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Autore: CowgirlSara    18/10/2004    2 recensioni
Un ragazzo e una ragazza, degli amici un po’ bastardi, un appuntamento non voluto, che si trasformerà in una serata indimenticabile.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Elijah Wood, Orlando Bloom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2. Il complotto

 

Orlando, mentre si preparava nella sua stanza d'albergo, rifletteva sul fatto che, ultimamente, tutti si volessero impicciare un po' troppo degli affari suoi; per la maggior parte la gente che lo circondava, non solo giornalisti e paparazzi, ma anche le persone più vicine, davano a lui la colpa della fine della sua relazione. La verità la sapevano solo lui e la ragazza in questione, la donna che aveva amato, e questo era l'importante; ciononostante, gli dava molto fastidio che lo giudicassero: le ha fatto le corna, no non gliele ha fatte, non le da abbastanza attenzioni, e invece la soffoca, stanno troppo lontani, no troppo vicini... Ma cosa gliene fregava, poi, a loro, in fondo? Lui viveva facendosi gli affari suoi, perché tutto il resto del mondo non si faceva i propri, invece di stare a contare quante volte scopava Orlando Bloom?

Sbuffò, guardandosi allo specchio; si aggiustò i capelli, la camicia rosa tenue, poi prese la giacca grigia scura e uscì.

Il ristorante si trovava su un barcone ancorato lungo la sponda dell'Hudson River; era un posto piuttosto raffinato, frequentato dalla bella gente di New York e abbastanza intimo da non creare clamore.

Orlando percorse la passerella illuminata con addosso un vago senso d’inadeguatezza; quella sera non era in forma, lo doveva ammettere. Osservò la sua faccia nella porta a vetri e provò un sorriso, non gli venne granché naturale, si senti più cretino che mai. Vabbene, si sarebbe impegnato, ma lo faceva solo per Lij e Hannah, se la serata era noiosa sarebbe andato via e basta; ad ogni modo non aveva voglia di sbronzarsi, perciò.

Entrò e si rivolse subito al maitre. "Sono Orlando Bloom, dovrebbe esserci un tavolo prenotato, ma sono un po' in anticipo..." Dichiarò.

"Sì, certamente, Signor Bloom." Annuì l'uomo. "Venga, l'accompagno." Aggiunse, poi con un gesto elegante gl'indicò la sala; l'attore lo seguì.

Camminavano tranquillamente tra i tavoli, quando Orlando vide una ragazza seduta da sola ad un tavolo, proprio nella direzione dove andavano loro; era una bambolina sullo stile Sex & the City: tubino rosa, catenina al collo e cascata di boccoli biondi. Orlando rabbrividì storcendo la bocca; la ragazza era proprio il tipo che aveva sperato di evitare, tra l'altro era praticamente sicuro che quello era il suo tavolo, stavano andando proprio lì.

Si bloccò all'improvviso, nello stesso istante in cui realizzava cosa fare: se la sarebbe svignata, era deciso, ma che se la sbolognassero da soli, lui non era una cavia da esperimento o un tappabuchi per bionde mollate dal fidanzato. Girò su se stesso, pronto a sfuggire al maitre con uno scatto da centometrista.

Sussultò, quando, voltandosi, si trovò davanti un'altra ragazza; dopo un istante di confusione per entrambi, lei gli sorrise. Orlando la guardò meglio.

Aveva i capelli corti, al collo, scalatissimi, castano chiaro con colpi di sole; una frangia scompigliata le arrivava fino ad un paio di grandi e sensuali occhi blu. Labbra perfette. Alta.

"Ciao." Gli disse, continuando a sorridere. "Non sono mica in ritardo?" Chiese poi.

Orlando spalancò la bocca, incredulo. "Sunny?" Fece, mentre realizzava la faccenda.

"Sì." Annuì lei. "Piacere di conoscerti!" Aggiunse, porgendogli la mano; lui la prese e la strinse. Si era decisamente tranquillizzato.

"Il piacere è mio." Rispose con un sorriso smagliante. "Sono Orlando."

"Lo vedo." Replicò ironica la ragazza, piegando il capo di lato; l'attore si passò una mano sulla nuca, ridacchiando.

"Volete accomodarvi?" Intervenne il maitre, indicandogli il tavolo accanto a quello della ragazza vestita di rosa; Orlando, con un gentile gesto, si fece precedere da Sunny.

La ragazza si tolse il suo spolverino di pelle nera, prima di sedersi, rivelando due chilometriche gambe fasciate da aderenti e strani pantaloni; infatti, la parte interna alla gamba era di jeans, mentre quella esterna era in pelle, sulla cucitura che le univa c'erano piccole borchie. Il resto lo facevano lo scollato corpetto nero e la camicia trasparente viola che aveva sopra.

Orlando, però, non si era accorto che anche lei lo stava osservando; era strano, se lo era immaginato più basso e più mingherlino, invece stava messo bene. Le piaceva il suo modo di muovere le mani mentre parlava col maitre; le piacevano le sue mani, molto maschili. Il pallido rosa della camicia gli donava, faceva risaltare la sua pelle olivastra e i bei capelli scuri. Un ricciolo ribelle gli era ricaduto sulla fronte, lui lo rimise a posto con un rapido gesto delle dita; Sunny sorrise.

Finalmente si sedettero, sorridendosi ancora una volta; il normale imbarazzo di quell'incontro voluto da altri non era ancora del tutto caduto, ma c'erano buone speranze. Orlando guardò di nuovo l'orologio.

"Mah, mi sembra strano che non siano ancora arrivati..." Mormorò, alludendo agli altri.

"Orlando!" Esclamò Sunny; il ragazzo alzò gli occhi su di lei, sorpreso. "Ci hanno tirato il bidone, è chiaro come il giorno!" Aggiunse ridendo.

"No!" Fu la prima risposta dell'attore, allibito. "No, non Elwood! Un amico, praticamente un fratello! E che cazzo!" Sbottò agitandosi.

"Oh, non ti scaldare!" Lo blandì lei, divertita. "C'era da immaginarselo."

"E ora che facciamo?" Domandò Orlando preoccupato, senza guardare la ragazza.

"Beh, siamo qui, in uno dei migliori ristoranti della città... mangiamo!" Rispose tranquilla Sunny, stringendosi nelle spalle con un sorriso; lui la guardò, mentre sul viso gli si formava un sorrisino furbo.

"Sì, mangiamo..." Mormorò quindi, appoggiando il mento sulle mani alzate. "...e poi addebitiamo tutto sulla carta platino di Elijah..."

"Conosci il numero?" Chiese stupita Sunny, osservando l'espressione soddisfatta e maligna sulla faccia del ragazzo.

"Sì." Annuì compiaciuto, appoggiandosi contro la spalliera della sedia.

"Ma sei veramente un bastardo..." Affermò lei, con sguardo complice. "Mi piace..."

"Chi di spada ferisce, di carta di credito perisce..." Proclamò Orlando sollevando le sopracciglia. "Ordiniamo."

 

Il tempo tra l'ordinazione e la prima portata, lo avevano passato a studiarsi, scrutandosi a volte in modo distratto, altre apertamente.

L'attenzione di Sunny era attirata soprattutto dal collo dell'attore, lo aveva già notato in alcune sue foto che le era capitato di vedere, ma doveva ammettere che dal vivo era tutta un'altra cosa; ad ogni modo, Orlando si meritava appieno il suo posto nella classifica degli uomini più sexy del mondo.

Il ragazzo, invece, si divideva tra gli occhi grigio-blu e il decolté; non che fosse molto formosa, diciamo che aveva tutte le sue belle cosine al posto giusto, poi portava al collo un corto laccetto di cuoio con attaccato il Jolly Roger, simbolo dei pirati, cosa che decisamente attirava l'attenzione.

Quando il cameriere gli portò l'ordinazione, si accorsero di guardarsi negl'occhi da alcuni secondi; dapprima si sorrisero, un po' imbarazzati, poi risero piano.

"Forse dovremmo trovare un argomento di conversazione." Suggerì la ragazza.

"Beh, direi..." Confermò Orlando, massaggiandosi le nuca. "Parlami un po' di te." Aggiunse poi, spronato dalla curiosità.

"Perché non di te?" Replicò lei, con espressione birichina, posando il mento sulle mani; Orlando alzò le sopracciglia.

"Perché di me si sa tutto." Rispose quindi, stringendosi nelle spalle; Sunny non era sicura, ma aveva l'impressione che a lui desse un po' fastidio, la verità di quell'affermazione.

"Beh, non è che ci sia molto da dire." Esordì la ragazza, dedicandosi al suo piatto, imitata da Orlando. "Sono, nonostante le apparenze, una persona abbastanza normale."

"Che lavoro fai?" Le chiese l'attore, pensando che facesse la modella o roba così; lei lo guardò, con un breve sorriso.

"Lavoro alla sede newyorkese della Virgin." Rispose stupendolo. "Mi occupo di rock, ovviamente." Aggiunse con un cenno del capo.

"Lij e Hannah mi hanno raccontato alcune cose di tuo padre." Affermò lui. "Ci ho capito poco, perché devo confessare che non conoscevo il suo gruppo..." Ammise poi, timidamente.

Sunny alzò gli occhi dal piatto e gli sorrise con calore. "Guarda che non è mica obbligatorio, conoscere tutti i gruppi o i musicisti del mondo!" Esclamò divertita.

"Certo, lo so!" Ribatté lui; sorrideva, ma si sentiva un po' a disagio. "E' solo che... insomma, è imbarazzante, poiché sembra che tuo padre sia uno davvero famoso..." E così dicendo, abbassò gli occhi, per non farle vedere che era un po' arrossito, non tanto per quello che diceva, quanto per come lei lo guardava.

"Abbastanza famoso." Soggiunse Sunny; sorrideva, perché Orlando si stava dimostrando davvero carino.

Il ragazzo rialzò la testa e le sorrise a sua volta. "Mi hanno anche detto che sei inglese pure tu." Le disse; lei roteò gli occhi, annuendo.

"Ecco, a dire il vero, ci sono solo nata, in Inghilterra." Confessò tranquilla. "Ho sempre vissuto qui in realtà, e mio padre è Gallese, ci tiene a precisarlo." Specificò poi. "Mia madre, invece, veniva dalla Danimarca."

Orlando la guardò sorpreso. "Danimarca? Veramente?" Sunny annuì. "Sai anche un mio carissimo amico..."

"Conosco bene Viggo." Lo interruppe lei; Orlando spalancò la bocca. "E' un amico di mio padre, che è appassionato di fotografia, si sono conosciuti così."

"Capisco..." Mormorò l'attore. "Non l'avrei mai pensato."

"Il mondo è piccolo, e New York è minuscola da quel punto di vista." Fece la ragazza, allargando le mani. "Più o meno, tutti quelli che frequentano un certo ambiente si conoscono." Spiegò quindi.

"Che ne pensi di lui?" Domandò allora Orlando.

Sunny alzò le sopracciglia, bevendo un sorso di vino. "Viggo è simpatico, come uomo mi dice poco, ma lo apprezzo come artista."  

La cena andò avanti, parlando del più e del meno, mentre la bottiglia di vino si svuotava; Orlando le raccontò di quello che sarebbe stato il suo nuovo lavoro, Sunny, invece, delle sue esperienze ai vari festival rock. Quando stavano finendo il dessert, lei gli fece una domanda.

"Dimmi un po'." Gli disse, attirando la sua attenzione. "Chi si nasconde dietro all'affascinante e bellissimo attore che infrange i cuori di milioni di fanciulle?" Chiese ironica.

Lui sorrise dolcemente, con vago imbarazzo, i suoi lucenti occhi scuri si alzarono oltre il loro tavolo, guardando chissà dove, poi tornò ad osservarla. "Solo un bravo ragazzo di provincia, con un briciolino di talento, che ha avuto una pazzesca botta di culo." Rispose infine. "E ora, cavalco l'onda." Sunny, soddisfatta della risposta, gli sorrise e prese la sua mano sul tavolo.

 

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