Anime & Manga > Virgin Crisis: Akuma na Eros
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Autore: Morgana Leone    24/10/2013    1 recensioni
- Come faccio a crederti se tu non mi dici niente? Se non mi dai fiducia, come puoi tu pretenderla da me? Perché non puoi aprirti?-
"Aprirmi? D'accordo ... ho evocato involontariamente il diavolo facendo deliberatamente un rito satanico per fare in modo che tu mi amassi. E quando tu mi dirai "Ti amo", ebbene, a quel punto io dovrei pagare il tuo amore offrendogli la mia verginità... come potrei mai dirti questo?"
Non sapevo cosa scrivere, così ho preso un pezzo della storia.
Spero di non deludere e sopratutto di ritrarre bene questo splendido manga.
Buona lettura :)
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: Lemon, Missing Moments, Traduzione | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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XXVIV

Come le ombre


"Coloro che combattono, non per Dio in se stessi, ma contro il diavolo negli altri, non riescono mai a migliorare il mondo, ma lo lasciano com'era, o qualche volta peggiore di com'era prima che cominciasse la crociata."
Aldous Huxley, I diavoli di Loudun, 1952

 

Era passata già qualche ora ma ancora nessuno era riuscita ad aprire una breccia nelle spesse difese della città di Shadakara anche perché in loro difesa vi era un enorme titano, la cui pelle spessa era impenetrabile alle armi. Nonostante ciò le file continuavano ad ingrossarsi e nel cielo notturno volavano migliaia di demoni soldato. Molti cadevano, uccisi e divorati dal titano che, anche se non volava, era comunque piuttosto letale dato le colonne di fuoco che vomitava dalle fauci.
I principi sorvolavano la bolla impenetrabile architettando nuovi metodi per abbatterla.
- La magia nera non funziona e neppure lo nostre armi. Servirebbe un impatto incredibilmente potente per aprire un varco - dichiarò il principe Asmodeo scrutando la città d’alto.
- E il titano di Baal? - domandò un altro principe dall’aria altezzosa - Come ce ne liberiamo? Non ci fa neppure avvicinare allo scudo di protezione -
- Non si può uccidere - ribatté un altro.
- Ma possiamo immobilizzarlo o sigillarlo per qualche centinaio di anni - ipotizzò la principessa Lilith.
- Che cosa dice l’Imperatore? Non ha ancora dato ordini? -
- Aspetta sull’altura l’arrivo di Mephisto. Spero per lui che non si faccia attendere, Satan è piuttosto irritabile in questo momento - dichiarò Lilith con un sorriso malizioso rivolto ad Asmodeo.
Proprio in quel momento videro chiaramente un angelo nero con sei ali atterrare sulla montagna dove un altro demone, che un tempo era stato un serafino come lui, lo stava aspettando.
- Oh, salve fratello, bella serata non trovi?- disse quello atterrando con fare dileggiate accanto a Satan che lo guardò come se desiderasse ammazzarlo.
- Perché non sei venuto appena te l’ho ordinato? - ruggì quello facendo sparire per qualche istante il sorriso dal bellissimo volto del principe.
Quello si riprese in fretta e sollevò le mani come per calmarlo con fare accondiscendente.
- So che quell’umana sia insolitamente importante per te, fratello adorato, ma sono certo che comprenderai che anche io ho la mia città e i miei territori d’amministrare, anche se non saranno mai all’altezza del tuo Pandemonio e …-
- Taci e seguimi - rispose l’altro spalancando le lucenti ali nere e sollevandosi in volo.
Volarono in alto per poi scendere in picchiata sul titano che, nonostante la moltitudine di soldati che lo attaccava, si concentrò solo sui due nuovi arrivati. La fauci fameliche si spalancarono e un torrente di fuoco fuoriuscì. I due demoni furono veloci e scansarlo e continuarono a volargli intorno, facendolo irritare maggiormente, poi Satan sguainò la spada ed appena fu a portata gli infilzò la spalla. Il titano furibondo per l’aggressione ruotò la testa e sparò fuoco contro qualsiasi essere in movimento, ma proprio quando una colonna stava per raggiungere Satan, Mephisto affondò la sua lancia nel collo della bestia che emise un ruggito disumano. Accecato dalla rabbia e dal dolore, il titani caricò a testa bassa il principe, che insieme a Satan si trovava vicinissimo allo scudo che proteggeva la città. Nonostante l’immensità del suo corpo si muoveva molto rapidamente tanto che i due demoni riuscirono per un millesimo di secondo ad volare verso l’alto e a schivare il titano. L’impatto delle sue corna sulla barriera fu talmente forte che si creò un varco, un' incrinatura in cui una persona sarebbe riuscita a passare facilmente. Si sentì un boato d’entusiasmo nelle file dei soldati, che però non osarono avvicinarsi più di tanto al titano, che si stava riprendendo il fretta dalla botta.
- Eccoti un varco, fratello mio, ti va bene? - chiese Mephisto.
- Me lo farò bastare -
E dicendo questo s’infilò velocissimo nell’incrinatura, seguito a ruota dell’altro angelo caduto.
 
 .•ºº•.
 
La vista si era abbassata, le gambe erano deboli, il braccio destro spezzato e stavo morendo dissanguata. Non riuscivo più a delineare le forme ma vedevo con chiarezza i miei fluidi vitali che abbandonano il mio corpo e si riversavano abbondanti sul pavimento. Io che sono tornata indietro dalla morte, io che mi sono destata in una seconda vita insperata e immeritata. Sapevo che chi usciva dalla propria tomba deve fare i conti con l'inaspettato. Sapevo che Samael è più paziente di Gesù Cristo. La morte può permettersi d' aspettare. Mi è stata concessa una seconda vita, per darle più significato della prima; una seconda chance che stava andando sprecata. Il mio più grande rammarico fu quello di non poter vedere Satan, almeno un’ultima volta prima di andarmene, sentire per l’ultima volta il suo calore. Pensai con un crescente senso d’ingiustizia a quanto sarebbe stato bello sposarlo, sedere sul trono al suo fianco e magari se fosse possibile avere dei figli.
Non avevo mai provato così tanto odio verso qualcuno, ma giuro che se ne avessi avuto la forza avrei distrutto Baal, l’avrei spolpato dalla testa ai piedi e con la sua pelle ci avrei fatto un tappeto. Se ne stava sopra di me, guardandomi in viso mentre morivo, con un espressione divertita e curiosa sul viso. Più volte lo sentii leccarmi la pelle e toccarmi dove a nessuno, a parte Satan, era concesso.
Scalciai debolmente per farlo allontanare ma non ebbe alcun senso.
Si udì un forte boato, ruggiti furiosi, un cozzare di lame. La porta delle segreta fu aperta e con uno schianto cadde a terra. Il cuore prese a battere fortissimo, speranzoso. Un istante dopo lo vidi scendere dalle scale con il suo incidere regale, forse un po’ più aggraziato del solito. Incontrai il suo sguardo: mi sarei aspettata di vedere collera, furia e che inchiodasse alla parete Baal, invece non vi era niente di tutto questo. Sembrava sul punto di scoppiare a ridere, ed addirittura che cercasse di trattenersi e di mantenere un atteggiamento serio. Anche il modo in cui mi guardava era strano: di solito mi rivolgeva sguardi intensi, carichi di malizia a bramosia che mi facevano costantemente andare a fuoco i lombi. Ora invece evitava addirittura d'indugiare sulla mia pelle nuda e d'incrociare i miei occhi quando io avrei dato qualsiasi cosa per perdermi nei suoi.
- Credo che tu abbia preso qualcosa di mio - disse con voce fredda e distaccata.
Baal si alzò in piedi e gli rivolse un sorriso da far rabbrividire i morti - Da oggi in poi tutto sarà mio dato che tu non sarai più re! - disse mentre esultava dentro di se - Ancora si parla della tua insuperabile astuzia Satan, eppure oggi ti sei mostrato abbastanza stupido da finire nel mio tranello, di fatto sapevi bene che qui dentro la tua magia non ha effetto -
Un attimo dopo gli era già addosso; vidi la spada sguainata e la lama vermiglia di Satan cozzare contro la sua.
In effetti trovai che Baal avesse ragione: Satan non combatteva con la sua solita forza, ed anche il suo modo di lottare era diverso. Di solito attaccava con furia, facendo perdere terreno al nemico, ora invece si limitava a parare ed indietreggiava sempre più girando in tondo.
Se continuava così non poteva vincere. Fui presa da una paura indicibile al solo  pensiero e mi maledii per aver inviato Notte al Pandemonio.
Quando però Baal riuscì a rinchiuderlo in un angolo e tagliargli la ritirata ecco che un'ombra nera piombò su di lui disarmandolo e piano piano prese le forme di un altro Satan la cui rabbia mi era più familiare.
- Come hai osato toccare la sua carne tenera con le tue sudice mani? Ti strapperò gli occhi e li darò in pasto al tuo titano!- ruggì snudando le zanne.
La sua furia era quasi palpabile e le tenebre che emanava riempivano la stanza come fumo eppure ero talmente felice di vederlo  che sarei corsa ad abbracciarlo se solo ne avessi avuto la forza.
- Tu, maledetto ... - ringhiò Baal guardando con odio il complice di Satan che aveva preso le sue sembianze originarie.
Cercò con lo sguardo la sua spada e quando si accorse che c'è l'aveva in mano Mephisto si rese conto di essere disarmato contro due nemici.
Colto da una folle paura iniziò a ruggire contro il suo re - Sei solo un debole, un angelo depresso, ecco cosa sei! Hai giurato il tuo odio contro gli uomini, eppure hai portato questa troia della peggior specie nel nostro mondo! Il tuo cuore tenero ci porterà tutti al tracollo! -
- Mi pare che tu abbia fatto un errore di calcolo, non sono debole, sono solo realista - gli rispose Satan con un espressione di pura malvagità - Noi siamo come le ombre: moriamo quando la luce splende su di noi, ma senza di essa non possiamo vivere. Tu invece ti ostini a vedere solo nero e perdi di vista tutto il resto-

- Fottiti ...- sibilò il principe. Per una qualche assurda ragione non potei non provare un po' di pietà per lui nonostante il mio odio. Com'è strano provare sentimenti tanto contrastanti tra loro, non è vero?
Satan e Mephisto avanzarono su di lui mentre le pupille del principe si allargavano dalla paura. Si guardò in giro e mi vide. Il sorriso mostruoso che fece bastò a far smarrire ogni mio buon sentimento. Poi accadde tutto in fretta: un attimo prima che la lama di Satan gli staccasse la testa dal collo, una sorta di fumo violaceo uscì dalla bocca di Baal. Sentii Satan ruggire "no!" ma fu troppo tardi. Quel fumo mi era già entrato nelle narici.
 
.•ºº•.

Se dentro le segrete ho avuto paura della morte, ora la chiedevo quasi fosse una benedizione. Avrei fatto di tutto pur di non sentire la voce di Baal nella mia testa ed avere la consapevolezza di essere state relegata in un minuscolo spazio dentro della mia mente. Provai a scacciarlo, ma lui era molto più forte di me e aveva già preso il comando del mio corpo.
Quando ancora eravamo nelle segrete, dopo che Baal prese possesso del mio corpo, mi sentii ruggire una serie di improperi e maledizioni rivolti a Satan e, una volta, gli balzai addirittura addosso nel tentativo di aggredirlo.
Ora mi trovavo in una delle tanti appartamenti del Pandemonio, legata in un letto, affinché non tentassi di uccidermi da sola mentre Baal passeggiava tranquillamente nella mia testa, scrutando nei miei ricordi. Spesso Satan veniva a trovarmi, mi parlava con la sua voce profonda che sembra quasi l'ombra di un suono. Avrei voluto baciarlo ed invece la mia bocca sputava fuori solo minacce.
Fu il periodo più brutto della mia vita; una volta riuscii a prendere il controllo dei miei occhi ed a vedere ciò che c'era intorno a me e quando vidi il suo bellissimo volto quasi non lo riconobbi: la pelle d'alabastro non riluceva, gli occhi di solito pronti ad infiammarsi erano di un cupo e spento rosso granata e sulla sua fronte c'era una ruga di profonda tristezza.
Non so quanto rimasi distesa su quel letto, fatto sta che un giorno sentii un corvo messaggero che avvertiva Satan del fatto che era stato catturato un arcangelo. Baal s'infuriò alla notizia ed io all'inizio non compresi il perché.
Lo trascinarono in catene di fronte al mio letto e gli ordinarono di scacciare via Baal dal mio corpo.
A volte ho ancora gli incubi al ricordo del dolore che mi aveva procurato: Baal si aggrappava a qualsiasi cosa, mi azzannava la mente, la graffiava, ruggiva.
Credo che un dolore così forte lo si possa sentire solo alla nascita o alla morte. Se partorire era peggio decisi in quel momento che non avrei mai e poi mai avuto figli.
Ci vollero settimane, ma alla fine a
prii gli occhi: rimasi sdraiata a lungo, cosciente solo del fatto che era piacevole svegliarsi. Scoprii che mi trovavo su gigantesco materasso e di seta rigonfio di piume bianche e sovrastato da un baldacchino color creminisi. Lungo due lati le tende del baldacchino erano aperte e vidi in un angolo, all'interno di una gigantesca camera con pavimente e pareti di pietra, un angelo in catene.
Ebbi un tonfo al cuore.
- Michel? - mormorai. Ma poi misi a fuoco e mi resi conto che non era lui, anche se gli somigliava in maniera pazzesca. Il suo viso aveva dei lineamenti più dolci, degli occhi color acqua marina e le labbra che sembravano essere state fatte solamente per sorridere.
- No, sono Raphael - rispose con una voce che mi fece venire in mente la primavera - stai bene? - mi domandò alzandosi lentamente in piedi con un frusciare di catene.
- Ora sì, anche se sono un po' intontita - gli rispondo. Notai che non ero più legata e finalmente potei tirarmi a sedere. Le mie povere ossa e i muscoli, rimasti inattivi così a lungo, gemettero e scrocchiarono.
- Dov'è Satan? - gli chiesi.
- Non lo so - rispose lui incupendosi. Solo allora mi accorsi che le sue ali erano state strappate e sul corpo portava chiari segni di agressione. Rimasi sconcertata e feci per alzarmi in piedi e ordinare al primo demone che passava di liberarlo quando vidi entrare Satan seguito da alcuni demoni soldato.
- Manami? Ti sei svegliata - disse rimanendo sulla porta.
Quasi come un atavico richiamo, in un attimo fui tra le sue braccia, con la faccia nascosta nel suo petto aspirando forte il suo odore quasi per essere sicura che fosse lui e non un miraggio.
- Mi sei mancato -
- Anche tu -
Sollevai il viso e lo baciai, ma poi mi ricordai delle condizioni di Raphael e mi scostai.
- Perché è in catene? -
- Perché è un arcangelo -
- Ma mi ha salvata! -
- Non importa, morirà comunque - disse, poi ordinò rivolgendosi ai suoi soldati - Portatelo via ed avvertite Asmodeo che potrà avere lui l'onore di ucciderlo -
I due si chinarono e sollevarono di pero l'arcangelo che gemette di dolore.
- Non puoi farlo, razza d'ingrato! - lo rimproverai con rabbia, fissandolo.
- Sì che posso - disse quello con strafottenza. Mi resi conto che sfidandolo non avrei ottenuto niente da lui, così usai l'arma segreta più potente di una donna: misi su il broncio.
- Satan, fallo per me ... - dissi guardandolo negli occhi e portandomi una sua mano alla guancia - ti prego, come regalo di nozze -
Lui mi fissò per un attimo confuso dal mio repentino cambio di emozioni, ma poi, come sempre più spesso accadeva, cedette.
- D'accordo, a patto che se ne vada subito - grugnì tra i denti, decisamente poco convinto.
Poi si abbassò, accostando le labbra al mio orecchio - Credo che il tuo abito sia pronto, rosso come lo volevi -
Poi scoccandomi un'occhiata maliziosa se ne andò, ordinando alle guardie di tenere d'occhio Raphael.
Sospirai beata, e quasi mi venne voglia di rincorrerlo, ma poi mi ricordai dell'Arcangelo. Mi voltai verso lui e vidi sul suo volto un espressione di pura gratitudine.
- Michel aveva ragione, sei speciale e non vi è nulla di vero nelle parole di coloro che dicono male su di te - disse facendomi una sorta di riverenza che m'imbarazzò non poco.
- E' il minimo che potevo fare - gli risposi.
- No, era mio dovere liberarti dal demonio, ma tu mi hai salvato la vita, il mio debito verrà ripagato -
Gli sorrisi non sapendo cosa altro dire poi, piena d'entusiasmo, mi fiondai fuori per provare finalmente il mio abito da sposa.


 
 

 
Oggi, mentre stavo finendo di scrivere questo capitolo, sento una cosa che sbatte contro la mia finestra, un secondo dopo mi giro e mi vedo davanti un cazzo di corvo grande quanto un cane che mi fissa dal vetro! Dovete sapere che nella mia cittadina-paese-sperduto ci sono solo delle cornacchie, quelle che sembra abbiano il gilet grigio, quindi dovete capire l’infarto che mi è venuto vedendolo! Tra poco staccavo il crocifisso e glielo lanciavo urlando "vade retro Malpass"!
Comunque, parliamo del capitolo. Scusatemi per il ritardo, ma ci sono periodi in cui non ho proprio voglia di mettermi a scrivere e poi anche perché mi sto dividendo tra scuola, amici, libri e il continuo di questa storia che si chiamerà “The Heir of Hell” e che pubblicherò tra le originali appena finirò di scriverla ( per ora sono all’ottavo capitolo e come le mie amiche mi hanno detto, modestia a parte, è molto figa e anche io ne sono troppo soddisfatta perché è qualcosa di completamente mio e desideravo scriverla da appena ho iniziato Virgin Crisis e più andavo avanti, più i personaggi sembravano prendere vita). Se a qualcuno interessa leggerla gli invio il primo capitolo.
Come forse avrete capitolo tra poco (forse nel prossimo) ci sarà un matrimonio e la conclusione di questa parte della storia!
A presto!
Piccola Pirata
P.s. un ringraziamente speciale va a Doki che mi ha gentilmente detto di muovere il culo. Un bacio grande!
 
  
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