Storie originali > Commedia
Segui la storia  |       
Autore: Blooming    28/10/2013    2 recensioni
Joe è il tipico ragazzo sfigato, gioca a giochi online e si chiude spesso in casa, a scuola è preso di mira dai bulli, lui è il più semplice obbiettivo su cui si concentrano. A suo favore si schiera Scott, il nuovo arrivato, lui è bello, ha un fisico da urlo e le ragazzine lo guardano ridacchiando in corridoio. I due fanno amicizia e cominciano a dipendere l'uno dall'altro come veri e propri amici. Parte importante della vita dei due è la madre single e trentenne di Scott che si tira dietro gli sguardi d'odio delle altre madri e gli sguardi 'eccitati' dei ragazzi.
Genere: Commedia, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il mio compleanno si avvicinava e la cosa non mi emozionava affatto. Ero nato il 2 Maggio, quindici anni fa all’ospedale della contea.
Tutti sostenevano che da piccolo fossi un bambino bellissimo, paffuto e roseo, poi sono cresciuto e, credo che questo fatto abbia fatto irritare mia madre.
Aveva letto tutti quei libri sul parto e su come accudire un neonato, ma non ci sono libri su come gestire un adolescente e a lei dava fastidio non poter più controllarmi come quando avevo cinque anni.
Sceglievo da solo i miei vestiti, il mio cibo, i miei amici. Sceglievo io quando uscire e cosa fare.
Quello che non le piaceva, in effetti, era Scott, ma che me ne frega di cosa pensa lei.
Scott era il mio migliore amico, l’unico che avessi mai avuto. Anche perché Richard Tucker dell’asilo con cui condividevo il pongo non conta.
Avevo detto a Scott di passare il sabato mattina, il giorno del mio compleanno, e che gli avrei offerto un frullato al chiosco del centro commerciale. Mio papà mi diede una lauta mancia come regalo mentre mia mamma mi comprò un gioco per la play station. Era un gioco che mi mancava e la ringraziai di cuore con un abbraccio, mi faceva piacere sapere che conosceva almeno qualcosa di me.
Verso le 10 sentii il campanello suonare e mi lanciai per le scale, mamma mi precedette e aprì la porta, sorrise gentile
“Entra Scott.” Stranamente era cordiale con lui
“Buongiorno signora.” Sentivo la sua voce squillante e allegra “Sono passato a fare gli auguri a Joe, beh anche a lei… tutti si dimenticano che il compleanno è anche il giorno del parto…"
Scott quando si trovava davanti a mia madre cominciava a parlare a raffica senza accorgersi di cosa stesse dicendo e si sentiva terribilmente a disagio  
“Beh grazie…” sorrise gentile mamma
Arrivai di corsa prima che Scotty potesse dire qualcos’altro di stupido
“Hey amico!” gli diedi una pacca sulle spalle e sorrise gentile
“Auguri!” urlò e mi abbracciò sollevandomi e stritolandomi
Mia mamma sorrise e ci lasciò andare senza dar fastidio, ci raccomandò solo di non fare disastri, ovviamente non sapeva di quella rissa. Non lo sapeva nessuno, neanche Fiona dato che avevo chiesto a Scott di non dire niente.
Presi la giacca e infilai il portafogli nella tasca posteriore dei jeans neri
“Muoviti Scott!” lo cacciai fuori dalla porta
Scott rise e io richiusi la porta dietro di me e lo trascinai lungo il vialetto e poi alla fermata dell’autobus per andare al centro commerciale
“Allora! Come ci si sente ad avere quindici anni compiuti?” mi chiese Scott aggrappandosi a un palo e girando un po’ su se stesso, si sedette con un tonfo sulla sedia arancione e mi guardò con  i suoi profondi occhi cielo
“Come tutti gli altri giorni.” Risposi con un sorriso
Quando compi gli anni pensi sempre che qualcosa cambierà nella tua vita, che cambierà da un giorno all’altro e invece non succede niente se non invecchiare. Anche se da ragazzo ti sembra tutto così adrenalinico, compi gli anni e sei sempre più vicino a compiere diciotto anni, a compierne ventuno, a diventare adulto. Non che diventare adulto mi piacesse come idea ma prima o poi bisogna crescere!
Con l’aiuto di Scott cominciai a crescere per davvero, a lasciarmi alle spalle un sacco di cose che mi legavano all’infanzia e anche se bisogna sempre ascoltare il ‘bambino che c’è in noi’, qualcosa va lasciato indietro, come le caramelle di halloween o l’esistenza di Babbo Natale.
Rimanemmo sull’autobus per un quarto d’ora e poi scendemmo alla fermata più vicina al centro commerciale, camminammo per dieci minuti parlando di quel nuovo film che sarebbe uscito a breve e di cosa avremmo fatto per il resto della giornata. Mentre camminavamo dentro al centro commerciale ci passò accanto una nostra compagna di classe, Janelle. Sapevano tutti che aveva preso una tremenda cotta per Scott ma lui non se ne approfittava, anzi, cercava di esserle amico e le aveva più volte detto con tatto che voleva solo essere un buon amico e niente di più. Ma Janelle ormai era partita verso il favoloso mondo dell’amore, si perdeva in quei capelli biondi e nel sorriso gentile di Scott e cominciava a diventare appiccicosa, era gelosa di chiunque gli stesse vicino, perfino di me, lo guardava in classe mentre si mangiava la matita e quando lui si voltava sentendosi osservato, Janelle arrossiva e faceva qualcosa di tremendamente stupido come accasciarsi sul banco o se aveva qualcosa tra le mani, le faceva saltare involontariamente per tutto il banco e il professore di turno la rimproverava e le chiedeva decisamente poco cordialmente di stare attenta. A quel punto lei dava un’ultima occhiata furtiva a Scott che continuava a guardarla a occhi sbarrati impietrito da quella follia, e poi tornava a concentrarsi per pochi minuti fino a quando non ripeteva la scena iniziale.
Quando succedeva, io cominciavo a ridere guardando Scotty terrorizzato e poi lui si piegava verso di me e mi diceva –Ho seriamente paura che possa stalkarmi.- io lo guardavo e ridevo silenziosamente e dopo essermi ripreso gli rispondevo che Janelle, fin dalle medie, trovava una “vittima” annuale e se ne innamorava. Ma poi le passava durante l’estate.
Quando la incontrammo il giorno del mio compleanno, la salutammo con un sorriso e un gesto della mano e cominciammo ad aumentare il passo per seminarla ma lei ci corse dietro e toccando un braccio di Scott ci fermò
“Ciao ragazzi!” pigolò, aveva una voce tenera
Aveva i capelli lunghi, neri e lisci, una frangetta disordinata che le copriva gli occhi tristi e scuri alla Anne Hathaway, aveva la pelle diafana. Era veramente una bella ragazza ma il suo modo di comportarsi appiccicoso non piaceva troppo, le sue labbra coperte con uno strado di rossetto bordò erano le più belle labbra mai viste, il labbro superiore era un po’ più sottile di quello inferiore che era più pronunciato. Indossava un paio di jeans neri e una camicetta rossa con dei ricami a fiori, sopra una giacca di pelle nera.
Scotty mi guardò un secondo e poi tornò a sorridere a Janelle che lo guardò da sotto quella massa di capelli, sorrise tenera
“Posso parlarti un secondo?” disse piegandosi verso Scott e abbassando la voce, quasi sussurrando
Scott la guardò un secondo negli occhi poi si voltò a guardarmi e tornò a guardare Janelle che teneva le mani nella tasca del giubbotto. Scott mi guardò e mi chiese scusa per qualche minuto, mise una mano sulla spalla alla ragazza e si allontanarono, aspettai per circa dieci minuti e intanto controllavo i messaggi di auguri ricevuti dai parenti.
Quando Scott tornò, tenendo le mani nella tasca della giacca beige, lo vidi abbastanza felice, come sollevato. Mi mise il braccio intorno al collo e poi salutò con un sorriso e un ciao-ciao con la mano Janelle che sorrise e andò via infilandosi le cuffie dell’IPod nelle orecchie.
Guardai Scott sbattendo gli occhi, ero decisamente confuso
“Devi darmi qualche spiegazione Scotty!” gli dissi mentre ci dirigevamo verso il negozio di profumi dove lavorava Fiona
La signora William oltre a lavorare al centro estetico, lavorava anche come commessa al negozio del centro commerciale. Potevo capirla, i soldi servono a tutti!
Scott rise
“Ho debellato il problema Janelle Custer!” rispose con voce trionfante
Mi fermai di colpo incredulo
“Come hai fatto?” urlai sconvolto “Ci hai provato per otto mesi e ora ti è bastata una chiacchierata di dieci minuti per farle capire che non ti piace?” Non potevo credere a quello che era successo
Scotty rise ancora facendo riecheggiare la voce tra quel chiasso abituale del sabato
“Io non ho mai detto che non mi piace Janelle! Non la voglio come ragazza, non è il mio tipo, ammetto di averci fatto un pensierino o due ma da lì a mettermi insieme a lei ce ne vuole!”
ODDIO! Rimasi ancora più sconvolto!
Scott mi guardò dall’alto della sua altezza sorridendo beffardo e poi proseguì il cammino tenendo le mani in tasca, rimasi a fissarlo indietro con le braccia molli lungo i fianchi, si girò e mi sorrise gioviale
“Dai che ti offro il gelato più grande che esista e ti racconto cos’è successo con Janelle!”
Lo raggiunsi e passammo a salutare la signora William al negozio, stava sistemando alcune creme sugli scaffali e quando ci vide entrare ci accolse con un largo sorriso e ci venne in contro con in mano ancora una confezione di clinique o qualsiasi cosa fosse! Abbracciò il figlio e gli baciò la guancia che cominciava a coprirsi di quella barba  insulsa che hanno i ragazzi nelle prime fasi dell’adolescenza. Fiona sorrise anche a me e mi abbracciò. Okay! L’amavo!
“Hey auguri Joe!” sorrise e mi mise una mano sulla spalla “Ti senti più grande?” chiese scherzosa mentre tornava a sistemare le creme e i profumi sugli scaffali
Noi la seguimmo e io accennai a una risata mentre le rispondevo
“Non proprio, è tutto come ieri.” Lei si voltò e si tirò una ciocca di capelli all’indietro, mi guardò e sorrise dolcemente
“Beh! Insomma, gli anni li si sente quando superi i trenta.” Tornò a guardare nello scatolone “Cosa fate di bello oggi? Scommetto torta e film, io il mio quindicesimo compleanno l’ho passato con Aidan Walsh…” Si bloccò di colpo e fissò il vuoto davanti a sé
Rimasi a guardarla con la testa inclinata e con il volto corrucciato poi mi voltai verso Scott che la guardava a occhi spalancati e a bocca aperta, aveva i pugni chiusi e teneva le mani lungo il corpo, capii al volo. Probabilmente quel Aidan Walsh era il padre di Scott, probabilmente Fiona non ne aveva mai parlato e le era scappato, cercai di dire qualcosa per smorzare la tensione
“Abbiamo incontrato Janelle prima! Stranamente non era inquietante.” Dissi sorridendo ma il rossore sulle guance di Scott non passava “Questa sera pensavo che Scott potesse venire da me a dormire, i miei non ci sono, tornano domani, e possiamo ordinare cinese o qualche schifezza e ci vediamo un film.” Guardai ancora Scott e poi Fiona che continuava a sistemare i barattoli sugli scaffali, ma lo faceva a scatti e nervosamente
Scott sbuffò guardando la madre e scosse la testa
“Per me va benissimo!” tornò a sorridermi e poi guardò la madre dolcemente e comprensivo “Va bene per te ma’?”
Lei sentì quella voce calda e avvolgente del figlio e tornò a far brillare il negozio di luce
“Certo! I tuoi sono d’accordo vero?” mi sorrise e mi fissò con i suoi occhi che sembravano pietre preziose
“È il mio compleanno! Posso fare quello che voglio!” risi mettendomi le mani in tasca
“Allora più tardi passo da casa a prendere le cose per dormire, va bene mamma?” Disse Scott con voce mesta e un po’ giù di morale
“Certo tesoro.” La signora William non riusciva a guardare il figlio negli occhi e io mi sentivo male per lei, mi sentivo male per Scott “Andate e divertitevi!” poi andò dietro al bancone e tirò fuori da una mensola un sacchetto blu con un fiocco verde sul manico “Questo è per te! Auguri caro!” E me lo porse
Presi il sacchetto tra le mani con un sorriso e lo aprii davanti a lei, ero così emozionato! Il sacchetto conteneva una borsa per computer, di quelle belle che vendono nei negozi specializzati, era nera con la tracolla regolabile e il manico in pelle, c’era una lampo nera di alluminio, aveva tre tasche. Era bellissima!
Sorrisi a Fiona
“Grazie mille Fiona! Grazie Scott!” sorrisi e ringraziai entrambi ma Scott alzò le mani
“Io non c’entro con questo regalo.” Rise “Il mio è una sorpresa.”
Gli sorrisi felice
“Allora andiamo a mangiare.” Dissi a Scott “Arrivederci!” mi rivolsi a Fiona che sorrise guardandoci uscire
Appena raggiunta la pizzeria italiana del centro commerciale ci sedemmo al tavolo e ordinammo, io una pizza col salame piccante e Scott un calzone con doppia farcitura poi cominciammo a parlare. Appoggiai i gomiti al tavolo e fissai Scott che beveva la sua coca-cola, lui fece un rumoroso sorso e mi fissò un secondo, appoggiò il bicchiere e si legò i capelli d’oro
“Credo che tu voglia sapere di Janelle.” Sorrise e si fregò le mani sui jeans
Lo guardai e scossi la testa, mi tolsi gli occhiali e li guardai in contro luce per vedere quanto luridi fossero, gli diedi una pulita con la manica della maglietta e li inforcai di nuovo, tirai indietro qualche ciocca e feci un mezzo sorriso
“Senti,” lo guardai ancora “cosa è successo prima con tua mamma?”
Lui si bloccò e il sorriso si spense, non mi guardò gelidamente ma il suo sguardo era diverso, era triste e confuso. Non mi guardava negli occhi, guardava sopra il mio orecchio e fissava la parete giallo ocra del ristorante con il disegno del Vesuvio
“Non sei obbligato a parlarne.” Ma lui aveva ancora quello sguardo mogio, si mordeva nervoso le labbra e potevo notare il suo turbamento da come incurvava le spalle e si rinchiudeva in sé stesso “Scott non importa…”
“No.” Sbottò e mi guardò, gli occhi si erano fatti sottili e tristi, erano bui e senza quella luce di felicità che sempre li pervadeva “Forse è meglio parlarne.”  Si grattò il sopracciglio destro con l’indice e respirò a fondo “Credo che quell’Aidan Walsh sia mio padre. Deve esserlo. I conti tornano, se ci pensi. Sono nato quando mia mamma aveva sedici anni e in quel periodo, quello in cui è rimasta incinta, stava con quel tipo.” Arrivò il cameriere con i piatti delle pizze, lo guardammo e sorridemmo, non appena se ne andò Scott ricominciò “Ho letto i diari di mamma. So che non si fa ma durante il trasloco mi ha detto di portare in soffitta degli scatoloni e per le scale sono inciampato ed è caduto tutto e ho trovato i suoi diari di adolescente, li ho letti. Parla sempre di Aidan Walsh. Di come abbia i capelli biondi e gli occhi azzurri, di come sia alto, di come sia perfetto, di come l’accompagni a casa con la macchina dopo scuola, di come siano andati…” scosse ancora la testa mentre affettava il calzone con rabbia “Siano andati a vedere le stelle.”
Lo guardai corrugando la fronte, non sapevo bene cosa dire. Mi dispiaceva che l’avesse dovuto scoprire così e quel millesimo di secondo in cui era stato nominato quell’uomo era stato terribile. Non l’aveva mai conosciuto e neanche visto
“Hai mai provato a chiedere a tua mamma qualcosa in più?” mi azzardai a chiedere e la risposta fu positiva
L’unica volta che le aveva chiesto qualcosa avevano finito per litigare e anche di brutto, era successo prima che ci conoscessimo. Lui e Fiona avevano deciso di non parlarne più ma ora era venuto fuori, seppur per sbaglio, e bisognava affrontare l’argomento prima che fosse troppo tardi
“Voglio un padre Joe, voglio bene alla mia mamma, le voglio un bene dell’anima ma voglio un padre. Qualcuno che ti dia una pacca sulle spalle quando fai un touchdown, qualcuno che non sia l’allenatore, voglio qualcuno con cui parlare di donne come fanno sempre nei film.” Scosse la testa e diede un morso alla pizza, si leccò il sugo uscito dalle dita e poi si pulì sul tovagliolo di carta
Rimanevo a guardarlo stupefatto, non avevo mai pensato che gli interessasse veramente la questione ‘padre’. Mi aveva sempre fatto capire che non gli importava, che stava bene così. Evidentemente no. E mi sentivo terribilmente in colpa per tutte le volte che mi ero sfogato con lui sui miei genitori, su mio padre. Ecco perché si trovava così bene con mio padre, probabilmente vedeva in lui una sorta di figura paterna che gli era sempre mancata, mi dispiaceva veramente per Scott, era il mio migliore amico e volevo che stesse bene ma in quel momento non sapevo cosa dire.

 

Rimanemmo in giro per tutto il giorno, a dire scemate e a non discutere più di quel fragile argomento. Non mi ero dimenticato di Janelle e volevo saperne di più, verso le 6 di pomeriggio tornammo verso casa di Scott e parlammo della ragazza
“Allora che vi siete detti tu e Janelle?” dissi mentre tiravo su la zip della giacca
“Mi ha detto che non mi darà più fastidio perché non è più innamorata di me. Mi vuole solo come amico e vuole anche te per amico, pare che le piaci molto.” Rise coprendosi la bocca con la mano “Dice che si è comportata da stupida e che sta cercando di cambiare e che vorrebbe uscire qualche volta con noi perché non ha tante amiche e vorrebbe provare a non essere una sociopatica qualche volta.” Ero d’accordo
Janelle mi piaceva, mi aveva passato qualche compito di algebra prima che arrivasse Scott e io le ricambiavo il favore con i compiti di biologia.
Scott preparò la borsa per la notte e lo vidi infilare nella sacca a tracolla un pacco avvolto da una carta con degli angeli, era una carta da pacco di natale. Feci finta di niente e con un sorriso per avere a dormire a casa il mio amico uscimmo.
Ordinammo un sacco di schifezze e ci guardammo un film in tv, facemmo tardi e prima di metterci a dormire, lui sulla brandina e io sul letto, ci sedemmo uno di fronte all’altro, in pigiamo e calze e mi porse il regalo.
Era palesemente imbarazzato per quel gesto e io ero felicissimo per quel pensiero che mi aveva fatto. Senza stare attento alla carta, strappai la confezione e mi trovai davanti il regalo più bello di sempre. Un’edizione del Siddhartha, il mio libro preferito. Mi aveva sentito quando l’avevo detto quel giorno nell’aula con il professore Whang. Era un’edizione bellissima. Con la copertina rigida di cuoio rosso cupo con sopra delle incisioni che raffiguravano il Buddha e le scritte erano in oro e incise. Rimasi a guardare quel libro tra le mani, ero felice e dentro di me urlavo! Scott mi guardava davanti a me con le gambe incrociate e si ciondolava tenendosi i piedi con le mani
“Allora?” continuava a ciondolarsi e sorrideva “Ti piace?” chiese un po’ titubante
Io balbettavo dalla felicità, era una copia bellissima e non importava che ne avessi già tre di edizioni diverse dello stesso libro nella libreria, quella sarebbe stata la mia preferita
“Mi piace tantissimo.” Balbettai emozionato e poi mi lancia su Scott gettandogli le braccia al collo “Sei il mio migliore amico!”
Lui rise e mi diede delle leggere pacche sulla spalla
“Te ne sei ricordato! Sapevi che questo era il mio libro preferito!” tornai seduto al mio posto con ancora in mano il prezioso libro
“Certo!” rise lui
“Grazie.” Sorrisi alzando un solo lato delle labbra e quasi mi veniva da piangere per quel gesto semplice ma importante
Il mio regalo per il suo compleanno era stato decisamente più stupido, una maglietta di un giocatore della sua squadra di football preferito e dei CD dei Pearl Jam, il suo gruppo adorato.
Scott era veramente una persona bella e gentile, si meritava di sapere chi fosse suo padre, lo vidi un po’ giù di morale qualche volta, sicuramente pensava a quella storia ma sapevo che si sarebbe risolta presto.

 

23 luglio 1994

Caro Diario,
Oggi è il mio compleanno! Compio quindici anni! So di essere “grande” per scrivere ancora sul diario segreto ma mi piace poter confidare tra le righe qualcosa di me, tanto non ti troverà mai nessuno caro diario!
Mamma mi ha regalato una collanina di Tiffany e papà mi ha dato dei soldi e una carta di credito per comprarmi quello che voglio, dice che c’è un budget limitato ma posso permettermi un vestito nuovo e un paio di scarpe per il ballo di fine anno.
Voglio tanto bene ai miei genitori. Sono dei genitori fantastici! Sanno ascoltare e adoro come mi lascino libera di fare quello che mi sento di fare, non hanno problemi a lasciami uscire con Aidan, anche se ha due anni in più di me e già guida.
Io e Aidan ci amiamo, o almeno credo. Non abbiamo mai fatto l’amore insieme anche se entrambi non siamo più vergini, stiamo insieme da quasi un mese e oggi, il giorno del mio compleanno, verrà a prendermi in macchina e andremo allo spiazzo sulla collina. Credo che faremo l’amore. Lo spero!
Lui è perfetto. Mi fa sempre dei piccoli regali, come dei fiori o solo comprare i popcorn al cinema. So che sarà una serata magnifica, deve esserlo! Per forza! Staremo nella sua macchina decapottabile a baciarci e amarci, si dice che sia bravo a fare sesso e che lì sotto sia ben dotato! Sto ridendo a pensarci! Poi lui è bellissimo, ha quegli occhi grandi e color del cielo, i capelli d’oro e un fisico bellissimo, è alto e adora lo sport. Credo di essermi innamorata di lui, ma non deve saperlo, si potrebbe rovinare tutto.
Vado a prepararmi per l’uscita, ci sentiamo dopo e ti racconterò tutto.
Un bacio

                                                                                                                           Fiona!

 

23 luglio, più tardi

Caro Diario,
Come ti avevo detto! Io e Aidan abbiamo fatto l’amore! È stato bellissimo. Sono veramente innamorata di lui e questo è il compleanno più bello che abbia mai passato. Non importa che abbia solo quindici anni ma questo rimarrà per sempre il mio compleanno preferito. Quello in cui ho fatto sesso con il ragazzo di cui sono innamorata, sono sicura che staremo insieme per sempre o per molto almeno 
Ora vado a dormire che sono stravolta! Rido ancora! Una serata stupenda!

                                                                                                                             ♥Fiona!

 

13 agosto 1994

Caro Diario,
Ho fatto una cazzata. Sono triste. Voglio morire. Come ho potuto fare una cosa così stupida, sarei dovuta stare attenta e invece no. Mi sono concessa, sembra un termine così antiquato, al primo ragazzo che mi rivolgeva un sorriso e senza usare una qualche minima protezione. Ho solo pensato che non sarebbe successo niente, mentre lo facevo mi dicevo –tanto non succederà a me, figurati.- e così l’ho fatto! ho fatto sesso con Aidan e ora sono incinta.
L’ho scoperto qualche giorno fa. Il compleanno più bello della mia vita è stato distrutto così. Per qualcosa che non volevo e che ora sta crescendo dentro di me. L’ho detto a Aidan che sono incinta ma lui non ne vuole sapere. Mi ha detto che era solo un mio problema, come se lui non centrasse niente, se né andato e non vuole saperne niente. Ma non mi importa di lui. L’ho amo ancora, è vero, e credo che lo amerò per sempre ma se non vuole starmi vicino in questo momento allora non vorrò mai più parlare con lui e neanche parlare di lui! Non credo che terrò questo bambino, ho solo quindici anni… mi viene da piangere, sto piangendo e ho macchiato di lacrime tutte le pagine. Mamma e papà mi hanno dato della sgualdrina e mi sono sentita malissimo, non lo voglio tenere questo bambino, potrebbe rovinarmi la vita. Non so che fare, ho paura e sono sola…

                                                                                                                             Fiona!

 

23 luglio 1995

Caro Diario,
Sai quando dicevo che il mio quindicesimo compleanno era stato il più bello? Beh mi sbagliavo! È sicuramente questo il più bello, il mio sedicesimo compleanno. Non sono sola come ho sempre creduto, sono felice e mi sento bene come mai sono stata prima.
Non mi importa quello che pensa la gente quando mi vede, quando ci vede! Ci guarda e parla male, giudica e non sa. Io vado in giro tenendo tra le braccia quel fagotto dai riccioli biondi e dal sorriso bellissimo, ha gli occhi azzurri, come quelli di Aidan! È nato il 15 marzo del 1995, il mio piccolo Scott! Il mio bambino.
Non ce l’ho fatta ad abortire, non ce l’ho fatta davvero. Sapere che c’era una vita dentro di me mi terrorizzava, è vero, ma Scott è stupendo. Quando è nato l’ho stretto tra le braccia e non l’ho lasciato più andare. Piangeva e urlava ma era il suono più bello mai sentito, so che diventerà un bellissimo ragazzo e un uomo meraviglioso, so che sarà buono con le persone e che sarà gentile con tutti. Mio figlio. Dire –Mio figlio.- è strano, veramente strano ma mi piace. Io lo amo, amo questo bambino, il mio bambino. E lo amerò per sempre. Stare con lui il giorno del mio compleanno è bellissimo, festeggeremo ogni compleanno insieme, ci vorremo bene per sempre e io potrò fidarmi di lui come lui di me.
So benissimo che fare la madre è difficile ma ce la farò, mi impegnerò, farò due lavori, ne farò tre pur di far crescere Scotty senza che gli manchi niente. Non gli farò mancare niente, non che lo vizierò ma gli vorrò bene. Non credo però che gli parlerò mai di Aidan, non potrei farcela.
Attacco qui una foto di Scott alla nursery dell’ospedale, non è bellissimo? Ho passato ore a guardarlo sorridendo mentre lui dormiva pacifico.
Un bacio!

                                                                                                               Fiona! E Scotty!

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Commedia / Vai alla pagina dell'autore: Blooming