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Autore: Bellafifi1986    24/10/2013    1 recensioni
Jennifer Blake è la moglie di un uomo ricco che la riempie di regali, soldi e di altre cose materiali ma non le da le attenzioni affettive. La sua vita è vuota finché una sera non andrà a Beacon Hills viene sconvolta dall'arrivo di Derek e del suo pack.
Jennifer troverà la vera felicità?
Dedicata a S_milady so quanto le piace la coppia Dennifer e a Caro_Ari per i suoi consigli e contributo.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Derek Hale, Jennifer Blake
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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-Derek!-esclamò Isaac contento.
Derek. Non era solo affascinante ma aveva un bel nome.
-Con te faccio i conti a casa-disse Derek con tono severo.
Così Isaac e Derek vivevano insieme. Forse erano cugini, anche se non vedeva somiglianza tra loro.
Sotto gli occhi di lei, Derek si trasformò e lei restò sotto shock dai pelli, le orecchie e le zanne.
Non era possibile! I licantropi non potevano esistere
Stava impazzendo?
Non ci capiva nulla.
Tum-tum-tum-tum
Il cuore di Jennifer andò in agitazione, senti come se qualcosa stringere la sua gola e Isaac senti l’inizio di un attacco di panico con svenimento.
-non devi aver paura-disse Isaac con tono rassicurante..
Come faceva a star calmo?
Tum-tum-tum-tum
Lei non ci riusciva.
Era un tipo ansioso.
Forse anche lui era un licantropo.
Eppure Isaac non dava l'aria di una creatura pericolosa. I licantropi erano pericolosi, aveva letto o visto film sull'argomento e la cosa che la sorprendeva era che Derek si era trasformato senza luna piena.
Tutto questo non era normale.
Lei iniziò a sudare freddo, il cuore pulsò velocemente e la voce di Isaac o gli attacchi tra Derek e la creatura li sentì in lontananza. La vista si annebbiò e si accasciò a terra, priva di sensi.
Jennifer riprese conoscenza in un ambiente sconosciuto in un letto e sentì tante voce in lontananza.
-Ti sei svegliata-disse Derek con un sorriso.
Era confusa di trovare il ragazzo del suo sogno proprio accanto a lei.
-non era un sogno, è successo veramente-disse Derek capendo i suoi pensieri.
Lei si allontanò impaurita.
Non poteva essere vero.
Derek si aspettava una reazione del genere, era anche normale quando veniva a conoscenza dell'esistenza dei licantropi. Jennifer guardava gli occhi azzurri di Derek, erano così belli ma si ricordava che prima erano rossi. Era una strana cosa.
-Non devi aver paura, non vogliamo farti del male-disse una ragazza molto simile a Derek.
Quei due potevano essere fratelli e sorella.
Una ragazza dai capelli rossi si avvicinò a lei con una tazza in mano.
 -Io sono Lydia, come ha detto Cora non vogliamo farti del male-disse Lydia con un sorriso.-capisco la tua paura. Anch'io quando sono entrata in questo mondo, ero spaventata-
Quale mondo? Di cosa stava parlando?
 Jennifer si alzò subito da letto, molto spaventata e nella fretta inciampò e fini per terra.
-Ti sei fatta male?-chiese un'altra ragazza con i capelli castani preoccupata.
Chi erano tutte quelle persone?
Voleva andar via di lì, voleva tornare a casa.
Non rispose alla domanda della ragazza, si alzò da terra di fretta e corse via di lì.
Aprire la porta non era semplice, aveva una tale agitazione e le mani sudavano. Alla fine riusci e si allontanò da lì e ogni tanto guardò dietro con la paura di essere seguita da uno di quei ragazzi.
Solo dopo qualche minuto, si fermò in un vicolo e si accasciò con il cuore a mille.
Non sapeva neanche dove si trovava e la macchina era all'inizio del bosco, non aveva altri mezzi per tornare a casa. Era bloccata lì.
Qualcosa dentro di sé la porto ad alzarsi e a proseguire verso la fine del vicolo, pian piano con un'ansia nel cuore e perché le sembrava un De JaVu di quando era piccola.
Sapeva che doveva tornare indietro, andare avanti non era una buona idea ma non riusciva a fermarsi e sentiva una voce di un uomo nella sua testa.  
“Devi fermarlo, lui farà altro male”
Non era un buon segno anzi era una cosa orribile. Era da tempo che non sentiva voci.
Voleva fermarsi in tempo.
“Solo con il tuo aiuto, possono fermarlo”
No, basta voci.
Arrivò alla fine del vicolo e urlò forte alla vista del cadavere di un uomo con la gola tagliata, così forte che arrivò fino al loft e subito Derek e gli altri accorsero a quel grido.
“E’ il tuo destino, non puoi scappare”
Altro che destino, a Jennifer sembrava una maledizione.
La sua mente tornò indietro con il tempo a quando aveva 6 anni.
Era fuori da una vetrina, tutta sorridente con in mano una palla con la neve con dentro un lupetto e una bella luna. Era da settimane che la guardava con aria incantata, non sapeva il perché ma le piacevano tanto i lupi e la luna infatti nei suoi disegni c’era spesso questi due elementi. Azzurri erano gli occhi del lupo. Un azzurro bellissimo. Immaginava sempre che quel lupo era il suo migliore amico, il suo unico confidente e di correre tra i boschi sopra di lui. Sognava di addormentarsi con lui in boschi e lui la scaldava.
-Sei felice vero?-chiese sua madre con un sorriso.
-tantissimo-disse la piccola Jennifer stringendo la palla come un tesoro prezioso.-grazie, mamma-
Lei e sua madre camminavano sul marciapiede, lei non faceva altro che guardare la palla per perdersi nel suo mondo fantastico. Un mondo fatto solo di lei e del lupo. Sua madre si era fermata a parlare un attimo con una donna, lei continuava a sognare ad occhi aperti.
Una una voce disperata aveva interrotto i suoi pensieri.
"Aiuto"
 Lei non vedeva nessuno nelle varie direzioni che aveva bisogno di aiutato. Forse si era immaginata tutto.
 "Lui è qui. Farà del male ad altre persone. Vieni da me"
 Quella voce aumentava sempre di più nella sua testa. Il suo corpo aveva preso a camminare da solo, come se una forza sconosciuta la spingeva e lei non poteva opporsi. Continuava a camminare fino ad un'officina di un meccanico, sembrava tutto apposto o era quello che pensava lei ma il suo corpo si era fermato dietro un auto dove a terra c'era un ragazzo in una pozza di sangue e con la gola tagliata con un ferro.
 "Lo so che sei piccola ma non permettere che succeda ancora. Devi fermarlo"
 -AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!-gridò la piccola Jennifer in preda allo shock.
 La sua bellissima palla con la neve era andata in frantumi a terra.
Da quel preciso istante, quelle voci la perseguitavano, come quei spaventosi incubi e ancora più terribile era il fatto dei cadaveri. I suoi avevano deciso di cambiare posto e allontanarsi da tutto quello. Ma quei episodi inquietanti la seguivano dovunque andava. Era troppo per una bambina della sua età e il trauma diventava sempre più profondo ogni giorno che passava. In più i corvi aveva iniziato a volare sopra la sua finestra e picchiettare sul vetro soprattutto la notte. Tutti sapevano che il corvo nero è messaggero di morte o di cattivo presagio.
Ricordava bene quel giorno nel parco, aveva una mantella rossa e un cestino in stile Cappuccetto rosso e dava da mangiare alle bellissime colombe bianche. Il cielo era limpido, non c'era nessuna nuvola e tutto era così tranquillo. Lei era serena da qualche giorno, nessun incubo, voci o cadavere e guardava le colombe bianche con un sorriso quando esse si allontanarono spaventate. Non capiva quel cambiamento improvviso, di solito gli animali scappavano quando avvertivano un pericolo ma lei non vedeva nulla di strano nel parco. Lei non si era accorta dello stormo di corvi nel cielo. Lo stormo di corvi erano scesi in picchiata verso di lei e con i loro becchi cercavano di ferirla, lei era spaventata alla loro vista e cercava un posto al sicuro.
Non capiva perché i corvi se la prendevano con lei.
Cosa aveva fatto di male?
 Era solo una bambina
. -lasciatemi in pace!-
Quei corvi non avevano alcuna intenzione, tutti insieme la colpivano chi a destra chi a sinistra. Lei sentiva i loro becchi dappertutto e faceva male, vedeva il sangue da tutte le parti e aveva paura di morire.
-Basta! Mi fate male!-gridà la piccola dal dolore.
Quelle grida erano inutili, i corvi beccavano ancora di più il suo corpo lacerato dal dolore e uno di essi strappava via un pezzo della sua carne.
-AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!-
Ne era sicura adesso, quei corvi stavano per ucciderla e non c'era nulla che poteva fare per salvarsi.
Era orribile sentirsi strappare da dosso la carne.
Di questo passo, nessuno la avrebbe riconosciuta neanche i suoi genitori.
Che destino crudele per una bambina così innocente.
Jennifer aveva rivolto i suoi pensieri ai suoi genitori e a quel lupo della sua fantasia, unico compagno della sua infanzia.
Ma proprio quando si era rassegnata, i corvi si erano allontanati da lei spaventati da qualcosa e qualunque cosa fosse lei ringraziava il cielo per averla salvata.
  
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