Tipo?" Chiese lei che, dopo l'ultimo tiro, stava buttando la cicca nel fiume.

"Circa quattro, cinque anni." Sunny sollevò le sopracciglia, sospirando; era una cosa seria, allora.

"Vai avanti." Lo incitò, girandosi a sua volta, per averlo di fronte; lui, invece, si mise a guardare il fiume.

"Io, negli ultimi sei anni, non mi sono fermato un attimo, ho lavorato con accanimento, perché la fama è una cosa effimera e lo so benissimo..." Riprese serio, concentrando lo sguardo sulle luci riflesse nell'acqua, era più facile parlare così. "...perciò ho dato tutto me stesso alla carriera, anche se nel frattempo mi ero innamorato e vivevo profondamente questo sentimento." Guardò la ragazza, che annuì, spronandolo a continuare. "Quest'estate, finalmente, ho deciso che era venuto il momento di staccare la spina e mi sono preso la mia prima vera vacanza da anni. Ho preso la mia ragazza e sono partito per paradisi tropicali, come si suol dire."

"E fin qui, mi sembra tutto normale." Intervenne comprensiva Sunny.

"Era un idillio, direi." Ribatté amaro Orlando. "Le prime due settimane è stato un sogno: baci e abbracci, io imbocco te e tu me, sesso ogni notte, e a volte anche di giorno..." Si scambiarono un sorrisetto malizioso, quindi lui tornò a guardare l'orizzonte. "Poi siamo tornati a Los Angeles, ed è stato l'inizio della fine..." Chinò il capo, ma continuò. "...si è rotto qualcosa." Sentenziò mesto. "Sono iniziate le discussioni, per ogni stupidaggine, le male parole, e quel che è peggio... i silenzi e la noia... Non ci potevamo più vedere, ci davamo reciprocamente la nausea, così, prima di arrivare ad odiarci, ci siamo lasciati." Concluse, stringendosi nelle spalle.

"Credo di capire, quello che vuoi dire." Affermò la ragazza seria, incrociando le braccia.

"Io non so chi ha mollato per primo." Dichiarò arreso Orlando, mettendosi appoggiato alla ringhiera di spalle. "So soltanto che è finita, né gioia, né dolore..." Aggiunse allargando le mani e scuotendo il capo. "...non ci siamo strappati i capelli, non abbiamo festeggiato, ci siamo solo rassegnati al fatto di non amarci più."

"Sono comunque storie che lasciano un retrogusto amaro." Commentò Sunny, osservandolo, sembrava abbastanza tranquillo.

Orlando sbatté gli occhi, quasi infastidito. "Certo!" Esclamò poi, tornando a girarsi verso di lei. "E' normale, biologico, ma i miei amici si sono messi in testa che io soffro come un cane, che sono caduto in depressione, e questo solo perché sono meno brillante del solito!" Sbottò poi, facendo una smorfia.

"Hai provato a spiegargli che non è così?" Domandò timidamente la ragazza.

"In tutti i modi!" Rispose lui. "Non intendono, sono delle teste dure peggio della mia!" Proclamò a braccia allargate.

"Forse è il tuo comportamento..." Ipotizzò Sunny, con un sorriso divertito.

Il ragazzo sbuffò arreso. "Ammetto che in questo periodo non sono di grande compagnia..." Lei si sentiva di smentirlo. "...ma sto attraversando una fase di adattamento, dopo tanto tempo non è facile svegliarsi in un letto vuoto, fare colazione da solo o non doverla chiamare nella pause del lavoro, calcolare i fusi per parlarle quando sono lontano... insomma, mi devo abituare, ma giuro che non sto male, semplicemente non provo nulla." Concluse, stringendosi nelle spalle.

"E forse è peggio." Mormorò la ragazza, scrutandolo; era sicura che, in ogni modo, quella storia un po' di dolore glielo aveva lasciato, ma lui lo nascondeva bene.

Orlando la guardò negl'occhi per un lungo momento. "Probabilmente è peggio, sì, ma per ora è così, e non so che farci." Sunny fece una smorfia sarcastica, mentre si spettinava la lunga frangia; lui, allora, incrociò le braccia, sorridendo sornione. "Io mi sono confessato, ora tocca a te." Lei rise, poi posò i gomiti sulla ringhiera.

 

Il lungo momento di silenzio che seguì era riempito solo da una sirena lontana e dallo sciabordio del fiume contro l'argine di cemento; Sunny guardava verso il ponte illuminato, lei non si vergognava della sua storia, solo voleva essere più ironica possibile, in modo che non venisse fuori quanto aveva realmente sofferto.

"La mia storia..." Esordì infine, dopo un sospiro. "...si è conclusa in modo un po' più rocambolesco, rispetto alla tua." Lo guardava sorridendo, lui sembrava incuriosito.

"Dimmi tutto." L'incitò l'attore; lei alzò gli occhi al cielo un po' imbarazzata, poi riprese a camminare, affiancata subito dal ragazzo.

"Mi ci vorrà un'altra sigaretta..." Non fece in tempo a finire la frase, che lui le aveva già porto il pacchetto; si sorrisero e lei ne prese una.

Per accendere la sigaretta, dovettero fermarsi un attimo, si voltarono l'uno verso l'altra, trovandosi a pochi centimetri di distanza. Lei si sporse, lui avvicinò l'accendino; tutto questo lo fecero guardandosi negl'occhi. Era innegabile per entrambi, che ci fosse una discreta attrazione, ma decisero d'ignorarlo, per il momento. Il rumore metallico dell'accendino che si chiudeva li scosse, sorrisero e ripresero a camminare.

"Dunque..." Riprese la ragazza. "...io stavo con un tizio, da un paio d'anni circa, tra tira e molla vari." Spiegò tranquilla. "Si tratta di Darrin Gretchnik, il leader dei Mazaria, non so se li conosci..." Orlando la guardò, pensandoci.

"Oh, sì!" Esclamò poi, ricordandosi. "L'ho conosciuto qualche tempo fa, ad un party..." Continuò. "...mi ha dato come l'impressione che si lavasse poco..." Aggiunse storcendo la bocca; lei lo guardò divertita.

"Forse perché, in effetti, non si lava." Affermò allegra; risero.

"Dai, raccontami il resto." L'incitò Orlando, quando smisero di ridere.

"Beh, niente di che." Fece Sunny, allargando le mani. "Un sera, ero di ritorno da Londra, e lui lo sapeva, gli ho fatto un'improvvisata..." Smorfia con sibilo dell'attore, occhiataccia sorridente della ragazza. "...nel suo appartamento, di cui per altro avevo le chiavi."

"Ragazza, ma non ti hanno insegnato nulla? Non lo sai che le sorprese non si fanno mai?" Domandò ironico Orlando, accompagnando il tutto con uno dei suoi sguardi assassini.

"Ehhh, che ci vuoi fare, ormai è andata..." Replicò lei. "Ad ogni modo..." Continuò, dopo aver battuto le mani. "...entrai in casa e lo trovai intento in esercizi di equitazione con una procace rossa..."

"Oddio!" Esclamò Orlando ridendo; Sunny lo guardò.

"Sì, più o meno era quello che stava dicendo lui... Oh, Oddio, sì baby, vieni così!" Mimò, imitando il tono dell'ex. "Ovviamente la nostra relazione è finita lì, adesso siamo in causa." Spiegò infine, tranquillamente.

"In causa? E per quale motivo?" Chiese stupito l'attore.

"Danneggiamenti." Rispose noncurante la ragazza. "Gli ho spaccato il maxischermo a cristalli liquidi, semi distrutto la saletta registrazione di casa, rotto i vetri della macchina e bucato le gomme... ah, gli ho anche buttato dalla finestra il palmare!" Il ragazzo era allibito, quella ragazza non sembrava certo innocua, ma nemmeno così violenta. "Ho rifiutato il patteggiamento." Aggiunse poi, tornando a guardarlo. "Ad andare male mi condanneranno al servizio sociale, e ti dirò, per me è quasi una ricompensa." Affermò soddisfatta.

"Caspita, sei pericolosa!" Commentò Orlando. "Tradirti non è consigliabile!"

"Guarda, a dire il vero, non sono tanto le corna..." Ribatté calma, gettando il mozzicone a terra e spegnendolo. "...quelle può capitare a tutti di averle. Quello che non mi va giù è essere presa per il culo."

"In che senso?" Soggiunse l'attore incuriosito.

"Sai che cosa è stato capace di dirmi, quando l'ho beccato a farsi cavalcare?" Lui negò col capo. "Si è giustificato dicendo che le stava firmando un autografo!" Orlando spalancò gli occhi, cercando di trattenersi dal ridere, ma era dura, anche per il tono che stava usando Sunny. "Dico, ma si può essere più idioti?! A te è mai capitato di firmare un autografo mentre eri steso orizzontale e coi pantaloni calati?" Stavano ridendo entrambi, ormai.

"Direi proprio di no!" Rispose lui, cercando di smettere di ridere. "Una volta, una si è tolta le mutande per farmele firmare, ma niente di più!" Affermò alzando le mani.

"Ah, dovevo dare retta a mio padre!" Dichiarò allegramente la ragazza, scuotendo il capo. "Lui lo ha sempre detto che Darrin era un viscido idiota!"

"Che tipo è lui?" Chiese, abbastanza all'improvviso, Orlando; Sunny gli dedicò uno sguardo sospettoso.

"Darrin?" Fece perplessa; le sembrava strano che lui volesse sapere qualcosa in più del suo ex, magari era un fan...

"No, tuo padre." Rispose Orlando, riprendendo a camminare avanti a lei; Sunny lo seguì con gli occhi, per un attimo, interdetta, ma poi sorrise.

"Eh, sai..." Riprese la ragazza, mettendosi al suo fianco. "...è un tipo piuttosto originale, ma credo sia abbastanza normale per un artista del suo livello." La sua voce si era fatta più dolce, lui la guardò, trovandola con lo sguardo assorto. "Io ho le mie idee su Ned, lo vedo come una specie di reduce..." L'attore non se la sentiva d'interrompere il suo discorso con stupide domande, la lasciò continuare. "...è sopravvissuto ad un'epoca mitica della musica, ma erano anni di eccessi, e lui li ha fatti tutti, adesso è un vecchio guerriero pieno di cicatrici che non si è arreso, ha solo cambiato modo di lottare."

"Lo adori, non è vero?" Domandò dolcemente Orlando; Sunny si girò verso di lui, sorridendo con gli occhi blu luccicanti nel buio.

"Si vede tanto?" Gli chiese con aria innocente; lui fu solo capace di sorriderle e prenderla per le spalle, mentre continuavano a camminare.

Percorsero ancora qualche metro, poi decisero di tornare indietro, senza però lasciarsi. Il ragazzo la stringeva delicatamente per le spalle, facendola quasi poggiare contro di se, il suo profumo dolce nelle narici; lei, invece, lo aveva preso alla vita con leggerezza, passando col braccio sotto la giacca, ed era bello sentire il calore della sua pelle oltre la camicia.

"Ma non è che, il tuo ex, voleva che tuo padre collaborasse ad un suo disco, oppure gli scrivesse addirittura una canzone?" Le domandò Orlando ad un certo punto, sull'ispirazione del momento; Sunny si fermò e lo guardò.

"Scherzaci!" Sbottò poi, divertita. "Mio padre a scritto alcuni pezzi veramente mitici, pensa a The purple ballad, Your eyes between e..."

"Before the sunrise." L'interruppe lui; lei annuì.

"Before the sunrise." Ripeté quindi. "Io preferisco Your eyes between, è più cupa, più rock, ma Before the sunrise è un classico." Aggiunse.

"Sai..." Fece il ragazzo, tornando a guardare avanti e stringendola un po' di più. "...Lij e Hannah me l'hanno cantata..." Raccontò, senza trattenere un brivido, al ricordo della scena.

"Davvero?" Intervenne Sunny sorpresa; Orlando annuì.

"E' stata una cosa agghiacciante, era orribile..."

"Bada a come parli di quella canzone!" Esclamò la ragazza, scostandosi un po' da lui; non che il contatto le desse fastidio, anzi stava diventando pericolosamente piacevole. "Potrei offendermi, io ne porto il titolo nel nome!"

"Ma... veramente?" Replicò incredulo Orlando, sbattendo gli occhi.

"Eh, sì." Annuì Sunny. "Il mio nome completo è Sunrise George Cole." L'attore era sempre più allibito. "Forse è il caso che ti spieghi." Aggiunse lei, vedendo la sua espressione.

"Sarebbe gradito." Ribatté lui con un sorriso ed un lieve inchino.

"Allora, tutto ha origine dal fatto che io sono nata nel marzo del '77." Cominciò a spiegare la ragazza. "Nell'ottobre del '76 era morto Russ Mulchay, che oltre ad essere il front-man dei Red Blaze, era anche il migliore amico di mio padre, dai tempi della scuola media." Orlando annuì, dimostrandole che seguiva il ragionamento. "Ned cominciò a pensare di fargli un omaggio e, visto che Before the sunrise l'avevano scritta insieme, decise di chiamarmi così. In più, porto come secondo nome quello di Russ, che faceva Russel George Mulchay, ecco tutto." Concluse allegra, aggiustandosi i capelli.

"Tuo padre è un tipo originale." Commentò il ragazzo; Sunny lo scrutò con aria furba.

"Potrei dire lo stesso di chi ti ha chiamato Orlando..." Mormorò poi; scoppiarono a ridere.

Erano tornati davanti al ristorante; le risate di poco prima si erano tramutate in un silenzio leggermente imbarazzato, e i due ragazzi si scambiavano occhiate d'attesa, ma nessuno dei due si decideva a fare il primo passo. Un'idea si affacciò improvvisa nella mente di Sunny, la ragazza sperò che lui non fraintendesse.

"Senti..." Fece, voltandosi verso di lui. "...ti andrebbe di ascoltare la vera Before the sunrise?" Gli chiese; Orlando le rispose annuendo con un dolce sorriso. "Allora, potremmo andare a casa mia..."

La proposta lo fece irrigidire; non che l'idea di andare nel suo appartamento gli dispiacesse in se, solo che erano passati due mesi dalla rottura e non aveva ancora ritoccato una donna. Il pensiero lo eccitava e gli dava allo stesso tempo disagio; era dolorosamente consapevole di essere molto, ma molto, attratto da lei, che gli piaceva non solo fisicamente, ma era presto, troppo presto, per impegnarsi di nuovo.

Sunny, nel frattempo, si era accorta che lui aveva frainteso alla grande; e come sbagliarsi, davanti ad una faccia sorpresa e preoccupata come quella. Da una parte era lusingata che Orlando avesse pensato al più classico degli abbordaggi, però le dispiaceva che l'avesse classificata come una che ci prova e basta.

"Io... veramente..." Balbettò il ragazzo, massaggiandosi la nuca; erano passati solo pochi secondi dalla proposta di lei.

"No, tranquillo!" Lo rassicurò immediatamente la ragazza, alzando le mani. "Non ho intenzione di saltarti addosso, non la do mai al primo appuntamento!" Scherzò poi, tentando di farlo rilassare.

A Orlando parve di ricominciare a respirare solo in quel momento. "Non... per carità, non l'ho pensato!" Esclamò quindi, negando con le mani.

"Oh sì, che lo hai fatto!" Replicò divertita Sunny ridacchiando, ma era ancora un po' nervosa; il ragazzo continuava a negare col capo, mentre lei annuiva.

"Ohf..." Sbuffò l'attore, poi, sorridendo, guardò in alto alla sua destra e, infine, rise, ammettendo i suoi cattivi pensieri.

"Ad ogni modo..." Affermò la ragazza, ancora divertita. "...non ti volevo circuire, è soltanto che a casa mia ci sono le registrazioni originali, ed è tutta un'altra cosa."

"Capisco." Annuì Orlando, mettendosi le mani in tasca. "E scusami per il mio comportamento... Vengo volentieri, chiamiamo un taxi?" Aggiunse tranquillo.

"No." Rispose Sunny. "Ho un casco in più..."

 

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