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Autore: koopafreak    28/10/2013    4 recensioni
I primi avventurosi approcci genitoriali nella solitaria famiglia Koopa. Ludwig passa in vantaggio.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bowser, Ludwig Von Koopa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Operazione Tata Kamek aveva ufficialmente avuto inizio il giorno stesso nella complice riservatezza tra il monarca e il suo consigliere, mantenendo il resto del castello all'oscuro di essersi trovato costretto a ricorrere al suo supporto per continuare nella vacillante carriera di reggente e padre a tempo pieno. Kamek sarebbe tuttavia intervenuto con la dovuta discrezione e si sarebbe limitato a spalleggiare il padrone quando lo avrebbe reputato necessario, anziché scavalcarlo e interagire direttamente col piccolo despota che continuava a scrutarlo di tanto in tanto con attenta circospezione dal suo seggiolone.

« Bene, Lud. Dopo una mattina di emozioni e inganni sarai affamato, immagino » mormorò il drago senza traccia di entusiasmo in uno dei momenti che meno amava della quotidianità degli ultimi mesi.

Il principino non rispose, nemmeno lo stava considerando se si voleva essere fiscali, e sembrava più preso dall'ispezione accurata del piedino sinistro che al cucchiaino di pappa in graduale avvicinamento.

Kamek aveva già istruito segretamente il suo signore prima che un cameriere gli avesse consegnato la porzione del cucciolo: se questi non avesse collaborato dall'inizio o, nel più estremo dei casi seppur non escludibile, avesse cominciato con uno dei suoi violenti capricci, allora avrebbe dovuto astenersi dall'insistere oltre e fargliela immediatamente portar via. Senza ripensamenti.

A quanto pareva il koopolotto non aveva alcuna voglia di sorprenderli e rispose alla percentuale più alta delle aspettative.

« Lud, non intendo stare piantato qui a combattere con te. O mangi il tuo pranzo o lo faccio portare via. Non scherzo » lo ammonì severo, guardando con la coda dell'occhio dalla parte di Kamek e ricevendo un cenno di approvazione.

« Ba! » Il koopolotto alzò disturbato lo sguardo e cacciò via la posata dal suo spazio vitale con un gesto per poi riprendere il controllo podologico da dove aveva lasciato, badando beatamente agli affari propri come se Bowser fosse stato una mosca invadente.

Il che urtò non poco costui. « Come vuoi, lo faccio portar via. Lud, guarda il tuo pranzo che se ne va. Ultima chance, Lud... Lud. Ludwig! »

Quel fetente di un cucciolo se l'era spudoratamente cercata se credeva di poter snobbare così anche lui. Bowser sistemò il coperchio sulla ciotolina e la lanciò a mo' di frisbee al cameriere che aveva già ricevuto il comando di attendere fuori dalla porta, prontamente riaperta da Kamek. Il koopa afferrò al volo l'oggetto e rivolse un'espressione confusa allo stregone che si limitò a comunicargli di rimandarla nelle cucine per ordine del re, scandendo bene le parole così che Ludwig avesse potuto udire ogni singola lettera.

« Andiamo » dichiarò il drago riappropriandosi della prole rimostrante per riprendere la routine burocratico-amministrativa da dove aveva interrotto.

Trascurando le proteste accorate per tutto il tragitto fino alla sala del trono dove lo attendevano pile di pratiche e scartoffie da smaltire, depositò il carico a terra tra i suoi giochi e continuò a fingere che non ci fosse nessun koopolotto nei paraggi a fissarlo con un broncio oltraggiato. Kamek era stato cristallino su questo punto della rivoluzione: Bowser avrebbe dovuto ignorare ogni lamento, strepito, uggiolio o qualsivoglia verso originato da Ludwig. Il sovrano impugnò il primo fascicolo per leggerselo come se fosse stata la cosa più interessante del creato e, pian pianino, foglio per foglio, la torre di rapporti alla sua sinistra cominciò a essere pazientemente smantellata.

Il re era stato molto scettico sui consigli del mago, ma fin lì dovette ammettere che il nuovo programma da seguire fosse stato più semplice di quanto aveva creduto possibile. Doveva solo starsene fermo e non prestare la benché minima attenzione ai capricci del cucciolo che... non aveva aperto bocca. Spiazzato, Bowser sbirciò di nascosto da dietro l'ennesimo rapporto e si ritrovò dinnanzi una muraglia di silenzio eretta intorno a due occhietti tondi che lo fissavano accusatori, chiaramente con l'intento di stritolarlo in una morsa di sensi di colpa per quel nuovo barbaro trattamento.

Il drago sudò freddo. Un qualsiasi altro cucciolo si starebbe sgolando in uno sfogo da concerto lirico più bis, ma non Ludwig.

No, Ludwig era a dir poco inquietante.

Qualunque cosa faccia, ricordatevi che non dovete dargli attenzioni. Le raccomandazioni riaffiorarono alla mente e il re si chiese se il magikoopa avesse potuto prevedere una reazione simile o restare allibito quanto lui.

Di fatto Kamek gli aveva detto di ignorarlo qualunque cosa facesse, ma Ludwig in pratica non stava facendo niente se non giudicarlo come un ladro sul banco degli imputati. Riflettendoci meglio però, visto che anche questo significava fare qualcosa dopotutto, Bowser accettò di continuare a dare retta al suo consigliere e restò seduto ad adempiere alla parte più noiosa dei suoi doveri di unico sovrano (e genitore), facendosi scudo con le pratiche ancora rimaste da controllare mentre il gelo regnava intorno.

Ludwig in realtà aveva iniziato da parecchio ad accusare gli insistenti brontolii del pancino in riserva poiché l'assoluta intolleranza alla fame, come l'inclinazione naturale a rendersi sovente fonte di guai, faceva parte del patrimonio genetico di famiglia e si era risvegliata in tutto il suo splendore per la prima volta da quando il cucciolo aveva memoria. L'unica cosa che lo frenava dall'ululare quanto gli andasse ormai la pappa che aveva permesso che gli togliessero da sotto il naso era la certezza che fosse stato esattamente ciò che suo padre si aspettava e che non avrebbe risolto nulla, eccetto che consumare le forze aumentando ancora di più l'appetito. E, sempre per la prima volta, anche un disorientante senso di incertezza lo colpì assieme allo strazio dello stomaco vuoto.

Di umore completamente opposto invece, Bowser se la prese comodo col lavoro e lasciò passare il suo tempo prima di stabilire che il koopolotto avesse finalmente appreso la lezione. Quando gli ripresentò davanti la ciotolina, Ludwig abbandonò la maschera di sdegnato stoicismo e mangiò tutto senza storie, con le pupille dilatate per l'emozione.

Forse Kamek sapeva il fatto suo.

« Cos'è, ce l'hai ancora con me? » Dopo aver risolto col pranzo il piccolo gli aveva rimesso il broncio e si rifiutava di parlargli, cioè di emettere almeno quei pochi versetti che usava di solito, rivolgendogli il guscio e rimanendo a debita distanza tra i suoi balocchi a fingere che li preferisse a lui. Fece per sollevarlo da terra e Ludwig si rivoltò come un gattino indispettito.

« Baa! » Lo respinse con una manina, indirizzandogli un'occhiataccia così minacciosa da incutere soltanto tenerezza.

Bowser rise senza neanche sforzarsi di far finta di prenderlo sul serio e lo raccolse tra gli artigli, incurante delle opposizioni sbraitanti, cominciando a lanciarlo sereno in aria per riafferrarlo saldamente al volo e cullarlo qualche secondo prima di rimandarlo su. Ludwig interruppe la sua inintelligibile filippica solo quando si ritrovò sospeso per un momento sopra la testa di suo padre, colto alla sprovvista dal repentino cambio di elemento, ma non appena si fu adattato al ritmo del gioco il suo berciare riprese con più vigore.

Il sorriso del re non si ridusse di un millimetro e in pochi secondi tutte le plausibili promesse di vendetta si impappinarono insieme prima di essere completamente cancellate dal suono squillante delle risa che ne avevano preso il posto. Solo quando il cucciolo ebbe quasi le lacrime agli occhi dal gran ridere, Bowser si fermò e se lo sistemò comodamente contro una spalla mentre si avviava verso il campo d'addestramento per mostrargli come si tenevano in riga i soldati e per il gusto di farli correre qua e là senza un motivo particolare, intanto che i gorgheggi divertiti di Ludwig facevano da accompagnamento durante il viaggio.

Nessuno dei due riusciva mai a restare arrabbiato con l'altro per troppo tempo.

Il koopolotto era rimasto di ottimo umore per il resto della giornata e la cena filò liscia senza un intoppo, ma l'ultimo e supremo degli ostacoli era inesorabilmente arrivato: la messa a letto.

Bowser deglutì, osservando il cucciolo iperattivo scalare una pira di cuscini senza alcuna traccia di stanchezza o almeno la possibilità che presto si sarebbe manifestata. Avrebbe dovuto lottare come tutte le altre sere per andare a dormire. Non vi era ombra di dubbio su questo.

« Bene, Sire. Sono le nove e mezza. Direi che siamo anche in leggero ritardo rispetto ai giusti orari del principino » disse un Kamek a suo parere eccessivamente disteso di fronte a quello che li attendeva.

Il drago indirizzò uno sguardo insicuro al magikoopa, ma questi non si scompose e con la mano gli fece cenno di procedere. Optò per giocare d'astuzia e non rivelare subito le sue vere intenzioni al piccolo che si rotolava ignaro sui cuscini prima di “immergersi” e spuntare da un altro lato della massa morbidosa. « Andiamo, Lud » lo chiamò col tono più calmo e spensierato che riuscì a modulare per indurlo a credere che avrebbero fatto qualcos'altro di divertente magari.

Ludwig pigolò allegro lasciandosi prendere in braccio e si abbarbicò al collo del padre che aveva sostituito il suo collare con uno senza le borchie affilate per dovuta sicurezza. Il sovrano si sentì male a ingannare il cucciolo che si fidava ciecamente di lui, ma tale pentimento venne immediatamente schiacciato al ricordo delle notti insonni degli ultimi mesi proprio a causa sua. E come previsto, non appena si diresse verso il lettino e i suoi intenti furono smascherati, Ludwig cessò di essere così affettuoso e la sfida ebbe ufficialmente inizio tra calci, graffi e strilli.

Quando Bowser riuscì alla fine a metterlo nel giaciglio, ostacolando i numerosi tentativi di riarrampicata sulle sue braccia, il koopolotto alzò gli occhi lucidi verso di lui nella commovente richiesta di non essere lasciato lì da solo.

E se non fosse stato per Kamek, il drago vi avrebbe pure ceduto come al solito. Nel momento in cui stava per oltrepassare la soglia della cameretta lo raggiunsero struggenti i singhiozzi di Ludwig e questa volta erano autentici.

« Ignoratelo » ribadì categorico il magikoopa.

Bowser annuì e lo seguì fuori, cercando tenacemente di non farsi impietosire dalla crescente intensità dei vagiti che si lasciava dietro. Voleva fuggire per risparmiarsi la tortura di udirli, ma una parte più grande di se stesso gli imponeva di non farlo e collassò nemmeno qualche metro più in là con le mani tra i capelli e il guscio contro il muro, incapace di alienarsi dal pianto del cucciolo. Avvertì l'urgenza improvvisa di sbattere ripetutamente la testa sulla parete.

« Non angustiatevi, non ha bisogno di voi adesso. Deve imparare che ci sono orari anche per lui da rispettare e infine che piangere non è un mezzo per ottenere tutto quello che vuole » lo rassicurò lo stregone con delle pacche sincere sulla spalla.

Ci volle pressappoco un'oretta prima che Bowser crollasse. Kamek rimase impressionato dalla determinazione dimostrata dal suo padrone, avendo immaginato che sarebbe stata questione di una decina di minuti prima di doverlo bloccare di peso dal precipitarsi verso il lettino. Anche la capacità di Ludwig di mantenere costante il volume del suo piagnisteo per la bellezza di un'ora intera non fu meno ammirevole.

« Non posso credere di averti dato ascolto fin adesso! È ovvio che c'è qualcosa che non va a questo punto! » esclamò il koopa rialzandosi e quasi travolgendo lo stregone nell'intento di correre indietro.

« Vostra Irruenza, vi consiglio di aspettare ancora prima di mandare tutto a monte. Tra poco si stancherà » lo richiamò l'altro ormai davanti la porta.

« Qualunque cucciolo che piange così a lungo sta sicuramente mal... »

« Un momento! Ascoltate. »

« Non sento niente, vecchio! »

« Per l'appunto. »

Ludwig ci aveva finalmente rinunciato e si era addormentato. Bowser non poté esternare la sua infinita esultanza con un grido di vittoria e si limitò a lanciare un pugno in aria, danzando sulle punte per la gioia.

Quella fu la notte di sonno ristoratore più appagante di tutta la sua vita.


Nota d'autrice:

Appare Ludwig selvatico.

Ludwig selvatico usa PIAGNISTEO.

È superefficace!

Bowser è confuso!

È così confuso da colpirsi da solo.


Bowser, Ludwig, Kamek & (implicitamente) pokémon © Nintendo

  
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